Un secondo sogno di Marijana

Il sogno comincia con un dolore e la tristezza che mi opprime tutta: mio padre deve essere ucciso dal mio ex marito. Il motivo di quest'atto non mi e' conosciuto, pero', stranamente, neanche cerco d'interrogare e capire, sono semplicemente consapevole che deve essere fatto.
In realta' sia mio padre che il mio ex marito sono persone tranquille, si puo' dire anche amabili, che non commettono violenza verso gli altri; sono anche persone che si assomigliano abbastanza tra loro e che andavano pure d'accordo.
Anche tra me e mio padre c'e' un rapporto di compressione (= comprensione) e conforto.
Il sogno si svolge nella campagna dei nonni di mio padre, dove io sono stata soltanto una volta, da piccola. E' una collina con il fiume e un piccolo orto sulle sue sponde, che si teneva sempre chiuso a chiave. L'unica volta che sono stata li', quell'orto mi e' sembrato un luogo misterioso ed eccitante e sono stata affascinata quando mi hanno fatto entrare.
Nel sogno tutti e tre ci troviamo dentro questo orto;  mio padre e' tranquillo e molto allegro e io non riesco a capire se lui sa o no che deve morire. Ho una sensazione vaga che c'e' un motivo a tutto questo, pero' una tristezza struggente mi impedisce di pensare. Capisco che l'amore che gli porto non lo puo' salvare, ne' prolungargli la vita e sono indecisa se parlare o no con lui di tutto questo. In un momento dico tra me e me :"Ma mio padre e' cosi' sereno, forse non succede niente" e decido di non parlare.
E' sereno anche mio marito, ha un atteggiamento un po' solenne, e io mi chiedo come lui sara' in grado di uccidere.
Mi sveglio prima che l'omicidio sia commesso. 

 

 

 

Sogno Marijana numero 2 - interpretazione di  Franca

 Appena letto il sogno mi e' tornata alla memoria la confidenza fattami anni fa da un amico allora cinquantenne la cui figlia 17enne portava in casa col suo permesso il fidanzatino a "guardare" la televisione: "... Non ci crederai, ma quando lo vedo mettere la mano sul ginocchio di mia figlia, mi viene una voglia pazza di prenderlo per il collo, strangolarlo e buttarlo giu' dalla finestra... abitiamo al sesto piano...lo so che e' solo gelosia; cerco di controllarmi, di riderne, per questo te lo racconto... so pure che e' un bravo ragazzo, conosco i suoi... ma..."
Poi rivedo alcune scene dei films "Il padre della sposa", il primo con Spencer Tracy (1950), il secondo con Steve Martin (1991) e mi convinco che probabilmente tutti i padri istintivamente desiderano (sognano) di uccidere il maschio (genero) che ruba la loro unica preziosissima figlia, specialmente se primogenita, come del resto tutte le madri desiderano (sognano) di uccidere la femmina (nuora) che rapisce loro il divin figlio.
Secondo la letteratura e l'esperienza l'uccisione "sognata" dei generi  da parte dei "padri delle spose" conduce a matrimoni duraturi. Perche' la sposa ha trovato nello sposo
"altro" da quello che gia' aveva in casa (padre = genitore, guida, autorita', appoggio, compre(n)ssione e conforto).
Forse a Marijana e' mancato questo "sogno" del padre, visto che padre ed ex marito "sono persone che si assomigliano e andavano pure d'accordo " e quindi ora la parte di lei che si specchia nell' ex marito recupera l'equilibrio decidendo di  uccidere la parte di lei che si specchia nel padre. Con dolore e tristezza ma con un "imperativo categorico": deve essere fatto.
Questo equilibrio Marijana lo ritrova in un Luogo particolare, nell'orto (= giardino, ma anche luogo di rinascita, orto  = oriente, ris-orto, orto = retto, giusto, cor-retto), dove la Giustizia si attua, Luogo dove risiedono gli Avi (i nonni di mio padre), i Protettori della famiglia, i Penati, i Teraphim; Luogo dove la terra (collina) e l'acqua (fiume) si incontrano e danno il loro frutto, Luogo tenuto chiuso a chiave, misterioso, affascinante, eccitante, questi termini fanno pensare ad una sorta di Paradiso pre-caduta, dove si e' stati un'unica volta, ma il cui ricordo e' incancellabile, un Luogo di perfezione coscienziale che potremmo identificare con Daath.
Questo Luogo del Giudizio ospita i tre protagonisti del sogno: il padre tranquillo ed allegro forse non sa che deve morire e' quella parte di Marijana meno cosciente e piu' superficiale che ormai obsoleta, deve essere eliminata; la sognatrice, che non riesce a pensare a causa della tristezza struggente, e che ancora non e' ben sicura di lasciare il "vecchio" di se' e percio' ancora decide di non parlare; il marito, (qui non ex come nelle altre due volte che e' stato nominato) ma solo marito, cioe' contro-parte maschile di Marijana, sereno, ma con atteggiamento un po' solenne (sacerdotale?), di cui lei non e' ancora sicura "io mi chiedo come lui sara' in grado di uccidere".
La sognatrice si "sveglia prima che l'omicidio sia commesso".
Riuscire da parte del "genero" ad uccidere il "suocero" significherebbe voltare pagina per davvero.


