Un sogno di Daniele

(Un anno tra il 1969 al 1973)

C'e' un ragazzino di 9-12 anni, piange e ha paura. Io cerco di aiutarlo ma non riesco a raggiungerlo.
Proprio allora vedo che e' in grembo ad una persona, una figura oscura, ma intuisco non so come che si tratta di una signora, forse una specie di zingara corpulenta. Lui piange disperato, cerco di prenderlo ma diventa sempre piu' piccolo fino a sparire nelle mani di quella, finche' le mani si aprono (ora sono le mani forti e nodose di un uomo) e al posto del ragazzo...c'e' una statua della Madonna, luminosa, celeste e brillante di lacrime.
Il ragazzino del sogno aveva il viso di mio fratello maggiore di 4 anni.


Dani

 

 

 

Sogno Daniele - interpretazione di  Franca.

Il titolo che descrive il "tempo" del sogno lo sintetizza nel suo significato  simbolico.
Precisare "Un anno tra il (=dal) 1969 al 1973" fotografa un percorso che ridotto numericamente e' compreso tra il 25 (1+9+6+9= 25) e il 20 (1+9+7+3= 20). Il sentiero 25esimo dell'Albero cabalistico corrisponde alla lettera Samech, la lettera dell'alfabeto ebraico attribuita all'Avversario, con il suo significato di sofferenza (=pianto, paura), di collera, pessimismo, difficolta'. Il sentiero 20esimo corrisponde alla lettera Jod attribuita alla Ruota con il suo significato di equilibrio, mutamento, ritorno, Rinascita.
In questa simbologia il sogno indicherebbe l' iter tra la conoscenza della sofferenza e l'esperienza della Rinascita.
A un altro livello di interpretazione numerologica piu' archetipale i due numeri 25 e 20 possono essere ridotti ancora a 7 (2+5= 7 numero al bianco della Vittoria (Netzach) e al nero della sconfitta) e a 2 (2+0= 2 numero della Comprensione = Binah= la Grande Madre, l'Acqua Superiore, la Madonna, la Madre del Cristo= la Coscienza = Daath, al di la'  del Bene e del male).  In tal senso il sogno indicherebbe il passaggio che intercorre tra la sconfitta e la  Comprensione.
Come al solito quando interpretiamo un sogno, noi consideriamo tutti i personaggi e anche i luoghi e i tempi di esso come componenti psichiche del sognatore e quindi ecco che ci poniamo la prima domanda: perche' "il ragazzino del sogno aveva il viso di mio fratello maggiore di 4 anni"?
Il Daniele-ragazzino si pone la maschera del fratello per evitare di scoprirsi troppo e perche' essendo "maggiore" di 4 anni, gli e' piu' facile sopportare la responsabilita' del sogno; notimo che 4 e' il numero di Chesed, della  Giustizia, (ma anche della Pieta').
L' eta' "tra i 9 e i 12 anni" svela due qualita' specifiche: 9 e' il numero della lettera Teth, che indica l'Eremita, la ricerca, il silenzio e 12 e' il numero della lettera Lamed, che indica l'Appeso, il sacrificio, il perdono.
Il ragazzino piange ed e' impaurito, ma il sognatore che e' anche Spettatore e Testimone (corrispondente alla componente Coscienziale) si riconosce incapace di aiutarlo perche' non puo' raggiungerlo; la spiegazione di questa impossibilita'  viene subito dopo: il ragazzino si trova in grembo ad una forma femminile oscura e temibile, forse una "zingara" ( la zingara e' colei che predice il Fato, cio' che si teme di non poter cambiare) essa e' grande, materna, "grembo", ma oscura, divoratrice, mortale; infatti nella sua mano il ragazzino, che diventa sempre piu' piccolo, sparisce.  Dalla notte abissale di questa morte "per femmina oscura", la mano che prende si trasforma nella Mano che da', cioe' "nelle mani forti e nodose di un uomo" e anche nel ragazzino si produce una "mutazione": esso si trasforma nel simbolo della Madonna Madre Celeste luminosa, le cui lacrime sono Luce per il mondo.
Questa e' l' operazione alchemica che si compie nel sogno: il 7 maschile, debole e incompleto (ragazzino) rigenerato dall' interno, diviene il 2 Femminile, numinoso (la Madonna).
Il sogno  mostra una rinascita duplice e complementare, dove prima c' era un  maschile incompleto e negativo (pianto e paura)  contenuto in una forma oscura e "fatale", ora c' e' un femminile luminoso e rigenerante protetto da un Maschile Forte e Solare. E potremmo sintetizzare il tutto con due esagrammi del'I King , il libro dei Mutamenti: dall'esagramma  62, La Preponderanza del Piccolo  il sogno porta all'esagramma 61: la Verita' Intrinseca:


Grazie. F.V.

