Esagrammi
33-40
33°
TUNN
La Ritirata
 |
Attribuzione
Sephirotica: Malkuth
Kkienn,
il Creativo, il Cielo
Kenn, l’Arresto, il Monte |
Nella “Durata” (n. 32 dell’I King) si alternano le fasi del ritiro e
dell’avanzamento; certo è che per poter avanzare bisogna prima
ritirarsi ed il contrario (vedi Tao Te Ching cap. 36° e 41°).
Nell’esagramma 33°, l’Iniziato sperimenta la “Ritirata”, in cui
però egli sta “saldo e non muta l’indirizzo suo”, cioè compie
un’azione che è la “complementare” dell’azione opposta e quindi
egli rimane sempre coerente nella sua decisione di proseguire il viaggio
iniziatico.
L’attribuzione sephirotica del Malkuth è legata all’unione dei segni
monte-cielo; infatti nella Kabbalah si dice che il Malkuth (terra) di un
piano, è il Kether (cielo) del piano successivo (v. “Giardino dei
Melograni” di I. Regardie, cap. 7 , Ed. Mediterranee).
Inoltre possiamo dire che in Malkuth, la Shekinà (la forza Kundalini),
scesa dall’alto, “dorme”, “si ritira”, fino a che non viene
risvegliata e “costretta” a risalire all’albero.
L’energia divina “si ritira” nel centro alla base della colonna
nella fase di ricarica, di accumulo di forza centripeta fino a quando,
avendo raggiunto la saturazione, trapassa nel suo opposto e diviene
centrifuga e risale fino al centro Kether oltre la sommità del capo,
entrando così nel Malkuth della non esistenza… ecc.
Riferimenti biblici: Gn. 8,
1-12: Le acque del diluvio si ritirano
2 Sam. 15, 13-14: Davide si ritira sul monte
Gio. 1, 1-3: Giona disobbedisce al Signore
Gv. 10, 30-39: Gesù sfugge ai giudei
La
prima variante è sfavorevole, conduce al 13, “la Compagnia tra
Uomini”, consiglia di non esercitare la “Ritirata” a livello fisico,
perché allora diviene impossibile la sopravvivenza; ricordiamo nella B.
Gita canto 3°, 8 “Fa ciò che è prescritto perché l’attività è
migliore dell’inattività e neppure il sostentamento del corpo sarebbe
possibile senza l’attività”. E’ invece consigliabile legarsi ad un
gruppo di persone in cui l’organizzazione provveda alle necessità
fisiche (p. es. una comunità religiosa, ecc.)
La
seconda variante è pure sfavorevole, conduce al 44, il “Farsi
incontro”; è sconsigliata anche la “Ritirata” sulla seconda linea,
quella energetica, in quanto si è vincolati dal cordone di luce della
vita (giallo cuoio), ritirandosi qui si corre solo il rischio di un brutto
incontro (malattia o scompenso fisico).
La
terza variante è anch’essa sfavorevole, ci dà il 12, “il
Ristagno”. Anche la ritirata sul piano dei sentimenti e delle affezioni
è sconsigliata, porterebbe solo a pena e pericolo, il piano astrale
inferiore va asservito e non “trattenuto”, altrimenti “avvizzisce e
ristagna”.
La
quarta variante è invece favorevole, conduce al 53, “lo Sviluppo”,
cioè alla crescita, al progresso purché si sia nobili; ciò vuol dire
che ci si può “ritirare” nell’astrale superiore solo
volontariamente per uno scopo alto; la persona comune che “si ritira”
per egoismo, “decade”.
La
quinta variante è pure favorevole, conduce al 56, “il Viandante”;
ritirarsi dalla razionalità permette il passaggio all’intuizione, ma
naturalmente è una fase di transito (viandante)
dopo bisogna tornare alla normalità (v. “101 Storie Zen”,
n.89: “Dialogo Zen”).
