IL
VIOLINISTA SUL TETTO
In
questo film musicale del 1971 con la regia di Norman Jewison e il
protagonista Tevye interpretato da Topol, ritroviamo la commovente e
bellissima storia di una famiglia ebraica di un villaggio della Russia
degli Zar, costretta ad emigrare in America a causa dell'antisemitismo.
"Il violinista sul tetto" e' la metafora del pericolo
di vivere in una situazione di equilibrio precario tra
difficolta' economiche, una moglie bisbetica e cinque figlie da
mantenere e gli amori delle tre piu' grandi, la Tradizione da
rispettare, le idee che cambiano, e
"gli altri" i non
ebrei "che sono la
maggioranza ma che finora...non ci hanno mai dato noia."
All'inizio del film Tevye racconta: " E' grazie alla Tradizione
che ognuno di noi sa chi e' e cio' che Dio si aspetta da lui..." e
la Tradizione dice che il babbo prende le decisioni, la mamma tiene in
ordine la casa e alleva i figli. I maschi vanno a scuola a 3 anni e a 10
imparano un mestiere, le femmine imparano cio' che la madre insegna loro
per poi accudire la casa del marito che il babbo ha scelto...su
suggerimento del sensale di matrimonio".
In casa di Tevye arriva, ben accolta, Yente, la sensale di matrimoni
dello shtetl, il villaggio ebraico di Anatevka; essa propone a Golde,
moglie di Tevye, come sposo per Tzeitel, la lor figlia primogenita, il
macellaio Lazer Wolf, vedovo e anziano, ma uno dei piu' ricchi del
paese.
E' la sera del venerdi', sta per cominciare lo Shabbat, e ancora Tevye
non ha consegnato il latte, perche' il suo cavallo si e' azzoppato; si
reca in piazza: li' c'e Avram
il libraio della comunita' che legge a tutti, rabbino compreso, da un
giornale russo, che in un villaggio vicino tutti gli ebrei sono stati
espulsi e costretti a lasciare le loro case e le loro terre. Nessuno gli
vuol credere, ne' vuol prestare attenzione alla cosa, solo Perchik, uno
studente di passaggio proveniente da Kiev si intromette e sostiene che
bisogna conoscere i fatti del mondo e parteciparvi. A Tevye il giovane
piace e, distribuito il latte, se lo porta a casa per celebrare insieme
la festa dello Shabbat, col patto che insegnera' a leggere la Bibbia
alle figlie piu' piccole in cambio del vitto.
Intanto in casa, Tzeitel, da sempre innamorata del giovane sarto Motel,
povero in canna, cerca di spingerlo a chiedere la sua mano al padre, ma
Motel e' troppo timido e non riesce neanche a parlargli. Dopo il pasto,
Tevye si reca dal macellaio che lo ha fatto chiamare e dopo qualche
equivoco ed esitazione, pensando al benessere di cui potra' godere la
figlia, da' la sua parola per il matrimonio. L'accordo va festeggiato
all'osteria del paese, dove Lazer offre da bere a tutti, anche agli
"altri" e tutti, ebrei e cristiani ortodossi, ballano insieme in
allegria, brindando alla "vita".
All'uscita dell'osteria il commissario della cittadina che lo stima e lo
ha in simpatia, avverte Tevye che presto ci sara', per ordine dei
superiori, una "repressione"
proprio li' in Anatevka, una spedizione punitiva per gli ebrei, ma sara'
una cosa "leggera", senza gravi conseguenze... solo
daneggiamenti. Tevye se la prende col suo Dio , e in uno dei colloqui
quotidiani gli rinfaccia:"Si',
lo so, il popolo eletto siamo noi, ma... una volta tanto, non potresti
eleggerti qualcun'altro?"
La mattina dopo Tevye annuncia a Tzeitel la grande notizia, ma
presto si accorge che tutto e' sbagliato: lei non vuole Lazer; ama,
riamata, il pover giovane sarto Motel con cui e' fidanzata segretamente
da un anno. La Tradizione e' gia' stata infranta: non e' piu' il padre a
decidere del matrimonio della figlia!.. Ma come dirlo a Golde che spera
nelle ricco genero?
Tevye s'inventa un sogno-incubo "giusto" per il carattere
superstizioso della moglie. Ha visto la nonna di lei con tutti gli altri
parenti defunti congratularsi per il matrimonio di Tzeitel con Motel,
mentre lo spettro della prima
moglie del macellaio, terrificante, minacciava di morte la stessa
Tzeitel se avesse osato prendere il posto da lei lasciato... Golde si
convince e il macellaio si rassegna perche' "l'accordo matrimoniale
non era stato completato dalle condizioni".
