Sogno
di una Notte di mezza Estate
(Interpretazione
Cabalistica)
Cominciamo col
prendere in considerazione il titolo della commedia di Shakespeare:
"Sogno" e’ una realta’ onirica [Yetziratica] che proviene
dall’inconscio ma che deve dare dei messaggi all’io dello stato di
veglia [Assianico] per indirizzarlo verso il suo cammino spirituale,
verso l’Io Sono [Daath]. "Di mezza estate" ricorda tanto il
"Nel mezzo del cammin di nostra vita" di Dante. Se Shakespeare
(1564 — 1616) ha scritto il "Sogno" circa nel 1595, doveva
avere circa 30 anni, la mezza estate della sua vita, e con il suo
"Sogno" non poteva che fare il "punto della
situazione", per scoprire quanto cammino ci fosse ancora da
percorrere. La parte "attiva" del suo mondo mentale, Teseo,
[l’eroe mitico che e’
uscito dal labirinto delle sue passioni, un iniziato che percorre il
Sentiero del Risveglio spirituale] a cui abbiamo attribuito la Sephirah
Chesed, vuole unirsi ad Ippolita [la regina delle Amazzoni, colei che ha
domato i cavalli delle sensazioni] a cui abbiamo assegnato Geburah; ma
egli l’ha vinta con la forza della spada ed ora ha deciso di sposarla;
essa e’ diventata passiva come si conviene, ma e’ stata
"domata"? [cf. il commento del film "La bisbetica
domata"] No di certo, almeno non del tutto [nel film di Hoffman
essa appare contrariata, triste, offesa ecc.]. In effetti la parte
ricettiva mentale di questo Albero cabalistico "sa di essere stata
violentata" e nei quattro giorni che mancano al matrimonio
procurera’ a diversi livelli: ribellioni, opposizioni, contrasti;
questi sono rappresentati dalla disobbedienza di Ermia e dai pasticci
combinati da Puck, centro di Yesod,[ che gioca tiri birboni o offre
dolci visioni], folletto a servizio di Oberon, re del mondo astrale[Netzach],
anche lui al momento squilibrato, perche’ in lite con Titania, sua
controparte femminile, regina delle fate, Hod. Anche qui notiamo il
contrasto e la contrapposizione tra le due colonne dell’Albero: la
parte femminile e’ ribelle, non vuole cedere il "paggio"
[forza astrale necessaria per la risalita della Shekinah e lo sviluppo
della colonna centrale [notiamo che nel film il "paggio" e’
raffigurato simile a Krisna fanciullo della tradizione indiana e Krisna
rappresenta la Coscienza]. Titania evita il congiungimento amoroso con
Oberon, e’ quindi punita da lui, ma anche autopunita e costretta per
mezzo di un sortilegio ad unirsi con il centro piu’ basso, Malkuth,
cioe’ Botton [che vuol dire anche fondo]. Titania innamorata per
castigo di Botton rappresenta la Shekinah che scende in Malkuth e ne
resta prigioniera….fino a che, passata la notte delle illusioni e
degli incantesimi, Oberon si commuove , scioglie la malia , e tornata la
"Luce", ristabilisce l’equilibrio dell’Albero: Puck
restituisce a Lisandro Ermia, e a Demetrio, Elena, le loro controparti
femminili. Ma quale e’ stata la causa di questa "caduta"?
L’origine va ricercata in Egeo [nella mitologia,
padre di Teseo, e nella commedia padre di Ermia: egli e’ un padre
senza "cuore" [l’Albero, e’ dunque manchevole in Tiphereth],
Egeo [e’ l’ego] che crede di possedere Ermia [Hermes = Mercurio
filosofico] e non vuol riconoscere che Ermia e’ la Vita stessa ed e’
"Sua" del Se’.
Shakespeare si riconosce "mancante" in Tiphereth ma alla fine
pone un rimedio a tale mancanza per mezzo dello stesso Bottom, il
guitto, che attraverso la metamorfosi in asino [v. L’Asino d’oro di
Apuleio] viene a conoscere i "Misteri" ed e’ in grado di far
realizzare a tutto l’Albero una catarsi rigenerativa per mezzo della
morte drammatico-grottesca di "Piramo e Tisbe". Il Sacrificio
[Tiphereth] dei due amanti recuperera’ l’energia di cui necessitano
Teseo e Ippolita per unirsi e perdonarsi. La commedia termina con
quattro matrimoni[ le due colonne armonizzate] e una illuminazione:
Bottom, Shakespeare, sa di aver sognato l’Incredibile, e
"sa" che e’ Realta’; questo gli basta per continuare a
vivere la sua vita di guitto. Sapere per esperienza diretta che la vita
e’ "sogno" e che la Vita "sognata" e’ Realta’
e’ quanto di piu’ reintegrativo si possa raggiungere in vita e
Bottom, Shakespeare, lo "sa " in una "notte" di
mezza estate.
Grazie. F.V.
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