Esagrammi 1-8

 


  KKIENN
Il Creativo

 

Attribuzione Sephirotica:  Chockmah


Kkienn, il Creativo, il Cielo
Kkienn, il Creativo, il cielo

“In Principio Dio creò il cielo e la terra” (Gen. 1,1).
Se accettiamo la teoria cabalistica dello Tzim-Tzum in cui “in principio” Dio si ritirò da Sé per far “spazio” al creato (0 Kether) e subito dopo creò il cielo e la terra abbiamo:

·                       U Ki, cerchio semplice
·                       Ttai Ki, cerchio suddiviso in luce e oscurità, Yang e Yin, Cielo e Terra,
                        Chockmah e Binah

La Shekinà, l’Energia Divina, nella sua discesa, fa scaturire dal Nulla (0 Kether, Corona) i quattro mondi della manifestazione:

·                     Il mondo Causale (Atziluth), Sublime, buono
·                     Il mondo Mentale (Briah) “della riuscita”, bello
·                     Il mondo Astrale (Yetzirah) della “propiziazione”, giusto
·                     Il mondo Fisico (Assiah) della “perseveranza”, attuabile

Nell’Immagine abbiamo poi in sintesi l’indicazione di come agire in risposta alla creatività (il moto del cielo è vigoroso): rendere se stessi forti ed instancabili, capaci di ripetibilità. E’ questa la tecnica per la risalita alla Shekinà. Oltre che in Genesi, ritroviamo il Creativo anche in Giovanni: “In principio era il Verbo.” (Giov. 1, 1-3).
Nella tradizione cristiana il Cristo, il Verbo, la seconda persona della Trinità è la Sapienza che corrisponde alla Sephirah Chockmah, la prima emanazione divina e “tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste”.
Ritroviamo la Sapienza Creatrice anche in Prv. 8, 22-36:
“….Quando Egli fissava i cieli Io (la Sapienza) ero là….Quando disponeva le fondamenta della terra, allora io ero con Lui come architetto….”
Ricordiamo qui gli attributi di Chockmah: Spirito, Saggezza, Pensiero Creatore, Verbo, Scienza Sacra, Gnosi, Silenzio, Meditazione, Pietà, Compassione, Misericordia.
Inoltre consideriamo il Drago come simbolo positivo del Creativo, (da non confondere con il Dragone dell’Apocalisse, simbolo dell’albero nero disintegrativo). Questo Drago (bianco o rosso) va omologato con il Serpente di Bronzo di Mosé (Nm. 21, 8-9), prefigurazione del Cristo e quindi della Sapienza e della Salvezza.
Al gruppo di Kkienn assegniamo le Sephiroth Chockmah e Daath; i tarocchi di Fuoco il Bagatto (1) e il Mondo (21) e i temi geomantici di fuoco Laetitia e Fortuna maior.
Caratteristica comune: la Creatività.

 

Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la prima linea, il Servitore, viene a corrispondere al primo semipiano del fisico, quello materiale, corporeo: questa linea, mutando da intera a spezzata, ci porta all’esagramma n. 44, il Farsi Incontro. Poiché qui la forza del Creativo è coperta, l’incontro potrebbe essere con una malattia fisica o un ostacolo sul piano pratico…meglio astenersi dall’azione e riposare.

 

Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la seconda linea, il Funzionario di Provincia, viene a corrispondere con il secondo semipiano del fisico, quello eterico, energetico; questa linea mutando da intera a spezzata, ci da l’esagramma n. 13, la Compagnia tra Uomini ed è positiva perché il “Drago compare nel campo”: vale a dire che saremo sostenuti nella nostra vitalità dall’energia sottile e dalla collaborazione del nostro gruppo.

 

Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la terza linea, il Funzionario di Città, viene a corrispondere al primo semipiano dell’astrale, quello inferiore, soggettivo; questa linea, mutando da intera a spezzata, dà il n. 10, il Procedere; è anch’essa positiva ma ci mette in guardia (pericolo) dai cedimenti sentimentali provocati dai “pensieri preoccupanti”.
Ma non c’è macchia nel nostro agire, perciò le cose “procederanno bene”.

 

Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la quarta linea, il Ministro, viene a corrispondere al secondo semipiano dell’astrale, quello superiore, collettivo; questa linea, mutando da intera a spezzata, dà il n. 9 , la Forza domatrice piccola. E’ un momento di riflessione: siamo spinti verso l’alto (altruismo e generosità) ma anche richiamati verso il basso dai nostri egoismi….. Conviene “raffinare le forme esteriori del carattere” e rafforzare la nostra volontà prima di agire.

 

Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la quinta linea, il Principe, viene a corrispondere al primo semipiano del mentale, quello inferiore, il razionale; questa linea, mutando da intera a spezzata, conduce al n. 14, il Possesso grande. E’ molto positiva: siamo sorretti dalla forza spirituale più alta (il Drago vola nel cielo) ed é un momento di particolare grazia, riusciamo a “capire” il Sé.

