Mi trovavo in una casa a due
ingressi, una specie di autorimessa dove anche i mobili e le
suppellettili erano disordinatamente sistemati, quasi depositati.
Entravo dall’ingresso Nord, guardavo il disordine come se cercassi
qualcuno e spingendomi verso Sud notavo molta gente che parlava seduta
intorno ad un tavolo, vedevo anche mio marito al quale rimproveravo di
avermi, come al solito, nascosto la presenza di quella gente.
Andavo via gridando che dovevano andare via, che la casa era mia; su di
un tavolo vedevo tabacco e Vizi.
Il secondo passaggio immetteva in un atrio coperto da tessere di vetro,
l’interno era caldo come in una serra e tornando a Nord vedevo la
facciata di una chiesa barocca, in legno tutto scorticato, vecchio,
quasi bruciato dal tempo; entravo nella chiesa e mio marito,
elegantemente vestito di bianco, mi seguiva. Era appena terminato un
concerto sacro; subito dopo uscivo anche da questa, in preda alla
rabbia, alla solitudine ed alla disperazione, cacciando via mio marito
dietro di me che mi seguiva dicendo di avere perso un bottone del
pantalone. Fine.
Grazie Luciana Elisabetta
Sogno Luciana 8 del
27.03.2007 int. F
Come al solito prendiamo in
considerazione la numerologia per determinare l’Archetipo che interessa
il sogno: 2+7+3+2+7= 21. I dati fornitici dalla sognatrice di danno
l’Archetipo del Mondo, ma se facciamo ancora una riduzione abbiamo
2+1= 3, l’Archetipo dell’Imperatrice, e se aggiungiamo l’8, numero
progressivo dei sogni che Luciana ci ha offerto finora, arriviamo
all’11, Archetipo della Forza. A questi 3 Archetipi la sognatrice chiede
la Forza della Fede e della sicurezza in se stessa, la volonta` di
superare un momento difficile della propria vita, e la capacita`di
elaborare la sofferenza che tale superamento comporta.
Mi trovavo in una casa a due ingressi, una specie di autorimessa dove
anche i mobili e le suppellettili erano disordinatamente sistemati,
quasi depositati. Entravo dall’ingresso Nord: come gia` detto
altre volte, nei sogni la casa simboleggia la propria
interiorita` e le sue caratteristiche rivelano la struttura della
personalita`. Qui i due ingressi fanno intuire che Luciana ha due
modi per entrare in se stessa. Uno da Nord e, ovviamente, l’altro
da Sud. Nell’I Ching il Nord viene omologato all’oscuro, allo
Yin, ed il Sud al chiaro, allo Yang, il primo e` in basso, il secondo in
alto, ma se si pensa che anche per noi a nord fa freddo e manca il sole
e a sud invece fa caldo e c’e` tanta luce, e che Luciana e` nata
nell’Italia meridionale e si e` stabilita a Roma, che per lei
rappresenta il Nord, allora e` piu` facile capire come questo ingresso
da Nord implica un’entrare in se stessa dalla parte ‘oscura’,
irrazionale, nascosta. La casa viene equiparata ad una
autorimessa, una specie di garage, cantina che contiene mobili
(= cose che si possono muovere, spostare) e suppellettili (=
tappezzerie, oggetti vari che servivano anticamente ad arredare le tende
= sub pellis) ma disordinatamente sistemati, quasi depositati: le
ricchezze (mobili ecc.) nella casa ci sono, e tante, ma sono messe senza
ordine e come in attesa di essere collocate nel posto giusto.
