Un sogno di EMMA


Cammino con Vanessa per le vie di un paese.
Incontro Maria, una ragazza, mia ex alunna, claudicante, che mi regala un grosso pesce.
Continuo a girare per il paese tenendo il pesce a testa in giù, per la pinna caudale.
Tutti gli abitanti del paese sono indaffarati con questi pesci.
Mi chiedo: - C’è stata una pesca miracolosa?  Ma qui non c’è mai stato né mare né lago.
Vorrei portare il pesce a casa, ma non ho le chiavi, non ho il cellulare per chiamare Roberto e non so a chi chiedere   200 lire per il gettone. Decido di andare, sempre insieme  a Vanessa, a casa di Maria, una cugina di Roberto: lì potrò telefonare.
Troviamo la casa completamente trasformata e per accedervi bisogna fare alcune rampe di scalei n discesa  (forse 4).
-E’ molto brutta! – Ci diciamo io e Vanessa.
Appena ci aprono, il marito di Maria, che è medico, in tono autoritario e professionale chiede a Vanessa: Ti sei informata poi per quel rinvio?
E io penso: “Ma perché adesso anche le donne sono obbligate  a fare il servizio militare?”.

 

 

Sogno Emma - interpretazione di  Franca

 

“Cammino per le vie di un paese” Quale Paese?  Lo deduciamo dal seguito del sogno: un Paese dove gli abitanti sono indaffarati con “pesci”. Tutti conoscono il significato esoterico del “Pesce” : dal simbolo del Tao al segno astrologico, dal significato di “iktis” ( in greco) corrispondente alle iniziali della frase “Gesu’ Cristo figlio di Dio Salvatore” ai 2 pesci del vangelo di Matteo (Mt.  14,17)  che insieme ai 5 pani nutrirono i 5.000 uomini ecc... il Paese qui non puo’ che essere Daath, il Luogo della Coscienza, tanto piu’ che la sognatrice vi si trova con Vanessa, che, come dicemmo in precedenza, significa “farfalla” ed e’ simbolo di Resurrezione. Nel Paese del Pesce Emma (= la grande) incontra  Maria (= amata da Dio) e riceve da lei il “Pesce” inoltre questa Maria e’ “claudicante” [ricordiamo che Giacobbe, il Patriarca, dopo aver combattuto con l’angelo di Dio allo Iabbok, rimase zoppo, ma ricevette il nome di Israele =  colui che lotta con Dio (Gn. 32, 29)]. Il Pesce e’ dunque al centro della storia e protagonista, infatti la seconda parte del sogno e’ tutta dedicata a “come” portarlo a casa, cioe’ a come acquisirlo veramente. Le difficolta’ sono molte: Emma non ha le chiavi di casa,  non ha il cellulare per comunicare con Roberto, il marito e controparte razionale-pratica e non ha nemmeno le 200 ( 20 valore numerico della “Forza”x 10 valore numerico della  Ruota) lire per poter accedere ad un telefono pubblico; decide quindi di prendere una strada piu’ lunga e meno diretta per portare il “Pesce” a “Casa”. Passa con Vanessa per la casa di Maria (un’altra Maria, meno vicina a lei, ma parente del marito Roberto quindi relativa alla razionalita’) ma la “casa” di quest’ultima  e’ “trasformata” = ha subito una metamorfosi (= serie di cambiamenti sostanziali che subisce un essere prima di giungere alla maturazione finale – ricordiamo le Metamorfosi dell’Asino d’oro di Apuleio-) per potervi accedere bisogna “scendere” alcune rampe di scale (forse 4) : e’ come se dal Paese –Daath = quarto livello di Coscienza si dovesse tornare in qualche modo a “terra” sul Malkuth = primo livello, per riprendere contatto con la realta’ quotidiana e non solo, qui bisogna rendere conto al marito (= componente razionale della sognatrice) di Maria,  che e’ “medico” (prescrive le ricette per le guarigioni ),  si interessa  di cose pratiche e chiede in tono autoritario:” Vanessa  si e’ informata per il rinvio?” Come se la “medicina” o cura per il momento fosse il rinvio, cioe’ posporre l’operazione.
Termina il sogno  un’ultima considerazione della sognatrice: “Anche le donne sono obbligate a fare il servizio militare?” Certo: lo sviluppo di Geburah (relativo a Marte e alla disciplina) e’ indispensabile per portare a “Casa” il Pesce e la colonna di sinistra, quella femminile e’ formata anche da questa Sephirah... che e’ stata la responsabile della “Caduta”! Grazie. F.V.