 

Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la sesta linea, il Saggio, viene a corrispondere al secondo semipiano del mentale, quello superiore, intuitivo; questa linea, mutando da intera a spezzata, ci porta al n. 43, lo Straripamento e ci mette in guardia dall’agire….
Una intuizione non umile e ricettiva ma altezzosa avrà da pentirsi, e la decisione da prendere potrà essere errata….aspettare dunque!!!

 

 

  KKUNN

 
Il Ricettivo



Kkunn, il Ricettivo, la Terra

Kkunn, il Ricettivo, la Terra  
Attribuzione Sephirotica: Binah

 


La Sephirah Binah, come sappiamo dalla Kabbalah, è reciproca e interagente di Chockmah, vale a dire il suo complementare, come lo Yin è il complementare dello Yang. Binah, come Kkunn, il Ricettivo, è la Grande Madre, la Comprensione, la Notte che completa il Giorno: “Dio disse: sia la Luce e la Luce fu. Dio vide che era cosa buona e separò la Luce dalle Tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte.” (Gen. 1,3).
La ricettività, come la creatività, opera sui quattro livelli di coscienza:


·                       Sublimità, causale
·                       Riuscita, mentale
·                       Propiziazione, astrale
·                       Perseveranza, fisico

ma in Passività come capostipite della colonna di sinistra, quella che “riceve” complementare alla colonna destra, quella che “da”.
La ricettività deve essere aperta verso l’esterno (“trovare amici in occidente e meridione”) sul luogo del Servizio ed essere chiusa verso l’interno (“rinunciare ad amici nell’oriente e a settentrione”), nell’Introspezione.
Vale a dire che il Nobile, il Discepolo sul Sentiero, è permeabile e ricettivo “fuori” ma chiuso come l’Athanor  “dentro”. La ricettività, come dice la Sentenza, opera sublime riuscita per  la perseveranza di una “cavalla”; il Drago è il simbolo del cielo, la cavalla è il simbolo della terra per la sua forza, per la sua mitezza, per la sua rapidità, per la sua dedizione. Nell’immagine abbiamo le indicazioni di come si deve agire in risposta alla ricettività: essere in accogliente dedizione e portare, ossia essere di supporto al mondo esteriore.
Kkunn rappresenta inoltre la Regina del Cielo, la Vergine Immacolata del Cristianesimo: “Le rispose l’Angelo: lo Spirito Santo scenderà su di te, su di te stenderà la sua ombra la Potenza dell’Altissimo…Colui che nascerà sarà dunque Santo e chiamato Figlio di Dio”.
(Luca 1,35)

Ritroviamo il Ricettivo cosmico anche in Ap. 12, 1-2: “Nel cielo poi apparve un segno grandioso: una Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto.”
Ricordiamo gli attributi di Binah: Intelligenza, Comprensione, Concezione astratta generatrice delle idee e delle forme, Idealità suprema, Pensiero percepito ma non ancora espresso, Discernimento, Riflessione, Affabilità, Gentilezza, Mistero. Al gruppo di Kkunn assegniamo le Sephiroth Binah e Tiphereth, i tarocchi di terra, il n. 13 la Morte e il n. 10 la Ruota della Fortuna e le figure geomantiche Puella e Cauda Draconis, di terra, la cui caratteristica è la ricettività.

   

Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la prima linea, il Servitore, viene a corrispondere al primo semipiano del fisico, quello materiale, corporeo; questa linea, mutando da spezzata in intera, ci porta all’esagramma n. 24, il Ritorno. La variante non è molto favorevole, in quanto si sta avvicinando un momento difficile, ma accogliendo la nuova situazione con lungimiranza, le forze torneranno, perché la vita è una spirale….

 

Nella nostra collocazione dell’esagramma nell’albero cabalistico, la seconda linea, il Funzionario di Provincia, viene a corrispondere al secondo semipiano del fisico, quello eterico, energetico; questa linea, mutando da spezzata ad intera ,ci dà l’esagramma n. 7, l’Esercito ed è molto positiva. Consiglia di agire impersonalmente sul piano energetico cosicché tutto sarà favorito, importante avere collaboratori disciplinati e volenterosi.

 

Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la terza linea, il Funzionario di Città, viene a corrispondere al primo semipiano dell’astrale, quello inferiore, soggettivo; questa linea mutando da spezzata ad intera, ci dà il n. 15, la Modestia. E’ anch’essa positiva, ma ci indirizza sul piano del sentimento all’azione-non azione (azione disinteressata) e ci propone umiltà e modestia verso gli altri, per il giusto equilibrio.

 

Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la quarta linea, il Ministro, viene a corrispondere al secondo semipiano dell’astrale, quello superiore, collettivo; questa linea mutando da spezzata ad intera, dà il n. 16, il Fervore, Non è molto favorevole: la situazione non permette l’espansione dei nostri sentimenti altruistici, il servizio è ostacolato; conviene attendere che il nostro fervore, con l’aiuto degli altri, sciolga la difficoltà del momento.

 

Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la quinta linea, il Principe, viene a corrispondere al primo semipiano del mentale, quello inferiore, il razionale; questa linea, mutando da spezzata in intera, conduce al n. 8, la Solidarietà. E’ molto favorevole perché qui la razionalità è misurata e dimora nell’essenziale, producendo bellezza e solidarietà, vale a dire aiuto reciproco tra superiori e inferiori.

