MAURIZIO
- SOGN0 NUMERO 22
del 14 Luglio 2013: "Secondo lavoro"
In televisione, al telegiornale, vedo l’intervista ad un
responsabile di un Dipartimento dello Stato che informa di avere
carenza di personale e che avrebbe bisogno di aiuto. Dice che
c’è la possibilità, per chi già è impiegato nella struttura
statale, di integrare il proprio lavoro con una collaborazione
da prestare presso il suo settore.
Cambia scena e sono in quella che forse è Nettuno. C’è
tanta gente, probabilmente per la festa, e io cerco sempre di
capire come posso conciliare il nuovo incarico con i miei orari.
Il colloquio di lavoro non è avvenuto: devo attendere ancora un
po’. Ne parlo con un signore alto per averne un consiglio, ma
nel contempo so che quel signore è una creazione onirica.
Infatti il tipo si trasforma subito e diventa un individuo
basso, mediamente anziano, un po’ rozzo e dall’aspetto
contadino. Espongo il mio problema anche a lui, ma continuo a
sapere che si tratta di un personaggio ‘illusorio’, e che la sua
opinione non avrà un particolare valore, sarà limitata. Lui,
comunque, mi consiglia di fare il colloquio prima di giungere a
qualsiasi conclusione e di preoccuparmi: “Intanto va e vedi cosa
vogliono…” Lo ripete più volte. Gli spiego allora che il mio
vero problema sono gli animali, che non li voglio lasciare soli.
Nel farlo mi commuovo, mi viene realmente da piangere e ne sono
stupito io stesso, perché oramai ho la consapevolezza che sono
in un sogno e osservo la situazione con un certo distacco.
L’uomo mi guarda stupito dalla mia commozione più di quanto lo
sia io. I suoi occhi sgranati, di cui ora vedo distintamente le
pupille, sono gialli – sembrano quasi quelli di un serpente. Mi
dice: “Ma questo è fuori dalla vita…!” Capisco che in realtà è
completamente fuori dalla sua mentalità e dalla sua cultura
preoccuparsi così tanto degli animali, i quali per lui sono
semplicemente… delle bestie, cioè poco più che oggetti. Mi
sveglio.
Interpretazione di Franca Vascellari
Secondo lavoro
(= possibilità di ‘altro’ impiego di energie)
Il
televisore
col suo schermo, in sogno, rappresenta la mente che registra i
‘fatti’ del sognatore, e il
telegiornale
in particolare i ‘fatti del giorno’, del momento ‘psichico’. Il
Dipartimento
(= partizione territoriale ai
fini amministrativi)
dello Stato
(= della Nazione = la
personalità, il Malkuth del sognatore), potrebbe avere attinenza
con la Sephirah Geburah relativa al mentale razionale,
all’organizzazione, alla restrizione, alla definizione; essa è
in relazione con la paura (dell’ignoto, della sofferenza) ecc.
che, incanalata nel modo giusto, permette alla personalità di
affinarsi attraverso la correttezza e l’esattezza. Il
responsabile
(il guardiano della soglia di tale centro)
informa
il sognatore stesso che ha
carenza di personale
(di energie), che ha
bisogno di aiuto,
e chiede quindi la sua
collaborazione
nel suo specifico campo di azione.
Il giorno dopo, in ufficio, ne sento parlare ancora dai
miei responsabili e chiedo se posso fare domanda per andare a
svolgere questo servizio. Mi rispondono di sì, per cui la scrivo
e la consegno. Penso che in questo modo potrò aggiungere al mio
stipendio una retribuzione accessoria. Inoltre cambierò almeno
per qualche ora ufficio, il mio Dirigente non potrà opporsi, e
farò una cosa diversa dal solito.
Il
sognatore, desideroso soprattutto di
fare
una cosa diversa dal solito,
sembra voler
collaborare
e, avuto l’ok dai
responsabili
in ufficio,
scrive
la domanda
e
la consegna.
