Sono
in viaggio e devo andare in un'altra nazione (ho i soldi necessari, in
varie valute ); ho anche un'auto funzionante . Parto, attraverso due stati
ed arrivo ; ma non trovo ciò che stavo cercando .Mi preparo per il
ritorno, ed intanto penso che non mi conviene comprare altra valuta (del
paese dove sto tornando) perché il possesso di
valuta, del paese dove sto tornando-andando, e' illegale .
Decido allora di fare il pieno di benzina vicino al confine , così sono
sicuro che questa basterà e che non dovrò incorrere nel rischio di non
essere ammasso all'entrata del paese dove sto tornando-andando ......
torno .
Ora la situazione e' cambiata, mi trovo in un posto insieme ad altre
persone e stiamo festeggiando ; terminati
i festeggiamenti, tra i vari partecipanti ci si saluta, ed ognuno poi con
mezzi suoi singolarmente o a coppia , si allontana .Il posto e' bello ,
(lo riferirò poi a mio padre, più avanti nel sogno ), e sono tentato di
restare ancora un po'; questo perché
il posto mi fà sentire bene, ma anche perché, penso che non avrei
problemi di vitto ( c'e' ancora cibo); e poi.... piove , ed io
non ho un mezzo mio per muovermi . Però ... decido di ripartire,
in autostop ( ho l'ombrello)
; si ferma un tizio che prima di farmi salire abbassa il finestrino e mi
fa' delle domande, poi riparte , fa' qualche metro si riferma e mi chiede
altre cose ; io intanto rispondo e vado verso di lui e nel frattempo penso
che questo tizio , forse non mi caricherà . Nonostante la situazione si
ripeta una terza volta , poi il tizio mi fa salire, e mi fa' salire dietro
; ripartiamo .....
Ora la
situazione e' cambiata, sono in auto con mio padre (quello morto
fisicamente ), l'auto e' un vecchio 1.100 fiat, quello che aveva i
sportelli controvento .Uno dei sportelli quello di dietro, e' chiuso con
un lucchetto ; ed io sono alla guida . Arriviamo in un cortiletto davanti
una piccola palazzina , dove c'e' una ringhiera che mi sbarra la strada,
mi fermo e mio padre dice che posso andare un poco più avanti, gli faccio
notare che più vicino di così all'entrata, non e' possibile ; lui allora
guarda meglio e poi mi fa' segno con la testa che e' vero .Siamo lì per
cercare una persona che anche io conosco ; per cui nello scendere,
mi dice di raggiungerlo dopo
che avrò parcheggiato e chiuso l'auto .Inizio tali operazioni, ma intanto
mi accorgo che vicino a me ci sono due persone ed altre auto parcheggiate
nei dintorni ; mi stupisco un poco , perché
non avevo notato queste cose al mio arrivo .Chiudo tutto, e mi
accingo a chiudere per ultimo lo sportello con il lucchetto , intanto ho
preso a conversare con i due sconosciuti chiedendo (ma allo stesso tempo
sperando) : posso parcheggiare quì ? Gli dico che staremo poco, perché
mio padre e' andato a parlare con una persona di quel condominio, per una
questione di assicurazione, che non richiederà molto tempo ;
(pronunciando queste parole mi rendo conto che, non so' se questa sarà la
realtà); mi rispondo che se e' una cosa veloce non c'e' problema . Nel
frattempo torna mio padre, dicendomi che non ha trovato quella persona che
stavamo cercando ; ci dicono che forse il tizio che stiamo cercando, lo
possiamo trovare a ....... poi mi sveglio .
Sogno Cristiano -
interpretazione di Franca Vascellari
Questo
sogno in realta’ e’ formato da tre parti, da tre sogni collegati tra
loro dal tema del”viaggio”. Il viaggio come dicemmo i n precedenza puo’ simboleggiare il
“cambiamento”, la trasformazione o il mutamento di “luogo” e in
esso sono fondamentali tre cose: il “mezzo” con cui si viaggia, la
compagnia, la meta o lo scopo del viaggio. Per “viaggiare” e’
indispensabile una buona dose di coraggio per affrontare gli imprevisti
del “nuovo”; molta umilta’ per “capire” le abitudini diverse
degli abitanti del luogo ove ci rechiamo; spirito di adattamento per le
condizioni insolite in cui ci possiamo
trovare; infine non attaccamento per
tutto quello incontriamo e non ci appartiene. Insomma per essere un
buon via - andante conviene seguire le regole dettate dall’esagramma 56
dell’ I Ching... ma affrontiamo la prima parte del sogno: qui il
sognatore si dimostra ben equipaggiato (ho un’auto funzionante) accorto
e prudente: non va contro le regole dello stato che lo ospita e fa il
pieno di benzina prima di entrarvi per sentirsi sicuro, ma “non trova
quello che stava cercando”. Nella seconda parte del sogno all’inizio
c’e’ una “festa”... ma il sognatore si ritrova “solo”;
vorrebbe restare, ma poi decide di “andar via”. Questa volta non ha
l’auto (e’ privo del
“mezzo”) e “piove”.