 

Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la sesta linea, il Saggio, viene a corrispondere al secondo semipiano del mentale, quello superiore, intuitivo; questa linea, mutando da spezzata in intera, ci porta al n. 23, lo Sgretolamento. Questa variante è sfavorevole: la superbia sulla linea dell’intuizione costringe all’inutile combattimento (con il Sé); il risultato: perdita di tempo e di energie, vale a dire fallimento, cioè sgretolamento di quello che si era già costruito in positivo…ma non ci si deve troppo dispiacere; quello che si sgretola, la cima, va ad irrobustire la base e così si potrà ancora tentare la scalata del monte…..

 

 

3° CIUNN

La Difficoltà Iniziale

Elemento: Aria
Tarocco: n. 9 l' Eremita

Kkann, l'abissale, l'Acqua
Cenn, l'Eccitante, il Tuono


La difficoltà iniziale è quella che incontra il Discepolo sul Sentiero quando muove i primi passi sulla Via.
E’ la gestazione del lavoro creativo, della costruzione del Tempio, la fatica della organizzazione pratica, la solitudine, gli studi, la ricerca dei gruppi giusti che gli permettono il “lavoro”. Gli “aiutanti” della sentenza sono anche gli strumenti del lavoro: testi sacri, scuole esoteriche, tecniche di meditazione ecc…, elementi indispensabili per la realizzazione dell’Opera. Il tempo della “Difficoltà Iniziale” è un tempo difficile e per superarlo l’immagine ci suggerisce due operazioni: districare e ordinare, perché le nubi e il tuono non sono ancora la “pioggia”, ma il suo substrato.
Ritroviamo esempi di difficoltà iniziale in Genesi 3, 21-24: dopo la caduta, Adamo ed Eva, vestiti di “pelle” iniziano la loro dura vita sulla terra… era stato detto ad Eva:“…con dolore partorirai figli….” E ad Adamo: “….con dolore trarrai cibo dal suolo per tutti i giorni della tua vita…..”
L’inizio è dunque dolore, è sofferenza, è lacerazione.
Ancora ritroviamo la difficoltà iniziale in Genesi 32, quando Giacobbe, lasciata la casa di Labano, deve affrontare la lotta con il misterioso Essere (Angelo o Dio) che lo ferisce all’anca, ma poi trattenuto dallo stesso Giacobbe, lo benedice e gli da il nuovo “Nome”: Israele, colui che lotta con Dio.
E ancora in Genesi 39, 20-23: Giuseppe, giunto in Egitto come schiavo, prima di arrivare ad essere nominato dal faraone Viceré per le sue eccezionali qualità di indovino e saggio, è costretto a sperimentare ingiustamente la dura prigione e numerose umiliazioni….
Anche nel Nuovo testamento ritroviamo la difficoltà iniziale nella nascita di Gesù nella grotta e nella fuga in Egitto e più tardi nelle “tentazioni” (Mt. 4, 1-11). Anche il più grande Maestro, prima di iniziare la sua vita pubblica, ha dovuto “soffrire”….
Abbiamo attribuito a Ciunn il Tarocco dell’Eremita perché la “desertificazione” è all’inizio del viaggio iniziatico e richiede molto sacrificio: prudenza, castità, austerità, digiuno, silenzio, distacco, raccoglimento, isolamento, ecc.... Tutti termini relativi all’Eremita.  

 
Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la prima linea, il Servitore, viene a corrispondere al primo semipiano del fisico, quello materiale, corporeo; questa linea, mutando da intera a spezzata, ci porta all’esagramma n. 8, la Solidarietà.Questa variante è favorevole e ci raccomanda la prudenza, la perseveranza, ma soprattutto il saper cogliere il momento giusto per ottenere la “solidarietà” del nostro veicolo fisico (evitare quindi gli sforzi eccessivi o le diete sbagliate).

 
                
                 Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la seconda linea, il Funzionario di Provincia, viene a corrispondere al secondo semipiano del fisico, quello eterico, energetico; questa linea, mutando da spezzata ad intera, ci da l’esagramma n. 60, la Delimitazione. E’ poco favorevole e ci raccomanda di essere molto attenti alla nostra vitalità (giusto modo di respirare scegliendo luoghi verdi e naturali per quanto possibile) per non doverci limitare in seguito: allungare i tempi di respirazione e le pause, la ”carrozza” non è pronta per correre.

 

                  Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la terza linea, il Funzionario di Città, viene a corrispondere al primo semipiano dell’astrale, quello inferiore, soggettivo; questa linea, mutando da spezzata ad intera, ci da l’esagramma n. 63,  “Dopo il Compimento”. E’ poco favorevole, ci consiglia di essere cauti nel “bosco” dei sentimenti, è meglio rinunciare ad agire, il “compimento” porterebbe con molta probabilità a “disgrazia”.


Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la quarta linea, il Ministro, viene a corrispondere al secondo semipiano dell’astrale, quello   

collettivo, superiore; questa linea, mutando da spezzata ad intera, ci da il n. 17, il Seguire.Lavariante è favorevole consiglia di ricercare l’unione con gli altri perché tutto conduce al proseguimento del lavoro di gruppo.

 

              Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la quinta linea, il Principe, viene a corrispondere al primo semipiano del mentale, quello inferiore, razionale; questa linea mutando da intera a spezzata, conduce all’esagramma n. 24, il “Ritorno”. La variante è insieme favorevole e sfavorevole: è favorevole se ci si accontenta di risultati relativi, sfavorevole se si pretende di capire con la mente quello che va oltre alle sue possibilità. In ogni caso si dovrà ripetere più volte il percorso, sapendo che ovviamente è serpeggiante (spiralato).

 

              Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la sesta linea, il Saggio, viene a corrispondere al secondo semipiano del mentale, quello superiore, intuitivo; questa linea, mutando da spezzata in intera, ci porta all’esagramma n. 42,  “l’Accrescimento”. La variante è sfavorevole: questa linea dovrebbe essere passiva, l’azione su di essa produce sofferenza e lacrime, ma noi, mutando, si è accresciuti dall’esperienza, purché si “lascino” i difetti e si “imiti” il bene.

 

 

4° MONG

La Stoltezza Giovanile

 


Elemento: Acqua
Tarocco: n. 14, la Temperanza

Kenn, l'arresto, il Monte
Kkann, l'abissale, l'Acqua

 

La stoltezza giovanile è per il discepolo, sul sentiero, la necessaria fase dell’apprendistato, egli deve farsi “postulante” e domandare, domandare, domandare, senza ricevere risposte…(alla fine le troverà da solo).L’immagine rende assai bene il significato: la fonte ai piedi del monte è l’acqua sorgiva fresca, zampillante ma che ancora non conosce il suo percorso, l’esperienza la cambierà in fiume e le consentirà di tornare al mare. Il  consiglio che viene dato alimentare con cura e serietà il carattere è per i giovani, ma anche per chi, non più giovane, deve diventarlo se vuole “entrare nel regno dei Cieli”.
Ritroviamo un esempio di esperienza giovanile in Gn. 29, 18-30: Giacobbe, ignaro dei costumi del paese dove si trova come ospite straniero, chiede in sposa allo zio Labano la figlia minore Rachele e dopo il matrimonio si trova sposato a Lia, la figlia maggior da lui non amata….. Ancora un altro esempio (Gn. 34, 1-12): Dina, la figlia di Giacobbe, uscì dalla tenda per andare a vedere le ragazze del paese e fu rapita da Sichem, principe del luogo, e violentata….lo stesso accadde a Tamar (2 Sam. 13, 6-22) per essere ingenuamente andata nella camera del fratellastro Ammon, figlio di Davide, a preparargli il pasto…
Nel Nuovo Testamento ritroviamo l’archetipo dell’esagramma n. 4 nell’episodio del giovane ricco “che se ne va triste” quando Gesù gli dice che per essere “perfetto” deve “vendere quello che possiede, darlo ai poveri e seguirlo….” (Mt. 19. 16-22) e nella parabola delle vergini savie e delle vergini stolte che rimangono fuori e non possono partecipare alle “nozze” perché hanno dimenticato l’olio per le lampade…(Mt. 25, 1-13).
Abbiamo attribuito alla “stoltezza giovanile” l’arcano della Temperanza, perché essa, travasando i liquidi, fa “pratica” di equilibri ed ecco alcuni suoi attributi: fontana della giovinezza, movimento incessante, sensibilità agli influssi esteriori, impressionabilità ricettiva, agente riparatore di ciò che si consuma e declina, ecc....

 

Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la prima linea, il Servitore, viene a corrispondere al primo semipiano del fisico, quello materiale, corporeo; questa linea, mutando da  spezzata in intera, ci porta all’esagramma n. 41, la Minorazione. Questa variante è sfavorevole, consiglia per il nostro fisico la disciplina (non il rigore): alzarsi e coricarsi sempre alla stessa ora, pulizia quotidiana, sport moderato, cibo equilibrato e frugale. Tutto questo, minorando il nostro corpo, accrescerà la nostra salute e forza.

 

Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la seconda linea, il Funzionario di Provincia, viene a corrispondere al secondo semipiano del fisico, quello eterico, energetico; questa  linea, mutando da intera in spezzata, ci da l’esagramma n. 23, lo Sgretolamento. E’ favorevole perché l’inesperienza su questa linea non è grave all’inizio della ricerca. Far pratica di respirazione senza forzare conduce alla conoscenza della nostra parte più sensibile e sottile (la donna) e anche lo sgretolamento è favorevole, perché qui la verticalità (la mente) diminuisce a favore della parte più umile, il corpo energetico.

 

Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la terza linea, il Funzionario di Città, viene a corrispondere al primo semipiano dell’astrale, quello inferiore, soggettivo; questa linea, mutando da spezzata in intera, ci da il n. 18, “l’Emendamento delle cose guaste”. E’ sfavorevole perché pericolosa, l’astrale inferiore è insidioso e solo se si correggono subito gli errori si può giungere ad un equilibrio duraturo, ma questo comporta riflessione e pazienza.

