Sento il telefono squillare, ma
non mi alzo per rispondere; però, apro un occhio per vedere l’ora, sono le
10,30 . Decido che è presto per alzarsi , ieri sono tornato a casa tardi,
eppoi c’è la segreteria. Sento che il messaggio è di mia sorella che mi
avverte che oggi non verrà al CIS, mi riaddormento e ……., sogno ! Mi sono
poi svegliato alle 11,50.
……..Sono nella cabina di un camion, parcheggiato in una piazza , sto
parlando al telefono quando ad un tratto noto l’avvicinarsi di tre o
quattro persone ; una di queste (una ragazza), mi chiede se può salire in
cabina, gli dico che non c’è problema , lei sale si siede e mentre io
continuo a parlare al telefono, lei mi annuncia che mi deve dire una cosa
… mi prega però di non prenderla male; intanto il mio stato d’animo
diviene variabile, e passa rapidamente da una fase di curiosità ad una
fase di preoccupazione a conseguenza delle comunicazioni fattemi da questi
nuovi personaggi del sogno.
Lei mi dice che lì (ai piedi del camion), c’è suo padre e che mi deve
arrestare, dice anche che ………, poi lei scende e sale in cabina il padre ,
si mette al volante: mi accompagnerà a casa per prendere dei vestiti o
altro prima di portarmi in prigione; io gli chiedo perché vengo arrestato
lui non risponde, poi arriviamo in un condominio (dove io abito). Entro in
casa, cerco del necessario (ma cosa lo è veramente?) però trovo e prendo
solo poche cose, poi sempre seguito da questo accompagnatore mi avvio
verso l’uscita. Mi accorgo che oltre alla scarpe ed a dei guanti per il
resto del mio abbigliamento, sono nudo; d’istinto mi copro le parti
intime con le mani; mentre usciamo dall’edificio, vengo ammanettato,
intanto continuo a chiedere il motivo del mio arresto ma continuo a non
riceverne risposta, poi ricordo che (ma mi sfugge il motivo), mi viene
fatto notare che è orario di pranzo e tutti gli uffici pubblici sono
chiusi. Nel frattempo cambia la scena, siamo tornati nel giardino (sono
sempre accompagnato-sorvegliato a breve distanza), vedo adagiato a terra
una specie di coltello (una barretta di ferro con la punta atta al
taglio), lo prendo in mano e penso che potrei (aiutandomi con questo),
tentare la fuga però decido che non è il caso in fondo che ho fatto di
male? Dopo questo pensiero la scena cambia rapidamente ; vedo seduta su
di una sedia, la mia vecchia madre (ora defunta), non la vedo bene in
viso, però so che è lei . Penso di dirle qualcosa per non farla
preoccupare ma, intanto che mi avvicino a lei, mi accorgo che ho
cominciato a piangere allora decido di passarle vicino ma di non fermarmi
in modo da non farla preoccupare ulteriormente; per quanto posso
trattengo le lacrime (avevo preso a piangere leggermente), e prendo un
tono di voce neutra; siccome non stavo piangendo a dirotto, penso di
esser più o meno riuscito nell’impresa; mentre le passo accanto le dico
solamente: ciao mà !
Poi mentre ci allontaniamo, continuo a chiedere al mio carceriere,
quali siano le mie colpe per le quali vengo arrestato (ma non ricevo
risposta), gli chiedo anche come fare per il fatto che non ho un paio di
mutande e che sono praticamente nudo; gli faccio notare che non è
dignitoso andare a finire in prigione così …….
Sogno Cristiano -
interpretazione di Franca
23/11/03: la data del sogno di
Cristiano, pur essendo la stessa del sogno di Emma varia pero’ nella
sostanza per i diversi numeri che vi compaiono, qui la somma dei numeri
2+3+1+1+3= 10, il Malkuth, il Regno. Ricaviamo poi dagli altri numeri del
pre-sogno 10,30 e 11,50 prima il 4, e poi il 7. Diciamo che il “Regno” di
C. sta tra la Pietra Cubica e il Carro, ma in mezzo c’e’ anche una
sorella che non viene al Cis cioe’ la decisione della componente
femminile di C. di non partecipare all’incontro con l’Io Sono. Questo e’
il tema del sogno.
