Astrologia: un’interpretazione di Maurizio
Così come nella nostra tradizione occidentale è esistita in passato
un’Opera Alchemica tendente alla conoscenza di sé e alla realizzazione
del Sé, ritengo probabile che sia esistita anche un’Opera Astrologica
con le stesse finalità. Le due discipline, anzi, si sono spesso fuse
oppure hanno utilizzato simboli, segni e concezioni comuni. Per questo
motivo può essere interessante cercare di rintracciare le possibili
valenze misteriche dell’oroscopo al di là delle ben conosciute
interpretazioni da rotocalco. A questo fine mi sembra utile lo schema
cabalistico, in quanto tradizionalmente associato in occidente con la
ricerca esoterica, anche in ambiti diversi e ulteriori rispetto alla sua
origine nell’ebraismo mistico. In tale schema esiste un’associazione
conclamata fra i sette Pianeti classici dell’Astrologia e le Sefiroth,
mentre lo Zodiaco nella sua totalità è generalmente attribuito alla
Sefirah Chokmah, simbolo stesso del Cielo e delle forze creatrici. Alla
Sefirah Da’ath non sono attributi Pianeti dalla Tradizione, essendo essa
‘occulta’, nascosta. Così neanche a Kether, la Corona di tutto lo schema
sefirotico, mentre Malkuth rappresenta la Terra.
Plutone Da notare che: A Da’ath è identificabile con l’Ascendente dell’Astrologia: quest’ultimo in un Oroscopo riveste un’importanza fondamentale perché è il punto a Oriente da cui sorge il Sole nel giorno della nascita. L’Est è la direzione simbolica verso la quale ci si volge per accogliere la luce interiore e, in particolar modo nella speculazione delle mistica ebraica, può legarsi con il Piano dello Spirito, delle Cause Prime, l’Atziluth, e con la sua ‘Porta’ coscienziale Da’ath. Plutone, in Astrologia, rappresenta i grandi movimenti di massa, le forze collettive trascinanti, potenti, condizionanti. Ad esso sono associabili intere epoche con le mentalità umane correlate. Perciò l’attribuzione di Malkuth è significativa, essendo la Sefirah più ‘esterna’, la meno individualizzata, in cui la consapevolezza di sé è potenziale ma non attuale. Un’altra attribuzione ‘esoterica’ di Malkuth – perfettamente in linea con quanto detto - è quella che la accosta al chakra Muladhara dello yoga, il ‘chakra radice’ nel quale dorme il serpente Kundalini, energia della Terra e forza potenziale del Risveglio. Nettuno può essere una metafora di Kether quale divinità del ‘Mare’ della manifestazione cosmica. Il Tridente, attributo simbolico del dio, riproduce con esattezza l’Albero della Vita, paragonabile anche alla colonna vertebrale centrale con le due colonne laterali delle energie maschili e femminili: Sushumna, Pingala e Ida dello Yoga. Urano è, nel suo significato proprio, il ‘Cielo’ ed è la positiva rappresentazione delle forze creatrici, come anche dell’intero Zodiaco che la Tradizione attribuisce alla Se firah Chokmah. All’opposto a Binah viene - sempre dalla Tradizione - associato Saturno, simbolo della limitatezza, della concretizzazione delle energie celesti nel rigore di una forma tangibile e ‘terrestre’.La domanda che può sorgere, a questo punto, è: quale posto dovrebbero occupare in questa interpretazione i 12 segni zodiacali? Essi, originando da Chokmah, vanno a formare i ‘quattro elementi’, che sono l’Albero stesso con i suoi quattro livelli. Essendo 12 non sono direttamente relazionabili con le 10 Sefiroth, però possono associarsi agli anzidetti quattro livelli - a seconda dell’elemento corrispondente - a gruppi di tre, proprio in accordo con quanto insegna l’Astrologia. Questa disciplina, infatti, per ogni elemento, suddivide i segni in tre diverse tipologie: Cardinali, Fissi, Mutevoli. Secondo me i segni Cardinali – chiamati in questo modo perché legati ai ‘cardini’ del ciclo annuale, i solstizi e gli equinozi – sono espressione della Colonna centrale dell’Albero, quella delle grandi sintesi energetiche. I segni Fissi rappresentano i culmini delle quattro stagioni, i momenti ‘forti’, mentre i Mutevoli ne sono le fasi discendenti, dove le caratteristiche stagionali si indeboliscono per cedere il passo alla trasformazione: perciò i primi, più ‘ yang’ e maschili, sono correlabili con la Colonna di destra, mentre i secondi sono più ‘femminili’ ed espressione della Colonna di sinistra. Allora abbiamo: FUOCO Piano Atziluthico
