Piccole donne
Da  RalphWaldo Emerson a Louisa May Alcott

 

Spesso la gente si chiede com' è che fra tanti romanzi, uno riesce, col tempo, a divenire un cosiddetto "classico", mentre tutti gli altri passano presto nel dimenticatoio? Per potere rispondere a tale domanda, abbiamo deciso di prendere in esame il film Piccole donne di Gillian Amstrong tratto dai romanzi Piccole donne e Piccole donne crescono di Louisa May Alcott (1832 - 1888), perché essi, nel loro genere, sono proprio dei classici della letteratura mondiale. Nostro intento è conoscere il pensiero dell'autrice, ma anziché andare a tuffarci in ricerche su di lei, preferiamo attingere direttamente alla fonte dei suoi pensieri. Tale sorgente porta il nome di un pensatore americano molto conosciuto: Ralph Waldo Emerson (Boston 1803 - Concord, Massachusets, 1882), che insime con B. Alcott (padre della nostra autrice), H.D. Thoreau, M. Fuller, proprio a Concord fondò il Trascendentalismo,  una scuola filosofica che si rifà all'Idealismo europeo, al Platonismo e ad una sorta di Panteismo orientaleggiante. Già dunque scorgiamo una prima risposta alla domanda iniziale: dietro "Piccole donne" c'è nientemeno che una scuola filosofica americana. Ma osserviamola più da vicino questa scuola, e accostiamoci allo stesso Emerson. Per fare questo ci serviamo della sua opera più famosa, Natura  ed altri saggi (ed. BUR).
"La più alta rivelazione è che Dio è in ogni uomo". Questa è la prima frase di Emerson in cui ci imbattiamo. A presentarcela è Tommaso Pisanti col suo saggio introduttivo alla suddetta citata opera: "Emerson e il Trascendentalismo". "Quando arrivarono dall'Europa i soffi del romanticismo e dell'idealismo  tedesco…gli sembrava che nelle fredde chiese era come se Dio fosse morto" e che all'interno dell'uomo vi fosse un "Dio in rovina" che attendeva ardentemente di risorgere (Pisanti).
Il progresso della mente umana sarebbe stato il modo giusto per far risorgere tale divinità. Tutti i discorsi infiammanti di Emerson sono un incitamento costante a tale progresso, e la protagonista di Piccole donne, Josephine March, detta Jo, sembra l'incarnazione di tale fervore. Quindi possiamo già distinguere i primi tratti del pensiero della Alcott: esso poggia sulle robustissime basi di una spiritualità non passiva, ma attiva. Ma soprattutto, la mente è diretta da principi trascendenti, da forme trascendentali, da intuizioni dello spirito: gli a priori  di Kant, le Idee di Platone, e perché no, gli Archetipi di Jung. Dal nostro punto di vista, veri filosofi sono tutti quei pensatori che cercano la Verità al di là del fisico, cioè nel metafisico; quella categoria di filofofi, le cui opere hanno contribuito al bene del singolo e della collettività, perché la vera Verità non può che produrre bene, giustizia, santità. Ebbene Emerson (e di riflesso la Alcott) è uno di questi. I suoi discorsi hanno forgiato l'anima di milioni di americani. Se oggi sulle polveri di Marte passeggia un robot a caccia di indizi, il merito è anche di Emerson. Il successo di tale missione spaziale ha fatto esultare come bambini gli scienziati della NASA, ed in quell'entusiasmo si possono scorgere le tracce del fervore emersoniano. Emerson parte dal principio che La Natura è la veste di Dio. Lo stesso Spirito che anima noi uomini, anima pure cose, alberi e animali, l'intera Natura. Se l'America oggi è una grande nazione ricca di cultura, di religiosità, di democrazia, di spirito patriottico, ecc. è anche merito degli Emerson, che hanno insegnato alla gioventù del loro tempo a credere sì in un Dio Trascendente, ma che hanno pure invitato a prendere atto della Sua Immanenza in ogni aspetto della Natura: ritorniamo a noi stessi, stringiamo amicizia con quella "materia" che l'ambizioso chiacchiericcio delle scuole filosofiche vorrebbe invece indurci a disprezzare. Non possiamo al contrario separarcene; l'anima ama la sua vecchia dimora: quello che è l'acqua per la nostra sete, sono la roccia e la terra per i nostri occhi, per le nostre mani e i nostri piedi. E' acqua allo stato solido, è fiamma congelata: quale sanità, quale affinità! (Natura, pag. 39). Se gli americani nel 20esimo secolo sono sbarcati sulla Luna e se nel 21esimo sbarcheranno su Marte, è perché  Emerson ha insegnato loro che vi è una mente comune a tutti gli individui. Chi si immette in essa…ciò che Platone ha pensato, anch'egli può pensarlo, ciò che un santo ha sentito, anch'egli può sentirlo….la storia non è che il resoconto delle opere di questa mente… ogni rivoluzione fu dapprima un pensiero nella mente di un singolo uomo; e quando un identico pensiero s'accende nella mente di un altro uomo, ecco che diventa la chiave per spiegare quell'epoca. (op. cit. pag. 61 e 62). Adesso cominciamo quasi a scrutare l'anima di Jo: a muoverla sono idee come questa, ed il suo movimento sommato a mille, diecimila, milioni