Re Lear
(interpretazione
di Franca)
A
proposito di Re Lear Anthony S. Mercatante nel suo "Dizionario
universale dei miti e delle leggende" ed. Newton ci dice che nella
mitologia britannica la sua storia e' narrata nella "Historia regum
Britanniae di Goffredo Monmounth"... e in questa versione della leggenda
re Lear non fu sconfitto dalla malvagita' dei suoi generi e delle sue
figlie. Al contrario, <Lear guido' l'esercito insieme ad Aganippo (suo
genero) e a sua figlia (Cordelia)... combatte' una guerra vincendola
e riportando tutti sotto il suo dominio. Dopo tre anni mori' e Cordelia,
ora padrona della Gran Bretagna, seppelli' suo padre in una camera
funeraria> . ... Il re Lear di Shakespeare e' basato sulle
Chronicles di Holinshed... (che narra piu' o meno la stessa cosa).
Ci chiediamo perche' mai Shakespeare abbia trasformato la leggenda
storica a lieto fine in tragedia. La risposta potrebbe essere
semplicistica: al suo pubblico piaceva piu' il dramma che la commedia;
oppure: dovendo rappresentare la vicenda davanti al re Giacomo VI di
Scozia ( Scozia anche detta Albany), preferiva non narrare la sconfitta
subita dai scozzesi da parte dell'esercito francese (guidato del marito
di Cordelia); o forse: in quel periodo della produzione artistica
(1605-1606) la sua psiche necessitava di una particolare purificazione
interiore tale da giustificare l'assoluta disperazione e l'infinita
pieta' che la sua opera esprime (cosi' definisce "Re Lear" Anna
Luisa Zazo in "Introduzione a Shakespeare" ed. La Terza). Noi avremmo
preferito un finale diverso, ma dobbiamo accontentarci di quello scelto
dal grande poeta; possiamo rielaborare pero' positivamente il viaggio
di autoconoscenza che il vecchio re (lo stesso Shakespeare) percorre,
partendo dalla scelta di abdicare fino alla morte per disperazione,
attraverso la consumazione sacrificale di tutti i suoi vizi per
giungere alla finale "quasi tabula rasa" dell'atto quinto.
Interiorizziamo, come nostro solito, i personaggi della tragedia,
ponendoli sull'Albero Cabalistico. Re Lear, come gia' detto, rappresenta
lo stesso Shakespeare ed e' quindi tutto l'Albero, ma come realta'
concreta su cui si operano le trasformazioni o mutazioni alchemiche,
coincide con il mondo assianico, il Malkuth. L' Albero di Lear e' assai
complesso, sviluppa due vicende parallele che si intrecciano narrando i
rapporti delle sue componenti interiori in lotta, contrasto e
contraddizione; da un lato c'e' la storia del re e delle sue tre figlie,
dall'altro la storia del conte di Gloucester e i suoi due figli.
Iniziamo
col prendere in considerazione la prima storia.