 


 

Sogno di Emma  - interpretazione di Natale

La prima cosa che ho pensato dopo aver letto questo sogno è che Emma abbia voluto in qualche modo "rispondere" al sogno di Carla con contenuti analoghi.  Come se volesse prendere il pesce di quel sogno per la coda e sbatterlo da qualche parte, ma non solo. Siccome lo stesso sogno é stato interpretato da alcuni componenti del gruppo ("tutti gli abitanti sono indaffarati con questi pesci"), la sognatrice, inconsciamente, si chiede ironicamente se nel paese-gruppo ci sia stata per caso una pesca miracolosa, e sempre inconsciamente rifiuta tutte le interpretazioni di esso: vorrebbe portarlo a casa, ma non ha le chiavi, non ha il telefonino, non ha gettoni per telefonare.
Ma questa è ovviamente solo una mia impressione, scaturita dalla comicità del sogno: per un attimo mi sono raffigurata la scena di tutta una popolazione paesana che, pesce alla mano, passeggia per le strade… Ho cominciato a ridere nel momento in cui ho attribuito le specie dei pesci: al bambino, pesce palla; al falegname un bel pesce martello ed un pesce sega (prendi due e paghi uno); al colonnello, un pesce spada; al poeta, un pesce luna; al pastore, un pesce cane; al comunista, un pesciolino rosso; a quelli di destra, una seppia; al mafioso, una piovra (me la si passi per pesce); all'industriale, uno squalo; alla sartina, una sardina; al vigile, uno sgombro; al prete, una balena (mi si passi per pesce pure  lei) con Giona ancora dentro e un pesce angelo ; al patriota, pesce bandiera; al contadino, pesce vacca; per finire con un bel pesce rondine, o a scelta un magnifico pesce vela, per l'idealista.  Però, passata la "sbornia ittica", sono finalmente riuscito a penetrare nel racconto onirico della  nostra amica.
"Cammino con Vanessa per le vie di un paese". Il linguaggio dei sogni  è simbolico, e spesso dà vita a "quadri alchemici", a veri e propri rebus, fra i quali farei rientrare proprio questo quadretto. Vanessa è la figlia della sognatrice, è giovane, piena di vita, si è appena laureata, e guarda al futuro come ad uno sconfinato territorio da conquistare. E' piena di speranze, di progetti, di aspettative. Pertanto, "camminare con Vanessa" , riportato alla ricerca, vuol dire "riprendo il mio percorso di autoconoscenza con spirito rinnovato, giovane, e con la prospettiva di avere molto più tempo a disposizione (Emma, insegnante, sta per andare in pensione non per limiti di età ma per sua scelta, ed anziché pensare al passato insegnamento e deprimersi nella prospettiva di non poter più esercitare la sua professione, si sente euforica nella prospettiva di poter dedicare a se stessa un po' di tempo in più).  "Incontro Maria, una ragazza, mia ex alunna, claudicante, che mi regala un grosso pesce".  Maria é sia la sorella di Mosé (la "profetissa" nella letteratura alchemica, famosa per avere inventato il  bagno-maria, una cottura a fuoco lento), sia la madre di Gesù, il Pesce archetipico, la Coscienza, il Daath della Cabbalà, che nella psicologia analitica potrebbe corrispondere al Sé. Ma il Pesce rappresenta anche cristianesimo e cattolicesimo, la nostra tradizione. Ora, la sognatrice, da un canto, regalandoselo attraverso Maria mostra una certa nostalgia per i riti della religione in cui è stata educata, ma d'altro canto si mostra anche critica nei confronti di essa: Maria è claudicante; è un ex alunna (un' Emma passata, ex alunna del Sé); è un paese senza mare né lago, in cui è dunque impossibile pescare; i paesani sono tutti indaffarati  ciscuno col proprio pesce, come a volerlo mostrare e basta (il Cristo è interiore oltre che esteriore, ed i suoi seguaci sono veri  se non si limitano a dirsi cristiani, ma ad esserlo); vorrebbe portarlo a casa, ma "si inventa" mille scuse: non ho le chiavi, non ho il cellulare, non ho spiccioli per telefonare a Roberto (il marito).  Sì perché inconsciamente Emma sa  che il Sé deve essere contattato attraverso l'anima sua, Roberto, l'animus, quella sorta di inconscio personificato.  Ma eccoci alla seconda Maria del sogno, la cugina di Roberto, moglie del medico. Ancora una volta la sognatrice vuole contattare la sua anima, ma…le si presenta un paesaggio in discesa: bisogna scendere quattro rampe. L'allusione è chiara: Il Sé sta ricordando ad Emma che la prima cosa da fare è la discesa agli inferi. Cosa che in effetti ha già cominciato (la porta si è aperta) a fare attraverso lo studio dei suoi sogni.  Il censore-medico-Sé le ricorda però che Vanessa (il suo entusiasmo e la sua neonata incoscienza giovanile) dovrà prestare "servizio militare", dovrà cioè addestrarsi alle delusioni, agli imprevisti, alle sorprese; dovrà disciplinarsi: per esplorare le zone d'ombra bisogna esser preparati all'impatto con “l’ombra". Lei può pure rinviare l'addestramento, ma il  “servizio militare” non può evitarlo: scavarsi è prestarlo. Grazie. Nat


 

Fantasticherie interpretative di Maurizio sul sogno di Emma

“Cammino con Vanessa per le vie di un paese. Incontro Maria, una ragazza, mia ex alunna, claudicante, che mi regala un grosso pesce.”

