MATRIX
(Interpretazione
Esoterica)
Su
"Il Messaggero" di Venerdì 29 Giugno 2001
viene riportata un'intervista al grande direttore d'orchesta
francese Pierre Boulez. Fra le altre cose gli viene chiesto, a proposito
di possibili nuovi linguaggi musicali: " una strada possibile può
essere la creatività collettiva, dei gruppi di ricerca e
improvvisazione? ". La risposta è secca: " Può essere un
momento di eccitazione inventiva ma i
risultati sono ancora poveri, perché si basano su riflessi
esteriori. La composizione
è una meditazione personale, la spontaneità dà qualche risultato ma
solo a livello di indicazioni".
Abbiamo commentato in gruppo parecchi film ed abbiamo dovuto constatare
che quanto dice il maestro Pierre Boulez è vero in tutti i campi:
"la composizione è una meditazione personale, la spontaneità dà
qualche risultato ma solo a livello di indicazioni". Nel nostro
caso, un conto e scambiarsi quattro chiacchiere su un film interessante
per la nostra ricerca, un altro conto
è meditarci sopra e sviluppare i temi che un'improvvisazione può solo
accennare. Leggendo il libro di Aldo Carotenuto " l'Ultima
Medusa" della Bompiani (un buon
libro), nonostante ben risponda al tema se la mitologia è ancora
attuale anche attraverso l'analisi di opere cinematografiche frutto di
immaginario fantascientifico, dà l'impressione di quasi improvvisare
sui temi, di sfiorarli. Il film The Matrix, per esempio, viene liquidato
con poche righe sul confronto con l'archetipo della madre terrificante, Matrix,
che trattiene la propria prole e addirittura si nutre delle larve di
essa.
Sicuramente è per motivi di spazio e di tempo che l'argomento non è
stato approfondito, ma nonostante (lo ripeto) trovo il libro ottimo, la
sensazione mi rimane: sembra tutto scontato, improvvisato, non meditato;
come se mancasse l'apporto affettivo del commentatore. Ed alla fine il
tutto assomiglia molto ad una canzoncina fatta con mestiere e tecnica.
Il film, che come tutti quelli con "qualche" contenuto, è
un'opera d'arte, un sogno consapevole, una profonda e intensa
meditazione, non viene scavato con altrettanta consapevole profondità,
intensità. Eppure i temi trattati sono degnissimi d'attenzione, e per
giunta il film ha una "statura" di fiaba o forse di mito.
Esso, al di là delle esagerazioni, offre un simbolico iter iniziatico
mentre prende in giro una società tecnologica che anziché contribuire
alla liberazione dell'uomo dalle catene dell'ignoranza, lo schiavizza:
società a consapevolezza zero, la nostra,
è una grande prigione le cui celle sono state costruite proprio
nei cantieri della cibernetica. Anche se a volte pare voglia proporre
una possibile "genesi" da parte di un dio nero
"creato" dal tecnico.
Ogni opera d'arte, dal nostro punto di vista, è un maestro di
iniziazione al presente, alla vita, all' Essere nella sua forma di
infinito. Solo concependo l'impersonale infinito Essere saremo in grado
di coniugare tale
verbo nel presente indicativo, che a seconda della maturazione
spirituale sarà al singolare o al plurale: "io sono" oppure
" noi siamo".
"Che cos'è Matrix? La risposta è attorno a te e ti sta cercando,
e ti troverà se tu lo vorrai" dice Trinity a Neo, e da qui
comincia a decollare questa bella fiaba. La vera ricerca, in qualunque
campo, comincia con una domanda. Anche in campo musicale è così, forse
il maestro Pierre Boulez ce lo potrebbe confermare. Cos'è infatti una
composizione musicale se non una risposta? Non è forse vero che la
domanda e’ figlia di una intuizione che preme con tutte le forze sulle
porte dell'anima e che si incarna dapprima, per l'appunto, come domanda?
La domanda, che sembra esserne la madre, è invece la figlia
della risposta , ne è il messaggero, l'araldo, il precursore.
