TUTTO PER BENE
Questa commedia, tratta
dall’omonima novella del 1906, e’ stata rappresentata per la prima volta
a Roma dalla compagnia di Ruggero Ruggeri e noi la rivediamo in una
edizione RAI del 1967 con la regia di Anton Giulio Maiano, protagonista
Renzo Ricci e con la partecipazione, nella parte di Palma, dell’attrice
Raffaella Carra’ allora giovanissima e molto brava. Il primo atto e
parte del secondo risultano piuttosto difficili e chiassosi, ma il resto
della commedia e’ molto avvincente e penetrante e il finale con il
bravissimo Ricci e’ davvero risolutorio e equilibrato, come un cerchio
che alla fine si chiude formando una figura perfetta.
Tutto per bene interpretazione di Franca
Consideriamo questa commedia,
come al solito, un “sogno” di L. Pirandello e tutti i personaggi come
suoi “burattini interiori” e iniziamo a vedere come lo sviluppo della
vicenda conduca da uno stato di disordine {tutto l’albero, tutti i
burattini “sanno” della situazione irregolare di Martino (= signore
della Casa), meno lui} ad una situazione regolare, giusta e liberatoria
e, alla fine, veramente ordinata (“tutto per bene”). In questo Albero la
colonna di sinistra e’ alterata: la nonna, ha tradito il marito Bernardo
(= forte come l’orso) ed ha avuto un figlio, Carlo (= valente, ma al
contrario, insulso e vanesio); Giulia (sacra a Giove, relativo alla
Giustizia) ha tradito il marito Martino con il deputato, poi ministro
Salvo (=che salva, ma al contrario, che perde) ed ha avuto una figlia,
Palma (= relativa alla settimana santa, domenica delle palme, e quindi
alla Pasqua di Liberazione), Palma e’ appena sposata con Fausto (=
relativo all’oro), ma si e’ gia’ accorta che le sue parole sono “sciocche,
senza nessuna realta’!” (v. inizio atto II) e con il conte Veniero
(= bello, da Venere) che gira sempre per casa, gia’ si intravede come
potrebbe seguitare la storia...Pero’ la rivelazione di Palma, dopo il
matrimonio, al “finto” padre:”Ma no, finiamola una buona volta questa
commedia! Ne sono stufa! Tu sai bene che mio padre e’ lui (il Manfroni)
e che io non debbo chiamare cosi’ altro che lui” rompe il falso
equilibrio della situazione, gia’ incrinato dalle acute osservazioni di
Gina (= combattente), la dama di compagnia a servizio di Palma. La
verita’ sconvolge la mente e il cuore di Martino: “E dove sono stato
io?... Come sono stato?... Oh Dio! Ma allora non sono stato mai nella
vita, io..” . Il secondo atto termina con la presa di Coscienza del
protagonista (Martino= Pirandello):”Nulla tu per me, nulla io per te,
piu’ nulla. E se sapessi come me lo sento addesso, tutt’a un tratto, che
sono tanti anni, di questo nulla!” Qui, al risveglio dall’illusione,
alla conoscenza del “nulla esistenziale” nasce il vero Martino, il
“padrone di casa”. Ora tutti i burattini vengono travolti dal caos,
tutti temono per la loro realta’, soprattutto il senatore Salvo che,
ombra di Martino, dovra’ cedere la cosa a cui piu’ teneva, l’affetto e
la devozione di Palma, che e’ si’ sua figlia, ma e’ soprattutto figlia
di Giulia, colei che ha riscattato col suo pentimento e con la morte il
tradimento dell’onore e della fedelta’ coniugale. L’amore incondizionato
di Palma per quel padre disprezzato ingiustamente e ferito e umiliato,
obbliga anche Flavio a riconoscerlo come “padre”, imponendo il nuovo
“ordine” del “tutto per bene”.
Grazie F.V. |