La pioggia dovrebbe fecondare la terra, ammorbidirla, lavarla, renderla
fertile (l’acqua rappresenta l’astrale, il mondo dei sentimenti e
dovremmo aprirci a d essa) ripararsi con l’ombrello evita il “bagno”
ma inpedisce la “fecondazione”; se poi chiediamo a qualcuno di
“portarci”, di offrirci un passaggio e questo Qualcuno e’ quella
componente di noi che ci esamina, che ci “pesa” prima di accettarci,
allora dobbiamo esserGli grati quando ci accoglie, anche se ci fa
“salire solo dietro” . In questo secondo viaggio il sognatore non
pensa piu’ alla “meta” ma solo all’andare e al riparo. La terza
parte del sogno e’ ancora piu’ articolata: compare il “padre” del
sognatore (forse lo stesso
Personaggio interiore del sogno precedente)
con un’auto 1100 ( =11x100 ; 11 = la Forza, 100 = il Sole) che
pero’ evidenzia anche contrasti
di mentalita’ tra il padre archetipale e il figlio: le porte contro
vento, il lucchetto allo sportello posteriore, la strada sbarrata, una
probabile menzogna sulla durata della sosta dell’auto... e poi anche qui
alla fine e’ vanificato lo scopo del viaggio: la persona
dell’assicurazione non si trova, forse e’ in un altro “luogo”...
Se
per “viaggio” intendiamo la vita stessa questi tre sogni indicano la
necessita’ del sognatore di trovare qualcosa che gli dia certezze: il
suo “andare” deve avere uno scopo valido, il “mezzo” deve
essere accessibile e con i compagni conviene essere “sinceri”
per non crearsi ulteriori problemi e complicazioni: Buon Viaggio!
Grazie.
F. V.
Sogno Cristiano
– fantasticherie interpretative di Maurizio
Il
tema del viaggio è molto frequente per il nostro sognatore, con tutto ciò
che comporta: problemi relativi all’attraversamento di frontiere, ai
mezzi di trasporto, alla ‘pioggia’ e al ‘vento’, alla valuta, ai
controlli di polizia e alla legalità o meno della propria condizione. La
‘psicologia del viandante’ è proprio questa: la mancanza di una
condizione stabile, la casa che generalmente è un ‘hotel’, gli
occasionali incontri con ’oasi’ di pace o rifugi da cui bisognerà in
seguito distaccarsi, la difficoltà a farsi accettare o aiutare, il
frequente incontro con sconosciuti più o meno ben disposti, la ricerca di
qualcosa di mai completamente definibile, la menzogna o il nascondimento
per proteggersi, la necessaria circospezione in circostanze labirintiche o
difficili. Secondo uno dei modelli di osservazione in ambito
antropologico, l’umanità del passato si è identificata soprattutto con
due stili di vita contrapposti e complementari: quello dei ‘nomadi’ e
quello dei ‘sedentari’. Le due modalità hanno caratteristiche,
comportamenti e psicologie agli antipodi: per esempio il nomade, dovendo
spostarsi frequentemente, ha bisogno di un riferimento sicuro e stabile
per l’orientamento e quindi tende a orizzontarsi di notte con le stelle
fisse, in questo emisfero particolarmente con la stella polare; egli è un
pastore, sempre in movimento insieme ai suoi animali. Il sedentario è un
‘diurno’ che basa la sua attività sui cicli del sole, essendo egli un
agricoltore. Il nomade ha uno sviluppato senso del mutamento, vive
progettando il futuro e gli spostamenti a venire e alloggia in tende dalla
forma circolare e accampamenti provvisori; il sedentario vive in una sorta
di immobilità, di tradizione duratura, di legame con la terra e con il
passato, con le cose, con le radici e abita in case dalla pianta quadrata
fatte di pietra o materiali resistenti. La scrittura dei popoli nomadi
utilizza caratteri, alfabeti, cifre; la scrittura dei sedentari predilige
gli ideogrammi, i geroglifici. I nomadi amano la danza e la musica, arti
nelle quali è presente il ritmo, il movimento; i sedentari sviluppano
soprattutto le arti figurative, la pittura, la scultura e
l’architettura. I nomadi si alimentano in prevalenza di animali e dei
loro derivati; i sedentari si cibano quasi esclusivamente dei prodotti
della terra. I nomadi, facendo riferimento al cielo stellato, sviluppano
religioni prevalentemente politeistiche; i sedentari, rivolgendosi al sole
come apportatore di vita e calore, elaborano idee religiose monoteiste.
