MAURIZIO
- SOGNI NUMERO 14 / 15
Maurizio – sogno 14
Siamo da Franca e Natale.
Esprimo una mia idea: secondo me le religioni possono avere una funzione
di grande utilità, perché hanno la caratteristica di potersi rivolgere a
molte persone. Il discorso ‘esoterico’, invece, è adatto a pochi, può
essere vissuto nell’intimo senza essere necessariamente esternato e
richiede un cammino evolutivo personale già avanzato. Chi ha una simile
preparazione e maturazione, partecipando ad una religione organizzata
può contattare, aiutare, sostenere e indirizzare tanti che altrimenti
non avrebbe neanche la possibilità di avvicinare.
Maurizio – sogno 15Un’amica conduce me e Paola in un albergo dove pare che stia alloggiando l’attuale Presidente e Maestro della nostra scuola buddhista. Entriamo in una stanza dove, in effetti, c’è proprio lui, da solo con pochi altri. E’ una sorpresa: probabilmente, pur seguendo la nostra amica Michela, non ci aspettavamo di incontrarlo davvero. C’è anche un altro motivo di meraviglia: il suo aspetto è quello un bambino piccolo mentre, anche nel sogno, so che in realtà è una persona adulta (ha 75 anni). Ci saluta molto cordialmente e fa per darmi la mano in uno strano modo, che non conosco: come dovessimo allacciare fra di loro i diti medi. Rimango invece immobile, quasi non riuscissi a muovermi, forse imbarazzato, poi mi riscuoto e gli offro la mano alla maniera tradizionale. Lui la stringe sorridendo e con grande cortesia, felice di accontentarmi e mettermi a mio agio. Scopro ben presto che non parla italiano e neanche inglese: per ogni minimo tentativo di comunicazione serve un’interprete dal giapponese, e nella stanza ci sono alcune persone che sono in grado di fare da tramite e aiutano un poco. Poi, però, si allontanano o si occupano d’altro e ci lasciano di nuovo senza poter avere uno scambio verbale. C’è un momento, comunque, in cui il ‘bambino’ pronuncia – non so per quale misteriosa facoltà - qualche frase in perfetto italiano, sforzandosi di venirci incontro. Verso la fine della visita egli propone a noi e ad altri convenuti una specie di lezione, in cui illustra un grande disegno che raffigura un uomo con gli organi interni evidenziati, come in certe tavole illustrate della medicina cinese. Il cuore, in questo disegno, è posto in risalto con il colore rosso. Il ‘Maestro-bambino’ esprime un concetto che ritiene molto importante: dice che il cuore è il centro di tutto e che ogni cosa, compresa la mente, dipende da esso. Una sincera decisione del cuore, la sua determinazione, un suo cambiamento, hanno il potere di influire su tutto quanto il resto.
Maurizio sogno 14 interpretazione di Franca
"Siamo da Franca e
Natale", narra il sognatore. Egli non dice siamo al Cis, eppure da
F/N si va per l'incontro di gruppo; come mai "gli altri" non ci sono?
Ci sono due possibilita': forse questa particolare riunione esclude il
gruppo, oppure lo sottintende. In entrambi i casi il sognatore esprime
subito un suo concetto ben definito, una sua idea su quello che dovrebbe
essere il lavoro del gruppo (perche' questo sembra essere il tema
centrale del sogno) e suggerisce di far parte di una religione
ufficiale (organizzata) per poter "contattare, aiutare, sostenere e
indirizzare tanti che altrimenti non avrebbe neanche la possibilita' di
avvicinare".
Mentre il sogno 14 ci
da' il numero dell'Archetipo della Temperanza, che nel suo interno
racchiude il 5 (1+4= 5), numero dell'Archetipo del Pontefice, il sogno
15 ci da' il numero dell'Archetipo dell'Avversario, che nel suo interno
racchiude il 6 (1+5= 6), numero dell'Archetipo del Bivio. Grazie. F.V.
