Mi trovavo nella
villa della mia famiglia. Ero seduto sul balcone antistante la
porta-finestra che si apriva su di un’ampia sala che fungeva da
salotto-pranzo-soggiorno. Vedevo mia madre, gia` anziana ma ancora molto
attiva, che con passo frettoloso attraversava varie volte la sala per
recarsi nelle altre stanze della casa. Li` v’erano diverse persone che
non conoscevo ne` vedevo, ma le udivo parlare con frasi spezzate e
brusii frequentemente interrotti. Sapevo che era in corso una trattativa
riguardante la vendita o l’affitto di un immobile. Per questo motivo mia
madre era un po` nervosa; aveva comunque l’assistenza di due mie sorelle
che la consigliavano.
Un po` in bilico sulla sedia davo le spalle al giardino che si stendeva
davanti la facciata fino al cancello. Al di la` di questo correva la
strada dove immobili sostavano due auto con all’interno dei nostri
parenti. Mio zio e mio cugino si sporgevano dai finestrini guardando
verso di me in attesa. Io giravo la testa verso di loro torcendo il
busto, poi, rivolto a mia madre, che passava per la stanza, le dicevo:
“Sono arrivati…” La risposta giungeva brusca e decisa ma non
inaspettata: “L’invito a pranzo e` per le 13; se qualcuno li ha chiamati
prima affari suoi!”.
Quindi la scena cambiava di colpo. Stavo seduto alla tavola da pranzo di
forma ovale e incredibilmente lunga insieme ad una ventina di parenti.
Alla mia destra sedeva una mia sorella, ma il suo viso a tratti era
quello di mia figlia. Davanti ad ogni commensale, vicino al piatto e
alle posate, c’era un mucchietto di crackers ed ogni 2 o 3 persone un
panino di burro. Io, a capotavola, tagliavo il burro con il coltello in
piccoli rettangoli per spalmarlo sui crackers e poi passarli a mia
sorella-figlia, senza accorgermi, se non troppo tardi, che il panino era
involto nella pellicola di plastica trasparente. La cosa mi infastidiva
moltissimo.
Subito dopo nella stanza eravamo rimasti solo mia madre e le mie
sorelle. Un gattino rossiccio dal pelo tutto arruffato correva a
nascondersi sotto una cassapanca color marrone scuro. Io soltanto
riuscivo a convincerlo ad uscire fuori e a farsi prendere in braccio. Lo
coccolavo e mentre accostavo il suo viso al mio, ecco era il viso di mia
figlia. La tenerezza e la commozione mi fecero svegliare.
Sogno di Alfredo
interpretazione di Franca Vascellari
Ricordiamo che i sogni sono
una rappresentazione simbolica dell’attuale momento della nostra vita,
che sono portatori di insegnamenti e che spesso ci suggeriscono la
soluzione dei nostri problemi.
Sogno di Alfredo - 14/07/2006
Da Alfredo con la numerologia
ricaviamo (1+12+17+20+5+4+16 = 75 = 12) l’Appeso; dalla data del sogno
(14+7+2+6 = 29 = 11) la Forza; inoltre Alfredo significa “saggio” e
anche “uomo di pace” quindi questo sogno fotografa una situazione
legata agli archetipi del Sacrificio e del Potere, nella ricerca della
Saggezza e della Pace.
Possiamo dividere il
sogno in tre parti, come se fosse composto da tre tempi successivi
legati tra loro dal protagonista nel luogo della ‘casa’.
Prima parte:
Mi trovavo nella villa della
mia famiglia.
Il sogno e` ambientato nella
villa, casa di campagna, di
famiglia. La casa simboleggia l’interiorita`,
e mostra la struttura della personalita`, e, poiche` e` di
famiglia,
riguarda la personalita` nei suoi
rapporti con le sue componenti psichiche.
Ero seduto sul balcone antistante la porta-finestra che si apriva
su di un’ampia sala che fungeva da salotto-pranzo-soggiorno.
La descrizione particolareggiata del
“luogo” da` un’idea della ‘posizione’ del sognatore: e` sul balcone e
da li` puo` vedere sia ‘dentro’ che ‘fuori’. Dentro, vede la stanza
adibita ai rapporti sociali e al nutrimento: il
salotto-pranzo-soggiorno;
fuori, il giardino e gli eventuali
ospiti in arrivo.
