MAURIZIO - SOGN0 NUMERO 22
del 14 Luglio 2013: "Secondo lavoro"


In televisione, al telegiornale, vedo l’intervista ad un responsabile di un Dipartimento dello Stato che informa di avere carenza di personale e che avrebbe bisogno di aiuto. Dice che c’è la possibilità, per chi già è impiegato nella struttura statale, di integrare il proprio lavoro con una collaborazione da prestare presso il suo settore.
Il giorno dopo, in ufficio, ne sento parlare ancora dai miei responsabili e chiedo se posso fare domanda per andare a svolgere questo servizio. Mi rispondono di sì, per cui la scrivo e la consegno. Penso che in questo modo potrò aggiungere al mio stipendio una retribuzione accessoria. Inoltre cambierò almeno per qualche ora ufficio, il mio Dirigente non potrà opporsi, e farò una cosa diversa dal solito. Credo che Paola sarebbe d’accordo con me e mi spingerebbe a tentare, soprattutto perché a lei piacevano molto le iniziative e le esperienze nuove. So di essere affidabile sul lavoro e, quindi, credo di poter essere apprezzato nel nuovo incarico. Se mi piacesse potrei addirittura portarmelo fino alla pensione, magari andando la mattina al Ministero, e nel pomeriggio svolgendo quest’altra funzione! Sono intrigato da queste fantasticherie, ma non credo che mi chiameranno veramente e, inoltre, penso che i procedimenti saranno lunghi prima che mi diano una risposta – se me la daranno mai. Nel frattempo sono alle prese con il mio computer in ufficio. C’è qualche episodio divertente in proposito, forse uno scherzo con il colleghi, ma non ricordo. Inaspettatamente, ad un certo punto, arriva la comunicazione che sto per essere accettato nel nuovo incarico, che devo andare per un colloquio. Vengo a sapere che il responsabile che ho visto in televisione – quello che chiedeva personale - è molto determinato e influente e, quindi, la cosa potrebbe concretizzarsi in breve. Anzi, mi dicono che difficilmente potrò rifiutare… Comincio a spaventarmi: quale impegno mi chiederanno? Basterà un pomeriggio a settimana? Potrò farlo al posto del mio orario normale di lavoro o dovrò magari farlo in aggiunta? Cerco di calcolare se avrò almeno la possibilità di tornare a casa, badare ai miei cani e gatti per un po’, prima di riprendere il treno e andare a fare lo straordinario in questo nuovo Dipartimento. Mi sembra tutto molto difficile, e mi dispiacerebbe moltissimo mancare da casa di più di quello che faccio attualmente: non posso lasciare soli gli animali per tutto questo tempo! Come posso, eventualmente, rinunciare? Devo forse far presente la malattia di mia moglie, che ha una forma leucemica dimostrata? Poi rammento che è deceduta… Va bene, in ogni caso devo andare a fare il colloquio, ed è meglio farlo al più presto, andare a vedere di che cosa si tratta realmente. Mi accompagnano il capo settore del mio ufficio e qualche collega. Sono estremamente sorpreso che mi conducano al mare, a prendere un traghetto per raggiungere una piccola isola molto vicina alla costa. Sul posto vengo introdotto in una struttura quasi spoglia, molto spartana. Incontro il responsabile che ho visto in tv che mi accoglie abbastanza cordialmente, ma si allontana e mi dice di aspettare. Ho la sensazione di porte chiuse, di cose che non devo vedere fino a che non sarò eventualmente accettato. Chiedo dove siamo, che ufficio è, ma nessuno mi risponde: non lo sanno o non possono parlare. Ci troviamo in una sala con grandi vetrate che danno sul mare: fuori c’è una festa con imbarcazioni e majorettes che sfilano in una specie di processione sull’acqua. Vengo a sapere che è una festività della cittadina di Nettuno. Al centro della sala in cui ci troviamo c’è come un punto di osservazione, una specie di altana, con sopra una persona. Improvvisamente ho un’intuizione e capisco: siamo in una struttura militare! Tutti in borghese, non ci sono segni particolari, ma sicuramente si tratta di qualcosa di militarizzato. Il mio capo settore ribadisce di non sapere nulla, però il suo atteggiamento è quello di chi dice: io lo so, ma è un segreto che non posso rivelare. Alla fine, a bassa voce, mi informa che si tratta di un Ospedale Militare! L’idea di avere a che fare con una struttura sanitaria, in fondo, non mi dispiace: ho già collaborato con qualcosa di simile e potrei trovarmi a mio agio.