di altri movimenti hanno fatto quella incredibile unità che è l'America. Qui non si sta a parlare di politica, anche se la forma estrema di democrazia americana, lo ammettiamo, ci affascina molto per come trova applicazione, e ci fa andare oltre ogni pensiero politico. Per fortuna, ancora oggi, gli ideali esistono e fanno pure la storia. Platone con le sue Idee e Kant con le sue Categorie  a priori forgiano ancora, come ancora viene letto Piccole donne. Opere come questa sono come tutori posti a tutela di alberelli impazienti di crescere in ogni direzione a seconda dei venti che soffiano. Opere come questa sono volgarizzazioni filosofiche che hanno dato la giusta direzione a milioni di bambine e bambini (ma non solo) in ogni parte del mondo.. La Alcott-Jo ha scritto proprio un capolavoro pedagogico, e se la donna oggi è emancipata deve molto a Piccole donne. La vita in casa March, a un occhio disattento può sembrare banale: ragazzette che crescono, madri che educano, pensatori in fermento, società in sviluppo, ecc.- ma la carica che sta dietro a quel semplice racconto è enorme, potentissima, perché ha radici in "alto". Le vite singole dei personaggi formano  intrecciandosi una famiglia archetipica, una famiglia ideale che non si regge solo su ruoli stereotipati, ma su un principio che Emerson sintetizza molto bene in quattro parole: Un uomo è un fascio di interrelazioni, un nodo di radici, il cui fiore e frutto è il mondo.  Ma queste relazioni, questi nodi sono possibili a patto che ogni individualità sia "reale", che ogni uomo sia veramente se stesso ed abbia fiducia nel suo pensiero, nella sua personale propensione. Prima di esser-ci, occorre esser-si (se mi si consente il termine), nel senso che occorre essere se stessi e seguire il proprio pensiero.
La vita che ha animato Platone e Aristotele è la stessa che anima ognuno di noi. Ogni uomo dovrebbe essere sacerdote di se stesso, pontefice di se stesso, filosofo, letterato, poeta, e così via.
Aderire al pensiero di un altro può essere comodo, a volte giusto, spesso produttivo, ma avere il proprio pensiero, scrivere la propria poesia, parlare a Dio (o ascoltarlo) direttamente "con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze" dà la certezza: puoi sentire il tuo cuore parlare o ascoltare, più di quanto possa sentire quello di altri attraverso le loro opere. Certo questo discorso non vuol essere un invito alla solitudine o a disertare le assemblee, ma solo un incoraggiamento a trar fuori da sé (gratis) quanto è possibile trovare al "mercato" del mondo. Emerson ha invitato la gioventù del suo tempo alla creatività, alla riflessione, all'azione, all'amore. Piccole donne va rivolgendo lo stesso invito da generazioni, e forse continuerà a rivolgerlo ancora.
Solo una persona spirituale può dar vita ad un romanzo capace di sfidare i tempi; solo un albero ben piantato supera i decenni o i secoli. Sulla sabbia dell'inconsistenza morale, sulla palude della "ignoranza", non si può costruire nulla di buono. Le cose buone hanno le radici in "cielo" ed i rami sulla terra. Piccole donne è cosa buona, un bell'albero frondoso.
Nel suo saggio "Politica" Emerson dice che Solo quelli che costruiscono sulle idee costruiscono per sempre (op. Cit. pag. 235). La cosa non vale solo per la politica, diciamo noi, ma in generale. Le radici sono quelle, e tutti gli alberi che hanno "terreno" diverso da esse, sono destinati a seccare presto. Piccole donne continua a gettare germogli ad ogni stagione: eccolo ancora lì nelle librerie del mondo, ma soprattutto ecco le sette versioni cinematografiche di esso. La storia delle sorelle March, la storia di Jo, Emy, Meg e Beth, la storia di Laurie e di tutti gli altri personaggi, sono divenute, col tempo, un manuale di crescita fisica, psichica e spirituale. Il film di Gillian Amstrong ha raccontato meglio di tutti gli altri lo spirito del romanzo. Gli attori sono tutti superlativi, perché hanno capito che recitando Piccole donne si assumevano il compito di continuare il discorso avviato da Emerson, a cui "chiediamo" di concludere questo breve scritto:
Affrontiamo e debelliamo la morbida mediocrità, lo squallido accontentarsi dei tempi, e lanciamo in faccia alle consuetudini e ai commerci e ai doveri il fatto, che è poi lo sbocco di tutta la storia, che vi è un grande responsabile Pensatore e Attore che opera dovunque opera un uomo, e che un uomo vero non appartiene ad un altro tempo e luogo, ma è il centro delle cose (op. cit. pag. 103).
E' davvero un peccato che tanti bravi scrittori e registi italiani non scrivano e non girino opere come Piccole donne, ma si lasciano andare a sole opere-denuncia o di satira, che fanno sì riflettere, ma che spesso riescono a dare solo indirizzi politici. Grazie Alcott, grazie Emerson.

 

Vostro Nat.

 

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