Vedevo mia madre, gia` anziana ma ancora molto attiva, che con
passo frettoloso attraversava varie volte la sala per recarsi nelle
altre stanze della casa.
La madre e i personaggi femminili nei
sogni in genere rappresentano la colonna materna di Binah, il Principio
Femminile Cosmico, che si specchia a livello assianico nella Natura, nel
corpo fisico e nell’avere; qui la Madre del sognatore (nella realta`
morta da molti anni) e` ancora molto attiva
e si muove con passo frettoloso
per tutta la casa.
Li` v’erano diverse persone che non conoscevo ne` vedevo, ma le
udivo parlare con frasi spezzate e brusii frequentemente interrotti.
All’interno della casa
si muovono personaggi sconosciuti e nascosti che tuttavia palesano la
loro presenza con suoni indistinti frasi spezzate, brusii ecc.
Sapevo che era in corso una trattativa riguardante la vendita o
l’affitto di un immobile.
Le proprieta` immobiliari, terreni,
case, negozi ecc., in sogno, possono essere riportate sempre alla
“casa”, percio` la vendita o l’affitto di un immobile
e` un’operazione relativa ad un alleggerimento del patrimonio
(familiare) e relative responsabilita`, con la prudente costituzione di
una ‘rendita’.
Per questo motivo mia madre era un po` nervosa; aveva comunque
l’assistenza di due mie sorelle che la consigliavano.
Vendere o affittare un immobile di famiglia in sogno puo` significare
aver deciso di diminuire le attivita` fisiche e psichiche della persona
per stanchezza o raggiunti limiti di eta`. Il sognatore pero`non vuole
intervenire personalmente nelle trattative, ne resta spettatore, e
lascia che madre e sorelle (le sue componenti femminili ricettive)
sbrighino la faccenda sul pratico, pur recependo un certo ‘nervosismo’
materno.
Un po` in bilico sulla sedia davo le spalle al giardino che si
stendeva davanti la facciata fino al cancello. Al di la` di questo
correva la strada dove immobili sostavano due auto con all’interno dei
nostri parenti.
Forse inconsciamente il sognatore si
rimprovera di non essere intervenuto nelle decisioni degli affari di
famiglia e si rende conto che questo fatto lo ha messo un po`
in bilico cioe` in equilibrio precario,
ma ancora non rinuncia alla sua posizione di osservatore esterno che gli
permette di vedere il giardino e la strada che porta alla casa
(il giardino e` la parte piu` poetica e libera della casa
e la strada e` la possibilita` di accesso sia al giardino
che alla casa).
Mio zio e mio cugino si sporgevano dai finestrini guardando verso
di me in attesa. Io giravo la testa verso di loro torcendo il busto,
poi, rivolto a mia madre, che passava per la stanza, le dicevo: “Sono
arrivati…” La risposta giungeva brusca e decisa ma non inaspettata:
“L’invito a pranzo e` per le 13; se qualcuno li ha chiamati prima affari
suoi!”
Nei sogni i personaggi maschili
appartengono alla colonna paterna di Chokmah, il Principio Maschile
Cosmico, che corrisponde allo Spirito che si specchia, nel piano
assianico, nell’attivita` razionale della mente e nell’essere. In questo
sogno ci sono solo due personaggi maschili: zio e cugino che, a quanto
pare, sono stati invitati a pranzo, ma solo per le ‘13’, e non vengono
accettati anzitempo, neanche se qualcuno
li ha chiamati prima.
Tredici e` il numero relativo all’Archetipo della Rivoluzione,
l’Archetipo dei cambiamenti radicali. Quel qualcuno,
ovviamente potrebbe essere il sognatore
stesso, che annunciando la loro presenza in istrada, con la frase
“Sono arrivati…” vorrebbe chiedere alla
Madre di farli entrare subito, anche se in anticipo sull’ora
dell’invito. Ma la madre del sognatore e` decisa:
questi parenti maschi potranno entrare in casa
e nutrirsi, solo all’ora stabilita, su
questo non si discute, e il sognatore lo sa, infatti la risposta materna
brusca e decisa non e`
inaspettata.
Seconda parte:
Quindi la scena cambiava di
colpo.
