Così è se vi pare - di L. Pirandello
Il Signor Ponza, sua moglie e
la suocera, la Signora Frola si sono trasferiti, dopo un terremoto che
ha sterminato la popolazione del paesino del sud dove vivevano, in una
cittadina provinciale pettegola e morbosamente curiosa. Il comportamento
dei tre forestieri e’, a dir poco, strano: il Signor Ponza ha affittato
un appartamentino all’ultimo piano di un caseggiato popolare per la
moglie, che tiene chiusa a chiave, e un quartierino elegante per la
suocera che egli va a trovare tutti i giorni. Questa abitazione e’
contigua a quella del Consigliere della cittadina e “la gente” (a
cominciare dalla moglie e dalla figlia del Consigliere e dai loro amici
e conoscenti) si chiede con curiosita’ esasperata come e perche’ la
madre non possa andare liberamente a trovare la figlia, ma solo vederla
da lontano, e perche’ quest’ultima non esca mai di casa. Dai vari
dialoghi della commedia tra i curiosi, la signora Frola e il genero si
delineano due possibilita’: o lui e’ malato di mente, ossessionato dalla
gelosia per la moglie, o la suocera e’ pazza e crede sua figlia la
moglie del genero, mentre invece questa e’ solo la seconda moglie,
essendo la prima morta. I pettegoli, ruotando intorno alla prefettura,
vorrebbero vedere le “carte”, i certificati di morte e di matrimonio,
ma i documenti ufficiali sono andati perduti nel terremoto e la verita’
non salta fuori. Unico tra tutti che non si unisce al coro dei pettegoli
impiccioni e’ il fratello della moglie del Consigliere, Lamberto
Laudisi, il solo che sa della “relativita’” della realta’ legata alle
persone, al loro modo soggettivo di pensare e di comportarsi; Lamberto
si diverte (e ci fa divertire) a stuzzicare i suoi stessi parenti e i
loro ospiti, esasperando la loro ridicola pretesa di “diritto a
conoscere” i fatti altrui. Ma alla fine la curiosita’ generale rimarra’
insoddisfatta. Chiamata a rendere conto di chi essa “veramente” sia, la
Signora Ponza, vestita di nero e velata dira’: “Io sono si’ la figlia
della Signora Frola - e la seconda moglie del Signor Ponza –si’; e per
me nessuna! Nessuna! Io sono colei che mi si crede”. Cosi’ termina la
“Parabola in tre atti” di Luigi Pirandello in cui egli ha sapientemente
e giocosamente sviluppato la sua tesi che la Verita’, ogni Verita’
resta per l’uomo inconscibile, inafferrabile e che ci si deve
accontentare di verita’ soggettive che mutano al mutare del punto di
vista.
Cosi’ e’ se vi pare -
interpretazione cabalistica di Franca
Eccoci ad interpretare questa
commedia di Pirandello come un ennesimo viaggio iniziatico o risalita
dell’Albero cabalistico. Cominciamo con l’esaminare i nomi dei
personaggi e il loro significato:
Lamberto significa “illustre nella propria terra”; Laudisi, da
laus-laudis, e’ relativo alla “lode del Signore”; Ponza, da ponzare
deriva da “pontare” che vuol dire fare sforzi per partorire; Frola e’
molto simile a “frale” che significa fragile, delicata; Agazzi puo’
essere riportato al verbo “agazzare” che vuol dire “montare in collera”;
Dina equivale ad “amorevole” e Amalia a “laboriosa, attiva” ecc..
Partiamo dal presupposto che Pirandello voglia dimostrare che la Verita’,
qualunque verita’, sia “relativa” e quindi irraggiungibile e che,
quando si cerca di bloccarla, di afferrarla per conoscerla, rimane
“velata” e ambigua; in questo caso, poi, dovendo conciliare gli opposti
(la pazzia del Signor Ponza e quella della Signora Frola) conduce alla
conclusione che pazzi siamo tutti, noi compresi, anzi, noi in modo
particolare, che cerchiamo nelle commedie di Pirandello quello che lui
non ha voluto mettere (ma che forse ha messo non volendo –cosi’ e’ se vi
pare-). Intanto, per restare negli arzigogoli pirandelliani ricordiamo
qui il famoso cartello con su scritto da una parte: “sul retro di questo
cartello e’ scritta una cosa vera” e dietro: “sul retro di questo
cartello e’ scritta una cosa falsa”. Ora noi sappiamo che se lo scritto
1 e’ vero, lo scritto 2 deve essere vero, e per conseguenza l’1
falso... di qui l’assurdo: vero = falso!
Nel mondo della logica, del pensiero razionale una cosa “vera” non puo’
essere anche “falsa”, perche’ vero e falso sono contrari e non possono
coincidere. Ma la realta’ umana dei comportamenti, dei sentimenti e dei
pensieri soggettivi, comprende le contraddizioni e gli opposti, perche’
con-prende anche cio’ che e’ al di sopra della logica .Cosi’ la Signora
Ponza, per l’amore che porta ai suoi due cari e’ disposta a rinunciare
alla sua identita’ personale, alla sua “verita’ oggettiva”: e’ come loro
vogliono che sia, come loro necessitano che sia, per il “bene” di tutti
e tre, cioe’ “figlia” della madre, “seconda moglie” del marito e per se’:
“nessuna”.
Poniamo i personaggi sull’Albero cabalistico e ricordiamo che a monte
della vicenda c’e’ stato un “terremoto”. Che cosa significa per noi
questo? Che la “terra” il Malkuth a cui attribuiamo lo stesso Pirandello,
alias Lamberto Laudisi (= la parte piu’ nobile della terra, destinata
alla lode del Signore), ha subito un scuotimento e tale scuotimento ha
prodotto “questa” commedia. Abbiamo quindi la visione e la conoscenza
dell’Albero, nella parte “nera” delle qelipoth: l’astrale nero formato
dalla psiche pettegola delle donne (Signora Amalia, attivita’ al nero =
indolenza; Dina, amorevolezza al nero = malignita’, con le loro varie
amiche e conoscenti) e il mentale nero formato dai pensieri curiosamente
morbosi e irosi degli uomini (Consigliere Agazzi, Prefetto, Commissario
ecc.). Abbiamo poi lo sviluppo dell’Albero bianco con le Sephiroth: lo
sviluppo di Yesod con la Signora Frola (fragile), di Tiphereth con il
Signor Ponza (ponza-to = partorito - da Pirandello –) e lo sviluppo di
Daath, la Verita’ con la Signora Ponza (ponza-ta = partorita - da
Pirandello -).
Per poter giungere a conoscere la Verita’ finale, cioe’ la Signora Ponza
in cui si incarnano l’Amore coniugale e l’Amore filiale (e potremmo qui
intravedere sia le nozze mistiche sia l’incesto filosofico-ermetico);
l’autore-protagonista deve, a seguito del suo personale terremoto,
scendere nell’interno di se stesso, conoscere tutti i suoi burattini
interiori, pettegoli, egoisti e superficiali, smascherarli come fa
Lamberto, ridere di loro e lasciarli poi con un palmo di naso, compiendo
cosi’ quella purificazione che opera la trasmutazione dell’energia e il
ri-velamento della Verita’, quella Verita’che e’ Se Stessa proprio
perche’ non e’ Nessuna ed insieme e’ Tutto, in quanto e’ al di la’ e al
di sopra degli opposti.
Grazie. F.V.
Albero cabalistico
di “Cosi’ e’ se vi pare”
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