Nata
ieri
(Interpretazione
Esoterica)
L'egoista
è uno straccivendolo, un corruttore, un prepotente, un accumulatore di
denaro, un ladro, un ignorante, un materialista, un antisociale, un
maschilista, un violento, un evasore, un senza scrupoli, un
arrampicatore sociale, un pallone gonfiato.
Là dove esplodono guerre, lotte, contrasti, dispute, un ego (singolo o
collettivo) è all'opera.
L'ego è una mente malata, un cane infedele, un aborto d'aborto, una
massa di ghiaccio, un uncino, un ammasso di "voglio", una casa
che manca di porte; una notte totale, la mal'ombra, una tomba a caccia
di vita, un'eterna salita, un affanno, un gigante d'argilla, un'anguilla
che vive nel fango; è un'eterna rincorsa, strumento stonato a una
corda, una grande valigia sfondata, una porta blindata sul mondo, il
nemico del "tu", il perfetto fasullo, l'ipocrita antico, il
nemico; è il passo di chi non cammina, è un occhio malato, un dente
cariato, un camaleonte, una seppia che sbuffa nerume, una tasca di
tasca, un "avere" elevato ad "avere", una torre di
stracci. Egoista è ognuno di noi alla corda, è chi
pesta calli, chi sale sui colli, chi vede soltanto nemici, chi
odia i felici, chi blocca la pace, chi mangia menzogne, chi suona
zampogne al mai-nato, è l'eterno zitello, il cocco di mamma, chi manca
d'agganci, di porti e di piste, di lievito e vista. L'egoista è la
prima persona, una vecchia campana che fa sol din, un somaro ragliante
"i - o", una
sete di sete, una seta fasulla, un cavallo di rissa,
una folla di folli fantasmi, una bolla, una balla. L'egoista è
chi è nato da un po', chi ha sempre ragione, chi vive in prigione, chi
ingrassa alla grande, chi sta in prima fila, chi sta dappertutto.
L'egoista è una piena di mare, penuria d'amore, assenza di cuore, una
vista appannata, un mio prepotente, un agente del nulla, una burla di
maia. L'egoista è una svista del "noi"; l'egoista è la
guerra, la lite, la vite che avvinghia ogni cosa, è la casa di
"Io", è una mela…bucata… che viaggia in
"avere", l'egoista è povero d'altri, è solo, solissimo sé.
Dopo questo lungo sfogo sugli aspetti egoici di ognuno di noi, mi sento
meglio, e posso commentare il film. Harry
è uno straccivendolo arrivista, corruttore ed egoista. Billie, sua compagna, è una persona ignorante e prestanome.
Paul è un giornalista assunto da Harry per "svegliare" un po'
Billie. La commedia si snoda fra questi tre personaggi, con l'aggiunta
di un consigliere beone ex detenuto, di un deputato corrotto. Ognuno di
noi si porta appresso questa famiglia di personaggi: Harry, la
terrestrità, la pesantezza; Billie, la sentimentalità terra terra;
Paul, la mente razionale e intuitiva; Jim, l’avvocato , l'astuzia del
corpo. Tutto il gioco si svolge tra i primi tre: Harry vorrebbe
asservire Billie per i suoi sporchi giochi, Paul vorrebbe strappare
dalle grinfie di Harry Billie. O
per meglio dire: in ogni individuo, i due poli, testa e piedi, cercano
di "appropriarsi" del ventre-petto; ovvero: mente e fisico,
lottano per la conquista dei sentimenti. Se vincono i sensi corporali,
l'individuo sarà un ego incarnato; se vince la mente, esso sarà un
altruista, un democratico. Il
denaro è simbolo di potenza per l'egoista, la saggezza è simbolo di
potenza per l'altruista. Ora,
incoraggiati dai continui riferimenti alla storia degli Stati Uniti
d'America, possiamo pure vedere in questa lotta proprio la storia degli
USA, che per conquistare l'indipendenza (anno 1776) hanno dovuto
combattere contro gli inglesi. In questo caso Billie sarebbe la nuova
confederazione di stati venuti su da colonie di europei (inglesi per la
stragrande maggioranza); Harry, rappresenterebbe l'Inghilterra; Paul,
invece, l'elite intellettuale, i pensatori-fondatori della nuova
confederazione: Franklin, Jefferson, Adamns, ecc. Questa ragazza è davvero il primo volto degli Usa, essa, con una caparbietà
assoluta, metro dopo metro, strappa ai territori della sua ignoranza dei
campi su cui piantare semi
di saggezza, allo stesso modo in cui i primi coloni lottarono conttro
avversità di ogni genere. Come un artista, Billie ha cambiato se
stessa, e modellare se stessi è arte fra le più sublimi: il prezzo è
alto, ma le soddisfazioni sono tante: ragionare, sapere, essere
finalmente animati. Qualcuno
potrebbe ritrovare in tale commedia il mito di Pigmalione (re di Cipro e
scultore, s'innamorò d'una statua da lui scolpita e supplicò Venere di
fargli incontrare una donna simile alla sua creazione; Afrodite lo esaudì
dando vita alla statua-Galatea). Ma cosa vuol dirci veramente questo
mito? Riferendolo a tale
commedia, certamente questo: chiunque riesce a scolpirsi secondo i
canoni del bello e del buono, altro non fa che togliere da sé il brutto
ed il cattivo, ma non per appiccicarlo ad altro-da-sé, bensì per farne
polvere di marmo con cui modellare statuine altrettanto belle e
altrettanto buone. Ma forse ci vuole dire anche altro, e cioè che, ogni
artista nel momento in cui "crea" qualcosa di bello, non può
fare a meno di innamorarsi della sua creazione, perché vede lì davanti
a sé la propria bellezza interiore, la propria anima.
