Un sogno di LUCIANA (7) del 06/03/2007

Immagini agitate, confuse e complesse che si sovrappongono.
Tavola grande bandita, attorno alla quale sono sedute persone e parenti.
Vedo tre cofani funebri uguali nello stile ma di dimensioni diverse che si alternano su di un altare arcaico “ANTICA ARA SACRIFICALE”, li riconosco come manufatti artistici creati almeno 60 anni fa dall’artista creativo che era mio padre (dopo la guerra essendo falegname, mise su una societa` con un fratello “traditore” ecc. ecc.)
Vedo mia sorella che vuole chiedermi perdono, ma subito dopo sento ed intravedo suo marito che con voce ilare ed in modo irrispettoso e scanzonato o canzonatorio ripete in forma poco seria per due o tre volte e quasi solo per far piacere agli altri la frase:”E… va bene, chiediamo scusa e perdono a tua sorella…” cercando di afferrare il mio braccio; a tale gesto cerco di sottrarmi con ribrezzo perché disgustata e, ordinandogli di non toccarmi, gli rispondo che non ho nulla da perdonare, poiche` ho gia` perdonato, ho gia` sepolto il passato; e che non e` a me che devono chiedere perdono, ma direttamente a Dio Misericordioso. Mi sveglio in uno stato di agitazione.
I dettagli della realta` conosciuti in seguito li raccontero` personalmente al CIS. Grazie.

 

 

 