Il camion e’ un grosso Carro, fermo in una piazza: in esso si trova il
sognatore; egli e’ al volante, ma al momento non guida, e’ al telefono:
non sappiamo con chi, forse col Proprietario del Carro di cui dovrebbe
seguire gli ordini. Tre o quattro persone si avvicinano, di esse, una
componente femminile di C. una ragazza, chiede di salire in cabina, per
parlargli; gia’C. comincia a preoccuparsi, non e’ piu’ sereno, infatti le
notizie che la ragazza gli reca sono certamente tali da destare
apprensione: una e’ che il padre di lei deve arrestarlo (= fermarlo, ma il
padre di lei e’ anche il padre di lui); l’altra, non ci viene rivelata,
forse e’ ancora piu’ terribile. Ora C. non e’ piu’ al volante, guida il
padre della ragazza e accompagna il sognatore a casa per prendere dei
vestiti e poi condurlo in prigione. Questo padre-poliziotto, che non
lascera’ piu’ il suo prigioniero e’ senza dubbio rapportabile alla figura
del padre-giudice-punitore che siede sul trono (La Pietra Cubica) e dalla
sua posizione di Imperatore condanna il figlio per le sue colpe (viene in
mente il “Castello” di Kafka). I due entrano in casa per prendere i
“non-vestiti” (e qui viene in mente la favola de “Gli abiti nuovi
dell’Imperatore” di H. C.Andersen (1805-1875) che in realta’ era nudo per
non accettare la verita’dell’inesistenza del vestito) ma ad essere
svestito, fatta eccezione solo per le scarpe ed i guanti, nel sogno e’ il
figlio e non il padre perché forse questa e’ una delle punizioni che il
censore ha riservato al “colpevole”. Poi il prigioniero viene ammanettato
e ancora non sa di che cosa lo si accusa. Ora non potra’ nemmeno piu’
coprirsi le parti intime con le mani. La situazione si fa sempre piu’
drammatica, se anche lui volesse chiedere aiuto a qualcuno, essendo ora di
pranzo, di siesta, di riposo, di non azione, non potra’ farlo. Il ritorno
nel “giardino” di casa non migliora l’atmosfera, la rende ancora piu’
insoffribile perché c’e’ il possibile pericolo di un ferimento (a causa di
un coltello). Solo la decisione di non usarlo in tal senso, permette un
cambiamento in positivo: l’incontro con la madre. Ma e’ un incontro
commovente, che provoca pianto, forse pentimento, desiderio di evitarle
preoccupazioni ulteriori e si conclude con un rapido saluto non
ricambiato. Poi ancora ritorna la situazione di impotenza per non
conoscere il motivo dell’arresto e della “nudita’ forzata”.
Sognare di essere prigioniero di qualcuno indica che quel “qualcuno” e’ un
ns/ difetto o vizio che ci impedisce di essere “liberi”. Sognare di essere
“nudi” indica ancora la propria vulnerabilita’ verso i propri difetti; ma
essere fatti prigionieri e denudati dal proprio Imperatore e dopo essere
stati alla guida del Carro significa che il ns/ Giudice Interiore e’ assai
arrabbiato con noi e che dobbiamo far di tutto calmarlo: cambiare
abitudini e ragionare prima di agire per non ritrovarci nelle condizioni
previste dal sogno. La ns/ paure a volte sono solo il campanello d’allarme
per quello che puo’ capitarci se continuiamo a vivere in un modo inadatto
alle ns/ possibilita’ o potenzialita’: il ns/ Regno dipende da noi e noi
ne siamo sia il Carro, sia l’Auriga sia il Proprietario. Che Egli ci guidi
fino in fondo!
Grazie. F.V.
Cristiano 17 –
interpretazione di Maurizio
Cristiano, seduto in una piazza
o un giardino all’interno di un camion e impegnato con un telefonino,
esprime una ‘centratura’, una sicurezza in sé stesso e nel suo mondo. Il
‘veicolo’ è simbolicamente il nostro corpo o il nostro modo di procedere,
di vivere, il mezzo che ci aiuta ad evolvere, e il ‘camion’ in particolare
indica una grande solidità e potenza. Il sognatore, però, vede ben presto
sfumare le sue certezze e viene ‘messo a nudo’ senza possibilità di
appello e in modo punitivo da un ‘padre’ e da un ipotizzabile tribunale
che dovrà giudicarlo, una sorta di Super-io. Le protezioni, i
nascondimenti rispetto al giudizio del Super-io sono totalmente
insufficienti, perché i guanti e le scarpe come unici indumenti rimasti al
sognatore, pur preservando dal rapporto con il mondo e dalle asperità del
terreno, sono soltanto una caricatura della ‘persona’ nell’accezione
difensiva, cioè della ‘maschera’. Cristiano potrebbe reagire, ma
preferirebbe – a questo punto – essere accolto dall’archetipo materno,
rifugiarsi in esso e nel suo compassionevole abbraccio. Non si abbandona,
però, neanche a questo sentimento e, a fatica, nasconde la sua
disperazione alla madre: non vuole che questa si preoccupi.
