Amore e psiche (MAURIZO)
Piu' che tentare di interpretare - sia pure a "modo mio" il mito, vorrei prendere spunto soltanto dal suo "titolo": infatti sento che per me, attualmente, sarebbe troppo difficile intraprendere il compito di svelare i significati nascosti o rintracciare le complesse e labirintiche analogie simboliche di un racconto gia' di per se piuttosto intricato. Avverto, piuttosto, come un bisogno di sintesi, focalizzando soltanto pochi concetti: mi basta una riflessione sui due termini "amore" e "psiche" e sul possibile rapporto fra loro all'interno di una dialettica di opposizione complementare. Se "psiche", dunque, sta ad indicare complessivamente le componenti della percezione e dell'elaborazione del mondo, componenti estremamente cangianti e legate a fattori "karmici" personali e in continua metamorfosi, l'altro termine, "amore" o "eros", rappresenta la spinta verso una dimensione piu' ampia e universale. Riconoscendo, inoltre, fra le pulsioni fondamentali "Bios" come quella che favorisce la nascita e l'esistenza individuale e "Thanatos" come quella che conduce all'estinzione o alla dissoluzione in una totalita' indifferenziata, "Eros" viene ad essere l'unica pulsione positivamente diretta verso l'altro-da-se, con la valorizzazione reciproca sia di se che dell' altro. In Bios, insomma, emerge l' autoaffermazione, l' istinto di sopravvivenza, anche in contrapposizione con l' ambiente o negando l'altro-da-se; in Thanatos v'e' invece un autoannullamento a beneficio della realta' estranea all'io. Quando l'Eros e' "contaminato" da Bios, puo' ingenerarsi una tendenza al narcisismo autoerotico; quando e' commisto a Thanatos si ha la seduzione distruttiva, la fascinazione ipnotica, l'"attrazione fatale" in cui si abdica alla propria integrita'. Un Eros puro, al pieno delle sue facolta' e nel significato piu' vasto e maturo possibile, e' invece in grado di operare nella direzione di una autentica e contemporanea valorizzazione di se e dell'altro o degli altri, in un contesto di rispetto, scambio, aiuto reciproco, crescita nella direzione di una totalita' che comprenda e abbracci tutti i termini e i soggetti implicati nel rapporto. L'amore e' fattore di unione vera, di trascendimento delle opposizioni, di reale complementarieta' orientata in senso uni-versale, dove la psiche individuale trova unificazione pur rimanendo nella differenziazione poliedrica del reale. Naturalmente tutto quanto anzidetto e' da riferirsi, in armonia con l'ottica del C.I.S., non tanto ad una analisi delle componenti psicologiche e "erotiche" nel significato comunemente loro attribuito, quanto piuttosto ad una connotazione "religiosa" nel senso originario, quello di "religio"- legame, unione spirituale fra microcosmo e macrocosmo. In questo senso l'Eros e' proprio lo slancio divino e maturo della totalita' consapevole, capace di abbracciare l'universale e il particolare, il prisma e ognuna delle sue sfaccettature, dando ad ogni elemento pari dignita' e legittimita' . Rileggendo quanto ho scritto, a questo punto mi verrebbe quasi da"interpretare" il mito, riuscendo a vedere in ogni fase della vicenda della Psyche-Anima una tappa verso questa universalita' dell'Amore che e' anche consapevolezza, allargamento della coscienza: da un minimo di comprensione dell'Eros, da una sua percezione ancora "occultata" o parziale, attraversando una serie di sofferenze, prove, errori, discese agli "inferi", fino al raggiungimento dell'immortalita', cioe' dell'illuminazione e della integrazione. La vicenda e' anche, naturalmente, in parallelo con quella di Lucio dell'"Asino d'oro" di Apuleio che, alla ricerca della saggezza (la metamorfosi in gufo), finisce col passare prima per una serie di peripezie o di prove iniziatiche (?) e di confronto con la propria "animalita'" (ignoranza), di cui la storia di Psyche e Amore e' il senso piu' profondo, l'insegnamento di base. Il tutto, poi, arricchito da una serie di personificazioni femminili della Madre-Vita: streghe, serve piu' o meno fidate o ingannatrici, fanciulle, dee e, infine, Iside stessa; come a dire che la vita e' multiforme, e' tenebra e luce, e' menzogna e verita' salvifica, e per comprenderla pienamente bisogna sperimentarla, combattere molto e, infine, "consacrarsi" ad essa, al suo senso profondo. Comunque, a questo punto, per non complicare ulteriormente le cose, e' davvero meglio che qui mi fermi... |