Sogno 7 di Luciana Elisabetta del giorno 06/03/07

Dalla data del sogno per la numerologia ricaviamo 6+3+7= 16, ma poiche questo e` il sogno n. 7 di Luciana possiamo aggiungerci anche il 7 ed ottenere cosi` 1+6+7 = 14, numero relativo all’Archetipo della Temperanza, in cui vengono ‘temperate’nella colonna centrale  le energie delle due colonne dell’Albero.
Immagini agitate, confuse e complesse che si sovrappongono.  L’inizio del sogno e` caotico, ma dal caos emerge una visione familiare: una tavola grande bandita, attorno alla quale sono sedute persone e parenti: che la tavola sia  grande indica la generosita`di chi l’ha allestita per accogliere un gran numero di commensali invitati, mentre il fatto che sia bantita puo` essere interpretato sia come (im)bandita, cioe`, come un pranzo particolarmente  solenne (a cui si viene invitati con un bando, ufficialmente) sia come un pranzo per ‘banditi’ per persone che dovrebbero essere messe al ‘bando’.  Gli invitati sono persone cioe` ‘maschere’ e parenti ‘altri’, partoriti dagli stessi genitori. Queste ‘maschere’ e questi ‘altri’ a ‘tavola’ possono essere considerati tutti personaggi interiori della sognatrice, invitati forse poco graditi se si propende per l’ipotesi letterale della tavola bandita.
Vedo tre cofani funebri uguali nello stile ma di dimensioni diverse che si alternano su di un altare arcaico “ANTICA ARA SACRIFICALE”: nella seconda scena del sogno la tavola e` diventata altare e non ci sono piu` i commensali, ma tre cofani funebri; come se gli ospiti fossero diventati loro stessi i cibi che avrebbero dovuto essere serviti sulla tavola, e come se fossero stati trasformati in vittime sacrificali. La sognatrice li riconosce come manufatti artistici creati almeno 60 anni fa dall’artista creativo che era suo padre (dopo la guerra essendo falegname, mise su una societa` con un fratello “traditore” ecc. ecc.) In genere cio` che e` creato (o meglio generato)  dal padre sono i figli e per chi e` figlio o figlia, i fratelli o le sorelle: questi tre cofani possono allora essere omologati letteralmente ai fratelli-sorelle della famiglia di Luciana e, poi, nella trasposizione interiore sull’Albero, alle Sephiroth Hod(sorella) e Netzach (fratello o, per estensione, cognato) in relazione a Tiphereth (Luciana stessa). Infatti il velo della metafora si solleva e Luciana racconta:
Vedo mia sorella che vuole chiedermi perdono: se il fratello del padre era stato definito traditore altrettanto (traditrice) sara` considerata  la sorella, che e` vista come se volesse  chiedere perdono (di un qualche tradimento)  ma subito dopo sento ed intravedo suo marito che con voce ilare ed in modo irrispettoso e scanzonato o canzonatorio ripete in forma poco seria per due o tre volte e quasi solo per far piacere agli altri la frase:”E… va bene, chiediamo scusa e perdono a tua sorella…” cercando di afferrare il mio braccio. La richiesta di perdono, non e` vista come ‘vero pentimento’ ma solo come una irrispettosa canzonatura. Ora a ‘tavola’, sull’altare, sull’antica ara sacrificale ci sono solo tre cofani funebri e tre pure sono i personaggi che emergono dal sogno: la sognatrice, la sorella e il cognato, che appare anche di un’invadenza ‘disgustosa’…Se, come abbiamo detto, i tre cofani e i tre parenti rappresentano i centri dell’astrale Hod, Netzach e Tiphereth, non sembra tra loro esserci armonia ne` passaggio positivo di energia che sarebbe lo scopo del ‘lavoro’ della Temperanza, tutt’altro.  A tale gesto cerco di sottrarmi con ribrezzo perché disgustata e, ordinandogli di non toccarmi: il centro Tiphereth (Luciana) non accetta nessun contatto, ne` diretto, ne` indiretto con gli altri due: gli rispondo che non ho nulla da perdonare, poiche` ho gia` perdonato, ho gia` sepolto il passato, e che non e` a me che devono chiedere perdono, ma direttamente a Dio Misericordioso: in realta` anche la Luciana parente non ha perdonato, ha solo seppellito il passato; il che  significa appunto fargli la bara, e magari conservarla su un’altare. Per-donare significa ‘donare per’, cioe` accettare  ‘il male’ che ci e` stato fatto, la sofferenza che ci e` stata arrecata per-dono. Se il per-dono fosse stato concesso, l’offesa sarebbe stata estinta, cancellata e non ci sarebbe bisogno di altri per-doni. Se i tre centri non si per-donanano tra loro la corrente non circola e l’energia muore. Mi sveglio in uno stato di agitazione. Nei sogni noi elaboriamo i nostri problemi della vita quotidiana ma i nostri problemi della vita quotidiana rispecchiano allo stesso tempo lo stato dei nostri mondi sottili, che sono schematizzati nell’Albero cabalistico. La lettura del Testo Sacro, la preghiera e la meditazione prima di andare a dormire possono calmare la mente e il cuore, allora le immagini dei sogni saranno serene e cosi` pure il risveglio sara ` sereno.. Ed e` questo che auguriamo a Luciana, di tutto cuore.
I dettagli della realta` conosciuti in seguito li raccontero` personalmente al CIS. Grazie.
Il che vuol dire …. Il seguito alla prossima puntata!

Grazie. F.V.

 

 