Grazie. F.V.

 

 

Sogno Marijana n° 2 - interpretazione di Natale

 

Per nostra fortuna, all'interno del gruppo di studio sui sogni, non viene creato quel rapporto fortemente asimmetrico che vede da un lato un medico "onnipotente" e dall'altro un paziente incapace di volontà e di autoanalisi. Freud direbbe forse "per nostra sfortuna"…, ma a noi va bene così per un semplice motivo fondamentale: nessun psicologo o psichiatra riuscirà mai a rendere la propria mente "limpida" al punto da non potere in qualche modo influenzare il paziente. In vita mia credo di non aver mai incontrato una persona "sana" mentalmente, forse perché non ho avuto la fortuna di incontrare qualche santo, oppure perché ne ho incontrato tanti e non ho saputo riconoscerli. Ma se posso considerare incontri le letture delle opere dei grandi maestri della psiche, bene credo di poter affermare candidamente che lì, di santità non ho sentito nemmeno l'odore.
Il santo di cui parlo è una persona semplice, pratica, che quando parla sa di che parla e che soprattutto sa ascoltare; che segue le regole della natura, e che conduce una vita affettuosa con tutto e con tutti; che mangia quando ha fame, che dorme quando ha sonno, e che…ecc.
Ho fatto questa breve introduzione al commento del sogno in oggetto perché con molte probabilità questo mio giocare all'interprete, non solo non influenzerà Marijana, ma farà sì che lei, scartando le mie e le altrui interpretazioni, sprofonderà in se stessa alla ricerca dell'unica vera verità: quella che sta racchiusa in qualche parte della sua anima (psiche). Detto questo, sarebbe anzi augurabile che dicessi le cose più assurde e improbabili. Spero proprio che sia così, anzi credo che così sarà.
Vorrei cominciare con l'ultima frase del sogno: "mi sveglio prima che l'omicidio sia commesso".
Questo mi fa pensare ad una sognatrice che, attraverso la cottura di sentimenti, emozioni, passioni e pensieri carichi di inespressa attività, si è scritta una bella sceneggiatura (il sogno) lasciandola senza gran finale. Qualcuno potrebbe dire che il finale di essa sta proprio nel non finale, ma a me non piace questa soluzione. Pertanto, la cosa la vedo come una manifestazione di impreparazione ad affrontare ciò che simbolicamente rappresenta l'evento dell' uccisione del padre di lei da parte del suo ex marito. Quindi da un lato l'inconscio è "pronto":"mio padre deve essere ucciso dal mio ex marito…sono semplicemente consapevole che deve essere fatto", e dall'altro la coscienza non è pronta a decodificare la simbologia onirica, costringendo alla sveglia la sognatrice.
La cosa ha bisogno di essere elaborata bene, lo dice lo stesso sogno nel luogo in cui esso si svolge: l'orto della campagna dei nonni paterni. Esso è il luogo in cui bisogna prima togliere le erbacce, poi zappare, poi seminare, innaffiare, ecc. E' il luogo della sfera razionale, in cui sta avvenendo un lavoro di seria introspezione da parte della sognatrice, che cerca di capire "dove" si trova e "perché". Dopo anni di tale lavoro, il sogno pare le suggerisca la soluzione:

1)      nella realtà ex marito e padre andavano d'accordo; 2) la sognatrice li definisce entrambi "amabili". Questo, secondo noi vuol dire che Marijana a suo tempo ha scelto il marito riconoscendo in lui le stesse qualità del padre, che in un certo senso è l'ispiratore della scelta. Ora, poiché il matrimonio è 'fallito' (si parla di ex marito), l'ispiratore a monte di tale fallimento è lo stesso padre, colui che ha accolto come un figlio suo genero perché ha visto se stesso in lui. Ecco perché il giovane deve uccidere il suocero, perché si è addossato le proiezioni di lui. Questa è una prima folle ipotesi. La seconda altrettanto folle ipotesi  è che il marito ha "rovinato" il matrimonio; che la sognatrice è stata costretta, per ricrearsi una vita, ad allontanarsi da casa e dai suoi cari, e che oggi, scegliendo di rimanere lontano da essi 'definitivamente' è colma di tristezza: è come se l'ex marito, alla fine, le avesse ucciso il padre. Ma siccome è amabile non crede che lo faccia.

