Orfeo
ed Euridice
Prima
faremo un breve sunto del mito, poi passeremo alle interpretazioni di
esso.
Orfeo era figlio di Apollo e di Clio (musa della storia, raffigurata con
corona d’alloro, e con nelle mani una tromba ed un rotolo di
pergamena).Con la musica della sua cetra (dono di suo padre)
affascinava cose, animali, uomini, dei; riusciva persino a
fermare il corso dei fiumi.
Pare abbia partecipato anche alla spedizione degli argonauti.
Euridice, sua promessa sposa, il giorno delle nozze, per sfuggire alle
insidie di Aristeo, figlio di Apollo e della ninfa Cirene, fu punta ad
un piede da un serpente e mori’. Dopo la sua morte, Orfeo
scese
all’inferno, e grazie al fascino della sua musica riuscì a farsi
ridare la sposa dalle divinità ivi preposte; unica condizione era di
non voltarsi a guardarla lungo la strada del ritorno. Ma la sua
debolezza lo tradì, si voltò e perse la sua compagna per sempre.
Rimasto solo, divenne triste e misogino, e per questo fu odiato dalle
Baccanti e dalle Menadi, dalle quali, nel corso di un’orgia
dionisiaca, fu ridotto a brandelli e sbranato. Le muse ne seppellirono i
resti, tranne la testa che fu portata a Lesbo dal mare, e poi collocata
con la sua cetra fra le
costellazioni.(Per questo e per tutti gli altri miti faremo riferimento
al “ Dizionario mitologico” di
Decio Cinti nell’edizione
della Sonzogno).
Veniamo ora ad una prima interpretazione del mito.
Orfeo,
come figlio di Apollo, divinita’ solare, e’ relativo alla sephirah
Tiphereth (= Bellezza, musica e canto); Euridice,
come sua promessa sposa e’ relativa alla sephirah Yesod (=
Fondamento, Luna), a lei spetterebbe di diritto sposare il suo Sole, ma
Aristeo, pure figlio di Apollo, ma non spiritualizzato ( si occupa solo
di cose “terrestri”:latticini, miele, ulivo ecc.), vuole possederla,
vuole per se’ l’energia Yesodica …il morso del serpente “salva”
Euridice da Aristeo, ma il veleno, non contrastato da un antiveleno ne
provoca la morte: Euridice e’ prigioniera dell’ Ade. Orfeo, con la
sua musica prova e riesce ad ottenere la risalita di quell’energia ( c’e’
dunque in questo mito la potenzialita’ di “compiere l’Opera”),
ma all’ultimo stadio, per impazienza, per voler ottenere il risultato
troppo presto, per sfiducia verso gli dei che pure l’hanno favorito,
per la scarsa coscienza del
principio femminile che “segue” ma non “sa”, per la errata
posizione del
Mercurio che segue la Luna dietro il Sole e invece dovrebbe stare
nel “mezzo”…l”Opera” non riesce.
Tutto perduto? No. C’e’
un rifiuto di tramutare la forza Solare Apollinea in forza Dionisiaca:
si rimane fedeli alla luce “bianca” e il “sacrificio” di Orfeo
ed Euridice, permette di raggiungere una forma di immortalita’
diversa, ma pur sempre valida: l’unione finale
Sole-Luna, avviene nel cielo tra la testa di Orfeo e la lira, nel
simbolo che graficamente rappresenta il Mercurio dei Saggi.
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