Un sogno di MAURIZIO


Abbiamo traslocato, portando i nostri mobili in una casa di Trastevere. E’ un vecchio appartamento, situato su un piano elevato, mi pare di ricordare che prima ci abitava un’anziana signora. Non ci sono riscaldamenti, a parte una stufetta a legna, ma l’ambiente è perfettamente confortevole e si conserva caldo anche d’inverno. Meglio, avremo meno spese! Fuori le vie sono piene dell’attività della ‘vecchia Roma’, ci sono mercatini di vario genere. Proprio sotto casa c’è una bancarella dove vendono polenta fritta. Sono molto contento perché Paola, anche in mia assenza, potrà agevolmente trovarsi nel centro della città, fare le compere, andare dove vuole. Dobbiamo, comunque, completare il trasferimento con gli ultimi dettagli e portare anche gli animali. Improvvisamente, a quest’ultimo pensiero, sono assalito dall’angoscia: ora staremo in città e, con tutti i divieti e le limitazioni sui cani, come farà il nostro Jolly a correre e giocare libero come fa attualmente nel nostro giardino di campagna? Dovrà uscire per la passeggiata solo in certi momenti della giornata, con il guinzaglio e magari pure con la museruola. Povera bestia, avrà perso tutto! E i gatti? Non staranno mai, mai più all’aria aperta, alla luce, al sole! Anche noi stessi saremo limitati: penso a quest’estate trascorsa, quando ogni notte, al buio, guardavamo il cielo e le stelle. Non potremo farlo più. Ne parlo con Paola e ci addoloriamo moltissimo, sto quasi per piangere. Ci siamo sbagliati, è assurdo che questo aspetto non ci sia venuto in mente prima! Non possiamo, comunque, accettare una cosa del genere: andiamo a parlare con il signore che ci ha dato l’appartamento, a scusarci. Torniamo indietro.

 

 

Autointerpretazione

Anche in questo come nel precedente sogno (Maurizio 16), si riscontrano due scene, due ambienti, qui identificati con ‘Trastevere’ e la ‘campagna’. La mia impressione è che il luogo nel quale Maurizio e Paola hanno traslocato allude ad una sorta di territorio al-di-là di qualcosa: vedi, a quest’ultimo proposito, il prefisso ‘tras-’ (cioè ‘trans-‘), presente sia in Tras-tevere che in tras-loco. ‘Trans’ sta per ‘oltre’: nei casi in questione indica rispettivamente una zona della città di Roma oltre il fiume Tevere e un luogo in cui abitare ulteriore rispetto a quello attuale di campagna. Vediamo di capire di che posto si tratta e perché si trova ‘oltre’. La casa era - così pare al sognatore di ricordare - di una ‘anziana signora’: il riferimento sembra essere all’archetipo della madre – o della ‘grande madre’ - e al simbolismo collegato, cosa confermata dal fatto che l’appartamento si trova su un piano elevato e non ha bisogno di particolari fonti di riscaldamento per essere confortevole anche d’inverno, a parte una stufetta tradizionale, a legna; non è difficile ritrovare in questi elementi analogie con il ventre materno, caldo e accogliente, situato - rispetto al momento della nascita - ‘prima’, all’’interno’ e più ‘in alto’. Anche lo spazio esterno alla casa conserva caratteristiche centrali e accoglienti, con le bancarelle e l’atmosfera un pò da presepe - quindi riproponendo il ventre e l’infanzia: la ‘vecchia Roma’ come madre o piuttosto ‘Ava’, con comode possibilità di spostamento autonomo a disposizione per ‘Paola’, controparte polare del sognatore, e riferimenti ad una alimentazione dal sapore atavico, buono, un tantino ‘retrò’. Però, nel quadro apparentemente idilliaco, mancano elementi importanti, gli ‘animali’, o forse le ‘anime’, cioè le componenti vitali del sognatore stesso: Jolly, cane che corre e gioca libero, probabilmente corrispondente all’energia istintuale del corpo fisico; i gatti, che vengono relazionati con l’aria aperta, la luce e il sole: elementi della dimensione ‘astrale’, connessi emozionalmente e sensitivamente alla luminosità e all’apertura. Infine c’è la rappresentazione di Maurizio e Paola nelle notti d’estate (quindi in contrapposizione all’inverno dell’appartamento di Trastevere) che contemplano le stelle: parti del sognatore, situabili qui sul piano mentale superiore, che in unione reciproca meditano su ciò che trascende, sul mistero, sugli archetipi. A questo punto il messaggio del sogno sembra abbastanza chiaro: il sognatore vorrebbe vivere in una dimensione comoda, interiore e centrale, ulteriore rispetto al livello di esperienza attuale. Però, improvvisamente, ribaltando tutte le premesse, il sogno avvisa che tale spostamento sarebbe un’illusione, una limitazione, una chiusura: la vita e la libertà sono ‘fuori’, nell’apertura vibrante e forse più difficile della ‘campagna’ quotidiana. Il ‘centro di gravità permanente’ prospettato, la ‘città eterna’ ideale, è qui solo un’immagine pallida e inadeguata del piano causale-coscienziale, che non è vicino o ulteriore, al centro o periferico e non si distanzia dal quotidiano, ma trascende e unifica tutte le differenziazioni…


