Ripetiamo
ancora una volta che le nostre interpretazioni nulla hanno a che vedere
con la psicanalisi. Essendo nostro scopo principale della vita quello di
avere sempre nuovi lumi sul percorso di ricerca mosso dalle fondamentali
domande "chi siamo?" "da
dove veniamo?" "Dove
andiamo?", ricerchiamo nei sogni indicazioni utili in tal senso.
Fino ad ora abbiamo fatto ciò attribuendo tali indicazioni al solo
sognatore. Questa volta, invece, dopo avere considerato il gruppo una
sorta di "individuo" (un albero cabalistico), possiamo
"divertirci" ad attribuire le indicazioni del sogno al gruppo
(magari, più in là possiamo allargare
la cosa all'intera collettività: chi ce lo vieta?).
Ovviamente,
prima di fare ciò dobbiamo trovare la giusta collocazione sull'Albero
Cabalistico di ogni sognatore. Sarà lo stesso sogno a dare indicazioni
in tal senso. Il tutto servirà anche a dare i giusti indirizzi al
lavoro che tutto il gruppo sta svolgendo durante questa gradevole
parentesi di ricerca-onirica. Ma non trascureremo di tenere in dovuto
conto la conoscenza (sia pure relativa e incompleta:non potrebbe essere
altrimenti) che abbiamo di ogni componente, noi compresi. In Malkuth
poniamo Franca, la pietra del CIS, la fondatrice-organizzatrice: per
anni abbiamo interpretato, sceneggiandoli e drammatizzandoli,
i suoi sogni particolari sugli archetipi. Grazia e Simonetta le
collochiamo a metà strada fra Malkuth e Yesod: la prima perché nel suo
sogno incubo tiene staccati i piedi da terra, ma…non sta ancora sulla
luna: la porta che divide il mondo manifesto, Assiah, dal mondo dei
sogni, Yetzirah. La seconda perché, giocando con le tre età della vita
(Suo figlio da piccolo, suo figlio da giovane,
se stessa in età matura, tuti e tre insieme in un viaggio in
automobile, ma nessuno dei tre capace di ben guidare il mezzo: il puer
è incosciente, il medio abbandona il mezzo, la matura non trova i freni
e vede la macchina frenare da sé. Paola l'abbiamo posta in Yesod, perché
nel sogno della volta scorsa scappava di prigione e poi vi ritornava per
aiutare chi vi si trovava ancora rinchiuso e nello stesso tempo per
nascondervisi: la" prigione" è il Malkuth, il corpo, e
l'evasione è la prova del possesso dell'anima. Cos'è l'anima? Un
illusorio corpo sottile che avvicina alla conoscenza della verità:
tutto è Uno, tutto è Dio
e noi, attraverso l'illusorietà di tali corpi (che dal punto di vista
del piano di riferimento sono tremendamente veri e concreti), diamo
l'opportunità all'Eterno di "osservarsi" attraverso
apparenze: noi siamo il discorso di Dio, le parole del suo
incomprensibile silenzio. Cristiano l'abbiamo posto in Hod, perché nel
suo sogno precedente, quello in cui scalava una montagna a gran fatica e
poi si imbatteva in ladri con bottino, si allude chiaramente alle
caratteristiche di Hermes, Mercurio, che era notoriamente ladro,
chiacchierone, messaggero: lo stesso suo sogno è lungo e non risparmia
certo parole. Ma lo abbiamo posto in questa Sephirah, anche perché il
Mercurio alchemico è uno di quei soggetti della grande opera che più
ha confuso i ricercatori di mezzo mondo occidentale, e il nostro amico,
a nostro parere, non è ancora riuscito a metabolizzare tutte le sue
apprezzabili e numerose esperienze, a far chiarezza e sintesi, cosa che
alla fin fine nessuno di noi ha conseguito. Rosa sta in Netzach, la
Sephirah del plesso solare, quella in cui si scarica la paura.
