Io e Paola stiamo
uscendo dal centro culturale buddhista. Prima di andar via, mentre Paola
mi precede, torno indietro un momento per parlare con una delle addette
al servizio d’ordine. Le dico che il nostro Mandala, l’’Oggetto di
Culto’, rappresenta simbolicamente e nell’ambito della nostra scuola ciò
che viene ricercato da tutte le religioni in varie forme e con diversi
approcci filosofici. Aggiungo che nel buddhismo l’Assoluto non è
identificabile in una divinità ‘antropomorfa’, però alcuni degli aspetti
che altre religioni riversano sul divino riferendovisi come ad un ‘Lui’,
sono qui trasferiti sul Maestro, sia pure con importanti differenze.
Ora con Paola passeggio per i vicoli del centro storico di una città.
Incontriamo una bancarella di libri a metà prezzo. Paola mi fa notare
che la casa editrice di molti dei libri esposti è l’Ubaldini, e mi
ricorda che qualche giorno fa pensavamo di fare una ricerca proprio fra
queste pubblicazioni. Sul momento non rammentiamo ciò che cercavamo,
comunque vale la pena di guardare per vedere se c’è qualcosa che ci può
interessare. Ci sono molti libri che potrebbero essere ‘appetibili’:
buddhismo, induismo, testi dai quali potrei apprendere ulteriori
concetti filosofici e approfondire le mie conoscenze sull’Oriente;
tuttavia non c’è niente che mi attiri particolarmente. Un testo, però,
mi incuriosisce: è di un’insegnante indiana di una certa forma di culto
o meditazione, forse in relazione con il dio Krishna, che descrive la
sua esperienza e la tecnica da lei sviluppata; si tratta di una persona
guarita grazie a questa tecnica di preghiera da importanti malformazioni
fisiche, e ci sono delle foto che lo testimoniano. Sto quasi per
comprare il libro: è l’unico che m’interessi un po’. La preghiera di
guarigione può sempre tornare utile e, magari, potrebbe finalmente
permetterci di… dimagrire! Tuttavia non sono convinto di volerlo davvero
acquistare. Intanto Paola ha trovato un libro che le interessa: sulla
copertina vedo l’immagine della Croce e del Cristo; sicuramente si
tratta di un testo su qualche nuova prospettiva ‘esoterica’ nell’ambito
del cristianesimo o sulla figura di Gesù. Improvvisamente mi viene
un’idea, ora so che cosa può veramente piacermi: devo chiedere al
libraio se ha l’”Iside svelata” della Blavatsky (la fondatrice della
Società Teosofica). Questi mi dice che il libro non ce l’ha, però mi
mostra una specie di dispensa che sintetizza l’insegnamento della grande
‘iniziatrice’ ottocentesca. La prendo: riflettendo con Paola decidiamo
che una sintesi, una visione d’insieme, può comunque tornare utile
Sogno Maurizio - interpretazione di
Franca
“Io e Paola stiamo uscendo
dal centro...”. Il sognatore, Maurizio, componente razionale pratica,
con Paola, componente sentimentale intuitiva, sta uscendo dal centro
culturale buddista, cerca di allontanarsi da un “centro” che forse sente
troppo soffocante e costrittivo, ma prima di andar via “torna indietro
un momento” mentre Paola lo precede, per convincere se stesso con un
ragionamento lucido e coerente della mente (una delle addette al
servizio d’ordine) che la scuola che frequenta, con il suo Mandala,
rappresenta la summa di tutte le sue ricerche in ambito
religioso-filosofico. Tuttavia nella seconda scena del sogno ecco che lo
ritroviamo con Paola a “passeggio per i vicoli di un centro storico di
una citta’”: il sognatore si e’ interiorizzato e, postosi al centro di
se’ stesso, e’ alla ricerca di “qualcosa che lo possa interessare”,
qualcosa di nuovo, di “appetibile” di cui nutrire l’anima e lo spirito.
La casa editrice “Ubaldini” (Ubaldo significa ardito d’ingegno)
rappresenta questo “osare” continuo, questo non fermarsi mai, l’andare
sempre avanti nella ricerca dl Divino: buddismo, induismo, tecniche
terapeutiche in relazione agli insegnamenti del dio Krishna ecc., ecco
quello che lo affascina, ma poi subentra una sorta di noia: “non e’
convinto” della validita’ del “nuovo” che gli si presenta. Paola e’
attratta dalla Croce e dal Cristo (sentimentalmente il sognatore e’
legato alla sua religione d’origine) ma razionalmente no; alla fine
appare l’idea che lo cattura: conoscere l”Iside svelata”, cioe’
conoscere davvero i “Misteri”, poter entrare nel “Tempio della
Sacerdotessa”, ma ...questo al momento non e’ possibile; per ora e’
necessario solo accontentarsi di una “sintesi” di questa conoscenza...bisogna
ancora aspettare il momento giusto!.
Grazie. F.V.