 

Dal punto di vista spirituale: il padre fisico "deve essere " ucciso perché ci si orienti verso il Padre dei padri. L'ex marito altro non è che il mondo dei sensi, già abbandonato per il mondo dello Spirito.
Quindi il sogno rispecchierebbe un momento di rivoluzione interiore che vede l'ingresso della sognatrice nella  notte oscura dei sensi (per dirla con  San Giovanni della Croce) che pone la sua anima nelle condizioni di accogliere quanto è irraggiungibile attraverso sensi e potenze      dell'anima (Intelletto, memoria e volontà). Quindi è questo il momento in cui si faranno avanti Fede, Speranza e Carità, le tre virtù teologali che conducono l'anima all'Unione.

 

Grazie Nat.

 

 

Sogno di Marijana numero 2 – interpretazione di Maurizio

Il sogno di Marijana è incentrato sull’archetipo maschile: la campagna e l’orto dei nonni paterni, il padre, il marito. La linea di successione maschile, però, sembra interrotta, ha una falla: il marito è un ‘ex’, quindi il suo ruolo non è più attuale, è stato messo in discussione e cancellato. Proprio a lui, inoltre, compete l’uccisione del padre: quasi che quell’’ex-marito’ debba produrre – come in una reazione a ritroso - anche un ‘ex-padre’. La cosa risulta strana alla Marijana del sogno, anche perché i due uomini sono sereni e vanno d’accordo fra di loro: un tale atto di violenza sembra impensabile. Anzi, la loro tranquillità fa da contrasto con il dolore e la tristezza della sognatrice, che non sa se e quanto può intervenire nella vicenda e rimane per lo più passiva.
Risulta abbastanza evidente che nel processo della crescita tutti noi vediamo crollare certezze e punti di appoggio: evolvere significa anche mettere in discussione, trasformare e quindi in un certo senso ‘uccidere’ o veder morire. L’archetipo maschile rappresenta per una donna una di queste certezze: essendo la controparte polare del femminile, il maschile significa sostegno, protezione e completamento della personalità cosciente della donna. Nelle società dall’impronta patriarcale di una volta la donna era affidata prima alla guida paterna, poi a quella del marito, e trovava in queste figure la sicurezza e la possibilità di realizzazione sociale e personale. Oggi tutto questo è anche a ragione controverso e, sia dal punto di vista generale che nelle vite dei singoli individui, tutto procede molto più velocemente e imprevedibilmente. Così una donna vede presto i limiti dell’immagine maschile e la classica struttura matrimoniale - come anche i tradizionali ruoli femminili di figlia, sorella, sposa, madre - si sfalda facendo vacillare le certezze primarie.
Alla tematica sociale e collettiva, naturalmente, corrisponde quella individuale, interiore e spirituale. Per indagare più a fondo nel sogno da questo punto di vista occorre considerare quell’’orto’ dei nonni dove Marijana è stata soltanto una volta da piccola, “che si teneva chiuso a chiave” e che, introdottavi, le era sembrato “un luogo misterioso ed eccitante”. Proprio questo orto è la scena del sogno, dove probabilmente dovrà essere ucciso il padre della sognatrice.  In esso si può intravedere il simbolo del ‘giardino segreto’, cioè della zona più intima e protetta della sensibilità, dove sono nascoste eventualità ‘affascinanti’ che consistono soprattutto nella possibilità di sviluppo e di crescita, cosa anche etimologicamente presente nel senso della parola ‘orto’. Nella stessa parola, rispettivamente dal latino e dal greco, possiamo pure rintracciare i significati di ‘sorgere’ – riferito principalmente al sole o agli astri – e  di ‘giusto, retto’.  E’, dunque, il luogo sacrificale del padre, ma anche della morte-rinascita e della rettitudine. Il simbolismo solare risulta particolarmente evidente nelle possibili associazioni sole-padre, morire e risorgere, ‘rettitudine’ come riferimento al raggio di luce, da sempre assimilato alla freccia, alla lancia, al cammino rettilineo del dardo di Apollo. Se, però, i significati riposti del sogno sono positivi, perché Marijana avverte dolore e angoscia per una morte che sente di non poter riuscire ad evitare, neanche con tutto il suo amore per la figura paterna? Probabilmente perché – pur suggerendo il sogno in forma implicita l’idea della trasmutazione e della rinascita ad un livello coscienziale superiore – il momento è comunque tragico, è connesso alla morte di un mondo o di un modo di vedere. E’ l’istante dell’assassino rituale di Osiris da parte di Set, cui soltanto la dolente cura di Isis potrà porre riparo attraverso la paziente ricerca e ricomposizione delle ‘disjecta membra’, allegoria dell’indagine alla ‘cerca’ del Sé. Lo spargimento del sangue di Osiris è fecondazione della Terra, dell’orto, del giardino terrestre, dell’Athanor, del ventre, ed è anche travaglio di concepimento, nascita e crescita del ‘figlio’ Horus. Marijana spera che la esteriore tranquillità dei personaggi in gioco o la sua stessa passività possano allontanare il momento fatale. Però il ‘giardino segreto’ degli avi archetipici, pieno di fascino e mistero, ‘chiuso a chiave’ rispetto alla coscienza ordinaria, preme dal fondo del racconto onirico: la trasformazione, anche attraverso fasi dolorose, è promessa di futura integrazione. La ‘dissoluzione’ delle sicurezze e di ciò che si conosce dovrà dunque essere affrontata per ‘coagulare’ una consapevolezza nuova e ulteriore.    