‘Pre-occuparsi’ significa ‘occuparsi prima’, cioè anzitempo, di qualcosa
che deve avvenire. Il sognatore, insomma, sa che deve affrontare un
giudizio, una resa dei conti, e che non ci sono scappatoie: deve farlo da
solo. Tuttavia non sa di cosa è accusato.
In definitiva l’essenza dell’intera vicenda è l’interrogativo pressante
che Cristiano si fa e a cui non viene data alcuna risposta evidente: qual
è il reato che gli viene contestato e di cui è totalmente inconsapevole?
Verrebbe da pensare che il nostro protagonista venga arrestato in una
condizione di innocenza, ma ad un esame più approfondito si notano
parecchi indizi di ‘colpevolezza’. Già nella premessa al sogno, infatti,
Cristiano ci informa di aver fatto tardi la sera e di essere ancora a
letto alle 10.30 del mattino: si tratta di una ‘trasgressione’ dei normali
ritmi quotidiani, quelli che regolano l’attività e il riposo. Notiamo che,
per proteggere il sonno, egli non risponde al richiamo del telefono e alla
sorella che vuole comunicargli qualcosa: quindi, in un certo senso,
Cristiano ‘tradisce’ una richiesta di attenzione. Nel racconto onirico,
poi, è osservabile una situazione dal sapore quasi ‘psicanalitico’: una
ragazza si rivolge con gentilezza e considerazione al sognatore e il padre
di lei, invece, lo deve portare in prigione. Al di là dello specifico
evento, la situazione psicologica riporta all’età adolescenziale, quando i
giovani uomini cercano possibili controparti di sesso opposto e devono
fare i conti con circostanze e vincoli familiari che comportano il
giudizio e il confronto con uno scomodo personaggio censorio: appunto, il
‘padre di lei’, figurazione del proprio stesso padre e, più in generale,
dell’autorità. In senso edipico, si potrebbe dire che l’entrare in
relazione con una ‘figlia’ comporti di per sé l’oltrepassamento di un
confine, e forse anche una violazione. Viene da pensare, allora, che il
tema che stiamo affrontando sia proprio connesso a quest’ultimo concetto,
quello della trasgressione, dell’andare oltre le regole: quelle della
veglia e del sonno, quelle del ‘rispondere’, cioè dell’essere ‘responsabile’,
quelle del violare dei confini psichici connessi con la sessualità o altro
contrapponendosi ad una qualche forma di autorità censoria.
In senso più propriamente spirituale la trasgressione è sicuramente un
fattore evolutivo e salvifico se le regole disattese riguardano quelle
delle proprie limitazioni, cristallizzazioni o pregiudizi connessi con una
visione ristretta del mondo e di sé stessi: in tal caso andare oltre il
limite significa ampliare la propria vita. Se non si fosse capaci di
trasgredire non ci sarebbe crescita, perché quest’ultima implica sempre
l’osare al di là di ciò che si conosce, anche incontrando resistenze e
opposizioni interiori ed esteriori. Tuttavia, poiché esiste una Legge
Superiore, quella connessa con l’Ordine Universale, c’è sempre il rischio
di violare invece quella, magari inconsapevolmente, incorrendo in
inconvenienti karmici. La mia opinione è che, in definitiva, il sogno
chieda al sognatore di risolvere questo importante dilemma: il suo
‘anti-conformismo’ è una violazione delle leggi del mondo al fine di
trovare l’Anima, oppure c’è nel suo atteggiamento qualche errore, nel
senso della trasgressione di Leggi e ritmi ben più alti e profondi? O,
magari, entrambe le cose? Cristiano non lo sa e il racconto onirico
esprime l’angoscia di non saper rispondere, suggerendo al contempo il
compito di una attenta meditazione sul proprio procedere, così da
trasformare la ‘prigione’ e l’’arresto’ in una forma simbolica di
superamento del ‘piccolo io’ e, quindi, di Iniziazione. |