Ora il sognatore lascia la sua
posizione di osservatore ed entra in villa.
Con un “colpo di scena” si
riappropria del ruolo maschile di ‘capo di casa’.
Stavo seduto alla tavola da pranzo di forma ovale e
incredibilmente lunga insieme ad una ventina di parenti.
La tavola da pranzo e` ovale
cioe` a forma di uovo. Non staremo a dilungarci sui significati di
questo simbolo: fecondita`, rinascita, energia, spiritualita`ecc.
La ventina di parenti piu` il
sognatore ci riporta ai 22 Archetipi fondamentali, agli Arcani maggiori:
essi sono tutti alla sua tavola, pronti a nutrirsi e a ‘scambiarsi’
esperienze e conoscenze.
Alla mia destra sedeva una mia sorella, ma il suo viso a tratti
era quello di mia figlia.
Di nuovo, a tavola, la colonna di
sinistra femminile e` in preponderanza e si fa notare, anche se i ruoli
sono un po` confusi (a destra ci dovrebbe essere la Madre e non la
sorella, e men che mai la
figlia).
Davanti ad ogni commensale, vicino al piatto e alle posate, c’era
un mucchietto di crackers ed ogni 2 o 3 persone un panino di burro.
I cibi offerti a tavola sono
crackers e burro.“Pane” e “olio”,
sarebbero i tradizionali frutti della terra da offrire agli ospiti, ma
qui il pane e` diventato crackers,
una sorta di moderno pane azzimo e l’olio e` diventato burro, in un
inconsapevole allargamento di ‘Tradizione’.
Io, a capotavola, tagliavo il burro con il coltello in piccoli
rettangoli per spalmarlo sui crackers e poi passarli a mia
sorella-figlia, senza accorgermi, se non troppo tardi, che il panino era
involto nella pellicola di plastica trasparente.
A tavola il sognatore rientra
definitivamente nel suo ruolo di capofamiglia che distribuisce i cibi, e
svolge la sua funzione con precisione e accuratezza, ma per una svista,
non vede la pellicola di plastica trasparente
che avvolge il burro, nutre
quindi i suoi commensali con crackers, burro e plastica
trasparente. Nel sogno non viene detto
se e` la sorella-figlia a farlo accorgere della svista o un altro
commensale.
La cosa mi infastidiva moltissimo.
La parola “infastidire” e` composta da
in-fastus (= alterigia)-taedium (=noia) cioe`: la cosa
reca moltissima noia al suo orgoglio.
Ma, orgoglio a parte,
in fondo la svista non e` poi un gran guaio per gli ospiti, basta
togliere la plastica e mangiare la saporita tartina!
Terza parte:
Subito dopo nella stanza
eravamo rimasti solo mia madre e le mie sorelle.
Il sogno si avvia
alla conclusione; dopo il pranzo, usciti gli ospiti-parenti, nella
stanza rimane il nucleo della famiglia originaria, cioe` il sognatore,
che rappresenta la colonna di destra dell’Albero, e madre e sorelle, che
ne rappresentano la colonna di sinistra. Tuttavia l’Albero cosi`
soltanto non e` completo.
Un gattino
rossiccio dal pelo tutto arruffato correva a nascondersi sotto una
cassapanca color marrone scuro.
Nella tradizione egizia (v. il
Dizionario degli animali mitologici e simbolici di J. C. Cooper ed. Neri
Pozza) il gatto, animale sacro a Set, rappresentava l’aspetto benigno
del Sole, derivava dalla Dea Leonessa, divinita` della gioia e della
salute e simboleggiava la donna incinta. Il suo nascondersi sotto
la cassapanca color marrone scuro
sembra adombrare un discesa agli inferi, nella colonna centrale
dell’Albero.
Io soltanto riuscivo a convincerlo ad uscire fuori e a farsi
prendere in braccio.
Solo chi scende
all’interno di se` puo` risalire alla luce e prendersi in braccio.
Lo coccolavo
e mentre accostavo il suo viso al mio, ecco era il viso di mia figlia.
E amarsi, e
riconoscersi nel Figlio, e crescerLo.
La tenerezza
e la commozione mi fecero svegliare.
Perché solo l’Amore
Consapevole permette il ‘Risveglio’.
Grazie, F.V.
|