 

Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la quarta linea, il Ministro, viene a corrispondere al secondo semipiano dell’astrale, quello collettivo, superiore; questa linea, mutando da spezzata in intera, ci da il n. 64,  “Prima del Compimento”. Anch’essa è sfavorevole: non si deve essere “miopi” quando si collabora con un gruppo per il servizio; si corre il rischio di vanificare tutto il lavoro collettivo, meglio aspettare con prudenza “che ogni cosa vada al suo posto”.

 

Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la quinta linea, il Principe, viene a corrispondere al primo semipiano del mentale, quello inferiore, razionale; questa linea mutando da spezzata in intera, conduce all’esagramma n. 59, la “Dissoluzione”.
La variante è favorevole: la razionalità deve essere sempre pronta a imparare e a tornare, se necessario, sulle proprie convinzioni, questo porta alla dissoluzione degli egoismi e allo scioglimento delle difficoltà, grazie alla semplicità e umiltà.

 

Nella nostra collocazione dell’esagramma sull’albero cabalistico, la sesta linea, il Saggio, viene a corrispondere al secondo semipiano del mentale, quello superiore, intuitivo; questa linea, mutando da intera in spezzata, ci porta all’esagramma n. 7, “l’Esercito”.
La variante è favorevole: si può punire la propria stoltezza sulla linea dell’intuizione solo per difendersi da intuizioni false e per poterle distinguere da quelle vere, a tale scopo conviene essere “armati”, cioè disciplinati e protetti (corazzati) da visualizzazioni e preghiere.

 

 

5° SU

L’Attesa

Elemento: Fuoco
Tarocco: n. 1 il Bagatto

Kkann, l'Abissale, l'Acqua
Kkien, il Creativo, ill Cielo

 


Quando si è all’inizio dell’iter reintegrativo sembra che il tempo per imparare, per conoscere tutto quello che è stato detto e scritto sull’argomento, non basti mai e si ha una terribile fretta di arrivare alla meta. Ma prima o poi ci si accorge che non c’è nessuna meta da raggiungere, che non c’è mai stata nessuna partenza e neppure nessun viandante; e come dice il Mumonkan ,2° testo Zen, Koan n. 47:“In un attimo sono realizzati un numero infinito di kalpa. Non c’è andare né venire né restare.” (le tre barriere di Toso tsu).
Tuttavia bisogna attendere perché, se deve piovere, bisogna aspettare che si formino le nuvole. Intanto ci si “deve nutrire e avere fiducia”. Il mangiare e il bere ci riportano al pane e al vino della Tradizione Cristiana….alla Carne e al Sangue, inerenti al corpo e allo spirito che vanno coltivati nell’Attesa.
Ritroviamo l’Archetipo dell’Attesa nell’Antico Testamento e più precisamente in Es. 12, 1-14, là dove viene data istruzione al popolo di Israele su come aspettare la Pasqua (passaggio dell’Angelo).
La Pasqua è proprio l’attesa prima della partenza del luogo d’esilio verso la Terra Promessa… Un altro esempio di attesa lo troviamo In Is. 11, 1-9, nella profezia dei tempi messianici e noi sappiamo che Israele ancora attende la venuta del messia…ma la stessa attesa ricompare nel Nuovo Testamento in Mt. 24, 29-31 e in Mt. 25, 31-36 e in Ap. 21, 1-7 ed è l’attesa del ritorno di Cristo. Attributo tarotico: n. 1, il Bagatto, che quando comincia a giocare sa aspettare il momento giusto.
Definizioni del Bagatto: principio di ogni “giuoco”, soggetto pensante attivo in ogni campo, l’io all’inizio della ricerca, abilità, destrezza, possibilità, autonomia, capacità di cogliere l’attimo fuggente, ecc....

 

La prima variante è favorevole, ci da il n. 48, il Pozzo e ci dice che, limitandoci nell’esercizio fisico, restando nella nostra possibilità, si può attingere al “Pozzo”, il centro alla base della colonna, Malkuth, ma occorre fare attenzione alla “corda” e alla “brocca”, cioè rispettare i nostri strumenti (muscoli e nervi) e trattarli con cura e precauzione, onde non si logorino anzitempo (evitare fumo, alcool, ecc…).

 

La seconda variante è un po’ meno favorevole e porta al n. 63, “Dopo il Compimento”: la sabbia è un elemento pericoloso, non solido, non sicuro, “attendere” su questa linea crea dei contrasti, “battibecchi” nella nostra vitalità e ci sentiamo svuotati e stanchi….
Ma poi, terminato questo periodo d’attesa, viene il “compimento”, con la sua necessità di rinnovamento.

 

La terza variante è anch’essa poco favorevole, porta al n. 60, la Delimitazione. Quando aspettando si finisce nella “melma” dei sentimenti, ciò vuol dire che essi non sono stati purificati, occorre quindi “delimitare” per non essere delimitati troppo, quindi: “istituto, numero e misura, indagare cosa siano virtù e retto cammino”.