Nel frattempo Perchik insegnando la Bibbia alle figlie piu' piccole di
Tevye, inizia a fare la corte alla secondogenita, Hodel; e Fyedka, un
cristiano ortodosso di Anatevka, uno degli "altri", fa amicizia con Chava, la terza figlia.
Arriva la sera del matrimonio di Tzeitel e Motel: e' grande festa per
tutta la comunita'. Gli sposi bevono dalla stessa coppa sotto il
baldacchino nuziale; vengono presentati i doni di nozze, iniziano le
danze tradizionali (uomini e donne ballano separati), ma ecco che
Perchik invita a ballare Hodel, che accetta . Scandaloso! Ma poi Tevye
decide di ballare con Golde e Motel con Tzeitel... tutti ballano in
coppia, anche il vecchio rabbino...Un'altra Tradizione infranta! Nel bel
mezzo della festa arrivano "gli
altri". Il commissario ha ricevuto ordini precisi: festa,
banchetto, regali, tutto viene spazzato via dalla violenza e dalla
cattiveria senza ragione.
La scena ora mostra Tevye che tira il carretto del latte di persona
perche' il cavallo e'
ancora azzoppato. Egli colloquia sempre col suo Dio, gli parla dei suoi
guai, ma i guai sono appena iniziati. Perchik e Hodel si fidanzano senza
chiedere ne' il permesso ne' l'autorizzazione al padre: la Tradizione e'
tradita ancora una volta. Ma la difficolta' di spiegare l'amore
della figlia alla moglie fa prendere coscienza a Tevye e Golde
di quanto sia grande il loro reciproco amore mai dichiarato.
Perchik deve partire per un raduno rivoluzionario (domenica rossa del
1905?) ma il movimento fallisce e viene represso nel sangue: Perchik e'
condannato ai lavori forzati in Siberia. Hodel, informata per lettera,
lascia la famiglia per raggiungerlo e sposarlo non appena possibile. Il
padre accompagna la figlia al treno, ma sa che non la rivedra' piu'.
Chava e Fiedka hanno deciso anche loro di sposarsi, ma questo e' troppo
per Tevye: accettare il nuovo strappo della Tradizione sarebbe come
rinunciare a se stesso e non ce la fa. Il no e' assoluto. Chava lascia
la casa e sposa col rito ortodosso il suo Fiedka.
I tempi precipitano, arriva per tutti gli ebrei l'ordine di espulsione
da Anatevka: entro tre giorni debbono andarsene o saranno cacciati con
le baionette. "Non
sarebbe ora che arrivasse il Messia che aspettiamo da tanto, a
salvarci?" Chiede Motel al rabbino, "Si' sarebbe ora, ma
intanto facciamo i bagagli e partiamo!"
Tevye e la sua famiglia andranno a New York dal fratello di Golde,
Motel e Tzeitel li raggiungeranno appena possibile,
la sensale Yente si rechera' a Gerusalemme, il macellaio a
Chicago e Fiedka e Chava in Austria: anche loro emigrano, per non
accettare l'ingiustizia del razzismo. Gli esiliati escono dal paese
sotto l'occhio cupo, addolorato e inquieto del commissario russo.
Ma il viaggio sara' duro, lungo e faticoso per tutti e nessuno di loro
sa che cosa l'aspetta veramente dietro l'angolo; con loro va anche il
violinista che e' sceso dal tetto per seguirli.
Il
Violinista sul tetto - interpretazione di Franca
Gia' il titolo
indica la contraddizione logica del fatto: il tetto con la sua forma ad
angoloide e'un luogo
inadatto alla stabilita' e un suonatore di violino dovrebbe badare alla
musica e non all' equilibrio dei suoi piedi: insomma riuscire a suonare
un violino su un tetto e' come tentare la quadratura del cerchio o la
conciliazione degli opposti. L'Ebreo errante in genere,Tevye in
particolare, malgrado tutto, ci riesce bene, tanto che il violinista gli
si incolla addosso e non lo lascia nemmeno quando va in esilio, lo segue
come ombra (o forse come Luce) e con lui gioca e danza all'infinito,
cercando sempre il tetto giusto su cui esibirsi. Da quello che sappiamo
dalla storia fino al 20esimo secolo e oltre, ancora oggi Israele
(soprattutto nel senso di Colui che lotta con Dio) se lo porta sempre
appresso.
Cominciamo ad esaminare i nomi dei personaggi del film per
interiorizzarli e renderli simbolici e per poi porli sull'Albero
Cabalistico come Sephiroth: Tevye potrebbe derivare da Tebie, Tobia ( =
Bonta' di Dio), ma per
assonanza, potremmo farlo derivare da Ottavio = ottavo e avrebbe in se'
il significato di 7+1 (8) di colui che ricomincia come nell'ottava
musicale, ricomincia da capo, ma un'ottava piu' in su (o piu' in giu').