La
sesta variante, infine, è anch’essa favorevole, ci dà il 31,
“l’Influenzamento” e ci dice che, applicando la “Ritirata” sul
piano intuitivo, cioè ritirandosi su tale piano, si permette
l’influenzamento del piano superiore (divino) Atzilutico, causale, e
naturalmente tutto è propizio.
34°
TA
CIUANG
La
Potenza del Grande
 |
Attribuzione
Sephirotica: Chockmah
Cenn,
l’Eccitante, il Tuono
Kkienn, il Creativo, il Cielo
|
Nella fase successiva alla “Riritata” (33), si giunge alla “Potenza
del Grande”, 34, che è l’avanzamento al massimo grado la cui
conquista dà la possibilità di costruire il Tempio, come dice la
sentenza aggiunta: “In alto stava la trave maestra, più su il tetto,
ecc.”
Naturalmente la costruzione del Tempio, cioè dell’albero, deve essere
secondo il Piano: “così il nobile non calca sentieri che non
corrispondono all’ordine”.
L’attribuzione sephirotica di Chockmah è infatti legata alla creatività
(Kkienn, Cielo) e al Verbo, (Cenn, Tuono); confrontare Genesi 1, 3, e
Giovanni 1, 1-5.
Ricordiamo inoltre che Chockmah è il Logos, la cosa formulata, la 1°
Sephirah maschile, capostipite della colonna di destra, quella
dell’attività, della donazione, della Grazia.
Chockmah è saggezza, è comandamento, è la volontà direttrice, è
reciproca e interagente con Binah, la 1° Sephirah femminile.
Riferimenti biblici: Gn. 21,
1-3: Nascita di Isacco
Es. 7, 8-12: Il bastone di Mosé
Dn. 14, 30-42: Daniele salvato dai leoni
Gv. 11, 38-44: Resurrezione di Lazzaro
La
prima variante è prima sfavorevole, poi favorevole, conduce al 32, “la
Durata”; sconsiglia di applicare “la Potenza del Grande”
continuativamente sul piano fisico, ciò è possibile solo se sfocia nella
“Durata”, cioè nel ritmo armonico dell’attività e del riposo che
rimette in equilibrio tutti i piani.
La
seconda variante è pure positiva, ci dà il 55, “la Copia”; è
consigliabile però sempre la misura, anzi addirittura una certa severità.
La
terza variante è invece sfavorevole, conduce al 54, “la Ragazza che va
sposa”. Applicare la potenza all’astrale inferiore è un dispiego di
potenza inutile e controproducente, e conduce alla prostituzione dei
propri poteri, “perciò il nobile non opera così”.
La
quarta variante è invece molto positiva, conduce all’11, “la Pace”.
Siamo all’astrale superiore, quello dei sentimenti altruistici, legato
al Sacrificio e alla Donazione, e qui “la carrozza è grande”, cioè
l’ideale è alto, perciò si può agire ed ottenere la “salute” e la
“riuscita”.
La
quinta variante è anch’essa favorevole, conduce al 43, “lo
Straripamento”. Applicare “la Potenza del Grande” alla razionalità
porta alla perdita della ristrettezza di vedute (cocciutaggine) e quindi
al trapasso nell’intuizione.
La
sesta variante infine è favorevole, porta al 14, “il Possesso
Grande”: dopo un momento di blocco, di impossibilità di movimento
(“non può andare indietro, non può andare avanti”) si giunge alla
“sublime riuscita”, cioè all’aderenza al Piano Divino, perché si
è presa coscienza delle difficoltà insite nell’esercizio del
“Possesso Grande” sul Piano intuitivo.
35°
TSINN
Il Progresso
 |
Attribuzione
Sephirotica: Tiphereth
Li,
il Risaltante, il Fuoco
Kkunn, il Ricettivo, la Terra
|
L’acquisita conoscenza della “Potenza del Grande” (34) fa si che il
nostro iniziato sperimenti ora il “Progresso” (35). Progresso vuol
dire “sole splendente”, cioè luce che fa luce. L’attributo
“forte” del principe, vuol dire che il principe è potente, e infatti
viene onorato con “un gran numero di cavalli”, che è “ricevuto tre
volte”, vuol dire che ha raggiunto la terza tappa più importante del
viaggio.