Cambia scena e sono in quella che forse è Nettuno. C’è tanta gente, probabilmente per la festa, e io cerco sempre di capire come posso conciliare il nuovo incarico con i miei orari. Il colloquio di lavoro non è avvenuto: devo attendere ancora un po’. Ne parlo con un signore alto per averne un consiglio, ma nel contempo so che quel signore è una creazione onirica. Infatti il tipo si trasforma subito e diventa un individuo basso, mediamente anziano, un po’ rozzo e dall’aspetto contadino. Espongo il mio problema anche a lui, ma continuo a sapere che si tratta di un personaggio ‘illusorio’, e che la sua opinione non avrà un particolare valore, sarà limitata. Lui, comunque, mi consiglia di fare il colloquio prima di giungere a qualsiasi conclusione e di preoccuparmi: “Intanto va e vedi cosa vogliono…” Lo ripete più volte. Gli spiego allora che il mio vero problema sono gli animali, che non li voglio lasciare soli. Nel farlo mi commuovo, mi viene realmente da piangere e ne sono stupito io stesso, perché oramai ho la consapevolezza che sono in un sogno e osservo la situazione con un certo distacco. L’uomo mi guarda stupito dalla mia commozione più di quanto lo sia io. I suoi occhi sgranati, di cui ora vedo distintamente le pupille, sono gialli – sembrano quasi quelli di un serpente. Mi dice: “Ma questo è fuori dalla vita…!” Capisco che in realtà è completamente fuori dalla sua mentalità e dalla sua cultura preoccuparsi così tanto degli animali, i quali per lui sono semplicemente… delle bestie, cioè poco più che oggetti. Mi sveglio.

 

 

Interpretazione di Franca Vascellari
14 luglio 2013 (1+4+2+1+3 = 11 = La Forza)

 

Secondo lavoro (= possibilità di ‘altro’ impiego di energie)
In televisione, al telegiornale, vedo l’intervista ad un responsabile di un Dipartimento dello Stato che informa di avere carenza di personale e che avrebbe bisogno di aiuto. Dice che c’è la possibilità, per chi già è impiegato nella struttura statale, di integrare il proprio lavoro con una collaborazione da prestare presso il suo settore.

Il televisore col suo schermo, in sogno, rappresenta la mente che registra i ‘fatti’ del sognatore, e il telegiornale in particolare i ‘fatti del giorno’, del momento ‘psichico’. Il Dipartimento (= partizione territoriale ai fini amministrativi) dello Stato (= della Nazione = la personalità, il Malkuth del sognatore), potrebbe avere attinenza con la Sephirah Geburah relativa al mentale razionale, all’organizzazione, alla restrizione, alla definizione; essa è in relazione con la paura (dell’ignoto, della sofferenza) ecc. che, incanalata nel modo giusto, permette alla personalità di affinarsi attraverso la correttezza e l’esattezza. Il responsabile (il guardiano della soglia di tale centro) informa il sognatore stesso che ha carenza di personale (di energie), che ha bisogno di aiuto, e chiede quindi la sua collaborazione nel suo specifico campo di azione.

Il giorno dopo, in ufficio, ne sento parlare ancora dai miei responsabili e chiedo se posso fare domanda per andare a svolgere questo servizio. Mi rispondono di sì, per cui la scrivo e la consegno. Penso che in questo modo potrò aggiungere al mio stipendio una retribuzione accessoria. Inoltre cambierò almeno per qualche ora ufficio, il mio Dirigente non potrà opporsi, e farò una cosa diversa dal solito.

Il sognatore, desideroso soprattutto di fare una cosa diversa dal solito, sembra voler collaborare e, avuto l’ok dai responsabili in ufficio, scrive la domanda e la consegna. Tutto si svolge correttamente per via ‘burocratica’, ma la frase il mio Dirigente non potrà opporsi’ rivela una situazione di conflitto col Dirigente, forse con quello del piano fisico, assianico, ma sopratutto con quello del mondo onirico, astro-mentale, del piano psichico, il cui Capo, è il Principio Coscienziale, in questo caso, Daath di Geburah.

Credo che Paola sarebbe d’accordo con me e mi spingerebbe a tentare, soprattutto perché a lei piacevano molto le iniziative e le esperienze nuove. So di essere affidabile sul lavoro e, quindi, credo di poter essere apprezzato nel nuovo incarico. Se mi piacesse potrei addirittura portarmelo fino alla pensione, magari andando la mattina al Ministero, e nel pomeriggio svolgendo quest’altra funzione! Sono intrigato da queste fantasticherie, ma non credo che mi chiameranno veramente e, inoltre, penso che i procedimenti saranno lunghi prima che mi diano una risposta – se me la daranno mai. Nel frattempo sono alle prese con il mio computer in ufficio. C’è qualche episodio divertente in proposito, forse uno scherzo con il colleghi, ma non ricordo.

