SOCRATE

 

Omero la pensava come spirito,

fantasma che abbandona l'uomo morto

e gira inconsapevole per l'Ade,

come una larva che mete non ha.

Per gli Orfici era soltanto un Demone

ch'espia in noi la colpa in "io" dormente;

pei fisici, momento del principio;

per i poeti un indeterminato.

 

Per Socrate Psiché è più importante:

essa è la nostra coscienza pensante;

l'anima nostra è un "io consapevole",

ripieno d'intelletto e di morale.

 

Anima come coscienza,

anima come "io",

dell'uomo fa quell'essere

che rassomiglia a Dio.

Conoscere se stessi

non è saper del nome

oppure della soma,

ma esaminarsi dentro

e imbattersi nell'anima.

 

Se curi solo il corpo,

non stai guardando te:

ti curi veramente,

se curi Psiché.

 

Conosco l'anima,

ne sono medico,

perciò vi educo

finché Psiché

diventi bella.

 

L'essenza è l'anima,

che quando opera,

nel corpo semina

la verità.

 

È cosa abominevole

chi è senza autodominio,

chi resta prigioniero

dell'animalità.

Vivrà come il Caradrio,

selvaggio alato antico,

che mentre mangia evacua

per la voracità.

 

In me si manifesta qualcosa di divino:

mi dice di non fare quello che sto per fare,

e non mi dice mai fai questo o quello.

Il Daimonion del Cielo è un privilegio,

che porta l'uomo lì, oltre l'umano.

Non è frutto di  vino,

non è mio personale:

è solo evento fatto di buon Sale,

Voce che dice al buono:

quello è bene.

 

Vero filosofo è chi sa

che la Sapienza nell'anima è di già;

chi sa di non dovere niente dare,

se non la spinta a farla partorire.



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