Sogni Maurizio 14 e 15 - interpretazione di Natale
Non so se riuscirò,
alla fine, a parlare pure del contenuto dei due sogni in oggetto. La
cosa che più mi appare urgente è sottolineare ancora una volta la
asetticità di cui mi appaiono rivestiti tutti i sogni di Maurizio. La
mia sensazione è che essi vengano sognati a colori (voglio dire
con la stessa vivacità, plasticità, surrealità, paradossalità,
stranezza, ecc. eccc. di tutti i sogni del mondo), e raccontati, invece,
in bianco e nero. Come se, il nostro caro amico procedesse ad una sorta
di strana censura non sul contenuto di essi (che è quello che è), ma sul
loro modo di apparirgli. O ancora, come se la "forma" dei sogni venisse
rapita al mondo dei sentimenti e delle passioni, per essere condotta al
mondo della mente, quello fatto di pensieri desiderosi solo di chiarezza
e non di empatia o simpatia. Vorrei amplificare questo concetto, perché
degli strani accostamenti nascono nella mia mente mentre sto scrivendo.
Un musicista scrive una canzone e per tutto il tempo della scrittura,
anziché pensare al modo migliore di partorirla, pensa al modo migliore
di renderla comprensibile con carta e penna; oppure, un artigiano che
mentre modella un vaso pensa alla qualità della creta; e così via.
Ovviamente il mio non va interpretato come un rimprovero: non avrebbe
senso. E' una constatazione. Leggendo questi due sogni (come per tutti
gli altri), sono stato come spinto più verso la forma, che verso
il contenuto, perché alla fine, istintivamente mi accorgo che c'è più
materiale di conoscenza nella forma, che non nel contenuto. Come se,
Maurizio, ci offrisse, con il confezionamento del sogno, la sua
interpretazione di esso. Mi sono allora posto una domanda: perché quando
fa una mimata sul palcoscenico il nostro sognatore è immediato (secondo
me, mimare equivale a interpretare quanto la facoltà immaginativa riesce
a "creare" lì per lì, e cioè equivale a trasmettere un sogno senza
"correggerlo"), mentre quando "mima" il suo sogno per iscritto
offrendolo al gruppo di studio è meno immediato? Mi sono allora
risposto: quando mima, usa il corpo; quando scrive il sogno, usa la
mente come un censore. Queste mie impressioni introduttive nascono da un
fatto importante: dopo aver letto i due sogni nell'ordine, ho come
percepito, in particolare da parte di due immagini oniriche, un lamento:
reclamavano un po' di anima per…animarsi un po' e danzare in questa
fantastica esistenza che tutto accomuna. Pareva mi dicessero: "Ti prego,
toglici di dosso questi vestiti di seriosità che sembrano il preludio
del drammatico ipotetico; coloraci un poco e facci fare quattro salti
fra le nuvole; cancella per qualche secondo questo strano marchio
matematico, facci essere. Ed io le ho accontetate. Ho preso quella danza
mortificata che Franca proponeva , e lì, davanti al cancello (fuor di
metafora: oltre ogni controllo che nulla ha a che vedere con una
semplice danza di vita), al ritmo di un valzer che assomiglia molto a
quello di Lily, ho fatto ballare l'allegro girotondo, proprio come fanno
i bambini. Ballare come i bambini e divertirsi un mondo vuol dire
dargliene quattro a quel senex che vuole farla da padrone ad ogni costo,
pure nei sogni e nei dopo sogni. Lo stesso poi ho fatto col piccolo
maestro dei 75 anni dell'altro sogno, che altri non è che lo stesso puer
di quello precedente, rivisto e corretto. Quando un vecchio si fa
bambino, è molto probabile che tutto diventi spontaneo, insolito,
imprevedibile. Se ci si ostina a volerlo vedere vecchio, ci rimane
straniero, giapponese con assoluta mancanza di comunicabilità. Il
linguaggio dei gesti non ha bisogno di interpretazioni: nel sogno mi
creo un gesto con la stessa disinvoltura con la quale durante la veglia
mi creo un'intera mimata, e vorrei tradurre il gesto in altro
linguaggio.
Grazie. Nat.
Sogno Maurizio 14 commento Anna
Potrebbe essere una
caratteristica del nome: tutti i "Maurizio" che conosco sono persone
generose, ed in modo intelligente e personale.
Grazie. Anna. |