Nell’attribuzione Sephirotica di Tiphereth ritroviamo la corrispondenza
del Sole (Tiphereth = Sole); la “potenza” è data dai numerosi
sentieri già percorsi (cavalli in gran numero) e infine la terza tappa è
la terza Sephirah del percorso centrale dell’albero; 1 Malkuth, 2 Yesod,
3 Tiphereth; e quando si è in Tiphereth, punto centrale dell’albero, si
è già sufficientemente purificati da poter sperare in una salita fino a
Daath. (“Così il nobile rende splendenti le sue chiare capacità”).
Riferimenti
biblici: Gn. 41, 39-43:
Giuseppe nominato viceré
1 Cr. 29, 20-25: Salomone proclamato Re
Dn. 5, 22-29: Daniele dichiarato 3° Signore
Mt. 21, 6-11: Gesù acclamato in Gerusalemme
La
prima variante è sfavorevole, conduce al 21, “il Morso che spezza”.
Il progresso del corpo fisico, cioè la salute e la bellezza che si
vorrebbero raggiungere per mezzo di diete particolari o altre limitazioni,
quando si è sul Sentiero, spesso è ostacolato da fattori indipendenti
dalla nostra volontà o Karmici o dell’ambiente in cui si vive. Non
bisogna scoraggiarsi, ma perseverare e talvolta “spezzare” dove è
necessario, cioè “mordere” le difficoltà.
La
seconda variante è pure sfavorevole, porta al 64, “Prima del
compimento”; anche i tentativi di progresso sulla vitalità (per
aumentarla) spesso non riescono, ma perseverando e usando oculatamente la
forza della colonna di sinistra (l’ava) cioè “trattenendo” e non
“disperdendo” si ottiene “grande fortuna”.
La
terza variante è invece positiva, conduce al 56, “il Viandante”; se
si riesce ad analizzare il proprio mondo dei sentimenti si può diventare
come il “Viandante”, che passa e va oltre, cioè si può passare dai
sentimenti particolari ai sentimenti universali di fratellanza e di amore
che non vincolano, che lasciano liberi come lo è il viandante.
La
quarta variante è invece sfavorevole e ci dà il 23, “lo
Sgretolamento”; se si accumula (come fa il topo) l’energia per il
piano astrale superiore senza “misura” si arriva ad una situazione
pericolosa per l’eccessivo impiego delle proprie energie nella donazione
di sé (che è sempre il pericolo insito nell’astrale superiore).
La
quinta variante dapprima positiva diviene negativa nel nuovo segno, essa
porta al 12, il “Ristagno”. Consiglia di porsi nella posizione taoista
di distacco dal frutto dell’azione (“non prenderti a cuore guadagno e
perdita”), confrontare la B. Gita 2, 48, altrimenti per voler “troppo
progresso” nel mentale inferiore si giunge ad avvizzimento e decadenza.
La
sesta variante infine è favorevole, conduce al 16, “il Fervore”, e ci
dice che è “permesso” il “progresso” del piano intuitivo, cioè
l’incentivazione della qualità intuitiva solo se questo serve a
riordinare i piani inferiori (“punire la propria ragione”) e in tal
caso si ottiene il “Fervore” cioè aderenza e collaborazione =
allineamento dei vari corpi con quello più alto.
36°
MING I
L’Ottenebramento della Luce
 |
Attribuzione
Sephirotica: Hod
Kkunn,
il Ricettivo, la Terra
Li, il Risaltante, il Fuoco |
Quando
il sole splende allo Zenit, allora inizia il tramonto, quando si ha molto
successo, allora si presentano le difficoltà e gli impedimenti.