Speranza (entusiasmo per il cambiamento) e disillusione (doccia fredda: non si può cambiare nulla) si alternano nell’animo del sognatore: Paola, la sua componente femminile interiore, del desiderio, relativa alla colonna di sinistra dell’Albero cabalistico, lo sollecita al nuovo ‘lavoro’,  ed egli, da lei confortato, lo proietta con fantasticherie addirittura negli anni futuri, fino alla pensione; allo stesso tempo la sua componente maschile interiore, relativa alla colonna di destra dell’Albero, il Maurizio logico e ragionatore, raffredda i facili entusiasmi, dubitando anche di una possibile risposta alla domanda. Alle due alternative se ne aggiunge una terza, la componente relativa alla colonna centrale dell’Albero dei colleghi con un possibile scherzo, che trasforma ‘entusiasmo’ e ‘doccia fredda’ in risate: se tutto è uno scherzo, perché preoccuparsi?

Inaspettatamente, ad un certo punto, arriva la comunicazione che sto per essere accettato nel nuovo incarico, che devo andare per un colloquio. Vengo a sapere che il responsabile che ho visto in televisione – quello che chiedeva personale - è molto determinato e influente e, quindi, la cosa potrebbe concretizzarsi in breve. Anzi, mi dicono che difficilmente potrò rifiutare… Comincio a spaventarmi: quale impegno mi chiederanno? Basterà un pomeriggio a settimana? Potrò farlo al posto del mio orario normale di lavoro o dovrò magari farlo in aggiunta? Cerco di calcolare se avrò almeno la possibilità di tornare a casa, badare ai miei cani e gatti per un po’, prima di riprendere il treno e andare a fare lo straordinario in questo nuovo Dipartimento.

Inaspettatamente il nuovo lavoro-incarico con relativo cambiamento auspicato, prima solo (forse) possibile, diventa non solo possibile, ma addirittura talmente necessario da non poter essere rifiutato: quel responsabile visto in tv è molto determinato e influente; allora il sognatore comincia a preoccuparsi e a spaventarsi per l’entità dell’impegno già quasi assunto con la domanda scritta, e l’impossibilità di conciliarlo con gli impegni preesistenti, soprattutto badare ai suoi animali, cani (animali solari, che incarnano le doti della fedeltà, della vigilanza e della nobiltà, e che potrebbero essere assimilati ai suoi studi filosofico-religiosi, cioè al buddismo) e gatti (animali lunari, che simboleggiano i poteri psichici, i misteri, l’occulto, che potrebbero essere assimilati ai suoi studi sul paranormale).

 Mi sembra tutto molto difficile, e mi dispiacerebbe moltissimo mancare da casa di più di quello che faccio attualmente: non posso lasciare soli gli animali per tutto questo tempo! Come posso, eventualmente, rinunciare? Devo forse far presente la malattia di mia moglie, che ha una forma leucemica dimostrata? Poi rammento che è deceduta… Va bene, in ogni caso devo andare a fare il colloquio, ed è meglio farlo al più presto, andare a vedere di che cosa si tratta realmente.

Il ‘cambiamento’, prima desiderato sembra ora davvero spaventare il sognatore che cerca possibili scuse per non accettare il nuovo lavoro straordinario, una scusa potrebbe essere quella della malattia della moglie (il suo attaccamento a lei), che però, essendo deceduta (non c’è più), non risulta una scusa valida. Egli decide allora di andare a vedere di che cosa si tratta realmente.

Mi accompagnano il capo settore del mio ufficio e qualche collega. Sono estremamente sorpreso che mi conducano al mare, a prendere un traghetto per raggiungere una piccola isola molto vicina alla costa. Sul posto vengo introdotto in una struttura quasi spoglia, molto spartana. Incontro il responsabile che ho visto in tv che mi accoglie abbastanza cordialmente, ma si allontana e mi dice di aspettare. Ho la sensazione di porte chiuse, di cose che non devo vedere fino a che non sarò eventualmente accettato. Chiedo dove siamo, che ufficio è, ma nessuno mi risponde: non lo sanno o non possono parlare.

L’andare a vedere rappresenta già l’inizio del nuovo lavoro (nel gioco delle carte andare ‘a vedere’ significa accettare la sfida); il sognatore non ci va ‘solo’, ma col capo settore del suo ufficio e anche qualche collega, cioè con la forza di coloro che gli sono familiari e su cui può contare per fiducia e solidarietà (abituali pensieri razionali e logici); il viaggio per mare indica l’attraversamento del mondo del sentimento, la piccola isola il punto fermo che egli ha già raggiunto nel superamento di quell’elemento, l’incontro col responsabile visto in tv che lo accoglie abbastanza cordialmente, ma si allontana e gli dice di aspettare, indica che la decisione di accettarlo per quel lavoro straordinario non è ancora maturata, il mistero che circonda tutta la faccenda e il silenzio dovrebbero contribuire a ‘covare l’uovo’.