ARIA Piano Briahtico
ACQUA Piano Yetzirahtico
TERRA Piano Assiahnico
A questo punto c’è da fare un’osservazione: i significati astrologici fondano principalmente sui transiti dei 10 pianeti nei 12 segni. Ad esempio, il Sole può trovarsi in Ariete, in Toro, in Gemelli, eccetera. Così anche la Luna, Mercurio, Venere e via dicendo. Ognuno dei pianeti identifica un dio dell’antichità greco-romana o, comunque, del mondo antico. Questi dei, a loro volta, corrispondono simbolicamente ad impulsi fondamentali dell’animo umano, a forze e pulsioni archetipiche. Per esempio, Marte è incontestabilmente legato all’aggressività, Venere alla passione e alla fascinazione d’amore. Se Marte si ‘incarna’ – un pò come gli dei dell’induismo - nell’Ariete piuttosto che nella Bilancia, ciò conferirà all’aggressività delle caratteristiche piuttosto che altre: nel primo caso avremo un impulso marziale intensamente combattivo, nel secondo caso una sublimazione di detto impulso verso attività di mediazione e di confronto paritario, come nel dialogo. L’interpretazione che associa pianeti e segni all’Albero cabalistico può conferire ulteriori specificazioni ai significati puramente psicologici della disciplina astrologica, dando la possibilità di rintracciarvi delle descrizioni di tipo iniziatico. Nell’Astrologia classica i pianeti hanno rapporti tra di loro che sono in relazione con la loro posizione sulla mappa del cielo natale, che è un mandala circolare: si hanno relazioni di ‘opposizione’ se i pianeti sono a 180 gradi l’uno dall’altro, di ‘congiunzione’ se sono a meno di 10 gradi, eccetera. Utilizzando l’Albero della Cabala, che è un altro tipo di mandala - di forma non circolare ma verticale e spiralica - vengono a delinearsi altri rapporti fra i Pianeti, generati dalla loro posizione in relazione alle Sefiroth. Così, un Sole in Ariete come rappresentante di Tifereth e una Luna in Toro come rappresentante di Yesod – tanto per fare un esempio - possono suggerire importanti particolarità riguardanti l’integrazione delle due Sefiroth. Tifereth e Yesod, infatti, sono notoriamente destinate – nel corso del cammino di reintegrazione (Tiqqun in termini cabalistici) – alla fusione reciproca, all’unione. Lo Yesod ‘taurino’ potrebbe indicare un ‘Fondamento’ ben radicato nelle ‘acque inferiori’, cioè una capacità di rendere concrete le energie lunari del sentimento e dell’immaginazione, affondandole nella terra ben arata del lavoro interiore. La Tifereth ‘arietina’, all’opposto, suggerisce la disponibilità alle illuminazioni improvvise, ai ‘colpi di testa’ nell’ambito delle intuizioni spirituali, oltre che rappresentate un ‘io’ (centro della personalità) pionieristico e tendente alle concezioni rivoluzionarie. Un mondo ‘astrale’ radicato e stabile unito ad un piano ‘mentale’ volitivo e rivoluzionario delineano un particolare tipo di percorso spirituale verso Da’ath, la Coscienza-Conoscenza. Secondo la nostra ipotesi, a questo punto, sarebbe interessante conoscere l’Ascendente per sapere come si manifesterebbe la Sefirah Occulta nella situazione descritta, e anche Malkuth (Plutone) per chiarire da quali presupposti pulsionali subconsci originerebbe la Cerca interiore. …………………………….. Al di là del breve esempio teorico riportato, dunque, potrebbe essere interessante cercare di applicare ad un caso concreto le considerazioni esposte… |