L’Iniziato impara nel 36° esagramma dell’I King a conoscere la
grandezza del tempo dell’oscurità.
La luce che si immerge nella terra accumula la forza per il giorno
seguente. Quando il nobile si confonde tra la folla, disperdendo in essa
le sue energie, prima di tutto la “salva” e poi egli stesso ne emerge
trasformato. In Matteo 27, 45 troviamo: “dall’ora 6° fino all’ora 9°
si stesero le tenebre su tutta la terra”.
Quando Gesù, ormai crocifisso, sta per morire, la sua luce personale e di
riflesso la luce esterna “si oscura”, ma è proprio questo oscuramento
che permette al Suo Spirito di immergersi nella terra fino agli inferi
(l’albero nero della terra, che così viene redento) e poi Risorgere ed
Ascendere. L’attribuzione sephirotica di Hod è legata allo
“Splendore” nella sua fase occulta (Hod = Dio del mondo sotterraneo),
a tutto ciò che è nascosto, notturno, non precisamente chiaro (Hod è
legato a Mercurio, protettore di coloro che agiscono di notte).
Le
“lesioni del chiaro”, intese come ferite, ci riportano ai pericoli di
colpi, di perdite che può subire che va in giro di notte senza le dovute
cautele (e questo non va inteso solo sul piano fisico).
Riferimenti
biblici: Gn. 3, 21-23: I
progenitori cacciati
Es. 32, 1-6: Il popolo adora il vitello d’oro
2 Re. 25, 8-10: Deportazione in Babilonia
Mt. 27, 45-50: Agonia e morte di Gesù
La
prima variante è favorevole, conduce al 15, “la Modestia”; limitando
il cibo (“per 3 giorni non mangia nulla”), limitando il sonno
(“l’oste ha occasione di sparlare di lui”), limitando le attività
(“egli abbassa le ali”) si può sapere “dove recarsi”. Oscurando
così il piano fisico si giunge all’equilibrio (“diminuire quello che
è troppo, aumentare quello che è poco”), che è l’immagine della
modestia.
La
seconda variante è pure favorevole, porta all’11, “la Pace”; si
viene “feriti alle cosce”, cioè si subisce una menomazione sul piano
vitale, energetico, ma si ottiene “la potenza di un cavallo”, vale a
dire qualcosa che compensa di molto la ferita e porta alla “salute” e
alla “riuscita”.
La
terza variante è anch’essa favorevole, ci dà il 24, “il Ritorno”.
Oscurando l’astrale (la caccia nel meridione), inaspettatamente si
ottiene una “potenza” (intesa nel linguaggio di Castaneda); qui
bisogna essere molto cauti e comportarsi come nel “ritorno”:
“Chiudere i passi, non viaggiare, non visitare le contrade”.
La
quarta variante è pure positiva, conduce al 55, “la Copia”. Se
l’oscuramento della luce si applica all’astrale superiore si ottiene
il cuore del segno, cioè la cosa più importante, l’abbandono della
porta e del cortile (l’atrio) e il passaggio nella parte interna
dell’edificio (Briah, Atziluth del Tempio); questo può richiedere
sacrificio (Tiphereth), cioè i processi e le punizioni dell’immagine
della Copia.
La
quinta variante è ancora favorevole, ci dà il 63, “Dopo il
Compimento”. Quando si oscura la razionalità volontariamente (come
presso il principe Ki) bisogna perseverare fino alla fine, cioè fino
all’illuminazione (dopo il compimento) e allora tutto torna normale.
Ricordiamo il detto Zen: “Prima dell’illuminazione i fiumi sono fiumi
e le montagne sono montagne. Durante l’illuminazione i fiumi non sono
fiumi e le montagne non sono montagne. Dopo l’illuminazione i fiumi sono
fiumi e le montagne sono montagne”.
La
sesta variante infine è sfavorevole, porta al 22, “l’Avvenenza”.