Sogno Luciana 7  int. Maurizio

I temi del sogno sono così riassumibili: l’altare degli Antenati con il relativo culto sacrificale, il tradimento nei confronti dei Padri (o del Padre), il padre falegname e suo fratello “Giuda”, il pentimento insincero e canzonatorio dei traditori, la difesa dei valori dissacrati da parte della sognatrice, la sua identificazione con la Giustizia Divina. La grande tavola “bandita” (invece che imbandita: ulteriore sottolineatura della differenza che la sognatrice pone fra sé stessa e i commensali “reprobi”) richiama, anche dal disegno che correda il sogno, una sorta di “ultima cena” con tredici coperti visibili, cioè è identificabile come una mensa del tradimento. C’è poi la promessa, da parte della sognatrice, di raccontare alcuni “dettagli della realtà” che, lo si intuisce, sono in linea con l’episodio onirico e ne costituiscono la motivazione o la conclusione o, comunque, ne danno concreta ragione.
Francamente, poiché siamo a conoscenza del fatto che il racconto del sogno corrisponde nella sostanza del suo significato evidente al vissuto di veglia della sognatrice, almeno ad un primo esame non ci sarebbe molto da aggiungere o da interpretare: anche gli elementi come l’altare o la tavola “bandita”, che potrebbero avere un fondo mitico archetipico o psicanalitico - per esempio la freudiana uccisione del Padre dell’orda e il suo smembramento cannibalistico ad opera dei figli - sembrano in realtà una simbolizzazione degli eventi reali soltanto di poco trasfigurata. Quello che risulta, la leggibilità del significato del sogno, quindi, pare in tutto riferibile a questo: un grave torto subito e una ingiustizia patita in ambito familiare che non si sono risolti interiormente, che non sono stati del tutto rielaborati e digeriti, ma lasciano – forse comprensibilmente - una notevole traccia di sofferenza, di dolore.
Rimane la domanda sul perché di questo sogno. Intendo dire che l’attività onirica sembra generalmente avere il senso della compensazione della vita di veglia, cioè – al di là delle modalità interpretative delle diverse scuole psicologiche o “esoteriche” – il sogno sembra avere la facoltà potenziale di apportare qualcosa alla coscienza del sognatore, probabilmente un equilibrio o una maggiore consapevolezza. Questo sogno, invece, appare come la trasposizione onirica – senza modifiche – di ciò che la sognatrice racconta della sua esperienza di veglia e di cui, quindi, lei è perfettamente consapevole.  In altre parole il sogno sarebbe più comprensibile se Luciana avesse represso e rimosso la problematica in questione e, durante il sonno, questa riemergesse nell’attività onirica per dare testimonianza di sé e facilitarne la presa di coscienza. Dire che il sogno la ripropone soltanto perché la sofferenza correlata è molto forte è forse possibile, ma vista la totale sovrapponibilità con i pensieri di veglia mi sembra poco. Il sogno sarebbe emerso per non dire nulla di nuovo rispetto a quanto già si conosce!  Poiché non mi trovo d’accordo con questa interpretazione che ridurrebbe l’evento ad una mera riaffermazione meccanica delle problematiche di veglia in quelle oniriche, sono forzato a cercare un altro livello, un’altra chiave, ipotizzando l’esistenza di un significato riposto e meno palese. Per rintracciarlo tento la strada della visione unitaria globale, tipo Gestalt, del sogno e dei suoi personaggi: essi sono espressione della sognatrice e, quindi, sono la sognatrice stessa. Da questo punto di vista tutta la tematica religiosa o para-religiosa del racconto onirico – l’Ara degli Antenati, l’Ultima Cena, il Signore Giusto e Misericordioso - esprimono la presenza di un forte Super-io giudicante, mentre il fratello traditore e la richiesta insincera e aggressiva di perdono della sorella e del cognato di Luciana sono indubbiamente espressioni di un Es interno alla sognatrice totalmente “bandito” dalla coscienza perché non ammesso, inaccettabile. La coscienza, diciamo meglio l’”Io” onirico, è totalmente spostato a favore del Super-io dal quale vuole essere accolto identificandosi con l’Ideale dell’Io, cioè con l’approvazione dell’autorità genitoriale che il Super-io rappresenta: quest’ultimo, infatti, è il censore interiore che dispensa premi e castighi. A questo punto fermerei la mia riflessione: se ho ragione, trattandosi di un rimosso, potrei entrare in un territorio riservato della personalità di Luciana. Nel nostro lavoro sui sogni, che è di tipo autoconoscitivo ed eteroconoscitivo, i sognatori fanno dono del loro episodio onirico per condividere un percorso e per rivelarne le tappe agli amici, oltre che per riceverne sostegno e stimolo alla comprensione di sé stessi. Tuttavia è un viaggio nel quale deve prevalere la delicatezza e il proposito di una serena meditazione. Non abbiamo l’intenzione di essere invasivi, anche perché il fiore della comprensione non può essere sollecitato con la violenza, ne può essere ingabbiato in uno schema interpretativo – sia esso psicanalitico o simbolico-esoterico. Ringrazio Luciana per il regalo della sua esperienza di sogno, e ne attendo una prossima che, magari, possa rivelare qualcosa in più a noi e a lei stessa di una sofferenza ancora difficile da sciogliere e da far fiorire – come, però, sono sicuro che presto avverrà.

 

Grazie   M.M.  

 

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