Oppure potremmo ritrovarci il significato della parola inglese
thief = ladro e avremmo cosi' l'archetipo della mitologia greca
del ladro del Fuoco sacro, Prometeo, che viene punito da Zeus; come pure
l'archetipo di uno degli
otto ladri della mucca sacra del saggio Vasistha, Bhisma, eroe del
Mahabharata, che viene condannato a causa della sua colpa a vivere sulla
terra. Tevye, (avendo rubato la mucca sacra) distribuisce il
"latte" della sua saggezza a tutta la comunita', la nutre come
una madre i figli, col
latte, perche' la comunita' e' sua, gli appartiene nel senso piu'
letterale: la comunita' e' l'Albero di Tevye. E non si puo' dire che
egli "rubi" il mestiere al rabbino, perche' in realta' ci
sembra molto piu' rabbino del rabbino: i suoi colloqui familiari e
diretti col Signore dell'Universo lo rendono vero e unico sacerdote di
se stesso. La moglie di Tevye si chiama Golde e non puo' che
relazionarsi all'oro dell'alchimia, anche se ancora da purificare. Golde
e' la materia dell'Opera, il cuore di Tevye, la sua contro-parte
femminile, la sua anima, la Divina Shekinah, colei che ha generato le
sue cinque figlie. Le figlie di Tevye rappresentano le sue qualita' piu'
preziose, (della colonna di sinistra dell'Albero) di cui le prime tre
sono la fedelta' (Tzeitel= momento di Dio), la liberta' (Hodel =
Splendore di Dio), la rigenerazione (Chava = Eva, che da' vita). I tre
figli acquisiti (i generi) ci portano Motel alla Parola di Dio (Mot-El),
e quindi al Verbo, al Cristo; Perchik alla Pietra (Perchik = Pietro,
Pietra d'angolo, vittoriosa sul male); Fiedka alla Pace (Fiedka =
Federico = portatore di Pace) qualita'
della colonna di destra dell'Albero, complementari di quelle
della sinistra. Yente potrebbe derivare da Giacinta ( = fiore) o da
Iolanda ( = con lo scudo); Lazer (= Eleazar = Dio aiuta) e Avram ( =
Abramo = padre eccelso); questi tre nomi, ancora qualita' interiori
dello stesso Tevye, verrebbero ad essere i mezzi (della colonna centrale
dell'Albero), con i quali egli, attraverso successive tappe, percorre i
sentieri che lo portano all'abbandono di "Anate-vka"
= separazione - piccola (dal Se'), per avviarsi verso New York (
= la Citta' Nuova), la Citta' della Liberazione, la Gerusalemme Celeste.
Al gran passo e' spinto
dagli "altri", altri che rappresentano il male, l'altra
parte di Anatevka, quella formata dall'albero delle qelipoth, che agisce
per ordine dello Zar o Csar
= Cesare = (capo, guida, ma invertito di valenza), che taglia, (
= da caedere) che ferisce, che separa (dal Se'), anche se in Anatevka,
finche' non si sviluppano le tre qualita' fondamentali di Tevye, le tre
figlie, e queste non si completano con i loro mariti, si
vive da poveri, ma senza grandi problemi. La vicinanza
con le forze negative, nella mescolanza di virtu' e difetti
e' possibile solo fino ad un certo punto. Il matrimonio del
Momento di Dio (Tzeitel) con la Parola di Dio (Motel) scatena le forze
dell'Avversario (la repressione). L'unione della Vittoria (Perchik) con
lo Splendore di Dio (Hodel)
anche se conduce all'esperienza della solitudine, (Siberia) rende
Tevye consapevole dell'Amore. La volonta' di rigenerazione e di rinnovamento (Chava) unito alla
possibilita' di Pace (Fyedka) gli permette di lasciare il vecchio mondo
per il Nuovo Mondo, anche se sa che la Meta e' ancora lontana, la Via
lunga e il Sentiero difficile, ma la musica del Violinista
l'accompagna.
Grazie.
F.V.
Albero
Tevye e Golde
TEVJE:
Tebie=Tobia Bonta' di Dio. Ottavio=ottavo. Thief = ladro. GOLDE, sua
moglie: Oro da purificare, Shekinah.
TZEITEL, sua figlia: Momento
di Dio. Fedelta' . MOTEL: Parola di Dio.
HODEL, sua figlia: Splendore di Dio. Liberta'. PERCHIK: Pietro, Pietra
Angolare. Vittoria.
CHAVA, sua figlia: Eva = datrice di Vita. Rigenerazione. FYEDKA:
Federico= donatore di Pace.
AVRAM: Abramo = padre eccelso. LAZER:
Eleazer = Dio aiuta.
YENTE: Giacinta = fiore, ruota. Iolanda = che ha lo Scudo.
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