L’accostamento fra Maria e il ‘pesce’, ancora una volta ci conduce alla simbologia cristiana e all’icqus , il cui significato dal greco è “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore” – Iesous Christos Theou Uios Soter. Altro elemento interessante è la claudicazione della ragazza: forse un ulteriore richiamo alla tradizione biblica, stavolta veterotestamentaria, dove Giacobbe diviene zoppo o claudicante dopo essere entrato in contatto con la potenza divina, aver lottato con essa e averne ottenuto l’iniziazione. Nel mito greco-romano Efesto-Vulcano diviene zoppo dopo aver lottato con Zeus-Giove. Stranamente, in genere, in moltissimi miti e simbologie di tutto il mondo, sono zoppi gli dei del tuono, del fulmine, della pioggia e dell’acqua. Alcune di queste divinità, poi, hanno addirittura la parte inferiore del corpo a forma di serpente o di pesce, e “ciò deriverebbe dal mito della sirena o dell’uomo-pesce” (“Dizionario dei simboli” – Rizzoli), e ne spiegherebbe la claudicazione in quanto entità emergenti dalla natura uterina dell’inconscio, non ancora del tutto formate da una chiara consapevolezza. Cosa ha a che fare tutto questo con Emma? Probabilmente la sognatrice avverte di essere entrata in contatto con importanti forze del profondo: il pesce è una creatura del grande mare, quindi dell’inconscio. Maria, nel simbolo, è claudicante a causa del contatto con queste potenti forze interiori e anche perché è lei stessa una parte del mistero, una ‘sirena’; inoltre si chiama Maria come la madre di Gesù, l’icqus, il Sé; infine è un’ex alunna di Emma: ‘alunno’ deriva dal latino ‘alere’, che significa ‘alimentare’ – quindi è qualcosa che la sognatrice ha alimentato con la sua ricerca conoscitiva e che ora dà il suo frutto, un ‘regalo’ inatteso. 

“Continuo a girare per il paese tenendo il pesce a testa in giù, per la pinna caudale. Tutti gli abitanti del paese sono indaffarati con questi pesci. Mi chiedo: - C’è stata una pesca miracolosa?  Ma qui non c’è mai stato né mare né lago.”
La pinna caudale, la testa in giù, fanno pensare alla spina dorsale, ma  anche all’Uroboros, il serpente testa-coda che rappresenta la totalità unificante come anche il ciclo dell’evoluzione. Il fatto strano è che molte persone sono ‘indaffarate’ con questi pesci, tutti gli abitanti di questo paese che non è neanche vicino al mare o ad un lago. Non essendoci questa vicinanza alle ‘acque’, il posto non è mai stato in contatto diretto con l’inconscio, con la profondità interiore. Probabilmente, allora, esso è il luogo della coscienza ordinaria, della normalità. Per questo è sorprendente che tutti gli abitanti abbiano invece un simbolo dello Spirito per le mani con il quale relazionarsi. Nel Vangelo l’intervento del Cristo rende miracolosamente pescoso e generoso il lago di Tiberiade, il ‘mare’ di Galilea, così anche il ‘paese’ dell’esperienza consapevole della sognatrice  comincia miracolosamente a divenire cosciente di qualcosa di profondo e importante.  Ciò è riferibile sia alle parti di Emma che sono meno in contatto con il ‘mare’ e i ‘laghi’ interiori, sia ad un’osservazione che la sognatrice fa: si rende, infatti, conto che oggi la verità è sempre più affiorante nelle coscienze, che ognuno, in modo più o meno consapevole, ne possiede una parte, che il Cristo comincia a nascere nel cuore di ogni uomo, come per una sorta di ‘iniziazione generale’.