Tutto si svolge correttamente per via ‘burocratica’, ma la frase ‘il
mio Dirigente non potrà opporsi’
rivela una situazione di conflitto col
Dirigente,
forse con quello del piano fisico, assianico, ma sopratutto con
quello del mondo onirico, astro-mentale, del piano psichico, il
cui Capo, è il Principio Coscienziale, in questo caso, Daath di
Geburah.
Credo che Paola sarebbe d’accordo con me e mi
spingerebbe a tentare, soprattutto perché a lei piacevano molto
le iniziative e le esperienze nuove. So di essere affidabile sul
lavoro e, quindi, credo di poter essere apprezzato nel nuovo
incarico. Se mi piacesse potrei addirittura portarmelo fino alla
pensione, magari andando la mattina al Ministero, e nel
pomeriggio svolgendo quest’altra funzione! Sono intrigato da
queste fantasticherie, ma non credo che mi chiameranno veramente
e, inoltre, penso che i procedimenti saranno lunghi prima che mi
diano una risposta – se me la daranno mai. Nel frattempo sono
alle prese con il mio computer in ufficio. C’è qualche episodio
divertente in proposito, forse uno scherzo con il colleghi, ma
non ricordo.
Speranza (entusiasmo per il cambiamento) e disillusione (doccia
fredda: non si può cambiare nulla) si alternano nell’animo del
sognatore:
Paola,
la sua componente femminile interiore, del desiderio, relativa
alla colonna di sinistra dell’Albero cabalistico, lo sollecita
al nuovo ‘lavoro’,
ed egli, da lei confortato, lo
proietta con
fantasticherie
addirittura negli anni futuri, fino alla
pensione;
allo
stesso tempo la sua componente maschile interiore, relativa alla
colonna di destra dell’Albero, il Maurizio logico e ragionatore,
raffredda i facili entusiasmi, dubitando anche di una possibile
risposta
alla
domanda.
Alle due alternative se ne aggiunge una terza, la componente
relativa alla colonna centrale dell’Albero dei
colleghi
con un possibile
scherzo,
che trasforma ‘entusiasmo’ e ‘doccia fredda’ in risate: se tutto
è uno scherzo, perché preoccuparsi?
Inaspettatamente, ad un certo punto, arriva la
comunicazione che sto per essere accettato nel nuovo incarico,
che devo andare per un colloquio. Vengo a sapere che il
responsabile che ho visto in televisione – quello che chiedeva
personale - è molto determinato e influente e, quindi, la cosa
potrebbe concretizzarsi in breve. Anzi, mi dicono che
difficilmente potrò rifiutare… Comincio a spaventarmi: quale
impegno mi chiederanno? Basterà un pomeriggio a settimana? Potrò
farlo al posto del mio orario normale di lavoro o dovrò magari
farlo in aggiunta? Cerco di calcolare se avrò almeno la
possibilità di tornare a casa, badare ai miei cani e gatti per
un po’, prima di riprendere il treno e andare a fare lo
straordinario in questo nuovo Dipartimento.
Inaspettatamente
il nuovo lavoro-incarico
con relativo cambiamento auspicato, prima solo (forse)
possibile, diventa non solo possibile, ma addirittura talmente
necessario da non poter essere
rifiutato:
quel responsabile visto in tv
è molto determinato e influente;
allora il sognatore
comincia
a preoccuparsi
e a spaventarsi
per l’entità dell’impegno già quasi assunto con la
domanda
scritta, e l’impossibilità
di conciliarlo con gli impegni preesistenti, soprattutto badare
ai suoi animali,
cani
(animali solari, che incarnano le doti
della fedeltà, della vigilanza e della nobiltà, e che potrebbero
essere assimilati ai suoi studi filosofico-religiosi, cioè al
buddismo)
e gatti
(animali lunari, che simboleggiano i poteri psichici, i misteri,
l’occulto, che potrebbero essere assimilati ai suoi studi sul
paranormale).