 

 

 

 
 

Sogno Daniele - interpretazione di  Natale.

La vita, lo si faccia consciamente o no, è una ricerca di senso, ed il nostro vivere quotidiano ne  è la forma. Un bravo psicologo, a nostro parere, dovrebbe essere in grado di riconoscere il punto esatto della ricerca del suo paziente, subito dopo il primo colloquio.
Lo studio che noi facciamo sui sogni (questo lo abbiamo già detto in passato)non mira a psicanalizzare il sognatore, perché secondo noi, può analizzare la psiche di un altro solo chi è virtuoso al 100%, cioè chi ha conosciuto se stesso fino in fondo. I Grandi capiscuola della psicanalisi hanno conosciuto parecchio di se stessi, ma dopo averne letto le opere (piene zeppe di rancori, ostilità, invidie, ironie, attacchi, dogmatismi, settarismi, ecc.), non possiamo certo accreditarli di quel 100%. Per tanto riteniamo che essi possano sì aiutare molto i loro pazienti, ma dubitiamo fortemente che siano in grado di conoscere la psiche di un altro.
Quello che noi ci proponiamo è creare soltanto spunti di riflessione che possano dare una mano a chi vuole veramente intraprendere la discesa nella propria interiorità, quale primo vero passo per la conoscenza di sé. E qui condividiamo il  pensiero di Jung, secondo cui il vero lavoro comincia dopo l'incontro con la propria ombra.
Ora, l'inizio del sogno in questione ci fa supporre che il sognatore stia attraversando quel particolare momento dell'opera alchemica denominato  fase al nero, durante il quale il ricercatore, dopo aver fatto tabula rasa di ogni pseudo certezza conseguita fino a quel momento, mischiate le carte, si è ricreato quel particolare caos da cui poter ripartire per aggiungere un'altra terrazza al suo Ziggurat, quella sorta di piramide, che dall'ultima terrazza, permetterà al ricercatore di scoprire l'insondabilità e l'inconoscibilità del Cielo, e di conquistare una fede basata non più sul sentimento, ma su una strana certezza, che dapprima gli si presenterà come una stella polare, una luce esteriore, e poi come una luce interiore emanata da un cuore che,  anelando, allarga sempre più i propri confini.
La nostra supposizione ci viene suggerita dal fatto che "un anno fra il 1969 e il 1973" potrebbere corrispondere pressappoco alla data in cui il sognatore è stato concepito. Questo suo regredire, è un ricominciare, partendo dal puer che eravamo e che sempre saremo. Di fatti il nostro fanciullo interiore si ripresenta ogni volta che ricominciamo una nuova fase della nostra vita, ogni qualvolta ci confrontiamo con i primi quattro esagrammi dell' I King, con i primi quattro archetipi di ogni ciclo. Si comincia col rinascere in uno spazio-tempo che appare diverso, perché inquadrato da un'anima (psiche), che essendo più comprensiva, più dilatata, più ricca, più matura, più 'dilagata', offre nuovi territori all'imprevisto, al nuovo, che muovendo da tutte le parti crea quel vortice ubriacante costituito da Creativo (esagramma numero uno) e Ricettivo (esagramma numero due).
In sostanza è accaduto questo: l'anima, satura ormai del certo, rientra nel bosco, e come un occhio nel buio, dilatando se stessa, si apre al mistero. E quel mistero domani sarà un nuovo "certo" su cui edificheremo altre terrazze. Ma prima dovremo fare i conti con la difficoltà Iniziale (esagramma numero tre ) e la Stoltezza Giovanile (esagramma numero quattro). Poi vi sarà un periodo di Attesa (esagramma cinque), e così via…   Ogni nuovo ciclo ci vede dunque fanciulli. Ma la nostra psiche, la nostra anima non può, da subito, renderci adulti. Ecco perché il fanciullo è terrorizzato e piange: il caos del nuovo lo spaventa, il "buio" della fase nera dell'opera lo avvolge e lo impaurisce: una piena di acque e di limo fecondo lo ha investito, e strappando dal ramo l'ultimo frutto ha fatto di esso un seme, un pensiero, un cogito indeterminato che dà una ed una sola grandissima certezza: sono. Manca solo il come, che cosa sono, ma questo lo si saprà soltanto dopo avere vissuto  a) con il Creativo la certezza di "essere"; b) col Ricettivo la possibilità di "avere". Il paradosso è tracciato: la nostra anima pur essendo più "estesa" è  più "piccola". Essa aveva chiuso una parentesi di vita in un Solve gigantesco che la vedeva straripare per ogni dove, ma nello stesso istante in cui accadeva l'esplosione, si ritrovava con una sola certezza, sono,  si ritrovava  "punto" dopo essere stata infinite traiettorie, pennellate e composizioni di ogni genere. Ed il punto è quel seme smarrito e irraggiungibile, che comincia a sentire in sé un'altra certezza: l'istinto,  ovvero la zingara. E' una prima madre interiore, che inghiottendo il piccoletto, lo lascerà sopravvivere nell'oscuro limo fertile, che come due mani di madre lo dissolveranno come seme per riconsegnarlo a quell'Anima del Mondo che, Padre e Madre ( le mani di donna son diventate mani di uomo), daranno vita ad uno della stirpe di Davide… Ma il tutto è ancora possibilità: si tratta di una "Madonna Luminosa Celeste e Brillante di lacrime" che non ha ancora partorito, ma che piange per l'ennesimo annuncio della nascita di un suo figliolo ("Io sarò con voi fino alla fine dei tempi") in suo Figlio.
Quanto al viso del ragazzino del sogno (assomiglia a quello del fratello maggiore del sognatore): ci sembra di poter scorgere una fretta che non serve a niente e a nessuno. Non dimentichiamo che la prima virtù dell'alchimista è la Pazienza.