Sogni di Maurizio
interpretazione
di Natale
Un problema comune a
noi tutti ricercatori (e per ricercatore intendo colui che cerca la
propria vera natura) è vivere continuamente un paradosso: da un lato
sappiamo che per contattare la propria vera natura, la sola mente non
basta; dall'altro abbiamo un'esigenza folle di leggere libri con
contenuti cosiddetti spirituali. E giù testi sacri orientali e
occidentali, libri scritti da maestri realizzati o pseudo tali, trattati
di psicologia, e così via. Di tanto in tanto però, per fortuna, ci
fermiamo un momento per fare il punto della situazione, ma puntualmente
siamo costretti ad ammettere ( a noi non possiamo mentire, se no saremmo
scemi) che non abbiamo cavato un ragno dal buco, che la nostra vera
natura rimane lì nascosta e si fa quattro risate alle nostre spalle, e
che il nostro piccolo tiranno, l'ego, fatto di corpo di mente e di
desideri tendenti alla materialità, sta sempre lì sul suo trono, e
quotidianamente impartisce ordini e indirizza la vita verso l'illusorio.
Il sognatore, un ricercatore, in questo sogno, dopo avere preso un po'
le distanze dal centro culturale buddhista, vi ritorna subito dopo per
dire qualcosa a un'addetta al servizio d'ordine. Simbolicamente sta
porgendo alla sua mente un po' di cibo per i suoi denti, cioè concetti.
Ma ciò fa rivolgendosi ad una sorta di censore, l'addetto al servizio
d'ordine. Dopo avere fatto una bella scorpacciata di mandala, Assoluto,
Maestri, mette il punto ad un periodo, e cerca di digerire quanto si è
detto. E' una buona pensata, ma alla fin fine la cosa non lo sazia a
sufficienza: dà una sterzata al sogno e va a caccia di libri. Tutti noi
facciamo così ogni qualvolta, soddisfatti di una bella pensata, ci
sentiamo pieni e contenti, come quando si è appena soddisfatto un
desiderio, e subito dopo, anziché dimorare in quel bel silenzio mentale
che come un portone ci invita ad entrare nello" Spazio" che noi siamo,
ci facciamo riprendere dalla fame mentale: libri, mandala, trattati,
Maestri, mantra, decreti, culti.
L'immersione nel centro storico della città è la giusta metafora per
dire che ci si riimmerge nei territori dell'ego, quelli storici fatti di
abitudini, di libri, mandala, ecc. Mai una volta che accettiamo come
Maestro l'insoddisfazione che segue ad ogni lettura, ad ogni
celebrazione di culto, ad ogni lettura di trattati. Queste cose ci
fregano sempre, lo sappiamo, e con totale consapevolezza lasciamo che ci
freghino ancora. Siamo alla ricerca del miracolo che può farci
dimagrire (l'ego è talmente gonfio che comincia a preoccuparci), e che
facciamo? Compriamo cibi per lui. Il nostro amico Maurizio sa benissimo
che il nostro problema è solo l'ego, e nel sogno è alla disperata
ricerca dell'arma che possa, prima farlo dimagrire e poi sconfiggerlo,
ma allorché posa lo sguardo sui libri sente, intuisce che non gli
serviranno a niente per sconfiggere l'ego e lasciare che la sua vera
essenza (sempre stata lì, e lui sa che è lì) si manifesti. Sono testi
sul buddhismo e sull'induismo, ma non lo attirano. Quello cui il
sognatore ambisce è "Iside svelata", la conoscenza della sua vera
essenza. Ma sa benissimo che tale Essenza non può essere conosciuta: chi
dovrebbe conoscerla, l'ego? Ma se fosse così, non sarebbe svelata, ma
Iside ri-velata, nel senso di ricoperta e non di scoperta. Ed ecco
perché nel sogno si nega il libro: il libraio gli dice che non c'é… A
questo punto dovrebbe andarsene dalla libreria, ma non lo fa perché la
sveglia è vicina e l'ego sta per entrare nella sala del trono: prende
una sintesi della "Iside svelata". Tutto quello che ho detto mi
assomiglia tanto ad un bel sogno fatto ad occhi aperti, ed esso mi dice
le stesse cose che ha appena detto a Maurizio. Per mia fortuna però non
sono ancora sveglio ed il mio racconto onirico finisce così:" caro
sognatore, caro Nat, lascia perdere i libri, i maestri, i culti, i
mandala e tutte quelle belle cose che per anni ti hanno mantenuta alta
la febbre della ricerca. Tutte cose utili, sante e da fare. Ma c'è il
tempo per ogni cosa, come dice Qoelet. Al momento dovresti solo fare una
cosa: rilassati più che puoi e decidi con tutta la volontà che ti
ritrovi di abbandonare quell'ego che ti ha portato a spasso per ogni
dove, quel senso di essere tu, quello là. La vera morte in vita è
quella, ma credimi, non te lo dico per scoraggiarti, è l'abbandono più
difficile che esista; solo un eroe ci può riuscire. Questa è la vera
rinuncia, quella di se stessi".
E qui mi sveglio uscendo dal prezioso sogno-non sogno di Maurizio: non
sogno perché come vedete è diventato cibo per i nostri ego maestà.
Grazie Nat |