Oscurare la parte più sottile, quella intuitiva, è quello che talvolta
succede anche al discepolo più disciplinato che così “precipita negli
abissi”, rendendo “avvenente” nel senso di “vano” e di
“inutile” il lavoro di anni o di vite. Diciamo che spesso per mancanza
di luce sul piano più alto ci si ritrova a “scendere sull’albero
nero”, si dovrà allora risalire prima di tutto l’albero nero e poi
ricominciare dal principio la scalata dell’albero bianco.
37°
KIA JENN
La
Casata
 |
Elemento:
Fuoco
Tarocco: n. 11 la Forza
Sunn,
il Mite, il Vento
Li, il Risaltante, il Fuoco |
Ad un periodo di pericoli e di perdite quale è “l’Oscuramento della
Luce” (n. 36 dell’I King), segue un periodo di ricostruzione e di
rafforzamento nella propria famiglia o nel gruppo sociale; abbiamo così
“la Casata”, il 37° esagramma in cui l’Iniziato sperimenta
l’ordine, la gerarchia, l’amore.
In
questo segno la femminilità (la colonna di sinistra) viene messa in
risalto (“Propizia è la perseveranza della donna”) e così pure le
qualità della coerenza e della costanza intese come “legami” (sempre
la colonna di Binah) che favoriscono la collaborazione: “così il nobile
è coerente nelle sue parole e costante nelle sue azioni”.
La “Casata” offre ai suoi componenti cibo, riposo e
accoglienza, purché si sia disposti a dare il contributo che compete,
relativo al proprio ruolo; che il ruolo sia giusto e conservato
durevolmente è il segreto della riuscita del gruppo costituito. La
“Casata” con i relativi doveri ci ricorda l’episodio dei figli di
Giuda (Genesi 38, 1-30) in cui dal “giusto” riconoscimento del diritto
nella famiglia nascono gli antenati del Messia. L’attribuzione tarotica
della Forza (n. 11) è legata all’unione vento (mite) – fuoco che ci
riporta alla raffigurazione della dolce fanciulla (mite) che apre le fauci
del leone (fuoco), nonché al significato proprio della “forza”,
inteso come energia e sub-strato. La
“Casata” costituisce la cellula dello stato e quando è ordinata e
retta ne è il fondamento e quindi la “forza”.
Riferimenti biblici: Gn. 24,
1-4: Una moglie per Isacco
Gn. 45, 3-5: Giuseppe riconosciuto dai fratelli
Tb. 7, 13-17: Tobia sposa Sara
Mc. 3, 31-35: La famiglia di Gesù
La
prima variante è favorevole, conduce al 53, “lo Sviluppo”. Consiglia
la chiusura della casata sulla prima linea, cioè di mantenere l’ordine
sul piano fisico in modo che ogni membro faccia il suo dovere al momento
opportuno e non ci siano mangiare e bere smodato o riposo eccessivo; così
si ottiene sviluppo, cioè il graduale progresso.
La
seconda variante è pure favorevole, porta al 9, “la Forza domatrice
piccola”; viene presa in considerazione la corrente energetica nella sua
capacità di trattenere (femminile); questa “trattenuta” però non
deve avvenire a capriccio, ma solo per il nutrimento della casata, allora
il suo dominio ha riuscita.
La
terza variante è anch’essa favorevole, ci dà il 42,
“l’Accrescimento”. Consiglia il giusto equilibrio sulla linea dei
sentimenti: né troppa rigidità né troppa tolleranza, allora si ottiene
la maturazione, cioè l’accrescimento.
La
quarta variante è molto favorevole, conduce al 13, “la Compagnia fra
uomini”; coltivare i sentimenti altruistici nel gruppo porta
all’allargamento di questo nel gruppo più grande e tutto è propizio e
sicura è la riuscita.
La
quinta variante, anch’essa positiva, porta al 22, “l’Avvenenza”;
è presa in esame la qualità maschile della donazione nel mentale
inferiore. Gli scambi di cultura nell’interno della casata conducono a
qualcosa di gradevole ma non essenziale, sono utili perché arricchiscono.
