Colloquio con la madre  

Questo ultimo episodio di Kaos e’ tratto dalla seconda parte di una novella di Luigi Pirandello pubblicata nel 1915  intitolata “Colloquii coi personaggi”; da questa novella nacque lo spunto della sua commedia  piu’ originale: “Sei personaggi in cerca d’autore”, gia’ commentata dal ns/ gruppo del Cis in  taote-cineforum. Anche in questo episodio del film notiamo una reinterpretazione originalissima della novella da parte dei registi fratelli Taviani, in particolare del racconto materno del viaggio per mare verso l’esilio con la sosta nell’isola della pomice: quelle immagini piene di poesia dei ragazzi che giocano a “volare” in mare, nella novella non esistono, ma terminano mirabilmente il film  dandogli un inpalpabile significato spirituale tutto da godere e rivedere grazie anche alla musica di Mozart che gli fa da sostegno (cavatina n. 23 da “Le nozze di Figaro” atto IV  tratta dal secondo movimento del concerto per pianoforte e orch. In Si bemolle maggiore K.456).
Sintetizziamo l’episodio del film: Pirandello, dopo un viaggio durato due giorni, arriva in treno da Roma nel suo paese di origine, a Kaos, in provincia di Agrigento; alla stazione viene riconosciuto dal vetturino che lo porta a casa, forse un amico d’infanzia che il celebre scrittore invece non riconosce; solo dopo aver varcato il cancello di casa ne ricorda il  nome: Saro; glielo grida mentre si allontana e lo rende felice. Entra poi nella casa paterna, dove da poco gli e’ morta la madre. In cucina si lava il viso, apre una finestra e, prepotente, una pianta di “lumie di Sicilia” gli offre i suoi frutti. Mentre medita in solitudine nel salotto, la madre gli appare, piccola, seduta  sulla sua poltrona . Lei stessa, ora ombra, lo ha chiamato per confortarlo, per consolarlo sia della sua perdita, sia dell’angoscia per la partenza del figlio per la guerra. Il colloquio tra i due e’ toccante, Pirandello vi rivela tutto il suo dolore e timore per la morte: “Perche’ piangi? Non sono forse io viva per te?” Gli chiede la madre.“Ma io piango per altro, Mamma! Io piango perche’ tu, Mamma, tu non puoi piu’ dare a me una realta’! Pensavo: se ella da lontano mi pensa, io sono vivo per lei, e questo mi sosteneva e mi confortava,  ora che tu sei morta e non mi pensi piu’, io non sono piu’ vivo per te. Tu sei e sarai per sempre la Mamma mia, ma io? io, figlio, fui e non saro’ piu’, non saro’ piu’...” E’ questa una concezione in cui la vita e la morte si intrecciano nella realta’ soggettiva in modo antitetico e angosciante: quello che e’ vivo (lui stesso) puo’ essere morto piu’ di colei che e’ morta (la madre) che in lui e’ viva....
Poi  Pirandello chiede alla madre di raccontargli ancora una volta della sua adolescenza, del viaggio verso l’isola di Malta, dove il padre in esilio attendeva la famiglia, e i ricordi si fanno poesia e la giovinetta diviene l’eroina dell’episodio, pronta a sacrificarsi per obbedienza ma anche piena di tutta la sua vitalita’ prorompente e coraggiosa, volta alle  cose nuove da vedere e da vivere..: pronta a sbocciare come un fiore rigoglioso e profumato.

 


 


“Colloquio con la madre” interpretazione di  Franca

Il viaggio iniziatico che riusciamo a ritrovare in questo episodio comincia col “risveglio” del viaggiatore (L.Pirandello) quando discende dal treno; e’ addormentato, ma qualcosa, come la fermata brusca del treno della vita lo costringe a scendere dove deve scendere, chiamato da non sa chi (quella parte di Se’ di cui non e’ ancora cosciente). La stazione e’ il luogo della riflessione e della sosta. Bisogna pero’arrivare a casa, la’ da dove giunge il richiamo. Prima di entrare nella casa, nell’interno di se’, occorre riconoscere “Saro” (da Sara= pricipessa); questo riconoscimento di “regalita’” delle origini e’ come il biglietto d’ingresso per le esperienze interiori che seguiranno. Altro cerimoniale importante e’ il “lavacro” del volto che completa il risveglio dal sonno passato e purifica dai ricordi negativi ( la vita di citta’, i problemi di lavoro ecc.). Poi la casa offre nutrimento “luminoso”, le lumie di Sicilia, quei limoni fragranti e deliziosi che nutrono e dissetano. Ora il viaggiatore e’ pronto per l’esperienza fondamentale dell’incontro con la “Madre”. La Madre e’ si’ la madre morta, ma e’ soprattutto la Madre in senso lato: La Terra, il Malkuth e la colonna di sinistra dell’Albero della Vita: Hod, Geburah, Binah: e’ Colei che ha generato e nutrito, Colei che offre consiglio e realta’, Colei che da’ forza e rigore, Colei che riassorbe e rinnova. Quando il colloquio interiore si fa piu’ drammatico, quando il viaggiatore e’ messo di fronte all’assurdo  filosofico vita=morte e morte=vita, scatta la Comprensione: riuscire a guardare le cose anche con gli occhi di quelli che non le vedono piu’, questo procurera’ sofferenza, ma le rendera’ piu’ sacre e piu’ belle. A quel punto il viaggiatore stanco e deluso ritrovera’ nei ricordi che affondano le radici nella profondita’ della sua Anima, la parte piu’ spirituale di Se’. quella che e’ sempre giovane e bella, Nuova e Vitale, la Madre giovanetta, la Donna ispiratrice, che diventera’ in lui Poesia e Arte Sacra.

 

Grazie. F.V.

 

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