Puoi distinguere un vero ricercatore da uno finto dalla intensità delle
domande che si pone: il primo è totale, il secondo superfiaciale;
questi bussa per chiedere, quello bussa per entrare. Chi veramente
chiede pone nella domanda una sorta di sofferenza per la sua vincolante
ignoranza, mentre il superficiale non soffre affato. Al vero
interrogante la risposta prima o dopo arriva, perché essa è come il
padre della parabola cho non lascia inascoltata la supplica del figlio
(domanda). Se Neo rappresenta il vero ricercatore e Trinity pone la
domanda per lui, possiamo affermare che lei rappresenta l'intuizione del
ricercatore, la sola cosa che sta a contatto con la vera essenza
dell'uomo, che è Vita Impersonale "individuata", e ciò viene
confermato dal fatto che la ragazza ha preceduto
Neo nella ricerca ed ha contattato l'oracolo (colei che fa
dilagare la Mente) prima di Neo. Ma nonostante ciò, Trinity non è in
grado di dire a Thomas Anderson (Neo) cosa sia Matrix. Il segreto lo
svelerà Morpheus: " …Matrix è il mondo che ti è stato messo
davanti agli occhi per nascondere la verità. Quale verità?
Che tu sei uno schiavo…nato in una prigione che non ha sbarre,
che non ha mura, che non ha odore. Una prigione per la tua mente. Ma
nessuno di noi può descrivere Matrix agli altri. Devi scoprire coi tuoi
occhi che cos'è". Morpheus,
questa sorta di Battista, di precursore, sembra essere il buon senso del
ricercatore. Molte sono le persone che credono di poter ottenere la
Conoscenza grazie alla iniziazione di un guru possibilmente vestito
esoticamente, ignorando che l'unico maestro vero è quello interiore,
quello che non chiede soldi, che non lava il cervello, che è umile e
non ti forza mai. E' quello
che ti offre il bivio (pillola rossa o pillola azzurra) e che ti propone
di scegliere consapevolmente, e che " si presenta" ogni qual
volta dichiari di essere tu l'artefice della tua vita e non il destino.
Monpheus si presenta a Neo proprio quando questi è stufo del lavoro che
svolge e sente una profonda insoddisfazione per come vanno le cose,
tutto gli sembra vuoto e falso ma non sa il perché.
Ma chi è veramente Morfeo? E' uno dei figli di Ipno, il sonno.
Che a sua volta era il fratello gemello
della morte. Ipno veniva rappresentato come un vecchio alato con una
corona di papaveri ed una cornucopia. Morfeo era alato pure lui e di
notte volava per ogni dove toccando con un fiore di papavero i mortali
per farli addormentare; appariva
in sogno assumendo la forma e le caratteristiche della persona alla
quale si sostituiva. Alla luce di tutto questo Morpheus rappresenta
l'entrata del santuario, la porta che divide il mondo degli addormentati
da quello dei vivi. I primi sono quelli che non sanno di essere
prigionieri di una mente incatenata; gli altri sono i ribelli, coloro
che vogliono la loro volontà (per dirla con Rilke: Libro d'ore).
Morpheus lascerà la scelta a Neo. Matrix è un mondo virtuale elaborato
al computer, un falso mondo. A Neo viene offerta la possibilità di
scegliere fra la pillola rossa e la pillola blu: sceglie la prima e
viene preparato per la rinascita: si ritrova in Matrix dentro una
placenta. La squarcia, una macchina stacca tutti i cordononi
imprigionanti. Tornato nel Nabucodonosor viene sotto posto ad una cura
"ricostituente" l'energia
persa in anni di prigionia e vampirismo da parte di Matrix. Poi
attraverso "Struttura", il loro programma di caricamento,
viene addestrato: dovrà entrare in Matrix ben preparato, perché se
verrà ucciso in Matrix, il suo corpo nel Nabucodonosor morirà: il
corpo non sopravvive senza mente. "Matrix è un sistema, e quel
sistema è nostro nemico" dice Morpheus a Neo mentre lo introduce
in un programma di tirocinio: " quando stai qui , o sei uno di noi
o sei uno di loro. Loro sono programmi senzienti: entrano ed escono da
qualunque softwar rimanendo integrati nel sistema" . Ma ecco che
nel momento in cui si imbocca la "strada del ritorno a casa"
il "Giuda" si mette in moto: il solito ego assuefatto al mondo
d'illusioni, alla virtualità, alla ripetitività, fa di tutto per
mantenere la persona (maschera) nel sistema: uno dei membri
dell'equipaggio, Cyfer, tradisce. Da questa resistenza dell'ego-dragone,
nasce il bisogno di rassicurarsi sul
futuro: "siamo sicuri di aver scelto la strada giusta?