 

Sogno Maurizio - interpretazione di  Franca 

Abbiamo traslocato:  il sognatore inizia a raccontare  un fatto certo importante nella vita: ha cambiato "loco" cioe' il luogo; noi sappiamo che il “Luogo” e' la sede della Shekinah, il Malkuth; cambiarlo vuol dire mutare il mondo fisico, lo stato assianico in modo totale, infatti dice: portando i nostri mobili in una casa di Trastevere,  portando cio' che e' mobile, mutevole, (le abitudini) in un "casa" al di la' del fiume, oltre il limite della propria "terra" di prima. E' un vecchio appartamento  ecc.  L'appartamento e' "vecchio" e  ci abitava  un'anziana  signora:  in esso la sostanza, cioe' la possibilita' di "appartarsi" non e' mutata, cosi' pure la Shekinah, l'energia che vi scorre, e' sempre la stessa (anziana signora). Non ci sono riscaldament i ecc. Il "luogo" e' a temperatura giusta, con una stufetta  a legna , il calore interno viene ottenuto dalla combustione del legno (le parti secche dell'Albero che vengono tagliate quando necessario), e quindi si conserva caldo anche d'inverno, nei momenti di "freddo" (= solitudine, tristezza, difficolta'). La situazione e' accettata con entusiasmo (meglio, avremo meno spese!)  Nella bilancia dei "pagamenti" interiori tale "luogo" appare economicamente  redditizio.
Ma poi l'attenzione si sposta all'esterno della casa: i mercatini della "vecchia Roma" rappresentano il "luogo" dello scambio con l'altro, dove e' possibile percorrere le vie del passato. Ricordiamo che  da Roma si puo' ricavare  "Mora" (= frutto) e quindi dal mercato si attende un frutto (dell’azione), ma “mora” vuol dire anche parte "oscura" e anche  “ritardo di un pagamento”.  Maurizio poi vuol dire Moro, oscuro, e quindi questa vecchia Roma  puo' essere  omologata sia alla Shekinah di M. nascosta, occulta, sia a quella in ritardo sul karma…e’ rapportabile anche  al contrario di "amata" (Roma = e’ l’inverso di Amor), e, ancora, nel significato di Omar (= servizio), al  “disservizio”. La polenta fritta che “vendono” sotto casa  richiama il termine  "fritta (= pasta di sostanze alcaline per ottenere lo smalto delle maioliche) pulenda (= polenta in toscano)" e viene a corrispondere alla terra  che deve essere  purificata "sotto casa" nella interiorita' dei centri piu' bassi... Sono molto contento perche' Paola  ecc. La contentezza del sognatore e' per il fatto che la sua controparte femminile (Paola) potra' trovarsi nel centro della citta', fare le compere,  andare dove vuole, in altre parole essere "libera"... a tale scopo occorre completare il trasferimento e portare anche  gli animali nel nuovo domicilio. Ma un  pensiero matura a poco a poco: gli animali: Jolly (= allegro, buffone, ma anche personaggio in grado di funzionare come sostituto in ruoli diversi): e' il cane, la qualita' della fedelta' (anche ad un principio o ad un ideale) a cui sara'  imposto nel nuovo "luogo" guinzaglio e museruola e cosi' pure i gatti, che rappresentano la ferilita' e l'indipendenza, non potranno piu' godere della luce e del sole ; infine lui stesso e la sua compagna saranno limitati: niente piu' vista di cielo e stelle . La presa di coscienza della sicura privazione dell'aria del sole, del cielo e delle stelle provoca quasi il pianto. Ci siamo sbagliati...andiamo a parlare col signore che ci ha dato l'appartamento.Torniamo indietro. Il cambiamento di "casa"  non e' stato accettato dalla parte di Maurizio attenta alla liberta' e alle esigenze degli "animali" del suo mondo. Ora vorrebbe tornare indietro, rivivere nell’ambiente di “prima” dove lui stesso, Paola, il suo Jolly e i gatti potevano essere liberi di immergersi nella luce del Sole, godere del Cielo e delle Stelle.  Ma questo “signore” che ha offerto loro l’”appartamento” in citta’, chi e’ veramente?  Sara’ disposto a riprendersene le chiavi? Accettera’ le scuse? Permettera’ loro di tornare “indietro”? Il sognatore non sembra porsi queste domande fondamentali, ma noi crediamo che sia solo questione di tempo… Quale e’ vera  liberta’? Quella che ti permette di scendere  nel centro della citta’ per le compere e gli scambi piu’o meno fruttuosi o quella che ti permettere di godere del Sole, del Cielo e delle Stelle? Questo “signore”, che e’ poi sempre una componente di Maurizio, che cosa vorra’ da lui per permettergli di rinunciare all’appartamento della casa di Trastevere? Torniamo indietro  indica che la scelta sarebbe gia’ stata fatta, ma a quale prezzo?

