Requiem  

 

E’ questo il quarto episodio del film “Kaos”dell’anno 1984 dei fratelli  Paolo e Vittorio Taviani. La storia e’ stata liberamente tratta dalla novella di L. Pirandello pubblicata dal Corriere della Sera nel febbraio del 1913, il suo titolo completo e’: “Requiem aeternam dona eis, Domine!”. Riassumeremo brevemente la vicenda del film e  noteremo le differenze con la novella.
Le immagini di Kaos sono scarne, i volti: maschere, e tutto il racconto esprime mirabilmente la lotta di classe tra la nobilta’ feudale dal potere prevaricante e ingiusto e la profonda umanita’ ormai risvegliata nelle coscienze della gente contadina siciliana che, conquistata con il duro lavoro la terra lasciata incolta dal padrone perche’ lontana, dura, rocciosa e non fertile, vuole ora anche il diritto di seppellirvi i propri morti, cosa che il barone-padrone nega inesorabilmente per non ufficializzare la perdita ormai realizzata di fatto, della terra in oggetto, la terra di Margari. I due registi del film hanno voluto, nella lotta tra i due contendenti (il barone e i margaritani), rendere giustizia al vecchio padre contadino, fondatore della  comunita’ che, moribondo, ha inviato i suoi a chiedere il tanto sospirato permesso di poter essere seppellito per primo nel nuovo cimitero e lo hanno fatto “vincere” con quella furbizia contadinesca che riesce a gabbare l’ autorita’ a servizio del potente; infatti i carabinieri del luogo,  esecutori della legge,  resi superstiziosi e timorosi dalla forza del rito funebre selvaggio e primitivo celebrato dai parenti del vecchio che si e’ finto morto, permettono, costretti dalla sacralita’ della situazione, la sepoltura agognata; invece la novella di Pirandello termina con la disfatta dei contadini che sono obbligati a riportare a casa il vecchio moribondo “gridando e piangendo” mentre la scorta dei carabinieri rimane “al bujo, sotto le stelle, a guardia della fossa vuota e della cassa d’abete, lasciata li’, con quella papalina e quel fazzoletto e quelle pantofole posate sul coperchio” ...

 

 

 

“Requiem” interpretazione di  Franca

In Genesi cap. 23 Abramo acquista per 400 sicli d’argento il campo di Efron con una caverna per seppellirvi Sara sua moglie morta; egli acquista un diritto di proprieta’ in Canaan per “seppellirvi il suo morto” e cosi’ mettere le prime radici nella Terra che il Signore gli ha promesso. In questa novella i Margaritani (da Margherita = perla e da Margashisha, in sanscrito = mese che corrisponde al tempo del nostro Natale, quando la luna entra in Capricorno, mese di dicembre, mese relativo a Krisna - v. B. Gita X, 35), i Margaritani, dicevamo che hanno duramente lavorato per conquistare il loro pezzo di terra e per costruici le loro case,  vogliono avere ora anche il “luogo” per seppellire i loro morti, per mettere definitivamente  radici in quella loro terra e assicurarla ai figli e ai figli dei figli. In questa necessita’ di “seppellire il morto” nella propria terra, che e’ poi la futura Terra Promessa, ritroviamo tutta l’esigenza dell’Iniziato che ha raggiunto la maturita’ della “perla”, di Yesod, della Luna, di tramandare il frutto della sua esperienza  a quella parte di se’ che rinasce,  che si rinnova e che distilla le conoscenze acquisite in una incarnazione per poter ritrovare nella “terra futura” (Malkuth-Yesod)  cosi’ fecondata e fertilizzata, la nuova “messe”, il Nuovo Raccolto, il Figlio, Tiphereth- Daath , la Coscienza.
Nel “sogno” di Pirandello, nella sua novella, il diritto di “seppellire il morto” non viene acquisito, il suo pessimismo, non permette al “vecchio” (al Saggio, al Testimone interiore), di raggiungere il suo scopo; il vecchio non e’ abbastanza determinato: e’ debole e moribondo, i “carabinieri” ( i guardiani della soglia) sono ligi al loro dovere e fedeli al barone e quindi il “mutamento” non avviene, restano solo le grida  e i pianti  dei figli a testimoniare il fallimento dell’operazione.
Nel “sogno” dei fratelli Taviani, nel film, invece l’operazione riesce perfettamente e con molta soddisfazione: il”vecchio” e’ veramente il “Vecchio Saggio” dalla volonta’ incrollabile, i figli sono obbedienti e attivi, i “carabinieri” vengono soggiogati dalla forza del “gruppo” determinato, compatto, magico e sacro e la terra per “seppellire il morto”, anche se non viene comperata al suo “giusto” valore (400 sicli d’argento) come quella di Abramo, viene pero’ conquistata di fatto e di diritto definitivamente.

 

Grazie. F.V.

 

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