Pensaci Giacomino
Perché una persona che ha una
forte propensione al Divino si imbarca nel commento di una commedia come
questa, divertente sì, ma apparentemente lontana mille miglia dalla
strada che porta alla Realtà? I motivi sono tanti. Prima di tutto
perché ogni artista ha sempre qualcosa da dire sulla Verità. In secondo
luogo perché non si può stare ventiquattr' ore al giorno su testi sacri,
filosofici o di saggezza. Poi perché è possibile trovare "percorsi
metaforici" di spiritualità in ogni opera d'arte. Infine perché il
teatro è stato da sempre un "luogo magico", un atanor dalle pareti
trasparenti, che dà l'esatta misura di ciò che accade nella vita di
tutti i giorni ad ognuno di noi: delle nostre ebollizioni, dei nostri
cambiamenti di stato, delle trasmutazioni che avvengono nella "nostra"
psiche, la quale alla fin fine è il contenitore dei mille burattini del
teatro dell'esistenza. La realtà è che noi non siamo questi pupazzetti
abilmente manovrati dai tre guna, ma è divertente vedere come ci
danniamo su quelle tavole della quotidianità ad impersonare ora questo
ora quel personaggio, e ad identificarci di volta in volta con essi.
Sapere di essere una piccola scintilla del fuoco cosmico, della luce di
quel primo e intramontabile "Fiat Lux", non risolve il problema, e non
basta nemmeno averlo intuito. Occorre realizzarlo, ma siccome è il Vento
(dello Spirito) che soffia dove vuole, a noi non rimane altro da fare
che aspettare pazientemente, come un buon alchimista, che un alito di
Vento ci investa ed alimenti un fuoco soffocato dalle mille distrazioni
di Maya. Quel Vento è l'Alito della Verità, il solo capace di far
risplendere la piccola fiammella che, perfetta immagine di Dio, noi
siamo. Ed ecco che nell'attesa, fra un'aspirazione al Divino e l'altra,
assistiamo alla recita della commedia di Pirandello, per l'appunto
"Pensaci, Giacomino!", e poi ci sforziamo di commentarla, cercando di
vedere in essa ( spesso non ci riusciamo e l'attesa diventa amara), una
metafora di ricerca che può concludersi a volte bene e a volte no. In
fin dei conti, l'alchimia non è altro che attesa, preghiera e lavoro su
di sé.
Grazie, Nat |