 

La quarta variante è decisamente sfavorevole, conduce al n. 43, lo Straripamento. Aspettando il nostro patrimonio sentimentale collettivo (altruismo, responsabilità, senso di gruppo) è finito nella buca, nell’errore (pericolo mortale di inaridimento) ma con la calma, dopo che si è toccato il fondo, si risale alla superficie. Lo “Straripamento” è proprio dell’acqua che, riempita la buca, fa uscire dalla situazione di egoismo.Quando ci si trova nei momenti più difficili, bisogna ricorrere “alla corte del Re”, vale a dire sollecitare i centri più alti (Daath e Kether) non combattere, ma neppure rimanere inattivi. Il male va trasformato, non combattuto. (vedere commento alla Genesi, cap. 4, 24)

 

La quinta variante è invece favorevole, ci porta al n. 11, la Pace. E’ il Signore del Segno, la vera “attesa”: la nostra razionalità deve attendere il suo momento, occupandosi sia del “pane” (fisico, terra) che del “vino” (spirito, cielo). Comprendendo e armonizzando le due polarità sarà in pace e capirà lo scopo della vita e della morte, della gioia e del dolore e accetterà il suo “dovere”, il suo “servizio”.

 

La sesta variante è pure favorevole, conduce al n. 9, “la Forza domatrice piccola”. Con essa, la nostra intuizione, quasi senza che ce ne accorgiamo, ci mette in contatto con le Tre Potenzialità superne: Amore, Saggezza e Potere e per esse superiamo ogni ostacolo e otteniamo “salute” e dobbiamo solo “onorarle”.

   



6° SUNG

   La Lite

   

          

Elemento: Acqua
Tarocco: n. 15 il Diavolo

Kkienn, il Creativo, il Cielo
Kkann, l’Abissale, l’Acqua

 


Il nostro discepolo sul sentiero prosegue il suo viaggio e affronta il “contrasto”: attribuiamo infatti a Sung, la Lite, il tarocco n. 15, il Diavolo.
Si è in buona fede, veraci, tuttavia il contrasto interiore tra il nostro albero bianco (Sephirot) e il nostro albero nero (Qelipoth) va composto al più presto, onde evitare lacerazioni interne irreversibili.Nell’immagine dell’I King è detto:“il nobile pondera l’inizio” vale a dire “misura” le proprie forze a seconda della strada scelta.
Le vie iniziatiche sono due:

1.                    Secca, maschile, sacrale, solare

2.                    Umida, femminile, religiosa, lunare

Tra di esse si ripete il contrasto fuoco-aria e acqua –terra, ma noi sappiamo che alla fine la linea (via) che porterà allo 0 Kether, alla reintegrazione, sarà quella centrale, che media le due, le comprende e le trascende.
“Propizio è vedere il grand’uomo” vuol dire giungere alla Coscienza (Daath) del contrasto e per ora è meglio non “attraversare la grande acqua” cioè non tentare operazioni del tipo meditazioni, contemplazioni, ecc…, che tanto non riuscirebbero. Ritroviamo esempi di liti interiorizzabili in Gn. 4, 3-8, nella lotta tra Caino e Abele, poi ancora in Gn. 21, 8-14 nel contrasto Ismaele e Isacco ed ancora in Gn. 27 nella contrapposizione Esaù-Giacobbe.
Infine nel Nuovo Testamento (Mt. 10, 35-36) Gesù dice:“Sono venuto a separare il Figlio dal Padre, la Figlia dalla Madre, la Nuora dalla Suocera: e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa….” Tutti questi personaggi in lite rappresentano la nostra dualità da ricomporre per giungere alla reintegrazione. Ricordiamo qui alcuni attributi del Diavolo: Avversario, Individuo che si contrappone e contrasta provocando lite, disaccordo e disarmonia. Disordine, impulsività, istinto, materialità, egocentrismo,, egoismo, separatismo, superbia…

 

La prima variante è poco favorevole, conduce al n. 10, il “Procedere” e ci dice che, eliminando subito all’inizio il contrasto sul piano fisico, (pigrizia), si ottiene la possibilità di andare avanti. Il saggio, il nobile, conosce le vere possibilità del suo corpo, sia come forza che come debolezza e, rispettando queste possibilità, consolida la struttura del suo veicolo inferiore.

 

La seconda variante è invece favorevole anche se conduce all’esagramma n. 12, il “Ristagno”. Non essendo in grado di affrontare il contrasto sulla linea energetica, si rimanda il problema, così non si subiscono perdite (vengono risparmiate le trecento casate, vale a dire le proprie forze). La difficoltà però rimane, la si affronterà più tardi, quando ci si sentirà più forti, intanto “si rincasa per altra via”.

 

La terza variante è sfavorevole, ci porta al n. 44, il “Farsi Incontro”; se è giunto davvero il momento di affrontare la lite (il Diavolo) sul piano dei sentimenti personali, allora si agisca, ma si sappia che se ne uscirà esausti e la vittoria sarà solo su  quello che si era già conquistato in precedenza (affetti sicuri, familiari, non nuovi) se però si segue un alto ideale, è giusto affrontare il pericolo.