 

 

Sogno Marijana nnumero 2 - interpretazione Anna


Ma tu guarda che bel delitto su commissione riesce ad architettare il subconscio di Marijana!!
Ma tu guarda che bella crisi di crescita per arrivare a tagliare il cordone ombelicale!! Gli elementi ci sono tutti: dolore, tristezza, la mancanza del movente (non abbiamo un motivo per crescere, succede e basta), quell'irrequietezza che ci fa nascere dentro tanti dubbi ed interrogativi. Lo stupore "infantile". Marijana sente talmente acuta questa crisi adoloscenziale da aver bisogno di aiuto. E a chi si domanda aiuto se non alla persona che si sente piu' amica, la persona su cui si sa di poter contare. Evidentemente c'e' un forte sentimento di stima e di amicizia fra lei e l'ex marito.
E che dire di questo orto "chiuso a chiave"; un posto "eccitante e misterioso". Assomiglia tanto alla Terra Promessa.
Auguri, Marijana! Che questo tuo cammino - ora libero - sia ricco di tutte le belle cose e della serenita' che desideri e che gia' si intravede.

Affettuosamente. Anna


 

 

Tentativi di spiegare il mio sogno

Pare che tutto il mio complesso edipico non risolto tenda a risolversi nel sogno.
Mi sono identificata nel padre idealizzato (un padre non molto eroico e autoritario ma realizzato socialmente e sensibile) e successivamente non mi sono differenziata da lui trovando una mia individualita'. Per questo, probabilmente, ho trovato un partner che aveva le caratteristiche di lui e sul quale potevo proiettare la parte di me rimasta bambina.
Se io rappresento tutti i personaggi del sogno, quale mia parte vuole uccidere l'altra?
La mia parte che non voleva crescere e trovare la propria individualita' doveva morire (mio padre), essere uccisa dalla parte che voleva trasformarsi (mio marito) e stabilire con il partner (prima forse, stabilire dentro se stessa un'armonia tra maschile e femminile) un rapporto equilibrato.
Quindi dovevo per forza morire (un suicidio commesso da me stessa) per rinascere con una qualita' nuova.
Tutto lo scenario del sogno si svolge nell'orto degli avi paterni, dove "bisogna prima togliere le erbacce, poi zappare, poi seminare, innaffiare..." Doveva morire la parte del mio animus che rappresenta un Uomo idealizzato, al cui confronto gli uomini reali sono insignificanti e risultano svalutati perche' sono giudicati attraverso le emozioni irrazionali? Devo rendere cosciente il contenuto dell'animus come figura collettiva, archetipica, e farlo passare dalla sua natura primitiva ad un vero e proprio aiuto per una relazione?
Mi auguro che nel sogno successivo io abbia la capacita' di subire il dolore per questa morte, per una nuova rinascita.

Marijana.

 

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