Hook
– Peter Pan –
(Interpretazione
Cabalistica)
Volevamo
dare un’interpretazione cabalistica del film “Uncino” [Hook] di
Spielberg, ma subito ci siamo resi conto che se non affrontavamo Peter
Pan, la sua storia e il suo simbolismo, ocuparci di “Uncino” sarebbe
risultato monco, ci voleva un “uncino” per agganciare “Uncino” a
qualcosa di piu’ ampio e significativo… Dovevamo prima rileggere il
libro di J. M. Barrie, poi rivedere il film di Disney, ed eccoci qui ora
a parlare di Peter Pan.
Sintetizziamo la storia del cartone animato [fedelissimo al libro].
Peter Pan, eroe di fiabe per bambini, persuade Wendy, Gianni e Michele a
seguirlo sull’Isola che non c’e’, dove non si cresce mai. Trilly,
fata gelosa e capricciosa fornisce la polvere che permette la magia;
sull’Isola che non c’e’ Sirene, Bimbi Sperduti, Indiani, Bucanieri
e capitano Uncino, nemico acerrimo di Peter Pan,
offrono l’occasione per divertenti ed emozionanti avventure;
alla fine, vinto Uncino, Peter riporta i tre fratellini a casa perche’
Wendy ha deciso che e’ meglio crescere e diventare “grandi”.
Ed ecco la storia di “Uncino”: Peter, super manager, troppo preso
dagli affari, per i quali sta trascurando la famiglia, si reca a Londra
con la moglie Moira e i due figlioletti, per la festa della nonna
adottiva Wendy [la stessa
Wendy che Peter Pan ha riportato a casa dall’Isola che non c’e’];
durante la festa, e qui la vicenda reale comincia a calarsi nella
favola, Uncino rapisce i due bambini, lasciando un messaggio a Peter:
deve tornare all’Isola che non c’e’ e combattere con lui se vuole
riavere i figli. Peter e’ davvero Peter Pan cresciuto, ma non lo
ricorda e non e’ in grado ne’ di volare ne’ di combattere…
sara’ Trilly a ricondurlo nel mondo della fantasia [l’Isola che non
c’e’] e li’ insieme ai Bimbi Sperduti in tre giorni, lo rendera’
di nuovo capace “di esultare, di volare, di combattere” e
soprattutto di riportare i due figli a casa, sacrificando il suo amore
per lui.
Cominciamo a chiederci innanzi tutto “chi” e’ il Peter Pan della
fiaba di Barrie: il nome parla chiaro: Peter [Pietra, base
dell’Albero, del Tempio = Malkuth] Pan [Tutto, ma anche dio della
natura, della musica, dell’eterna giovinezza], nella favola e’ un
personaggio spontaneo, vanitoso, generoso, seduttore [delle sirene,
delle fate, di Wendy, di Giglio Tigrato] e ancora: ribelle, orgoglioso,
superficiale, legato alla sua ombra, che lo sbeffeggia, ma di cui non
puo’ fare a meno…chi lo conosce diventa come lui: puo’ volare,
sognare, avere avventure meravigliose, ma anche perdere il contatto con
la realta’ della vita [v. i Bimbi Sperduti o gli stessi figli di Peter
adulto]; insomma il suo simbolismo e’ ambivalente… da una parte
“essere Peter Pan” e’ positivo e rigenerante, dall’altra e’
sinonimo di narcisismo, infantilismo, irresponsabilita’ ecc.
I due films ci danno la giusta misura dell’equilibrio da raggiungere:
nel film di Disney Wendy “capisce” quando e’ tempo di tornare a
casa e nel film di Spielberg, Peter
“capisce” la stessa cosa e riporta
da Moira, la moglie, lui stesso e i due figli. Ha pero’
imparato a conservare in se’ una parte del Peter Pan, quella che gli
permette di rinnovarsi, riacquistando purezza, innocenza e
spontaneita’ [quelle qualita’ che permettono l’ingresso nel Regno
dei Cieli].
E
arriviamo alle interpretazioni cabalistiche:
Nel primo film il”Viaggio” e’ compiuto dalla famiglia Darling [Malhuth]
che attraverso Wendy [Yesod], Michele [Hod] e Gianni [Netzach] per la
“polvere” di Trilly [a volte buona, a volte cattiva,
cioe’corrispondente al Tiphereth bianco o nero] vive la lotta tra i
Bimbi Sperduti e gli Indiani [mondo astro-mentale positivo] contro i
Bucanieri [mondo astro-mentale negativo] e quella finale tra Peter Pan e
Uncino, [rispettivamente loro capi] prima di accettare la realta’ di
“crescere”, rimanendo accessibile al sogno e alla “magia”.
Nel
secondo film il “Viaggio’ e’ compiuto da Peter che deve
ri-conoscere se stesso e lo fa attraverso le sue tre “donne”: Moira,
la moglie [Yesod], Wendy, la nonna , madre del cuore, [Tiphereth] e
Trilly, la sua anima[=
Spirito, Daath]… per mezzo loro riesce a “decrescere”, a tornare
bambino, a ri-imparare ad esultare, volare e combattere per sconfiggere
per sempre Uncino e i suoi pirati [il male], riconquistando l’affetto
perduto dei figli e soprattutto il vero valore della Realta’
quotidiana, del”Qui e Ora”.
Grazie.
F.V.
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