 

La quarta variante è abbastanza favorevole e ci da il n. 59, la “Dissoluzione”; gestire il contrasto dei propri sentimenti collettivi (altruismo, coscienza di gruppo, ecc...) provoca lo scioglimento degli egoismi e delle difficoltà per mezzo della trasformazione (si cambia e si trova pace).

 

La quinta variante è molto favorevole e ci porta al n. 64, “Prima del Compimento”; il contrasto sul mentale razionale viene risolto nel migliore dei modi proprio con il ragionamento dialettico e dopo di ciò, si può ricominciare, un anello più in su nella spirale, l’iter programmato.

 

La sesta variante, infine, è sfavorevole perché conduce al n. 47, “l’Esaurimento”: il contrasto sulla linea dell’intuizione è in realtà una opposizione al Sé e alla sua Volontà e se c’è un’apparente vittoria, essa è più una sconfitta: il problema si ripresenterà in futuro, è stato solo ricacciato nel profondo.  

 

 

 

7° SCI

    L’Esercito

 

Elemento: Acqua
Tarocco: n. 7 il Carro

Kkunn, il Ricettivo, la Terra
Kkann, l’Abissale, l’Acqua
 

 



L’Antico Testamento è colmo di immagini relative all’archetipo dell’Esercito, noi ci limiteremo a ricordare la visione di Giacobbe degli Angeli di Dio schierati (pronti per la battaglia) in Macanaim (Gen. 32, 2-3) e la visione “delle ossa aride” (Ez. 37, 1-10) che vivificate dallo spirito del profeta si trasformano in un esercito “grande, sterminato”.
Nel Nuovo Testamento ritroviamo il nostro archetipo in Ap. 19, 19-21 nella battaglia finale tra le forze del Bene e quelle del Male, tra l’Esercito di Michele e quello del Dragone, fino alla sconfitta finale di quest’ultimo.
Anche il nostro discepolo sul sentiero, superato il contrasto, deve rafforzare il proprio esercito interiore e diventare come l’auriga del “Carro” dominatore assoluto delle due sfingi, quella bianca e quella nera, le forze trainanti del suo carro e lo deve fare con forza, giustizia e perseveranza, come il nobile che accresce, magnanimo, verso il “popolo” le sue masse.
Ci vuole disciplina, ma con la dovuta cautela poiché si incontra “dedizione”, si potranno fare “cose pericolose” vale a dire proseguire la “Grande opera”. Ricordiamo alcuni attributi del Carro: padronanza, Dominazione assoluta su se stesso, Direzione, Governo, Armonizzazione pacificatrice e civilizzatrice, Discernimento conciliatore, ecc....

 

La prima variante è positiva e conduce al n. 19, “l’Avvicinamento” alla meta. L’ordine è la prima cosa che bisogna curare in un esercito specialmente se l’esercito è il nostro fisico.Buon ordine conduce all’avvicinamento, cioè all’avanzamento sulla strada che conduce alla “terra promessa”; il nobile si prende cura del basso, del servitore, del Malkuth e lo governa con dedizione e pazienza (“è inesauribile nell’insegnare e senza limiti nel sopportare e proteggere il popolo”).

La seconda variante è molto positiva, conduce al n. 2, il “Ricettivo”. Il nostro discepolo sul Sentiero combattendo valorosamente sulla linea della vitalità (disciplinandosi negli esercizi di respirazione) ottiene (riceve) tre onorificenze, cioè lo sviluppo di tre qualità indispensabili alla risalita della Shekinà: la forza, la volontà, l’equilibrio.

 

La terza variante è pericolosa e ci mette in guardia: mai permettere che qualcos’altro diverso da noi e “cadavere” guidi l’esercito dei nostri sentimenti: l’anarchia interiore conduce alla sciagura.D’altronde il n. 46, “l’Ascendere”, l’esagramma a cui ci porta questa variante, non ci promette certo un facile successo, ma richiede attività e coraggio, sforzo e fatica, cioè “accumulare in dedizione piccole cose onde raggiungere elevatezza e grandezza”.

 

La quarta variante è favorevole e conduce alla “Liberazione”, esagramma n. 40, consigli la “fuga” come ritirata dal pericolo. Guidare l’esercito dei sentimenti nel sociale con fermezza e abilità, va attuato subito, senza perdere tempo; ritirarsi da situazioni rischiose non è vigliaccheria, ma prudenza e si rimane  “senza macchia”. Liberare e liberarsi significa perdonare e perdonarsi e così “rimettere colpe” (Giovanni 20, 23).

 

La quinta variante è talvolta sfavorevole conduce al n. 29, “l’Abissale”. Quando il nemico entra in campo bisogna essere severi e “catturare” la selvaggina (pensieri negativi). Sul mentale razionale la situazione è doppiamente pericolosa, in quanto si è minacciati “dentro e fuori”, ma se si adopera questa pericolosità attivamente, si giunge ad esercitare l’arte del “maestro”.

