The
Truman Show
(Interpretazione
Esoterica)
Con
"Vi presento Joe Black"eravamo stati costretti ad affrontare
archetipi come la morte,
l’amore, la vita, e dico costretti perchè l’autore, il regista e
gli interpreti, tutti portatori di anime "vecchie", sono
riusciti ad incarnarli, a farli precipitare. Con the Truman Show
l’aria è meno rarefatta e più pesante, le anime in gioco sono
"giovani" ed il discorso
è più mentale che intuitivo.
Andando oltre l’ovvia presa in giro di questa nostra società coi suoi
show televisivi, col suo addomesticabilissimo pubblico, colle sue
pubblicità, economia, psicologia, religioni, cercheremo di capire i
personaggi e la vicenda dal particolare punto di vista spirituale.
La prima affermazione di Cristof ("tutto quello cher vedrete è
vero") rivisitata dopo aver visto l’intero film è la sua carta
d’identità, difatti se per il maestro Gesù la verità non è di
questo mondo e se per il Budda ogni fenomeno è falso e impermanente,
per il nostro regista televisivo questo mondo è vero, per cui egli non
può che rappresentare la mente egoica,
il principe di questo mondo, maia.
Siamo davanti alla solita storia della rana convinta che la pozzanghera
sia l’oceano.
Truman invece rapparesenta la coscienza appena risvegliata e confusa,
quella che osserva la mente, ne scopre i meccanismi egoici, e vuole
andare oltre, ma non sa dove. Sa solo che per affrontare il viaggio ci
vogliono un programma ed i soldi, cioè energie, ma soprattutto lo
spirito del puer, e Truman ce l’ha: "io — dice — mi sento un
ragazzino".
Comincia così a sognare continuamente il viaggio e ne conosce la meta:
le isole Figi, laddove si trova Silvia, una ragazza nei cui occhi egli
ha visto riflessa la propria anima. La spinta necessaria per un viaggio
non più vagheggiato ma reale il nostro protagonista l’avrà il giorno
in cui casualmente, attraverso la radio che parla dei suoi movimenti,
scopre di essere spiato non sa bene da chi.
Ora, per la comunità dei materialisti, colui che va oltre il proprio
corpo e la propria mente, è pericoloso e destabilizzante oltre che
stupido, per cui viene regolarmente o calunniato o ucciso o emarginato.
Ma per Truman non è proprio così, perchè il regista lo ha scelto per
uno show che dev’essere l’apologia della materialità e della
assoluta verità di essa. Certo dal punto di vista materiale la
materialità è verissima, nella Kabbalah il mondo di Assiah è quello
della manifestazione, ma oltre ad esso ne esistono altri tre: Yetzirah
(mondo della formazione), Briah (mondo della creazione), Aziluth (mondo
degli archetipi).
Cristof, assai poco convincentemente, dice che l’unico mondo vero è
quello materiale e non quell’altro (di cui nulla dice), ma
paradossalmente dice anche che se Truman fosse determinato a scoprire la
VERITA’ (e lo scritta maiuscola per sottolineare che Cristof non la
sta certo attribuendola al mondo materiale...) non potrebbe essere
fermato.
E sarà proprio così, perchè alla fine Truman infilza l’orizzonte
con la prua della sua barchetta, sale le scale, trova l’uscita, ed
alla voce dell’ego che lo implora di non andare
perchè in questo mondo non ha nulla da temere, risponde: "ma era
tutto finto!"; e la seconda risposta all’ego che gli dice :
"tu eri vero!" sarà un inchino, come dire: ero solo un
personaggio tuo, e come tale mi inchino e metto il punto alla tua farsa
assurda uscendo di scena.
Truman va verso un incomprensibile buio: Silvia in effetti non è
Beatrice (che rende felici), ne Laura (che dà sapienza) ne Lucia (che dà
luce), ma "colei che vive nel bosco": quello di Truman è un
risveglio, ma anche uno smarrimento nella selva oscura dell’anima sua:
siamo appena al primo canto della sua commedia divina.
Buon viaggio Truman, di viaggio in viaggio possa tu un giorno scoprire
chi veramente sei:
l’AMOR CHE MOVE IL SOLE E LE ALTRE STELLE......Quello! N.M.
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