“Vorrei portare il pesce a casa, ma non ho le chiavi, non ho il cellulare per chiamare Roberto e non so a chi chiedere 200 lire per il gettone.”
La sognatrice, a questo punto, vorrebbe che il ‘pesce’ entrasse stabilmente nella struttura della sua personalità, la ‘casa’, probabilmente vorrebbe alimentarsene, assimilarlo, e renderlo assimilabile dagli altri componenti della sua famiglia, come per una ‘comunione’. L’’iniziazione generale’ della nostra epoca fa sì che ci siano tante tendenze nell’ambito della ricerca interiore, ognuno, ogni scuola, ogni libro ha il suo ‘pesce’ e ne fa l’uso che vuole, talvolta in maniera spregiudicata e criticabile, generando confusione. Anche per questo motivo è bene portarsi il proprio icqus a casa, così da rifletterci su, renderlo proprio, autonomo, indipendente. Tuttavia non ci sono le chiavi: il contenuto emerso nel sogno è difficilmente comunicabile, non è immediatamente traducibile nel linguaggio della coscienza ordinaria. Considerando Roberto, marito della sognatrice, come la sua polarità maschile e razionale, vediamo come il contenuto spirituale ‘sentito’ ma non ancora compreso non riesca ad allertare la mente concettuale. Il numero 200 compare qui come espressione accrescitiva del 2, la dualità primordiale, il mistero velato, la Porta del Tempio di difficile accesso, nota soltanto agli iniziati.

“Decido di andare, sempre insieme  a Vanessa, a casa di Maria, una cugina di Roberto: lì potrò telefonare. Troviamo la casa completamente trasformata e per accedervi bisogna fare alcune rampe di scale in discesa  (forse 4). -E’ molto brutta! – Ci diciamo io e Vanessa.”
Vanessa, figlia di Emma, incarna probabilmente per lei una sorta di Virgilio nel labirinto onirico: è la figlia reale, tangibile, quindi è per lei una sicurezza, un concreto risultato della sua esperienza di vita. Inoltre si è appena laureata in Giurisprudenza e questo, simbolicamente, ha due valenze: 1. ha studiato la Legge, può aiutare Emma ad affrontare l’inconscio onirico; 2. nella vita ‘reale’, probabilmente, Vanessa è alla ricerca di una sistemazione lavorativa, e quindi è lei stessa in una situazione labirintica. Emma vi si identifica perché sta compiendo il passo opposto: lascia il suo lavoro ed entra in una nuova fase di vita in cui, comunque, avverte il bisogno di orientamento. Per cercare un avvicinamento alla mente concettuale ordinaria, la sognatrice va a trovare una ‘parente’ di ‘Roberto’, a lui collegata. Si chiama Maria anche questa, è evidentemente una Maria più ‘razionale’, meno inconscia dell’altra. Essendo, comunque, il nome Maria legato simbolicamente anch’esso al numero 2, alla Grande Sacerdotessa, ad Iside, all’Occulto e alla Porta dei Misteri, potremmo dunque pensare che la ‘cugina di Roberto’ sia un ‘mistero’ più assimilabile, più familiare e traducibile in un contesto razionale. Tuttavia per accedere alla sua casa bisogna scendere di livello, anzi di più livelli, e l’ambiente appare ora trasformato, molto brutto: in effetti, quando si è anche solo sfiorato un contenuto ‘alto’, la sua espressione razionale rappresenta una caduta di piano, ed è molto insoddisfacente.

“Appena ci aprono, il marito di Maria, che è medico, in tono autoritario e professionale chiede a Vanessa: -Ti sei informata poi per quel rinvio?- E io penso: “Ma perché adesso anche le donne sono obbligate  a fare il servizio militare?”.”
Il marito di ‘Maria’ è un medico: il ‘mistero’ razionalmente espresso ha comunque una valenza  terapeutica. Asclepio, o Esculapio, incarna l’archetipo stesso del medico in un mito molto antico. Particolare importante è che nella sua ‘casa di cura’, il Tempio di Epidauro, si operava sulla malattia con una ‘terapia onirica’: il paziente veniva preparato con opportune abluzioni e rituali a ‘ricevere’ un sogno durante una o più notti passate nel ‘recinto sacro’. Il sogno avrebbe contenuto indicazioni importanti sulla cura da intraprendere o sarebbe stato esso stesso miracolosamente risolutivo: le forze del profondo sarebbero emerse nell’evento onirico portando alla coscienza – magari con opportuna decifrazione e aiuto dei sacerdoti medici – un grande simbolo di guarigione e d’illuminazione.   Anche Emma, forse, avverte che il lavoro sui sogni comincia ad incidere nel profondo, comincia a portare alla luce grandi forze di trasformazione. Tuttavia la parte ‘maschile’ della sua stessa mente appare ancora inadeguata, poco sviluppata, necessita di un’ulteriore evoluzione: il ‘medico’ si irrigidisce nel ruolo professionale e, quindi, blocca anziché facilitare la comprensione dell’interiorità. Inoltre evoca rinvii, dilazioni, e immagini di inquadramento forzato come quelle del servizio militare, inadatte alla sensitività meditativa e alla scoperta del profondo, di valenza indubbiamente più ‘femminile’, legate all’intuizione e al sentimento, alla visione ‘notturna’ e al… sogno. Anche la razionalità è essenziale per la ricerca, ma dovrà trovare maggior sviluppo, maggior contatto con la dimensione interiore e maggior saggezza.

 

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