Ora, accade che, tra una frase e l'altra, scritte un Sabato
mattina in negozio, entra per chiedere un rullino advantix un'inglesina
con un bel tatuaggio sulla pelle. Allora mi viene in mente che due
possono essere i modi con cui uno può cambiare se stesso: il primo è
quello di operare sulla pelle (abiti, tatuaggi, trucchi,
abbellimenti)…, l'altro è quello di operare nel cuore e nella
testa…
Parallelamente a questo, possiamo dire che due sono le categorie di
Pigmalioni-scultori di se stessi: queeli che fanno un disegno della cosa
da scolpire, ma non scolpiscono un bel niente, e quelli che, dopo il
disegno, scolpiscono il marmo. Come
è possibile constatare, questa commedia è molto stimolante: ci ha
fatto parlare di egoismo, di altruismo, di Democrazia, di Stati Uniti
d'America, di mitologia, di estetica e di etica, ed ora, per ultimo, ci
farà parlare di settarismo, una forma di egoismo collettivo presente in
tante branche di questa nostra società. Il settarismo non è solo
religioso, ma anche filosofico, psicologico, politico, ecc. Esso denota
un totale egoismo, una spropositata attenzione ai propri
"perfetti" principi o indirizzi, procurando nel contempo
assoluta miopia per l'altrui punto di vista. Vere e proprie guerre
ideologiche si scatenano fra correnti filosofiche, politiche,
psicanalitiche. Ogni gruppo è convinto di possedere per intero tutta la
verità, e mentre espone i suoi principi, non manca di mettere in
ridicolo i punti di vista altrui (quando non calunnia
o denigra), trascurando di cercare quel "filo rosso",
come lo chiama Carotenuto, che le lega tutte. Cito spesso questo
autorevole professore, perché lo ritengo persona molto equilibrata. In
un suo lavoro dell' 82 (Discorso sulla Metapsicologia - Boringheri),
cerca proprio di trovare questo filo rosso che, sotto sotto, fa di tante
scuole apparentemente diverse di psicanalisi, un'unica disciplina che si
occupa dello studio della psiche. A nostro parere ci riesce benissimo,
ed attraverso lo studio delle tesi fondamentali di Freud, Jung, Adler,
Perls, Binswanger, Klein,…, riesce a farci
"vedere" come tutte queste tesi siano riconducibili
alle stesse identiche cose.
Voglio concludere riportando un passo di tale libro, che se da un lato
parla di psicologia, dall'altro può benissimo essere preso a modello
per sottolineare il comportamento riduttivistico di chi privilegia una
sola prospettiva, fino al
punto di dare ad essa valore assoluto.
"…Alla radice di queste certezze 'granitiche' non c'è che una
tremenda insicurezza. Più io sono sicuro, più
ho un disperato bisogno di schemi rigidi e totalizzanti. E se
qualcuno mi offre un manuale scritto in maniera apodittica (che non ha
bisogno di dimostrazione), dove tutto è dato per certo, in cui si
spiega ciò che succede senza dare adito a dubbi, e viene detto cosa si
deve o non si deve fare, accetterò con gratitudine e devozione il
regalo insperato, che mi farà sentire finalmente al sicuro
e mi darà l'impressione di avere in mano la mappa del tesoro, le
tavole della legge, le chiavi dell'universo. Sono le trappole della
demagogia: il demagogo, infatti, è colui che fa presa sui desideri
elementari delle masse prospettando facili e immediate soluzioni dove le
soluzioni, se ci sono, non sono né facili né immediate; è colui che
ha pronta una risposta per ogni problema, una certezza per ogni
inquietudine, però non cerca le strade per arrivare alla meta, si
limita a indicarla…non solo sorvola sul cammino da fare per arrivarci,
ma tace il 'trascurabile dettaglio' che quel mondo tocca a noi
edificarlo". Il prof. Aldo Carotenuto, in effetti non fa che
amplificare un pensiero di Jung, ma lo fa molto bene, e noi condividiamo
tutto quello che dice. Nessuno può tracciare un sentiero per un altro,
ognuno deve essere Pigmalione di se stesso, e deve faticare non poco per
scolpirsi, anche se in ultima analisi ognuno di noi è un budda coperto
da tonnellate di marmo-ignoranza: la buddità non è una meta da
conseguire (c'è già), dobbiamo lavorare solo sull'ignoranza, perché
essa è madre-padre di ogni "vizio": solo un ignorante può
essere egoico, 'straccivendolo' (con tutto il rispetto per i veri
rivenditori di stracci), corruttore, maschilista, arrivista, e via
dicendo, perché egoismo è ignoranza.
Grazie
N. M.
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