Potremmo continuare, ma credo che il concetto sia chiaro. Inoltre già nel
passato, ma soprattutto oggi, è difficile trovare ‘tipi puri’: la
nostra civiltà è un misto delle caratteristiche assimilate dai
progenitori, i quali adottavano questi stili di vita anche per necessità
pratica, legata alla sopravvivenza. Ciò nonostante le due modalità
sopravvivono nella nostra psiche, e talvolta affiorano a caratterizzare i
comportamenti: evidentemente esprimono bisogni profondi dell’anima.
Tutto questo sembra un discorso molto generale, forse con poca attinenza
con lo specifico sogno che cerchiamo di esaminare. In effetti i sogni di
Cristiano ripetono come dei leit
motiv alcuni dei temi della ‘condizione nomade’, come se questa
fosse lo sfondo principale delle sue elaborazioni oniriche, quasi che si
trattasse di un identico sogno ripetuto soltanto con piccole variazioni.
Forse egli intende sottoporre all’attenzione del suo io cosciente un
problema fondamentale da risolvere? Forse vuole offrire questo suo nucleo,
questo suo argomento centrale, al ‘gruppo onirico’ perché possa
aiutare ad illuminarlo con maggior luce o chiarezza? L’atteggiamento
‘nomade’ che Cristiano possiede anche nella vita di veglia, che fa
parte delle sue convinzioni, del suo modo di vivere, della sua sensibilità,
viene riproposto nella condizione onirica totalmente immodificato;
considerando il sogno una compensazione dello stato di veglia, un
completamento, l’espressione di un lato inconscio della personalità,
viene da chiedersi perché il nostro sognatore esprima mentre dorme la
stessa tematica e le stesse modalità di quando è sveglio. La risposta
comincia ad emergere negli ultimi eventi onirici e particolarmente in
questo c’è un elemento importante che suggerisce una evoluzione della
tematica di base, una variazione molto significativa, forse un passo
ulteriore in avanti: mi riferisco alla figura paterna, già apparsa
precedentemente, ma ora più evidente e comprensibile. Il padre defunto si
comporta come un compagno di viaggio, offre appoggio e aiuto ed è anche
guida nella ricerca di ‘qualcuno’.
Il ‘padre’ è particolarmente presente quale figura centrale
nelle culture sedentarie che, come dicevo, hanno il sole come simbolo
unitario del divino; il nomade ha invece nei suoi ‘geni’ maggiori
residui degli antichi culti delle ‘dee madri’. Il ‘padre’
suggerisce l’idea di stabilità, della ‘fecondazione’ e del dominio
della terra dispensatrice di frutti, quindi dell’agricoltura, come anche
– in senso più interiorizzato – indica la luce della coscienza che
illumina, ordina, ‘moralizza’, disciplina e indirizza il sentimento,
l’intuizione, la sensibilità, l’inconscio.
Il padre di Cristiano, nel sogno, sembra indicare l’infinita
nostalgia e il desiderio del sognatore di ritrovare il genitore in sé
stesso, in una forma profonda, che va al di là della personalità che il
suo padre reale può aver avuto. Cristiano ricerca il suo genitore
interno, cerca di diventare genitore di sé stesso, cerca ‘casa’ e ‘radici’.
Chi è la persona che lui e il padre vogliono rintracciare nel racconto
onirico per ragioni ‘assicurative’, cioè di rassicurazione, legate
alla sicurezza in sé stessi? Fuori della metafora del sogno, Cristiano
cerca – del resto come tutti noi - di ritrovare o scoprire i suoi
aspetti nascosti, di rinvenire i frammenti di sé per poter ricostruire
una piena integrità di essere umano. Certamente il nostro amico non dovrà
abbandonare la sua sensibilità ‘nomade’ di ricercatore, ma ha il
compito di completarla con una giusta, sicura e stabile ‘sedentarietà’
della coscienza.
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