IL RE LEONE
http://utenti.lycos.it/Disneyano/releone.htm
http://www.ginevra2000.it/Disney/Favole/favolaReLeone.htm
In questi due siti potrete trovare in sintesi e in
complementarita’ la trama del bellissimo cartone animato del 1994 di
Disney, il suo 32esimo lungometraggio, un film assai originale, che
appena visto, fa subito pensare ad una rielaborazione ottimistica
dell’Amleto di Shakespeare v. il ns/ commento in
www.taote.it/cineforum.htm
Qui l’elemento femminile e’
decisamente rivalutato e redento, non solo la “colpa della Regina” non
esiste, ma la salvezza viene proprio dalla giovane principessa Nala,
Ofelia trasmutata, coraggiosa, responsabile e intuitiva; infatti e’ lei
che va in cerca del Salvatore della “Terra del branco” e lo riporta a
Casa. Scar, lo zio traditore e assassino e’ lasciato solo con le sue
“iene” che in un certo senso invece raccolgono l’eredita’ della regina
adultera: esse sono simbolo di impurita’, si nutrono di carogne e
corrispondono a tradimento, dissolutezza e cupidigia (v. Dizionario
degli animali mitologici e simbolici di J. C. Cooper ed. Neri Pozza).
Ma, Shakespeare a parte, iniziamo a considerare il simbolismo del Re
Leone e ad entrare direttamente nella favola. Nello stesso Dizionario di
Cooper troviamo una vasta descrizione del “Leone”; noi ci limiteremo a
notare che in Egitto rappresentava Ra, il dio del Sole oppure Osiride;
due leoni addossati, il Tempo: ieri e domani; nell’induismo il Leone e’
la quarta incarnazione di Visnu’ e un leone e una leonessa insieme
simboleggiano la shakta-shakti in cui il leone e’ il Signore
supremo e la leonessa il Verbo...nel Buddhismo il leone adulto con un
cucciolo sotto la zampa rappresenta il Buddha che governa il mondo con
compassione. Nel taoismo cinese l’Immortale o Shien era in
origine un leone; in Giappone la “sfera del leone” esprime il Vuoto...Nell’Antico
Testamento il leone viene menzionato 35 volte ed e’ il simbolo della
Tribu’ di Giuda. Nel cristianesimo assume una connotazione bivalente: da
una parte rappresenta il Cristo, Leone di Giuda, nella sua regalita’ e
maesta’, dall’altra il diavolo che tutto divora. In questa stessa
duplice simbologia lo ritroviamo nella favola di cui ci stiamo
occupando. A Mufasa, il re Padre che per salvare il suo cucciolo si
sacrifica, “cade”nell’abisso e muore provocando cosi’ la salita al trono
di Scar, l’usurpatore, possiamo attribuire la sephirah Chesed, e
insieme a Sarabi (Geburah), la madre di Simba, il mentale razionale che
pur volendo mantenere “il rispetto delle creature collegate nel gran
cerchio della vita” in realta’ non ci riesce perche’ non tiene conto
della sua Ombra, vale a dire di Scar (letteralmente=lo scarto) e si
comporta come se non ci fosse. Non basta avere come consigliere un
astuto babbuino come Rafiki; il babbuino, era in Egitto simbolo di
Toth, dio della saggezza e omologato a Ermes-Mercurio, dio greco
dell’iniziazione a lui abbiamo attribuito la sephirah Hod; inoltre non
e’ sufficiente per un futuro re avere come precettore un tucano
affettuoso come Zazu (il tucano nell’America centrale e meridionale era
il “mezzo” tradizionale che lo sciamano usava per parlare con gli
spiriti e per contattare l’astrale, percio’ gli abbiamo attribuito la
sephirah Netzach); per essere Re e rimanere tale bisogna aver soggiogato
il nemico, soprattutto quello che si cela in casa.
Scar e le sue iene rappresentano i vizi dell’Albero della “Terra del
branco” del mondo assianico e finche’ il leone “nero”, il mentale
dell’albero capovolto e’ li’ pronto a consigliare il cucciolo del Re non
c’e’ pace e sicurezza nel reame. Giunge allora opportuna la fase della
vita “in esilio”, la fase della “desertificazione”, per un periodo di
crescita al riparo degli attacchi dell’usurpatore e dei suoi accoliti,
le iene, sotto la tutela di Pumbaa, cinghiale generoso e lungimirante
(il cinghiale nell’induismo dei Veda era simbolo di Ruda, dio della
tempesta, cinghiale del Cielo e terza incarnazione di Visnhu, ed emblema
di Vajnavrahi, dea della fertilita’ e della vita) e di Timon, suricata,
mammifero furbo e adattabile; questi due custodi, qualita’ positive
dello stesso Simba esiliato, lo nutrono, lo proteggono e soprattutto gli
insegnano l’hakuna matata, il saper vivere senza preoccupazioni
e senza inutili sensi di colpa. Quando il tempo giusto e’ arrivato,
Simba, il Sole dell’Albero (Tiphereth) incontra Nala, la sua controparte
femminile, la Luna dell’Albero (Yesod) ed ha inizio la risalita
dell’Albero: Nala lo costringe a conoscere la realta’: Scar ha permesso
alle iene di impossessarsi della Terra del branco; non c’e’ piu’ ne’
cibo ne’ acqua: sia il mondo di Assiah che quello di Yetzirah sono stati
pressoche’ distrutti, assorbiti dai vizi, e solo nel suo ritorno c’e’
ancora speranza. Ma ancora il giovane leone non e’ sicuro del suo
compito; solo quando il babbuino Rafiki gli mostrera’ nello specchio
dell’acqua il volto del padre morto, ma vivente in lui, sara’ pronto per
tornare a casa e combattere la lotta definitiva contro male: Simba deve
conoscere la Verita’ su di se’ e sul suo dovere per saper affrontare il
combattimento con Scar: la vittoria gli viene non da un assalto
all’usurpatore ma da uno schivare l’attacco di quello: da una
non-azione. La morte di Scar permette alla Terra del branco di
rifiorire nella pace e nell’abbondanza sotto il regno di un Re giusto e
saggio e, per fortuna del cucciolo neonato, senza zii invidiosi.
Grazie. F.V.
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