Ci troviamo in una sala con grandi vetrate che danno sul mare: fuori c’è una festa con imbarcazioni e majorettes che sfilano in una specie di processione sull’acqua. Vengo a sapere che è una festività della cittadina di Nettuno. Al centro della sala in cui ci troviamo c’è come un punto di osservazione, una specie di altana, con sopra una persona. Improvvisamente ho un’intuizione e capisco: siamo in una struttura militare! Tutti in borghese, non ci sono segni particolari, ma sicuramente si tratta di qualcosa di militarizzato. Il mio capo settore ribadisce di non sapere nulla, però il suo atteggiamento è quello di chi dice: io lo so, ma è un segreto che non posso rivelare. Alla fine, a bassa voce, mi informa che si tratta di un Ospedale Militare! L’idea di avere a che fare con una struttura sanitaria, in fondo, non mi dispiace: ho già collaborato con qualcosa di simile e potrei trovarmi a mio agio.

Il sogno a questo punto cambia scena e la struttura spoglia e spartana si tramuta in una sala con grandi vetrate che permettono di vedere la festa che si svolge nella cittadina di Nettuno (= dio delle tempeste), come a significare che le ‘tempeste’ di mare sono ormai passate e si sono tramutate in feste (gioia, allegria).  Inoltre al sognatore è permesso di vedere dall’interno il centro  (Geburah, relativo a Marte), in  cui dovrebbe svolgere il nuovo lavoro: infatti ha un’intuizione: quella è una struttura militare, anzi un Ospedale Militare (ricordiamo che negli ultimi anni di vita Paola è stata più volte curata e guarita in un ospedale militare), quindi egli accetterebbe ben volentieri un incarico, cioè di lavorare in una struttura sanitaria, dove si curano e si guariscono le malattie relative a quel centro (la paura, l’inquietudine, l’ansia, il dubbio ecc.).

Cambia scena e sono in quella che forse è Nettuno. C’è tanta gente, probabilmente per la festa, e io cerco sempre di capire come posso conciliare il nuovo incarico con i miei orari. Il colloquio di lavoro non è avvenuto: devo attendere ancora un po’. Ne parlo con un signore alto per averne un consiglio, ma nel contempo so che quel signore è una creazione onirica. Infatti il tipo si trasforma subito e diventa un individuo basso, mediamente anziano, un po’ rozzo e dall’aspetto contadino.

Espongo il mio problema anche a lui, ma continuo a sapere che si tratta di un personaggio ‘illusorio’, e che la sua opinione non avrà un particolare valore, sarà limitata. Lui, comunque, mi consiglia di fare il colloquio prima di giungere a qualsiasi conclusione e di preoccuparmi: “Intanto va e vedi cosa vogliono…” Lo ripete più volte. Gli spiego allora che il mio vero problema sono gli animali, che non li voglio lasciare soli. Nel farlo mi commuovo, mi viene realmente da piangere e ne sono stupito io stesso, perché oramai ho la consapevolezza che sono in un sogno e osservo la situazione con un certo distacco. L’uomo mi guarda stupito dalla mia commozione più di quanto lo sia io. I suoi occhi sgranati, di cui ora vedo distintamente le pupille, sono gialli – sembrano quasi quelli di un serpente. Mi dice: “Ma questo è fuori dalla vita…!” Capisco che in realtà è completamente fuori dalla sua mentalità e dalla sua cultura preoccuparsi così tanto degli animali, i quali per lui sono semplicemente… delle bestie, cioè poco più che oggetti. Mi sveglio.

Il sogno cambia di nuovo scena, il sognatore si trova forse in Nettuno (città del dio delle tempeste): è ridisceso nel mondo del sentimento; ancora il colloquio di lavoro non è avvenuto (non è stato ancora offerto, nè ovviamente accettato); a questo punto compare un signore alto, che poi diventa basso (il che ricorda alcune scene di ‘Alice nel paese delle meraviglie’- v. ns/ relativo commento) questo signore sembra cercare la ‘giusta dimensione’ per colloquiare col sognatore. Ma il sogno si fa ‘lucido’, perché il sognatore sa di sognare, sa che quello è un personaggio illusorio, tuttavia gli espone il suo problema, ma il consiglio: “Intanto va e vedi cosa vogliono…” non lo convince ed insiste col palesare, anche piangendo, il dispiacere di lasciare soli cani e gatti. Questo signore è certamente un ‘burattino’ onirico, ma le caratteristiche, in particolare gli occhi gialli, serpentini ne fanno un personaggio inerente sempre alla Sephirah Geburah, mentale razionale, per cui i cani (interessi filosofico-religiosi) e i gatti (interessi paranormali) sono ‘cose’ fuori della vita, fuori della sua mentalità e cultura; sarebbe davvero opportuno che il sognatore seguisse il suo consiglio di andare almeno a vedere che cosa vuole veramente il dirigente visto in tv.

Grazie. F.V.

 

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