Mi
sembra tutto molto difficile, e mi dispiacerebbe moltissimo
mancare da casa di più di quello che faccio attualmente: non
posso lasciare soli gli animali per tutto questo tempo! Come
posso, eventualmente, rinunciare? Devo forse far presente la
malattia di mia moglie, che ha una forma leucemica dimostrata?
Poi rammento che è deceduta… Va bene, in ogni caso devo andare a
fare il colloquio, ed è meglio farlo al più presto, andare a
vedere di che cosa si tratta realmente.
Il
‘cambiamento’, prima desiderato sembra ora davvero spaventare il
sognatore che cerca possibili scuse per non accettare il nuovo
lavoro straordinario,
una scusa potrebbe essere quella della
malattia della moglie
(il suo attaccamento a lei), che però, essendo
deceduta
(non c’è più), non risulta una scusa valida. Egli decide allora
di
andare a vedere di che cosa si
tratta realmente.
Mi accompagnano il capo settore del mio ufficio e
qualche collega. Sono estremamente sorpreso che mi conducano al
mare, a prendere un traghetto per raggiungere una piccola isola
molto vicina alla costa. Sul posto vengo introdotto in una
struttura quasi spoglia, molto spartana. Incontro il
responsabile che ho visto in tv che mi accoglie abbastanza
cordialmente, ma si allontana e mi dice di aspettare. Ho la
sensazione di porte chiuse, di cose che non devo vedere fino a
che non sarò eventualmente accettato. Chiedo dove siamo, che
ufficio è, ma nessuno mi risponde: non lo sanno o non possono
parlare.
L’andare
a vedere
rappresenta già l’inizio del nuovo lavoro (nel gioco delle carte
andare ‘a vedere’ significa accettare la sfida); il sognatore
non ci va ‘solo’, ma col
capo settore
del suo
ufficio
e anche qualche collega,
cioè con la forza di coloro che gli sono familiari e su cui può
contare per fiducia e solidarietà (abituali pensieri razionali e
logici); il viaggio per
mare
indica l’attraversamento del mondo del sentimento, la piccola
isola il punto fermo che egli ha già raggiunto nel superamento
di quell’elemento, l’incontro col
responsabile visto in tv che
lo
accoglie abbastanza cordialmente, ma si allontana e
gli
dice di aspettare,
indica che la decisione di accettarlo per quel
lavoro straordinario
non è ancora maturata, il mistero che circonda tutta la faccenda
e il silenzio dovrebbero contribuire a ‘covare l’uovo’.
Ci troviamo in una sala con grandi vetrate che danno sul
mare: fuori c’è una festa con imbarcazioni e majorettes che
sfilano in una specie di processione sull’acqua. Vengo a sapere
che è una festività della cittadina di Nettuno. Al centro della
sala in cui ci troviamo c’è come un punto di osservazione, una
specie di altana, con sopra una persona. Improvvisamente ho
un’intuizione e capisco: siamo in una struttura militare! Tutti
in borghese, non ci sono segni particolari, ma sicuramente si
tratta di qualcosa di militarizzato. Il mio capo settore
ribadisce di non sapere nulla, però il suo atteggiamento è
quello di chi dice: io lo so, ma è un segreto che non posso
rivelare. Alla fine, a bassa voce, mi informa che si tratta di
un Ospedale Militare! L’idea di avere a che fare con una
struttura sanitaria, in fondo, non mi dispiace: ho già
collaborato con qualcosa di simile e potrei trovarmi a mio agio.
Il
sogno a questo punto cambia scena e
la struttura spoglia e spartana
si tramuta in una
sala con grandi vetrate
che permettono di vedere la
festa
che si svolge nella
cittadina di Nettuno
(= dio delle tempeste), come a significare che le ‘tempeste’ di
mare sono ormai passate e si sono tramutate in feste (gioia,
allegria).
