Le affinità elettive
“Le Affinita` elettive” ovvero “Family” interpretazione cabalistica Consideriamo il romanzo Le affinita` elettive di Goethe, come tutte le opere artistiche di valore, come un ‘sogno’ dell’autore suggeritogli dal Se` per facilitare la sua autoconoscenza e che noi, per l’occasione, abbiamo fatto nostro, avendolo adattato a pièce teatrale in modo da poterlo rappresentare nel nostro teatrino del CIS. Ovviamente e` a questa riduzione semplificata e liberamente adattata a cui diamo una interpretazione cabalistica. Se il sogno e` diventato ‘nostro’, allora cerchiamo di interpretarlo e porlo sull’Albero per cogliere i ‘suggerimenti’ del nostro Se` per condurci e guidarci sul Sentiero della Reintegrazione. Nel suo romanzo l’autore ha costruito una struttura di personaggi tutta a ‘coppie’: personaggi maschili e femminili che potremmo agevolmente collocare sulle due colonne dell’Albero, quella solare maschile e quella lunare femminile, a scaletta Edoardo e Carlotta in Assiah, perché relativi all’azione; il Capitano ed Ottilia in Yetzirah, perché relativi al sentire, il Conte e la Baronessa in Briah, perché inerenti al pensiero e cosi` pure Ernesto e Luciana, sempre in Briah; solo Mittler (= colui che media) e` personaggio della colonna centrale e percio` lo possiamo considerare il deus ex machina della vicenda. A lui attribuiamo ovviamente, per la sua funzione di ‘sacerdote-pontefice’ (= che fa da ponte tra l’umano e il divino) la sephirah Daath, la Coscienza, l’Io Sono. Cominciamo a prendere in considerazione la coppia Edoardo-Carlotta che compare all’inizio della storia: Edoardo significa ‘guardiano dei beni’, Carlotta significa ‘forte, valente’. Abbiamo attribuito ai due il mondo assianico, Malkuth, la personalita` che si trova in un momento di ‘crisi’; in realta` i due si annoiano e, benche` in stato di bene-essere fisico e psichico, sono irrequieti e desiderosi di ‘mutamento’. Carlotta impiega le sue energie in surplus in lavori inerenti al ‘giardino’ (metafora dell’anima), in abbellimenti e ampliamenti, sta costruendo in esso una capanna, un piccola casa, (sta sviluppando un centro di energia), e` attiva e positiva; Edoardo vuole invitare a stare con loro un suo amico, il Capitano (= da caput, capo), per ‘dirigere i lavori’; probabilmente egli non e` convinto delle capacita` organizzative della moglie, della sua donna interiore, e preferisce immettere maggior razionalita` nel loro mondo. Subito Carlotta, per bilanciare lo squilibrio delle eccedenti energie maschili che si avrebbero con l’arrivo del Capitano, propone di accogliere in casa anche la nipote Ottilia (= l’ottava, lasettima+una), il cui compito sarebbe quello di ‘alzare’ il tono della ‘canzone’ che i protagonisti si accingono a cantare: a maggior razionalita`, maggior dose di sentimento. In questo modo abbiamo ora attribuito all’interno dell’albero il mondo fisico all’autore del testo, l’astrale a Carlotta e il mentale ad Edoardo. A questo punto entra in scena con la sua frase “…c’e bisogno?” Mittler, il ‘mediatore’, la Voce della Coscienza che cerca di evitare ai due, o meglio alla personalita`che essi rappresentano, inutili esperienze e sofferenze. Egli, dal suo punto di vista impersonale vede lontano, vede il duende (vento di tempesta) che arriva quando un eccesso di razionalita` e di sentimento lottano fra loro in un individuo e cerca di dissuaderli dall’avventura, ma un pensiero ormai nato, scaldato dal sentimento a lui favorevole, difficilmente viene sradicato dal buon senso della Prudenza. Il Capitano ed Ottilia sono introdotti e si stabiliscono nel mondo degli sposi e per le affinita` elettive il Capitano ama Carlotta ed Ottilia ama Edoardo e vengono da loro corrisposti. Noi abbiamo ora collocato Il Capitano ed Edoardo, Carlotta ed Ottilia sia sull’albero bianco che su quello nero, essi rappresentano per la personalita`che li interiorizza una possibilita` di crescita o di sofferenza, dipendente dallo sviluppo che daranno alle loro relazioni. Nel corso della storia facciamo poi conoscenza con un’altra coppia Il Conte (= da comites, il compagno) e la Baronessa (= da baro, che combatte), coppia decisamente immorale e senza principi, che in nome della sua vasta ‘conoscenza del mondo’ ammette, per se` e per gli altri, situazioni ambigue e riprovevoli e le favorisce. Abbiamo posto la Baronessa (che bara) sull’astrale nero e il Conte (suo compagno) sul mentale nero. Infine, a bilanciare lo scompenso creato da costoro, compare l’ultima coppia composta da Ernest (= onesto, fedele) e da Luciana (= che fa luce) ad essi abbiamo attribuito rispettivamente il mentale bianco, il pensiero illuminato e giusto, e l’astrale bianco, il sentimento positivo e puro. Se Edoardo ed Ottilia, seguendo i non troppo velati suggerimenti del Conte e della Baronessa daranno seguito alla loro passione come illustrato nello psicodramma recitato da Luciana che impersona Carlotta e da Mittler che impersona il Capitano, allora le conseguenze delle loro azioni saranno letali, ci saranno morte e distruzione, sofferenza e disperazione; se invece, seguiranno i consigli di Mittler, Ernest e Luciana, interromperanno le relazioni create dalle affinita` elettive, torneranno alla norma-lita` all’amore vero, alla famiglia. Quello che era nato dalle affinita` elettive non era Amore ma solo ‘desiderio’ di mutamento poi divenuto ‘cieca passione’. “Sono i piccoli atti quotidiani del vivere insieme che fanno sbocciare l’amore: la condivisione delle difficolta` e delle gioie, la cura dell’altro, il rispetto reciproco.” E` cio` che ha imparato Edoardo nel finale della nostra commedia, ma soprattutto noi dobbiamo imparare che “…e` quello che introduciamo nella nostra coscienza che noi diventiamo” e questo ce lo insegna Mittler, ed e` di Lui che c’e` bisogno ed e` Lui che dobbiamo cercare e trovare (Mt. 6, 33). Grazie. F.V.
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