DON CAMILLO
(Interpretazione di Natale)
Questi due fortunatissimi
personaggi sono le due anime di Giovannino Guareschi. Una è comunista,
l'altra anticomunista. Queste due anime sono, al suo interno, sempre
presenti e in competizione. Lui non sopporta proprio la sua parte rossa,
ma non può gettarla via, non può disfarsene in nessun modo. Ecco allora
che l'unica maniera di sopportarla è prenderla in giro, non
trascurando però, di tanto in tanto, di concedere ad essa piccole
soddisfazioni. Ma tutto questo accade dentro. "Fuori", Giovanni
Guareschi, è un accanito anticomunista. A ricordarcelo è Indro
Montanelli:"C'è un Guareschi politico cui si deve la salvezza
dell'Italia. Se avessero vinto gli altri non so dove saremmo andati a
finire, anzi lo so benissimo". (vedi sito Internet…). A noi
la "l'esteriorità" di Guareschi non interessa. Ci preme invece dare uno
sguardo attento alla sua interiorità, al suo umorismo, al suo semplice
ma efficace modo di scrivere, alle sceneggiature da lui scritte per i
films di Don Camillo e Peppone. Insomma, ci interessa l'anima di questo
straordinario scrittore e creatore di miti, la sua garbata ironia, la
sua satira politica graffiante ma mai offensiva. Come sarebbe bello se
oggi in Italia, le opposte ideologie politiche si combattessero con tale
gergo e rispetto! Come sarebbe utile per tutti noi, se la lotta
politica, rientrando fra le righe del buon senso, desse vita a giornali
che, anziché creare odi reciproci, si pigliassero "cortesemente" in
giro, così come facevano e fanno Peppone e don Camillo. Sì, fanno,
perché don Camillo e Peppone, come due opposti-complementari, sono lo
Yin e lo Yang della società. Camminano sempre insieme, e l'uno è
indispensabile all'altro. Braccio e mente non possono essere divisi, né
si possono combattere. Se ne escludi uno, elimini l'altro. E' una
simbiosi all'insegna dell'interscambiabilità: il braccio è solo una
mente concreta; mentre la mente è un braccio sublimato.
Ma torniamo a Guareschi e alla sua anima.
Don Camillo e Peppone fanno di Guareschi una persona comune, un uomo
qualunque che ha il coraggio di ammettere le proprie contraddizioni
interiori. Il suo prete d'assalto non ha dimenticato di essere un uomo,
e questo gli dà un fascino immenso. E' un prete vero, che suda, che si
arrabbia, che fa persino a botte. Ma d'altra parte è un vero uomo di
Dio, uno che colloquia continuamente col suo Dio. Sì perché - e qui sta
la sua specialità - non parla solo lui, ma anche il suo Dio, e cosa
importantissima, egli riesce a sentirLo per poi seguirNe le indicazioni.
Peppone, il senza Dio, da parte sua, è autentico tanto quanto don
Camillo. La sua rozza fede, pur non essendo condita di latinorum, è
genuina e rispettosa, ed il suo credo politico è la facciata di quello
più autentico per la Vita.
Peppone è il Vaso che La accoglie e la esalta col e nel lavoro, mentre
don Camillo è il pontifex, il tramite di Essa. Tali personaggi
hanno il pregio della realisticità: chiunque di noi può essere Peppone e
qualunque vero prete può essere don Camillo. Ed essi sono così, perché
così è Guareschi: un vero essere umano, una persona infin dei conti
semplice. Leggendo "Mondo Piccolo - Don Camillo", anziché una fuga
dalla realtà, come di solito avviene attraverso la lettura di un
qualunque romanzo o racconto, accade il contrario, e cioè un tuffo nella
realtà. Personaggi e luoghi descritti sono doppiamente veri, perché da
un lato corrispondono a "luoghi e personaggi interiori" tirati fuori
dall'anima e "rivestiti" di corpo come i sei personaggi pirandelliani; e
d'altro lato sono tipologie di personaggi e luoghi veri, che il tempo, e
lo spazio cristallizzato da antiche mentalità, hanno reso mitici. Siamo
davanti al mito del mito, ecco la forza irresistibile di essi. Ed ecco
perché i libri di Guareschi sono stati tradotti in tutto il mondo. Ecco
il perché del grande successo popolare, nonostante una critica ostile e
snobbistica e nonostante l'indifferenza del mondo della cultura.
Ma cos'è che Guareschi ci insegna attraverso questi simpaticissimi
personaggi? C'è qualcosa che va oltre la satira politica che c'è ed è
forte? Com'è che da circa mezzo secolo, sindaco rosso e parroco bianco
rimangono freschi come il primo giorno? Quello che Giovanni Guareschi
ci insegna è talmente evidente, talmente scontato, che dirlo ci sembra
possa offendere l'intelligenza di chi legge. Egli ci raccomanda l'
Amore. Don Camillo e Peppone si vogliono bene perché ognuno, in
fondo, riconosce l'indispensabilità dell'esistenza dell'altro. Mai che
fra i due serpeggi odio. Ognuno è maestro dell'altro. Quello di
Giovannino Guareschi è dunque un messaggio d'Amore. Ed in fondo tutta la
sua satira politica non va mai oltre lo steccato della correttezza. Lui
non odia i rossi, li combatte come don Camillo combatte il suo
amico sindaco. Non può odiarli, perché in quelle zone, fin da bambini,
si respira aria rossa. A lui fa venire la tosse, e lo dice. Punto.
Quando Guareschi, come fa nelle Istruzioni per l'uso in "Il
compagno don Camillo", gongola per esser riuscito nel 1948 grazie al suo
Candido a dare un grosso contributo per la sconfitta del partito
comunista, vive la cosa come un don Camillo che per questa volta è
riuscito a suonargliele a Peppone. E d'altro canto, quando l' Italia
degli anni sessanta combina l'orrendo pastrocchio di diavolo e
d'Acquasanta (parole sue) tingendosi per metà di rosso, mettendo da
parte il suo Candido, Guareschi le ha solo prese da Peppone e va avanti
per la sua strada. Niente odi, niente rancori forti.
Quei due personaggi lì sono il puer ed il senex in ognuno di noi ed in
ogni collettività. Ogni nazione ha due anime: una conservatrice ed una
progressista; ogni uomo ha due mentalità: una progressista ed una
conservatrice. Progressismo e conservatorismo sono le due gambe di uno
stesso corpo e nel tempo si alternano. La cosa importante è che una
gamba non spari calci all'altra, perché il procedere ne verrebbe
compromesso; e che soprattutto nessuna delle due faccia passi indietro o
in avanti che siano più lunghi della stessa gamba. Se una gamba si fa
male, il corpo ne soffre e si procede a rilento. E tutti questi
discorsi, nonostante la semplicità degli scritti Guareschiani possono
essere applicati a religione, politica, ricerca, filosofia, musica, arti
in genere, e così via di seguito.
Come vedete, Don Camillo e Peppone riescono a portarci lontano e vicino
nello stesso tempo: lontano, perché ci fanno intravedere possibilità
lontane nello spazio e nel tempo; vicino, perché ci riportano al centro
di noi stessi, laddove una stessa Coscienza dà vita a due
opposti-complementari. Ma non scordiamo che la stessa COSCIENZA dà vita
alle diecimila differenze .
Grazie Giovannino, grazie per i tuoi Don Camillo e Peppone.
Sui films di Don Camillo, sui registi di essi, sugli interpreti, avendo
tutti noi ammirato sia gli uni che gli altri, non possiamo che darci uno
sguardo d'intesa. E finisce là.
Grazie Nat. |