La
sesta variante infine è abbastanza positiva, conduce al 63, “Dopo il
compimento”; quando l’intuizione pervade tutto il gruppo, allora si
completa il lavoro, si deve tener presente però che quando un lavoro è
finito se ne deve cominciare un altro, e per questo bisogna essere sempre
pronti a rispettare le capacità e le esigenze degli altri.
38°
KKUI
La
Contrapposizione
 |
Elemento:
Acqua
Tarocco: n. 15 il Diavolo
Li,
il risaltante, il Fuoco
Tui, il Sereno, il Lago |
Nel gruppo costituito prima o poi si crea contrasto di esigenze fisiche,
astrali o mentali e nasce così la “Contrapposizione”.
Il nostro Iniziato, sperimentando la battaglia della contrapposizione e
vincendola, acquisisce costanza, tempra e vigore, così da poter
“conservare pure in comunanza le sue particolarità”.
L’attribuzione tarotica del diavolo (n. 15) è legata al contrasto
fuoco-acqua, i due diavolini ai piedi del grande diavolo della lamina e al
significato proprio della contrapposizione che permette nella
diversificazione lo spiegamento delle proprie qualità e il loro sviluppo.
A questo proposito ricordiamo il compito del Serpente nel commento alla
Genesi cap. 3, il cui intervento provoca la “caduta”: Adamo ed Eva,
via Serpente, si contrappongono alla volontà del Signore Iddio e
cominciano così la loro (e la nostra) avventura terrena.
I
Cherubini che li tengono lontani dal Paradiso e dall’albero della vita
con la spada di fuoco ci riportano all’arco e alla freccia della
sentenza dell’I King “la cui utilità consiste nel tenere il mondo in
timore”.
Riferimenti
biblici: Gn. 25, 22-24: Esaù
e Giacobbe
Est.
1, 10-12: Vasti disobbedisce al Re
Qo. 3, 1-8: Ogni cosa ha il suo tempo
Mt. 5, 21-48: Legge antica, Legge nuova
La
prima variante è favorevole, conduce al 64, “Prima del Compimento”.
Consiglia, quando si è creata la contrapposizione sul piano fisico
(malattia) di non alimentarla ma lasciare che si ricrei l’equilibrio,
cercando di essere più puri possibile (digiuno, riposo e vita ritirata).
Con la massima “prudenza” si dovrebbe giungere al superamento della
contrapposizione.
La
seconda variante è pure abbastanza favorevole; porta al 21, “il Morso
che spezza”; il contrasto sul piano vitale si risolve “in uno stretto
vicolo”, cioè a tu per tu con se stessi e con un bel morso che spezzi
gli errori, chiarificando le leggi, che debbono essere consolidate.
La
terza variante, prima negativa, diviene positiva nel segno di arrivo, il
14, il “Possesso Grande”. Quando la contrapposizione si applica al
mondo dei sentimenti inferiori, abbiamo l’inferno (v. il n. 57 delle
“101 Storie Zen), ma quando poi si capisce a che cosa serve quella
contrapposizione, allora abbiamo il Paradiso (il Possesso Grande).
La
quarta variante è meno favorevole, conduce al 41, la “Minorazione”;
consiglia, qualora si incontri contrasto sulla linea dei sentimenti
altruistici, di accontentarsi di quei pochi amici (magari uno solo) con
cui condividere tali sentimenti, perché “due ciotoline sono sufficienti
per il sacrificio, come dice la sentenza del 41.
La
quinta variante è favorevole, porta al 10, il “Procedere”; esercitare
la contrapposizione sul piano razionale è positivo se si trova il modo di
“farsi strada attraverso l’involucro”, cioè di comunicare e non
rimanere nelle proprie convinzioni, allora è possibile avanzare.
