Lupi
nell'abisso
Abbiamo
scelto di vedere insieme questo film prima di tutto perchè è bello,
poi perchè ci ricorda Silvio Amadio, il regista amico e compagno di
viaggio, che ha frequentato il Cis dal 1985 al 1993 (nel 94 è
deceduto). A lui va tutto il nostro affetto, e lo ringraziamo con
gratitudine per averci "passato" un pochino della sua
esperienza di regista; avremo modo di collaborare ancora in futuro, in
un altrove, sicuramente. Questo film, che lui stesso giudicava il
migliore fra quelli che aveva diretto, era anche un’opera giovanile in
cui apertamente aveva affrontato i temi più importanti
dell’esistenza: la vita e la morte, il libero arbitrio e la fede.
Avendo conosciuto l’autore possiamo dire che egli si rispecchia in
ogni attore, e cosa strana, poichè nel 59 Silvio di certo non conosceva
la Kabbalah, l’impostazione della vicenda a dieci personaggi sembra
fatta a posta per occupare 1
— Il Capitano : per dovere deve essere l’ultimo ad abbandonare il
sommergibile, quindi deve morire, ma deve anche scegliere chi
sopravvivera’. L’Albero
è tutto immerso nell’acqua a profondità 110 metri (11x10) è dunque
un albero Yetziratico "nero" tutto basato sulle passioni e gli
impulsi animaleschi (i lupi nell’abisso) e come albero nero è
destinato al riciclaggio: solo un decimo della sua energia "si
salva" e Silvio salva quella parte di sé un po’ fuori delle
regole, un po’ ribelle, ma sana, generosa e disinteressata, quella che
saprà trasmettere al "mondo" il meglio dell’equipaggio e a
giudicare ciò sarà la stessa Giustizia Divina. "Io Sono la
Resurrezione e la Vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà;
chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno" (Gv. 11, 25-26).
Chi "crede" si salva, e Silvio "crede".
Arrivederci e grazie. F.V. |