Abbiamo inghiottito la pillola giusta?". Ecco quindi il momento
dell'Oracolo. Ma la persona che pronuncerà l'oracolo vive in Matrix,
quindi bisogna entrarvi. Siamo al punto cruciale della storia: l'unico
modo per vincere la paura è viverla fino ai limiti di sopportabilità;
l'unico modo di sconfiggere Matrix è incontrarla. Che si sia o no
l'eletto, quando si è lì perché si è deciso di combattere, si dovrà
combattere, ed è ciò che Neo farà, nonostante l'oracolo gli dirà che
lui non è l'eletto, contrariamente alla assoluta opposta convinzione di
Morpheus. Grazie al traditore Cyfer, Morpheus viene catturato, ma gli
altri, attraverso un'uscita si salvano nel Nabucodonosor. E' un momento
drammatico: se il prigioniero rivela i codici per accedere a Sion, la
loro citta nascosta al centro della terra, la causa dei sionisti è
persa. Nella navicella si decide di staccare la spina a Morpheus, ma Neo
si oppone (senza di lui, senza apertura verso Matrix) non potrà mai
vincire: eletto o no, lui ritorna in Matrix per salvarlo. Il traditore
ormai è stato ucciso, e senza essere più spiati Trinity e Neo
rientrano in Matrix per lo scontro finale con gli agenti. Nel corso
della lotta all'ultimo sangue, Trinity riesce a rientrare, Neo invece
viene ucciso dall'agente Smith:
la mente di Neo è morta ed il suo corpo giace morto dentro il
Nabucodonosor. A questo punto la sceneggiatura del film prevede il
palesamento dell'amore di Trinity per Neo con conseguente bacio, ed il
ricordo di quanto l'oracolo le aveva predetto: " l'oracolo mi aveva
detto che l'uomo di cui mi sarei innamorata sarebbe stato l'eletto,
quindi non puoi morire". Trinity sta parlando al cadavere di Neo,
ma anche alla mente uccisa da Smith. La mente risuscita ed il corpo
pure: il duello continua. Tutto questo rappresenta metaforicamente
l'ultima illuminazione di Neo: lui è una mente senza limiti che
esisteva prima che il suo corpo nascesse, e che sarà dopo la fine del
suo corpo. Neo è un budda,
è l'eletto, e puo cominciare la sua missione in Matrix.
Quello che dal nostro punto di vista riusciamo in sintesi a trarre da
questo "esagerato" bel film è più o meno questo:
"L'uomo abita nelle vicinanze di Dio" (Eraclito
tradotto da Heidegger, in Equivoci dell'anima di Galimberti), ma
non lo sa. Neo ha vissuto su quella terra come uno straniero, ma "
il luogo che lo straniero si trova ad abitare
è per lui estraneo e perciò carico di solitudine. Angoscia e
nostalgia della patria sono parte del destino dello straniero che, non
conoscendo le strade del paese estraneo, girovaga sperduto"... E
Neo è proprio stanco di
vivere in quelle condizioni… "Se poi impara a conoscerle troppo
bene, allora dimentica di essere straniero e si perde in un senso più
radicale perché, soccombendo alla familiarità di quel mondo non suo,
diventa estraneo alla propria origine. Nell'alienazione da sé
l'angoscia sparisce, ma incomincia la tragedia dello straniero che,
dimenticando la sua estraneità, dimentica anche la sua identità. Il
risveglio si annuncia col riconoscimento dell'estraneità della dimora
che abita e con la ripresa della nostalgia dell'origine".
"La morte di Dio (Galimberti si riferisce a Nietzsche) dilata i
confini dell' anima restituendola
a ciò che è: incondizionata
apertura al senso…l'anima
allora è quel campo di gioco che, nel momento stesso in cui inaugura un
significato, lo espone alla sua erosione." (Galimberti - gli
equivoci dell'anima - Feltrinelli): basta leggere le critiche (positive
e negative) al film per rendersi conto di come questa erosione di Matrix
- un gioco dell'anima - sia già cominciata. Per fortuna il
campo di gioco rimane là, nella sua illimitata propensione ad
estendersi.
Sarebbe molto interessante approfondire alcuni punti, ma non ne abbiamo
il tempo. Ne accenneremo solo, ponendoci alcune domande: Perché tanto
metallo? Perché le seppie? Perche The Matrix? Perché la salvezza
attraverso il telefono? Perché le pasticche rossa e blu? Perché tante
armi e tante pallottole? Perché tanta violenza?
Perché Morpheus, Sion, Nabucodonosor, l'Oracolo, Trinity? Perché
questi nomi? Perche il Bianconiglio di Alice nel paese delle meraviglie?
E' tutta un'apologia sull'individualismo ed un attacco non tanto velato
alla globalizzazione? E' un'apologia del Sionismo? E dal punto di vista
psicologico, cosa ci sarebbe da aggiungere a quello che succintamente ma
egregiamente è stato detto da Carotenuto ed altri? Ecc.
Grazie.
N.M.
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