Ultimamente la nostra amica ha certamente vinto la paura, cosa non da
poco, se è vero come è vero che, saputo della sua malattia, ha sentito
riecheggiare dentro la stessa voce che alcuni anni fa sentì in sogno:
" Io Sono Resurrezione e Vita" , a cui, sempre in sogno lei
rispondeva " e ascendo nella Luce" . L'archetipo che interessa
questa Sephirah è Venere, la stella del mattino, la luminosa. Pertanto
ci è sembrato giusto
collocarla qui. Ho posto me in Tiphereth per un semplice motivo: sto
perfettamente a metà strada fra il mentale e l'emotivo, fra i piani
manifestazionali cabalistici Yetzirah e Briah, e poi perché nel primo
sogno mio ho visto un tappeto di fiori bellissimi rosa che sembravano
magnolie-girasoli, ma anche perché, da buon acquariano credo molto nel
" noi" che è la prima persona degli amorevoli. Emma sta in
Gheburah, perché ci sembra una di quelle persone che hanno accettato la
spada di cui parla il Maestro Gesù: " Non crediate che io sia
venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma
una spada. Sono venuto infatti a separare Il figlio dal padre, la figlia
dalla madre, la nuora dalla suocera, e i nemici dell'uomo saranno quelli
della sua casa. Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di
me…" (Matteo X, 34..37) Se Gesù, oltre che Via e Vita, è Verità,
essere amanti della verità vuol
dire combattere per essa e vivere la vita secondo le sue leggi che sono
quelle della moderazione e della ponderazione. Marte sta in Gheburah ed
è vittorioso sempre, perché è Verità vestita d'armatura e con spada
sguainata, esso è Verità in azione. Roberto sta in Chesed, il centro della
Gola, per un fatto semplicissimo: i suoi sogno non li scrive, ce li
racconta, e poi perché quando parla sembra emettere dei 'tuoni'
indistinti tipici del padre degli dei. Ma sta in questo particolare
punto dell'albero, perché di fronte a lui sta una Verità che non può
fare a meno della Giustizia. Maurizio, infine, l'abbiamo posto in Daath,
perché è stato lui a proporre di lavorare sui sogni, quindi gli
spettava il mondo delle idee causanti, Aziluth. Arrivati a questo punto
dovremmo, analizzando il sogno di ogni sephirah, poter dare un quadro
del nostro gruppo, relativamente al suo metodo di ricerca attraverso i
sogni.
Di fatto,
con la sua proposta, Maurizio, richiamando la nostra attenzione sui
sogni, l'ha velatamente indirizzata verso quella Luce che permette la
proiezione delle immagini oniriche. Parlandoci egli dei luoghi più
luminosi da preferire a quelli bui
e invernali, ribadisce il concetto. Pertanto, il centro dell'intuizione
del gruppo deve focalizzare la sua attenzione nell'origine dei sogni. Il
sogno dei serpenti di Roberto è una chiara indicazione di Chesed:
occorre recuperare tutte le energie dopo avere rivangato la terra (il
suo sogno alludeva a serpenti che saltavano fuori dalla terrra,
tranciati da una fresa. Il fatto che venissero allineati, alluderebbe
alla via diretta o di mezzo, quella della moderazione. Quanto alla pesca
mitica, archetipica di Emma, qualla conquistata alla fine di un
difficoltoso viaggio, ci pare chiaro il riferimento alla lotta che dovrà
essere sostenuta con se stessi per " conquistare" l'immortalità
(non del corpo, cosa assurda e finora impossibile) di un'anima del mondo
che è sempre stata lì, Grande Madre di ogni cosa. La luminosità e la
vuotezza della pesca è proprio il corpo di questa luce sconfinata che
è Vita Verità Via, che è il (nostro!) vero Sé. Quanto al sogno di
Natale, l'allusione al fuoco alchemico, al Sole, al carro di fuoco è
altrettanto chiara: senza quella insondabile sete di Vita, non ci
si può " allargare" come un Graal per poter contenere tutta
l'Acqua del mondo: la voglia di Essere deve essere un tormento, una
spina, una febbre, un fuoco continuo e prosciugante, un mirare continuo.
Rosa da parte sua, col suo "sentire la voce in sogno"
ci dirige verso la consapevolezza, verso l'ascolto,verso
l'adesso: ed "ora" non può che essere luce, padre-madre di
ogni illusione, di ogni sogno, di ogni apparenza. Tutto questo, ci dice
Cristiano, prima o poi ci farà percorrere tante strade ed
inevitabilmente ci condurrà dritti verso ciò che di noi non
sappiamo, dei briganti, dei ladri che pascolano sui fertili
terreni della nostra anima (psiche). Attraverso lo studio dei nostri
sogni, ci ricorda Paola, potremo uscire dalla prigione dell'illusorietà,
per poi rientrarci consapevoli della illusione e del fatto che essa è
un ottimo nascondiglio della Sapienza. Quanto ai sogni di Maria Grazia e di Simonetta,
l'avvertimento è chiaro: i vari
personaggi che nel tempo si susseguono (il bambino che eravamo, il
giovane, l'adulto) e che ci fanno pensare a qualcosa di duraturo
chiamato "io" altro non sono che un prodotto di eventi, un
effetto di causa, e che il diavolo, altro non è che la convinzione di
essere questa illusoria continuità. Esso è una vera e propria legione
che come un'ombra ci seguirà per tutto il percorso che intraprenderemo,
soprattutto all'inizio. Quanto al silenzio di Franca (dovuto anche al
fatto che per anni abbiamo rappresentato i suoi sogni), quanto alla
pietra, Malkuth, che essa rappresenta, non possiamo fare a meno di dire
che la verità è nella vita di tutti i giorni, ma a patto che essa sia
vissuta senza maschera, senza ego. E' un sogno?
Sì, "la vita è sogno".
Grazie.
N.M.
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