Lear
letteralmente significa "mare", egli infatti e' una vasta, infinita
distesa di acqua (passione) dove la ragione si e' smarrita fin
dall'inizio (si e' perduta la terraferma); ma puo' essere anche
interpretato come (to)Lear(n), che significa "imparare", un imparare
pero' incompleto, mancando appunto la "n". Il Lear della primo atto e'
un vecchio "ego" potente, pieno di vigore, di ricchezza e di autorita';
forse si annoia, per questo s'inventa inopportunamente di dividere il
regno tra le tre figlie, sperando di continuare a godere tutti i
privilegi del re senza doverne pagare il prezzo. Ma nella sua corte, nel
suo "regno", come in tutti i "regni", il Bene ed il male, da lui stesso
prodotti e maturati negli anni, si sono mescolati: il male ha avuto la
preponderanza, le due figlie maggiori sono malvagie: la primogenita,
Goneril [gone = andato; (to) ril(e)= irritare], e' venutata per
provocare l'ira e Regan [re = relativa, gan(g)= ganga], e' un insieme di
forze negative. A Goneril abbiamo attribuito il Geburah dell'albero nero
e al di lei marito duca d'Albany [= di Scozia = (to) Scotch = uccidere]
il Chesed dell'albero nero. A Regan abbiamo attribuito l'Hod dell'albero
nero e al di lei marito, duca di Cornovaglia [= di Corn-(to)wall = che
ostruisce con corna] il Netzach dell'albero nero. Tuttavia nel regno di
Lear, non c'e solo male, egli ha saputo generare anche una figlia buona,
giusta, sincera ed e' Cordelia (= che ha cuore) ed ha accanto a se' un
consigliere fidato, onesto e saggio, che e' il duca di Kent [to Ken(t) =
conoscere, comprendere] e anche, quando ormai, per orgoglioso capriccio
e vanita' offesa, ha diseredato la troppo sincera Cordelia, per merito
della sua bellezza, modestia e virtu' egli acquisisce, quasi
controvoglia, un genero buono e giusto, il re di Francia (= della terra
dei Franchi, dei liberi, dei sinceri). A Cordelia abbiamo attribuito la
sephirah Hod dell'Albero bianco, al marito di lei la sephirah Netzach
dell'Albero bianco, al conte di Kent la sephirah Yesod dello stesso
Albero.
Le due figlie cattive, dopo aver avuto in dono tutto il regno, di comune
accordo, scacciano il padre, che e' costretto a vivere come un povero e
ad andare ramingo in cerca di un rifugio. ... Quando la personalita' si
mette nelle mani dei suoi sentimenti e pensieri peggiori, perde il "regno"
e il controllo di se', a questo punto, pentirsi come fa Lear, e'
salutare, ma non permette automaticamente di riconquistare il regno
perduto.
Prendiamo ora in considerazione la storia del conte di Gloucester [=
(to) glow = splendere, ardere; c(h)ester = portatore di scrigno, di
tesoro]; mentre il conte di Kent, scacciato per aver difeso Cordelia (=
l'amore sincero e devoto) contro la superbia di Lear, pur di rimanere
vicino al suo re, si trasforma in fedele servitore, [anche se ha perduto
il regno, a Lear (a chi vuole imparare ) resta sempre la capacita' di
conoscere e comprendere]; al contrario, il conte di Gloucester, benche'
convinto dell'ingiustizia delle figlie verso il padre, non si pone
direttamente dalla sua parte e cosi' tradisce il re, lasciandolo solo
nella bufera. Bufera materiale della fine del secondo atto, che
corrisponde alla bufera psichica di tutto il dramma. Il portatore di
luce, non ponendosi dalla parte del Bene, mette il suo tesoro a servizio
del male, egli infatti ha ospitato Goneril e il marito e fatto mettere
in ceppi Kent. Per porre in rilievo la sua infedelta' e debolezza
contrapposte alla fedelta' e costanza del conte di Kent, abbiamo
collocato il conte di Gloucester nello Yesod dell'albero nero. Egli,
detto anche Glo-ster [ Glo(w)ster(n)= lucente coda], ha due figli: uno
legittimo, Edgard (= potente con la lancia) e uno illegittimo Edmund (=
custode di ricchezze); il primo e' amorevole, rispettoso, giusto,
corrisponde al mentale intuitivo dell'Albero bianco, il secondo, il
fratellastro, e' traditore, malvagio, demoniaco, corrisponde al mentale
razionale dell'albero nero. Essi sono in lotta tra loro come Bene e
male, il male e' destinato a soccombere, ma la sua sconfitta in questa
tragedia porta all'esaurimento di quasi tutte le componenti dell'Albero.
Un personaggio assai particolare, il Matto, accompagna il re subito dopo
la sua abdicazione; abbiamo collocato il Matto in Daath, perche' egli
rappresenta la Coscienza del re, inascoltata, che tutto sa, vede e pre-vede.
