MAURIZIO - SOGN0 NUMERO 21
del 4 Luglio 2013: "La presenza di Paola"


Sono in un teatro con Franca, Natale e altre persone, forse con il ‘gruppo’, e stiamo allestendo qualcosa. C’è un palcoscenico con tende bianche semitrasparenti, e tutti noi siamo in sala. All’improvviso Franca, probabilmente per venire incontro ai miei sentimenti, afferma che bisogna assolutamente far tornare Paola, dobbiamo fare un rito o un atto magico che finalmente porti al suo ritorno concreto. Sembra che indichi il lato sinistro della sala, vicino al palco, come luogo di concentrazione o focalizzazione del rituale. E’ molto decisa e la cosa sembra sicura, possibile. Mi chiedo in che modo possa avvenire questa concretizzazione di Paola, che cosa intende Franca… è reale, simbolica…? E se reale, come sembra che lei voglia dire, che cosa può significare visto che Paola è  trapassata? Mentre penso a questo, mi commuovo profondamente, mi escono delle lacrime che cerco di tamponare e asciugare con un fazzoletto. Mi accorgo che anche Franca è commossa. Cambia scena e mi ritrovo in casa. Sto cercando qualcosa nella credenza in cucina e vedo che su un ripiano non facilmente visibile c’è un vassoio con delle tazzine da caffè. Poiché non ne conoscevo la disposizione, capisco che è stata Paola a metterlo così prima della sua morte - con le sue mani. La cosa mi provoca dolore, forse perché scopro ora una sua azione, che quindi per me risulta nuova, e mi sembra di sentire in essa la sua presenza viva, la sua volontà. Cambia ancora la scena e mi ritrovo nel letto che sto per svegliarmi. Non voglio più attendere che accada qualcosa, tipo sogni lucidi e simili, mi devo decidere a smuovere la situazione. Sono su un fianco, il sinistro, e penso che allungando la mano destra all’indietro potrei toccare Paola. Sono emozionatissimo e sento brividi per tutto il corpo, percepisco di essere alla presenza del mistero, dell’ignoto. Vinco l’indugio e il timore, voglio proprio sentire Paola e allungo la mano. Tocco effettivamente qualcosa, però mi accorgo che è soltanto il gatto! Mi sveglio davvero. Sono nel letto sul fianco sinistro, come sapevo di essere. Un po’ sono divertito, ma anche deluso per non essere riuscito nell’intento: non c’era nulla di misterioso e ulteriore, tutto normale, ero nel fisico e ho soltanto toccato Chicco… però dalla posizione del braccio destro mi rendo conto che non l’ho mai mosso, che non l’ho portato all’indietro e non stavo affatto muovendo il corpo fisico. Tuttavia il gatto è veramente vicino a me, proprio nel punto in cui l’ho percepito…

 

4 luglio 2013 (4+2+1+3= 10 = La Ruota (il Mutamento) interpretaz. di Franca Vascellari

La presenza di Paola

Sono in un teatro con Franca, Natale e altre persone, forse con il ‘gruppo’, e stiamo allestendo qualcosa. C’è un palcoscenico con tende bianche semitrasparenti, e tutti noi siamo in sala. All’improvviso Franca, probabilmente per venire incontro ai miei sentimenti, afferma che bisogna assolutamente far tornare Paola, dobbiamo fare un rito o un atto magico che finalmente porti al suo ritorno concreto. Sembra che indichi il lato sinistro della sala, vicino al palco, come luogo di concentrazione o focalizzazione del rituale. E’ molto decisa e la cosa sembra sicura, possibile.

Sognare di essere in un teatro può significare di sentire che si sta ‘recitando nella vita’ una parte diversa da quella che ci toccherebbe; il sipario, costituito dalle tende bianche e trasparenti potrebbero indicare la facilità con cui è possibile comprendere il sogno e interpretarlo. Franca potrebbe rappresentare la componente interiore relativa alla libertà, il Mercurio, inerente alla Sephirah Hod e Natale quella relativa al rinnovamento, il Sole, che nel solstizio invernale rinasce, che è inerente quindi alla Sephirah Tiphereth. Il gruppo poi potrebbe essere omologato alla famiglia, alle radici, e perciò al Malkuth e alle energie fisiche. Poichè nella mitologia Mercurio (Ermes Psicopompo) è l’accompagnatore delle anime nell’Averno, sarebbe compito di Franca (e solo a lei possibile) far tornare indietro la Paola che non è più nel mondo fisico. Ma Paola simboleggia la controparte femminile del sognatore e se egli al momento sente (o crede) di averla perduta, deve cercarla nel lato sinistro della sala del teatro, cioè nella  colonna di sinistra del suo Albero interiore: trovarla lì è cosa possibile anzi sicura.