 

La sesta variante è positiva e porta alla sperimentazione pratica, all’esagramma n. 4, “la Stoltezza Giovanile”.Anche il Re deve imparare a fare il Re: dopo aver conquistato il suo territorio e con un po’ di esercizio (e qualche errore) ci riuscirà benissimo. Quando in noi nasce la Vera intuizione, cioè il Cristo, l’Io Sono, Daath, Egli nasce “bambino”. Sta a noi farlo crescere e farlo diventare il Cristo Adulto della Resurrezione e Ascensione.

 

 

8° PI

   
La Solidarietà

 

 

Elemento: Terra
Tarocco: n. 10 la Ruota della Fortuna

Kkann, l’abissale, l’Acqua
Kkunn, il Ricettivo, la Terra

 



Dopo che il discepolo sul sentiero è riuscito a formare il suo esercito interiore, sorge la necessità di lavorare in gruppo, in compagnia di altri. E’ questa una esperienza che egli nel corso delle sue vite, ripeterà più volte. Come già vedemmo nella Genesi, Abramo con Abimelec I (Gn. 21, 27-34), Isacco con Abimelec II (Gn. 26. 26-31), Giacobbe con Labano (Gn. 31, 44-54) si erano alleati al momento giusto per “completarsi reciprocamente e favorirsi in solidarietà”.
Anche nel Nuovo Testamento ritroviamo esempi di “solidarietà”: in Gv. 19, 25-27 le quattro Marie e Giovanni il discepolo più amato, sono le uniche persone solidali con Gesù che muore in croce.
Un altro esempio lo troviamo in At. 2, 42-48: la vita dei primi cristiani così come vi è descritta è il vero esempio di solidarietà umana.
Ma torniamo al nostro discepolo sul sentiero: la crescita spirituale avviene in verticale ed è il momento della solitudine e dell’illuminazione, ma avviene anche in orizzontale ed è il momento del lavoro di gruppo e del “servizio”.
L’alternanza delle due linee (vedi il commento al Tao Te Ching cap. 24) crea la completezza dell’esperienza umana riportandoci al simbolismo della Croce che permea di sé tutto il cammino iniziatico.
Attribuiamo alla “Solidarietà” la Ruota della Fortuna, n. 10 dei tarocchi, la cui immagine richiama quella di un gruppo di persone strette in circolo (solidali) che agiscono con un unico scopo (il mozzo è il centro). Ecco una particolare definizione della Ruota: forza generale che raccogliendo i raggi dell’emanazioni che l’hanno preceduta, li trasmette alla “creatura” e le permette di manifestarli. Inoltre la Ruota della Fortuna suggerisce di uscire dall’isolamento ed entrare nel girotondo umano; infatti l’uomo può progredire solo associandosi (essendo solidale) alla storia comune, facendone parte.
 

 

Essere solidali con il proprio fisico è basilare per creare lo stato di bene-essere in Malkuth, stato fondamentale per la risalita dell’Albero.Ma è importante essere veraci con se stessi e quindi attenersi a ciò che è  “sincero e fedele”. La variante è favorevole e conduce “alla difficoltà iniziale” e la difficoltà consiste nel riuscire a capire ciò che è veramente sincero e fedele per il nostro veicolo fisico (cibo puro, aria pura, giusta attività, giusto riposo, ecc....).

 

Anche la seconda variante è favorevole e conduce al n. 29, l’Abissale.Essere solidali sulla linea della vitalità significa sapersi correttamente gestire nel proprio mondo eterico; anche qui la “veracità” è importante e porta al  “successo”.L’energia vitale deve scorrere in noi come l’acqua (l’Abissale) che alimenta tutto e scorrendo arriva alla meta, ma per poter far questo bisogna aver purificato i centri energetici….

 

La terza variante è sfavorevole, ci porta al n. 39, “l’Impedimento” (ostacoli). Talvolta siamo solidali nel piano del sentimento con le persone sbagliate e così anche i nostri sentimenti divengono sbagliati. Insistere in tali rapporti conduce a ostacoli, difficoltà da superare. Con determinate persone conviene essere socievoli, ma non stabilire “comunione”.

 

La quarta variante è molto favorevole, ci dà il n. 45, “la Raccolta”; essere solidale nei sentimenti con un gruppo ed in particolare con chi li guida, da ottimi frutti (il Re si appropinqua al suo Tempio = la Grazia scende) e anche se è necessario offrire sacrifici, questo reca salute ed il fare è propizio.

 

Pure molto favorevole è la quinta variante, che conduce al n. 2, “il Ricettivo”. Il Signore del segno (la linea più importante dell’esagramma) ci insegna come comportarci nella solidarietà sul mentale razionale; allora il pensiero “giusto” che deve venire, viene, quello sbagliato che deve andare, va.Sviluppando forza mentale e purezza la comprensione si allarga fino alla intuizione del Sé.

 

La sesta variante è sfavorevole, ci porta al n. 20, la “Contemplazione” e ci indica l’errore di tempestività.La solidarietà sulla linea dell’intuizione non ha modo di svilupparsi perché non ha appigli: “il vento dello Spirito soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va….” (Gv. 3,8).Su questa linea è necessario essere solo disponibili….alla Contemplazione.