Al folle (Matto) di corte, che scherzando dice la Verita' si aggiunge il
matto per finta: Edgard che, costretto da fratellastro a fuggire per non
essere ucciso dal padre, si fa chiamare Poor Tom [= insufficiente
Gemello (del Matto vero, Daath)], che diventa sostegno di Lear; Edgard
si finge matto per poter aspettare il momento giusto e colpire il suo
avversario, Edmund, con la Lancia della Verita' e della Giustizia. La
finta e protettiva follia di Edgar copre pietosamente quella vera di
Lear: allorche' tutti i "valori" dell'ego, la potenza, l'autorita', la
vanagloria, il timoroso rispetto crollano, all'ego viene a mancare il
piedistallo che lo ha sostenuto per tutto il tempo del suo regno; egli
puo' riacquistare la ragione solo dopo aver ottenuto il perdono e
l'abbraccio di Cordelia, cioe' la riappacificazione del "cuore", del
Tiphereth con la sua realta' assianica, del Malkuth.
Agli intrighi di palazzo, alle passioni di Goneril e di Regan per
Edmund, alla bassezza di Oswald (= difensore della casa), degno
maggiordomo di Goneril, ai tradimenti di Edmund, diamo i significati che
si meritano: sono tutte lotte interne dell'albero nero per la supremazia
di un vizio sull'altro...
La purificazione dell'Albero, la svolta essenziale nella storia, ha
inizio col pentimento di Gloucester: quando questi si pone decisamente
dalla parte del Bene, a difesa del re legittimo e dei suoi diritti,
contro l'ingiustizia e l'avidita' delle ingrate e crudeli sorelle e dei
loro consorti.
Poniamo ora attenzione all'accecamento del conte di Gloucester da parte
di Regan e del marito: perche' tanta crudelta'? Allorche' una sephirah
conquistata dal male sta per tornare al Bene, se non c'e' pronta a
difenderla un adeguato scudo di protezione da parte delle forze positive
dell'Albero, essa viene "spenta", accecata; il servitore che difende il
conte Gloucester perche' da lui allevato, e' inadeguato, e' solo un
servitore, infatti muore senza poter salvare il suo padrone dal
supplizio, ma fa in tempo a colpire il duca di Cornovaglia, che morendo
a sua volta per quella ferita, lascia libero il campo alla reciproca
gelosia delle due sorelle desiderose di accaparrarsi i favori di
Edmund. Inizia cosi' l'autodistruzione dell'albero nero.
Da questo momento gli eventi infatti precipitano: il ritorno di Cordelia
dalla Francia per salvare il vecchio padre, la sconfitta del suo
esercito (quella sconfitta che invece storicamente e' una vittoria), la
cattura di Cordelia proprio quando si e' ricongiunta all'amato genitore,
il duello tra Edgard ed Edmund, la sua ferita mortale, il suo pentimento,
l'inutile tentativo di salvare Cordelia dalla morte gia' comandata,
rappresentano gli ultimi contraddittori conflitti di una psiche in
tempesta: muoiono le due sorelle cattive, muore Edmund, muore Cordelia,
muore Lear, rimangono tre personaggi: il duca di Kent, cioe' la capacita'
di apprendere, ma e' una capacita' ormai vecchia e stanca; il duca di
Albany, che viene recuperato dall'Albero bianco come facolta' di "rinascita"
(= alba di un nuovo giorno); infine il figlio di Gloucester, il figlio
del portatore dello "scrigno", Edgard La Coscienza, Daath, la cui "Lancia"
ha trafitto il Dragone. Questo e' tutto cio' che si salva, ed e'
l'essenziale per un futuro Albero, perche' nell'Albero di Lear, la
colonna di sinistra e' andata completamente distrutta, quella di destra
e' debole, ha una sola sephirah, la colonna centrale ha perduto il suo
Malkuth, la base, e non ha mai accolto il suo Tiphereth ... quindi
rimane solo la speranza di un nuovo Albero, che sappia far tesoro delle
esperienze del precedente.
E noi
intanto .... aspettiamo di occuparci di una nuova storia, meno
catastrofica.
Grazie.
F. V.
ALBERO CABALISTICO
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