 

Grazie. F. V.

 

 

 

Sogno Maurizio  interpretazione di  Anna

“Inseguire un sogno......”

Ora, con il passare degli anni, uso questa frase quasi per niente, e mi pare che del resto sia passata in disuso o forse - purtroppo  - non ci sono piu’  “sogni” da inseguire. Per me questa frase  ha dentro  il germe della liberta’, dell’evasione, della felicita’, di ribellione verso quanto abbiamo di  cristallizzato
E’ proprio di questo che Maurizio si trova a discutere  fra se’ e se’, senza mai, comunque, mettere in primo luogo il suo benessere strettamente personale.
Questa decisione “sognata” di traslocare da una villetta di campagna per andare in città’ - addirittura a Trastevere- mi sembra un desiderio centripeto di raccoglimento verso il centro, il cuore.Qui Maurizio si trova bene  - l’ambiente  e’ perfettamente confortevole e caldo - ed e’ felice per Paola  che potra’ “andare dove vuole”. Il brusio della città’ e’ attorno a lui ed io sento per un attimo la sua felicita’. Dura poco, pochissimo, come sempre......
“Improvvisamente...... sono assalito dall’angoscia”. Ecco, la felicita’ e’ passata. Comincia la revisone: il cane sarebbe infelice, i gatti prigionieri e lui stesso e Paola “limitati” da una vita cittadina che - tutto sommato- non desiderano affatto.  E allora ???
Ma e’ chiaro!! La felicita’ la dobbiamo ricercare dentro di noi, senza lasciarci travolgere dai sogni (campati per aria). Fermiamoci, dunque, e godiamo del “qui ed ora”. Spesso cio’ che ci rende infelici e’ proprio la ricerca della felicita’, proprio di quello che - tutto sommato- abbiamo e - probabilmente - non apprezziamo nella maniera dovuta.

 

Anna

 

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