La
sesta variante infine è favorevole, conduce al 54, “la Ragazza che va
sposa”; la contrapposizione sul piano intuitivo provoca prima chiusura
ed isolamento, ma poi quando si capisce che bisogna “aprirsi” e non
essere ostili, “si ripone l’arco”, allora la tensione si scioglie
(cade la pioggia) e ci si offre.
39°
KIENN
L’Impedimento
 |
Elemento:
Terra
Tarocco: n. 22 il Folle
Kkann,
l’Abissale, l’Acqua
Kenn, l’Arresto, il Monte |
L’Iniziato, conoscendo la contrapposizione (38), il contrasto, viene a
contatto con impedimenti e difficoltà e nell’esagramma n. 39,
“l’Impedimento”, impara a superarli.
Il metodo è dato nella sentenza, come nell’esagramma n. 2, “il
Ricettivo”: bisogna interiorizzarsi (il sud-ovest è il cielo, lo
spirito) e, naturalmente, è “propizio vedere il grand’uomo”, cioè
stabilire il contatto con il Sé superiore. Anche l’immagine ripete lo
stesso concetto e ci riporta alla definizione di Rajneesh della
“conversione”, come inteso nella “Rivoluzione Interiore”.
Tutti noi dobbiamo “convertirci”, cioè cambiare direzione da
“verso l’esterno” a “verso l’interno” (“così il nobile si
volge verso la propria persona e coltiva il suo carattere”), perché in
questa conversione è l’inizio del superamento di ogni difficoltà.
L’attribuzione tarotica del Folle (22) è data dalle sue qualità di
“irrazionale”; egli è insieme pericoloso e terrestre.
Non sa dove va e non se ne preoccupa, può capovolgere tutto il lavoro
compiuto al bianco nel suo opposto, al nero, e farlo con tale incoscienza
da costituire l’unico vero “impedimento” al Discepolo sul Sentiero;
egli è il suo se stesso pazzo, sempre pronto a saltare fuori allorché
qualcosa di incontrollato lo stuzzica (la bestiola che gli morde le
natiche) sospingendolo verso l’abisso.
Riferimenti biblici: Gn. 39,
7-20: Giuseppe incarcerato
Gb. 1, 6-12: Giobbe alla prova
Sl. 68, 1-39: Angoscia mortale
Lc. 4, 1-13: Tentazioni di Gesù
La
prima variante è favorevole, conduce al 63, “Dopo il Compimento”;
consiglia la ritirata se si incontrano ostacoli sulla prima linea, quella
fisica (sarebbe stupido cozzare con la testa contro un muro); ritirandosi
si può “ponderare la disgrazia e premunirsene a tempo”.
La
seconda variante è pure favorevole, conduce al 48, “il Pozzo”; il
servitore del Re, cioè il corpo eterico, vitale, si trova in gravi
difficoltà: per poterne uscire deve attingere al pozzo e per poter
attingere al pozzo deve “badare alla corda e alla brocca”, diciamo che
si deve controllare che “cosa” si respira e “come” si respira,
“come” si mangia e “che cosa”.
La
terza variante è anch’essa positiva, ci dà l’8, “la Solidarietà”.
Trovando ostacoli sull’astrale inferiore conviene ritirarsi ed
appoggiarsi a qualcuno di cui ci si possa fidare, (affetti sinceri e non
pericolosi).
La
quarta variante pure favorevole, conduce al 31, “l’Influenzamento”;
è bene ritirarsi anche sull’astrale superiore di fronte a difficoltà e
lasciarsi influenzare dalle qualità lunari femminili, cioè essere dolci,
sottomessi, umili.
La
quinta variante, anch’essa favorevole, ci dà il 15, “la Modestia” e
promette amici oltre gli impedimenti della razionalità purché si sappia
equilibrare la bilancia delle esigenze.
La
sesta variante, infine, è molto favorevole, porta al 53, “lo
Sviluppo”. Ritirandosi sulle difficoltà dell’intuizione si ottiene la
visione del grand’uomo, cioè il massimo dell’intuizione, il contatto
con il Sé superiore e quindi il vero progresso graduale dello Spirito.