…guardavo il disordine come se cercassi qualcuno e spingendomi verso
Sud notavo molta gente che parlava seduta intorno ad un tavolo; vedevo
anche mio marito al quale rimproveravo di avermi, come al solito,
nascosto la presenza di quella gente. Preso atto del disordine, la
sognatrice cerca di spingersi verso Sud verso la parte di se
stessa piu` chiara, verso la Luce, ed ecco che scorge molta gente
seduta intorno ad un tavolo: se consideriamo il tavolo come
un centro intorno a cui la famiglia si alimenta e si scambia le
esperienze, nella casa interiore il tavolo puo`
rappresentare il centro del cuore, Tiphereth, intorno a cui le altre
Sephiroth si posizionano nella costruzione di un equilibrato Albero
Cabalistico. Qui Luciana ‘vede’ il marito, sua controparte
maschile, razionale ma lo vede in mezzo a gente di cui e` stata
nascosta la presenza; tono e termini fanno subito capire
insieme al rimprovero che il suo mondo razionale, cosi` come e`,
le e` sgradito e non accettato.
Andavo via gridando che dovevano andare via, che la casa era mia; su
di un tavolo vedevo tabacco e Vizi. Infatti la sognatrice rifiuta a
gran voce, gridando, la gente, il tavolo
che le fa da centro e quello che che c’e` sopra: tabacco (fumo) e
Vizi (alcool, droga ecc.) Fumo, alcool e droga nel mondo mentale,
di Briah, rappresentano la la vanita`, l’alterazione del ‘vero’,
l’inganno.
Il secondo passaggio immetteva in un atrio coperto da tessere di
vetro, l’interno era caldo come in una serra: Luciana tenta ora un
secondo ingresso in se stessa, da Sud dalla parte luminosa, e il
risultato e` immediatamente molto piu` confortevole: c’e` un atrio
(un cortile circondato da portici, cioe` bello, ampio) coperto di
tessere di vetro, con un soffitto a quadrati trasparenti che
permettono l’entrata della luce solare, infatti l’interno e`
caldo come in una serra, luogo in cui si coltivano i fiori; qui essa
potrebbe rimanere e trovare in questo atrio serenita` e
conforto, ma ecco che invece: tornando a Nord vedevo la facciata di
una chiesa barocca, in legno tutto scorticato, vecchio quasi bruciato
dal tempo: la sognatrice torna a Nord nella sua componente
oscura e vede ora non piu` la casa, ma la chiesa, il Tempio della sua
anima. La sua Forza interiore, il sogno stesso, le suggerisce di
rivolgersi alla Fede, anche se la sua chiesa ha una facciata
barocca: cioe` una forma esteriore apparentemente pesante e poco
lineare, magari anche bizzarra, in cui il legno e` tutto
scorticato, vecchio e quasi bruciato dal tempo: il legno si
riferisce alla terra, al Malkuth di Luciana e i tre aggettivi ci fanno
intuire la sofferenza che la Fede le dovrebbe far accettare.
… entravo nella chiesa e mio marito, elegantemente vestito di bianco,
mi seguiva. Era appena terminato un concerto sacro: il tentativo di
risolvere i problemi in chiesa (con la Fede) e con la scelta (concerto)
del sacro sembra fallire, malgrado l’abito bianco
indossato dalla razionalita`, o forse proprio per quello. E` la donna la
femminilita`, l’irrazionalita` che in chiesa mette l’abito
bianco; invece la razionalita`, l’uomo, in chiesa mette
quello oscuro, cioe` deve ‘oscurarsi’ per poter far risplendere la Fede.
… subito dopo uscivo anche da questa, in preda alla rabbia, alla
solitudine ed alla disperazione, Luciana in sogno rifiuta la
chiesa cioe` quella Fede che non le ha saputo dare pace, sollievo e
conforto, cacciando via mio marito dietro di me che mi seguiva
dicendo di avere perso un bottone del pantalone: ma allontana da se`
anche quella razionalita` che non e` in grado di offrirle la chiarezza
al momento giusto e che si lamenta di aver perso il bottone del
pantalone (bouton = gemma della pianta, pantalone = pas leon o pas
elemon) il bottone che permette la crescita di un nuovo germoglio
dell’Albero per renderlo nuovo, coraggioso e misericordioso. Fine.
(= termine, ma anche acuto). Qui il sogno termina, ma permette anche
la sua comprensione se dalla sua acutezza la sognatrice si lascia
com-penetrare.
Grazie. F. V.
|