Inoltre al
sognatore è permesso di vedere dall’interno il centro
(Geburah, relativo a Marte),
in
cui
dovrebbe
svolgere il nuovo
lavoro:
infatti ha un’intuizione:
quella è una
struttura militare,
anzi un
Ospedale Militare
(ricordiamo che negli ultimi anni di vita
Paola
è stata più volte curata e guarita in un ospedale militare),
quindi egli accetterebbe ben volentieri un incarico, cioè di
lavorare in una
struttura sanitaria,
dove si curano e si guariscono le malattie relative a quel
centro (la paura, l’inquietudine, l’ansia, il dubbio ecc.).
Cambia scena e sono in quella che forse è Nettuno. C’è
tanta gente, probabilmente per la festa, e io cerco sempre di
capire come posso conciliare il nuovo incarico con i miei orari.
Il colloquio di lavoro non è avvenuto: devo attendere ancora un
po’. Ne parlo con un signore alto per averne un consiglio, ma
nel contempo so che quel signore è una creazione onirica.
Infatti il tipo si trasforma subito e diventa un individuo
basso, mediamente anziano, un po’ rozzo e dall’aspetto
contadino.
Espongo il mio problema anche
a lui, ma continuo a sapere che si tratta di un personaggio
‘illusorio’, e che la sua opinione non avrà un particolare
valore, sarà limitata. Lui, comunque, mi consiglia di fare il
colloquio prima di giungere a qualsiasi conclusione e di
preoccuparmi: “Intanto va e vedi cosa vogliono…” Lo ripete più
volte. Gli spiego allora che il mio vero problema sono gli
animali, che non li voglio lasciare soli. Nel farlo mi commuovo,
mi viene realmente da piangere e ne sono stupito io stesso,
perché oramai ho la consapevolezza che sono in un sogno e
osservo la situazione con un certo distacco. L’uomo mi guarda
stupito dalla mia commozione più di quanto lo sia io. I suoi
occhi sgranati, di cui ora vedo distintamente le pupille, sono
gialli – sembrano quasi quelli di un serpente. Mi dice: “Ma
questo è fuori dalla vita…!” Capisco che in realtà è
completamente fuori dalla sua mentalità e dalla sua cultura
preoccuparsi così tanto degli animali, i quali per lui sono
semplicemente… delle bestie, cioè poco più che oggetti. Mi
sveglio.
Il
sogno cambia
di nuovo
scena,
il sognatore si trova forse in
Nettuno
(città del dio delle tempeste): è ridisceso nel mondo del
sentimento; ancora il
colloquio di lavoro non è avvenuto
(non è stato ancora offerto, nè ovviamente accettato); a questo
punto compare un
signore alto,
che poi diventa
basso
(il che ricorda alcune scene di ‘Alice nel paese delle
meraviglie’- v. ns/ relativo commento) questo
signore sembra
cercare la ‘giusta dimensione’ per colloquiare col sognatore. Ma
il sogno si fa ‘lucido’, perché il sognatore sa di sognare, sa
che quello è un personaggio illusorio, tuttavia gli espone il
suo problema, ma il consiglio: “Intanto va e vedi cosa vogliono…”
non lo convince ed insiste col palesare, anche piangendo, il
dispiacere di lasciare
soli cani e gatti.
Questo
signore
è certamente un ‘burattino’ onirico, ma le caratteristiche, in
particolare gli
occhi
gialli,
serpentini
ne fanno un personaggio inerente sempre alla Sephirah Geburah,
mentale razionale, per cui i
cani
(interessi filosofico-religiosi) e i
gatti
(interessi paranormali) sono ‘cose’
fuori della vita,
fuori della sua mentalità e cultura;
sarebbe davvero opportuno che il sognatore seguisse il suo
consiglio di andare almeno
a vedere
che
cosa vuole
veramente il
dirigente visto in tv.
Grazie. F.V. |