Mi chiedo in che modo possa avvenire questa concretizzazione di Paola, che cosa intende Franca… è reale, simbolica…? E se reale, come sembra che lei voglia dire, che cosa può significare visto che Paola è  trapassata? Mentre penso a questo, mi commuovo profondamente, mi escono delle lacrime che cerco di tamponare e asciugare con un fazzoletto. Mi accorgo che anche Franca è commossa.

Quando in sogno ci rendiamo conto che stiamo sognando e ricordiamo la realtà fisica (il sognatore sa che Paola è trapassata) il sogno diventa lucido, e le emozioni che l’accompagnano, quelle che si proverebbero nella stessa situazione nel piano fisico  ricordando la persona cara, vengono molto amplificate dall’astrale: il sognatore si commuove profondamente e con lui anche la sua Franca interiore. Il pianto è condivisione, è comprensione, è liberazione.

Cambia scena e mi ritrovo in casa. Sto cercando qualcosa nella credenza in cucina e vedo che su un ripiano non facilmente visibile c’è un vassoio con delle tazzine da caffè. Poiché non ne conoscevo la disposizione, capisco che è stata Paola a metterlo così prima della sua morte - con le sue mani. La cosa mi provoca dolore, forse perché scopro ora una sua azione, che quindi per me risulta nuova, e mi sembra di sentire in essa la sua presenza viva, la sua volontà.

Ritrovarsi in casa, come già detto altre volte, significa andare nella propria interiorità; la credenza della cucina che contiene in genere gli alimenti, dovrebbe rappresentare la dispensa interiore (il rifornimento dei sentimenti e pensieri che ci nutrono); trovarci un vassoio con delle tazzine da caffè, oltre a costituire un ri-cordo (relativo al cuore) doloroso, sembra voler far mettere l’attenzione più che al contenitore esteriore (vassoio, tazzine) all’alimento che potrebbe essere adatto al momento e che però ancora non c’è. Il caffè è una bevanda ‘nervina’ che rende svegli, la situazione potrebbe voler suggerire al sognatore di prendersi qualche caffè.

Cambia ancora la scena e mi ritrovo nel letto che sto per svegliarmi. Non voglio più attendere che accada qualcosa, tipo sogni lucidi e simili, mi devo decidere a smuovere la situazione. Sono su un fianco, il sinistro, e penso che allungando la mano destra all’indietro potrei toccare Paola. Sono emozionatissimo e sento brividi per tutto il corpo, percepisco di essere alla presenza del mistero, dell’ignoto. Vinco l’indugio e il timore, voglio proprio sentire Paola e allungo la mano. Tocco effettivamente qualcosa, però mi accorgo che è soltanto il gatto! Mi sveglio davvero. Sono nel letto sul fianco sinistro, come sapevo di essere. Un po’ sono divertito, ma anche deluso per non essere riuscito nell’intento: non c’era nulla di misterioso e ulteriore, tutto normale, ero nel fisico e ho soltanto toccato Chicco… però dalla posizione del braccio destro mi rendo conto che non l’ho mai mosso, che non l’ho portato all’indietro e non stavo affatto muovendo il corpo fisico. Tuttavia il gatto è veramente vicino a me, proprio nel punto in cui l’ho percepito…

Il sognatore ora sta davvero prendendo, anche in sogno, la decisione di smuovere la situazione. Sognare di essere nel proprio letto, ha riferimento con i livelli più profondi ed intimi dell’esistenza. La mano che cerca Paola, la componente femminile di Maurizio, la viva emozione ed i brividi che gli fanno percepire il mistero e l’ignoto fotografano l’impellente urgenza di ritrovarla (cioè di ritrovarsi). Se al momento quella mano trova solo il gatto, animale simbolo di libertà, - la dea della Libertà viene raffigurata con un gatto ai suoi piedi e ci riporta alla Franca della prima scena del sogno - , vuol dire che i caffé non sono stati ancora preparati e perciò non ancora bevuti. Si dice che c’è il gatto nel focolare quando manca il fuoco, tuttavia questo gatto si chiama Chicco, che vuol dire ‘seme’ e se c’è un seme... basta interrarlo ed innaffiarlo, nascerà un Albero.

Grazie. F. V.

Disegno: La presenza di Paola

 

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