Commento al
tema-sogno di Luciana 3
Il titolo “Sei tu…
ecc.” e` una delle battute della ns/ riduzione teatrale del Faust di
Goethe lo spettacolo che stiamo mettendo in scena nel teatrino del CIS e
precisamente e` la frase che Margherita pronuncia quando, nel colloquio
finale, Faust si reca nel carcere per liberarla. Luciana, che
interpreta appunto il personaggio di Margherita, per quello che si
evince da tutto il suo tema-sogno sul mito di Faust, fa coincidere la
testa di corno del suo personale demonio con lo stesso Faust,
e a lui dedica la prima parte del suo sfogo contro l’asfissiante
maligna interessata presenza che la perseguita. La nostra amica, in
questo lavoro si firma Luciana (= luminosa) Elisabetta (=
pienezza del Signore, o anche: il numero sette e` la completezza del
Signore), vuole quindi mettere in risalto il significato del suo
secondo nome, pienezza, completezza come se, essendo essa in questo
momento ‘piena’, con uno sfogo dell’anima potesse ‘vuotare’ il troppo
pieno della sua ‘tazza’ interiore.
Luciana aspetta che il suo Faust-Mefistofele, che lei definisce verme
piccolo-picolo, si ‘decida’ a qualcosa. Ma a che cosa? Forse da lui
essa vuole quel certo tipo di collaborazione che le permetta di scrivere
di ‘lui’, come se da sola, senza il suo aiuto, non fosse in grado di
farlo. Ed eccola accontentata: subito arriva la descrizione con le
caratteristiche di questo verme serpentino e puzzolente: questo
demone e`spione, criticone e ingiurioso; con questi suoi poteri negativi
egli si oppone alla saggezza e all’amore, a cui Luciana aspira,
tarpandole le ali della fantasia e della bellezza, e negandole quella
comprensione che dovrebbe invece accoglierla.
Luciana poi si chiede se quello e` davvero il ‘suo’ demone e, se lo e`,
perché mai la ‘perseguiti’. La risposta e` implicita nella domanda: e`
proprio quello. E la per-seguita (= la segue) perché ‘suo’.
Esiste un modo per sfuggire al proprio demone? Come farlo scendere
dalle spalle? (Il centro Geburah e` la sede naturale del diavolo). Come
ordinargli di andare via? Lui non sembra intenzionato ad
ubbidire. Il vai via ripetuto tre volte (che dovrebbe contrastare
l’avanti ripetuto tre volte che ha permesso l’ingresso del demone
(v. dialogo tra Faust e Mefistofele) risulta sbiadito rispetto al resto
dello scritto (forse nell’originale e` stato scritto in rosso, il colore
della passione e del sangue, ma non della ferma volonta`) ed il comando
risulta percio` ‘debole’. Il discorso a questo punto diventa onirico,
simbolico. Luciana difendendo dagli attacchi del suo demone la coppia
genitoriale in se`, il padre-madre; ‘si’ difende e cerca rifugio
nell’archetipo familiare; vi cerca pace, ma non la trova, perché la
madre e` poverina-meschinegna` e anche il padre Mauro (= Moro,
oscuro), deceduto di recente, le ha causato la triste esperienza della
partenza, lasciandole solo 2 TT (croci) che
formano nella parola (tabuto), nel disegno(TT) e nella sostanza
(perdita) la bara dell’archetipo del padre.
Il ricordo della
bara introduce il sogno vero e proprio con una data (ottobre 2004, gia`
citata nel disegno-sogno Luciana 2) e un luogo: il porto di Molfetta.
Nell’ottobre (= ottavo mese dall’inizio dell’anno arcaico che cominciava
in primavera) ritroviamo le due TT della bara e la ‘morta stagione’, nel
2004 (2+4=6) il 6 del Bivio, l’Archetipo delle scelte della vita. Il
porto di Mo(l)fetta, cittadina di origine della sognatrice, ci conduce
all’animale mitico dei nativi americani, la ‘moffetta’ che rappresenta
nella loro tradizione la stima di se`, il rispetto e la reputazione ed
e` definita “la creatura che porta le braci” e che puo` essere messa in
relazione con il Sole interiore. Li`, nel porto di ‘Moffetta’,
Luciana ha il suo paradiso perduto, il luogo dell’incontro nostalgico
col ‘padre’, luogo da dove insieme partivano per andare a pesca di
polpi veraci, cioe` a caccia di polpa di Verita`. Ma il sogno narra
la storia di un grigio giorno con il mare in burrasca
impossibile da affrontare. Il mare nel sogno e` relativo
all’elemento astrale primordiale da cui emergono sentimenti, emozioni e
desideri; il grigio testimonia la mescolanza del Bianco col nero, la
burrasca ci rivela che tale mondo e` in subbuglio e che i venti (i
pensieri) lo rendono pericoloso e impossibile da affrontare.
Eppure il padre di Luciana, in gergo dialettale barese le chiede
(o le ordina) di accompagnarlo perché insieme debbono andare lontano
cercando la conferma di esistere: le chiede (o le ordina) di
affrontare il suo mare in tempesta come scopo e conferma dell’esistenza
(il to be or not to be?) per apprendere il superamento del problema del
Bene e del male, dell’Angelo e del demone che c’e` in tutti noi.
Grazie F. V.
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