Il mito
"Il pomo della
discordia" e "Il giudizio di Paride"
Come al solito,
consideriamo questo mito alla stregua di un sogno e come tale lo
interpretiamo, interiorizzando tutti i personaggi e considerandoli come
componenti interiori di una personalita` che sta per affrontare un
momento assai difficile, quello della morte, della disgregazione, del
riciclaggio. Noi da questo 'sogno', come da tutti i miti che abbiamo
interpretato, cercheremo di
trarre un qualche
insegnamento per noi stessi e per gli altri. L'Albero cabalistico che
riassume e fotografa questo mito ci mostra una situazione decisamente
drammatica: il Fato ha stabilito che la personalita` in Malkuth (Regno),
in questo caso 'Troia', citta` ricca e popolosa, a causa della sua
avidita` e mancanza di comprensione verso i popoli vicini, deve essere
distrutta.
(E`
cio` che ci dice il narratore - v. ns/ copione teatrale pag. 2
www.teatrometafisico.it
teatromitologico). Ora la domanda e` questa: e` possibile
'salvare' questa citta` dalla rovina? Cominciamo ad esaminare i personaggi che
abbiamo posto sull'Albero. Zeus (= che da` vita, oppure cielo
splendente), relativo alla sephirah Chesed (Giustizia), dovrebbe essere
il sovrano giusto e misericordioso che governa dei e uomini, invece qui
pensa solo a soddisfare i suoi capricci del momento, e se vi rinuncia,
seguendo il consiglio di Temi (= ordine), e` solamente per non perdere
il potere. Che la sua avventuretta mancata porti al matrimonio combinato
da Chirone (= abile con la mano, guaritore) di Teti (= nutrice) con
Peleo (= il fangoso) gia` preannuncia che la 'cura' sara` peggiore della
malattia, e che l'albero che ne nascera` sara` tutto capovolto. Ma
seguitiamo ad esaminare gli altri personaggi del mito. Era (= signora,
protettrice), la consorte di Zeus, relativa alla sephirah Geburah
(Forza), dovrebbe proteggere il matrimonio, la casa, la colonna di
sinistra, invece si lascia coinvolgere in una gara di bellezza
assolutamente inutile e ridicola, mancando cosi` di serieta` e coerenza.
Atena (= regina del cielo) dovrebbe rappresentare il fiore
dell'intelligenza paterna con in piu` la disciplina di una volonta`
ferrea indirizzata verso la saggezza, e per questo la dovremmo collocare
insieme a Zeus sulla sephirah Chesed, invece, per non essere da meno di
Era, raggiunge il primato della confusione e insipienza; dice di
combattere per 'il buon diritto', di proteggere la pace, di vigilare
sulla salvezza della citta` e... si adopera con ogni mezzo per condurla
alla guerra e alla distruzione. Arriviamo ora ad Afrodite (= nata dalla
spuma): come dea della bellezza non potrebbe che essere collocata sulla
sephirah Tiphereth (Bellezza, Armonia), e sicuramente un premio che
ratifichi la sua specifica qualita` dovrebbe essere suo per diritto, ma
il pomo offerto da Eris (= rissa, litigio) a Zeus 'per la piu` bella',
rappresenta il pomo della discordia, che e` proprio l'opposto
dell'Armonia, e viene
quindi assegnato quale
premio non per la 'bellezza', ma per la 'bruttezza' (dell'animo),
inoltre viene conferito a pagamento di una ricompensa basata sul
tradimento e l'infedelta` di una mortale, Elena (= luminosa) in realta`
una irresponsabile, non padrona dei suoi sentimenti perche` in balia di
un Eros
capovolto. E arriviamo
ad Ermes (= riferisco, annuncio). Certo egli e` solo un 'messaggero' e
per sua natura va collocato in Hod (Splendore), ma anche lui in questa
situazione qualcosa di negativo ce la mette: ci mette una buona dose di
malizia e il rifiuto di consigliare per il meglio il povero Paride (=
che lotta). Esaminiamo ora il nome della citta` di cui stiamo parlando:
Troia etimologicamente deriva da Tros, padre di Ilo, il fondatore; nella
radice di questo nome c'e` il significato di ferire, penetrare, ma da
sempre il significato allegorico di 'troia' e` 'prostituta', donna di
malaffare; per trasposizione potremmo definire Troia come 'Babilonia' o
'Sodoma' o 'Gomorra', le citta` del peccato e del vizio.
A questo punto
possiamo rispondere alla domanda che ci siamo posti. E` possibile
salvare Troia? No, non e` possibile. Come detto in Gn.18, 16-33
- v. ns/ commento in
www.taozen.it
testi sacri - il destino delle citta` corrotte in cui non ci sia nemmeno
un decimo sano, e` solo la distruzione. Malgrado la sua fine sia gia`
decretata, tre sono i tentativi (inutili) fatti per salvare in estremis
Troia dal suo destino: il primo e` dei due indovini che chiedono a
Priamo di sacrificare il neonato Paride, l'altro e` dei fratelli Ettore
(= il forte) e Deifobo (= il terrore dei nemici), che tentano di
ucciderlo con la spada quando, ormai sotto la protezione di Afrodite, si
reca a Troia per essere riconosciuto principe. Ma questi due tentativi
vengono vanificati dall'attaccamento di Priamo (= il riscattato, che
nell'albero capovolto diventa 'lo schiavo')
e di Ecuba
(= che va lontano, che
nell'albero capovolto diventa 'che resta ferma') per il loro 'figlio',
Paride (= bisaccia) contenitore della miccia scatenante la deflagrazione
del male antico della citta`. Il terzo tentativo infine e` compiuto da
Enone (= regina del vino) che cerca di trattenere l'amante col suo
affetto e la sua devozione... Ma cosa puo` una debole ninfa contro tutti
gli dei coalizzati? Nulla. Cosi` Paride si reca a Sparta per rapire la
bella Elena e compie cosi` la sua missione di 'distruttore' della citta`
condannata. (cfr. commento a 'Dogville' -
www.taote.it
cineforum)
Grazie. F.V.
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