40°
HIE
La Liberazione
 |
Elemento:
Acqua
Tarocco: n. 2 la Papessa
Cenn,
l’eccitante, il Fuoco
Kkenn, l’Abissale, l’acqua |
L’Iniziato che ha sperimentato i ceppi dell’impedimento (39),
essendosi ritirato in se stesso, può giungere alla “Liberazione”.
Liberazione è l’immagine di un bruco che si trasforma in farfalla; è
l’uscita dalla prigione di Giuseppe (Genesi 41, 14), è l’uscita di
Giona dal pesce (Giona 2, 11),è la resurrezione di Lazzaro (Giovanni 11,
44), è la resurrezione di Gesù (Matteo 28, 6).
Essa si basa sulla legge del perdono, cioè sulla grazia, la
colonna di destra (Chockmah), è infatti la forza centrifuga che permette
la “fuga”, così come il 39, “l’Impedimento”, era basato sulla
forza centripeta (del trattenere) della colonna di sinistra (Binah).
L’attribuzione tarotica della Papessa, n. 2, è data dall’ingresso
nella “Porta del Santuario” che è l’inizio della liberazione
finale; se non si entra da quella porta (che è poi la porta senza porta
dello Zen) ben sorvegliata dalle due sfingi, e se non si impara ad aprire
le varie porte che si incontreranno via via che si procede con le chiavi
della Papessa, meglio rinunciare alla Reintegrazione (liberazione).
Riferimenti biblici: Es. 3,
16-22: Missione di Mosé
Tb. 8, 1-4: Sara liberata dal demonio
Sl. 30, 31-36: Supplica di un afflitto
Gv. 8, 31-36: La libertà vi farà liberi
La
prima variante è favorevole, conduce al 54, “la Ragazza che va
sposa”. La liberazione sul piano fisico dà la disponibilità del corpo
fisico e questo è bene, l’importante è che esso non renda il
sopravvento, che è il pericolo sempre insito nel n. 54 dell’I King.
La
seconda variante è favorevole, porta al 16, il “Fervore”; la
liberazione della linea energetica rende anche il piano vitale disposto al
fervore, cioè all’entusiasmo. Le tre volpi sono tre vizi conquistati:
pigrizia, ignavia, indolenza; la freccia gialla è "l’oro”
risultante dal dominio della seconda linea (il discorso dei colori
dell’opera si ripete ad ogni livello di coscienza).
La
terza variante è invece sfavorevole, ci dà il 32, “la Durata”.
Sconsiglia di esercitare la liberazione sul piano dei sentimenti (astrale
inferiore); è meglio essere “costanti” su tale piano per non creare
disordine, per non essere preda dei “ladroni”. E’ qui sconsigliata
la facilità nel prendere o lasciare i legami sentimentali e quindi il
girovagare liberamente nell’astrale come spesso fa il sensitivo.
La
quarta variante è favorevole, conduce al n. 7, “l’Esercito”.
Consiglia di liberarsi nell’astrale superiore dai sentimenti inutili al
fine reintegrativo (l’alluce), in tal modo si giunge ad una semplicità
che è favorevole soprattutto se basata sulla collaborazione gerarchica
del gruppo (esercito).
La
quinta variante è sfavorevole, porta al 47, “l’Assillo”. E’
opportuno liberarsi sul mentale inferiore (la razionalità) al più presto
dai pensieri e ragionamenti fine a se stessi, questo tuttavia porta con sé
un impoverimento della capacità intellettuale.
La
sesta variante è infine favorevole, ci dà il 64, “Prima del
Compimento”. Si eliminano sul piano dell’intuizione tutti gli ostacoli
e tutto è propizio; quello che si richiede ora è solo grande prudenza
affinché all’ultimo il risultato raggiunto non vada perduto.
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