Grazie. Nat.

 

 

 

Sogno Daniele - interpretazione di  Maurizio.

Nelle favole e nei sogni talvolta appare l’archetipo materno in forma negativa: la madre divorante, che imprigiona o fagocita, spesso rappresentata come una strega, una maga o una zingara che – sostanzialmente – impedisce di crescere. Il fratello del sognatore (o, comunque, il bambino che ha il suo volto) ha, nel sogno, l’età della pre-adolescenza, cioè proprio il momento in cui bisogna affrontare il travaglio della crescita e del distacco definitivo dalla figura genitoriale. Questa figura, però, può essere talmente risucchiante e possessiva, da non facilitare questo tipo sviluppo che, fisicamente, è rappresentato dalla pubertà. Dal punto di vista dell’evoluzione della consapevolezza, la ‘madre divorante’ è l’inconscio, che vuole impedire l’emersione e la strutturazione della coscienza. In senso ancora più interiorizzato e spirituale, è la ‘Maya’, l’Illusione,  che – secondo le filosofie dell’India – tende a ostacolare la Liberazione e l’Illuminazione. 
Come sfuggire al suo potere? La trasmutazione che il sogno di Daniele produce, modificando le mani della ‘zingara’ in ‘forti e nodose’ mani maschili che rivelano al loro interno una Madonna, sembra proporre la soluzione trovata dalla nostra civiltà, particolarmente in ambito occidentale, ma non esclusivamente. L’immagine della ‘madre divorante’ che afferra il bambino spaventato si trasforma in qualcosa di  speculare e inverso allo stesso tempo, come nello sviluppo di un negativo fotografico: ora è una forza ‘maschile’ – quasi un emblema del bambino cresciuto e pienamente maturato – che controlla e racchiude l’archetipo femminile cambiato di valenza, una madre buona e compassionevole, dai caratteri religiosi e morali. Tutti i valori ‘ctoni’, ‘inferi’, posseduti dalla ‘zingara’, sono trasmutati in valori ‘celesti’ e luminosi. In questa maniera, attraverso la razionalità ‘maschile’ - simbolizzazione della forza dello ‘spirito’ - la nostra civiltà cerca di venir fuori dalla passionalità istintuale, dalle forze sub-consce e dalle ‘acque inferiori’ del sentimento di cui ha paura.
Pur nella sua positività, questo sviluppo produce i guasti dell’attuale cultura dominante: una certa unilateralità della coscienza, il predominio di una sterile razionalità a discapito della sensibilità, dell’emozione, dell’intuizione. Anche la religione risente e ha risentito in passato di ciò: la figura femminile, portatrice delle valenze terrorizzanti dell’archetipo della grande madre, è stata relegata – allo scopo di proteggersene - in un ruolo moralistico, schematico e asessuato. A mio parere il sogno di Daniele potrebbe esprimere l’ambivalenza del sognatore stesso: da un lato egli si rende conto che bisogna crescere e, all’epoca del sogno, simbolizza nel fratello più grande questa esigenza e il timore di questo compito difficile, che rischia di essere frenato o impedito. Dall’altro vede che il mondo degli ‘adulti’, pur essendo rassicurante sotto certi aspetti, da altri punti di vista offre immagini stereotipate, ‘statuette’ con piacevoli e prevedibili caratteri standard che, forse, non rappresentano davvero il senso profondo della vita e una reale maturazione. Daniele ci propone  questo sogno ‘antico’, risalente a molti anni fa, forse perché il dilemma e l’ambivalenza in esso presenti hanno per lui ancora oggi il valore dell’enigma. E l’enigma posto dalla Sfinge, che è anche il Sogno stesso, è la via regia per lo sviluppo della Coscienza.

 

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