MAURIZIO - SOGN0 NUMERO 26
del 03 Agosto 2013: "Filosofia buddista e scienza materialista"


Sto spiegando dei concetti filosofici ad un gruppo di amici buddisti. Mi baso su tre articoli di un testo o un giornale, e analizzo ognuno di essi secondo il mio punto di vista. C’è anche un quarto articolo, ma ha un’impostazione scientifica ‘ufficiale’, c’è un riferimento a sostanze come il cloro, ed io non so bene di cosa parli, l’approccio scientifico non è il mio, anzi, mi è estraneo e normalmente lo rifiuto. Provo a leggerlo velocemente per dire comunque qualcosa anche su questo, ma non riesco a farlo in tempo, avrei bisogno di un maggiore approfondimento. Nonostante sia tentato di commentarlo lo stesso in qualche modo, decido di ammettere il mio limite e di non parlarne affatto.

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Non attaccamento

Non so se sia una prosecuzione del sogno precedente. In ogni caso sto viaggiando in un pullman, può darsi che stia tornando a casa dal convegno precedente, e potrebbe esserci anche Paola. Attacco il mio bagaglio, una borsa, ad una cinghia esterna all’autobus, ma quando il mezzo parte la borsa viene trascinata sulla strada e mi accorgo che è anche aperta. Dentro ci sono oggetti personali e importanti, fra cui un mazzo di chiavi di casa o della macchina, e spero che non scivolino fuori. Durante la corsa sorveglio che questo non accada, ma ho una ritrosia a far fermare il pullman, non voglio interrompere il viaggio e non voglio disturbare. Non lo faccio neppure quando vedo che dalla borsa scivolano fuori dei miei appunti scritti a mano, probabilmente un vecchio quaderno. Mi dispiace soprattutto che rimangano sulla strada e che delle persone estranee possano leggerli, ma sento che devo cercare di non essere troppo attaccato alle cose – come Paola mi ha tante volte suggerito e mostrato con l’esempio. Subito dopo, però, l’autobus si ferma, c’è una sosta non richiesta da me, e io posso recuperare tutto. La considero una fortuna, un ‘beneficio’ alla maniera buddista, e anche una sorta di ricompensa per essermi abbandonato agli eventi. Mi faccio aiutare a mettere tutto in una grande borsa scura, più solida e ben chiusa.

 

Sogno Maurizio 26 int. Franca Vascellari
3 agosto 2013 (3+2+1+3 = 9 = L’Eremita = isolamento, concentrazione, approfondimento, ecc.) 

Filosofia buddista e scienza materialista

Il titolo qui dato da Maurizio sembra apparentemente voler accostare in contrapposizione la filosofia buddista, che è cosa spirituale, alla scienza che è cosa materiale.  Tuttavia in sogno spesso le ‘cose’ appaiono come nel negativo fotografico, non nel senso di male al posto di bene e viceversa (v. in www.taote.it  cineforum ns/ commento ad ‘Alice nel paese delle meraviglie’), ma semplicemente mostrando il bianco come nero e il nero come bianco: in tal caso la filosofia buddista potrebbe essere considerata cosa materialista e la scienza invece cosa spirituale...

Sto spiegando dei concetti filosofici ad un gruppo di amici buddisti.

Essendo il sognatore buddista, gli amici (= favorevoli) buddisti vengono ad essere, nel Buddha (= il Risvegliato), i correligionari favorevoli-fratelli che, in sogno, come sue componenti interiori, possono essere omologate alle ‘tendenze amiche’, sentite però ancora dal sognatore come ‘altro da sé’; figlie sempre della personalità che professa il buddismo, ma di cui essa non ha ancora preso piena coscienza. Nell’Albero cabalistico i ‘fratelli’ corrispondono alle Sephiroth Hod (Splendore), e Netzach (Vittoria), e quindi alle loro relative virtù, qui ancora latenti. A tali amici il sognatore cerca di spiegare i concetti filosofici che sono alla radice della loro ‘comunione’ o amicizia, sicuramente con lo scopo di una maggiore reciproca comprensione e accrescimento.

 Mi baso su tre articoli di un testo o un giornale, e analizzo ognuno di essi secondo il mio punto di vista. C’è anche un quarto articolo, ma ha un’impostazione scientifica ‘ufficiale’, c’è un riferimento a sostanze come il cloro, ed io non so bene di cosa parli, l’approccio scientifico non è il mio, anzi, mi è estraneo e normalmente lo rifiuto.

‘Quattro’ sono gli articoli ( = proposizioni di una legge, suoi punti chiave) che dovrebbero rendere chiari i concetti filosofici del Buddismo agli amici. Il sognatore sa dunque che 4 sono i ‘punti’ fondamentali che segnano le tappe del Sentiero da percorrere per giungere al Risveglio, ma egli ne analizza e comprende solo tre, per il quarto ha difficoltà di approccio, in quanto esso ha riferimento con il cloro, sostanza, o materia, di cui dice di ignorare il linguaggio e che rifiuta.

Il cloro è un gas giallo-verde che si combina con quasi tutti gli altri elementi e che nella sua forma liquida e solida è usato come disinfettante e sbiancante. La funzione del cloro, con la quale il sognatore ha problemi, sembra quindi essere quella relativa alla fase della ‘purificazione della materia’, l’operazione alchemica che viene detta ‘albedo’, durante la quale la ‘materia prima’ viene sublimata.

Notiamo inoltre che, nella parola cloro, togliendo la sigla ‘Cl’ che identifica l’elemento, e quindi ‘purificandolo da se stesso’, togliendogli il ‘verde’ (= dal greco ‘chloros’) rimane il ‘giallo’ (oro) rimane cioè l’Oro (filosofico), la cui comprensione porta davvero al Risveglio.

Provo a leggerlo velocemente per dire comunque qualcosa anche su questo, ma non riesco a farlo in tempo, avrei bisogno di un maggiore approfondimento. Nonostante sia tentato di commentarlo lo stesso in qualche modo, decido di ammettere il mio limite e di non parlarne affatto.

Dopo aver letto velocemente il 4° articolo è impossibile conoscerlo tanto da poterlo spiegare agli amici, occorre senz’altro un maggiore approfondimento. Il silenzio è, giustamente, la migliore delle soluzioni.

*

Non attaccamento

Non so se sia una prosecuzione del sogno precedente. In ogni caso sto viaggiando in un pullman, può darsi che stia tornando a casa dal convegno precedente, e potrebbe esserci anche Paola.

Attacco il mio bagaglio, una borsa, ad una cinghia esterna all’autobus, ma quando il mezzo parte la borsa viene trascinata sulla strada e mi accorgo che è anche aperta. Dentro ci sono oggetti personali e importanti, fra cui un mazzo di chiavi di casa o della macchina, e spero che non scivolino fuori.

Consideriamo senz’altro questo ‘Non attaccamento’ come seguito dell’altro sogno: non essendo riuscito nel convegno precedente a spiegare agli amici il 4° articolo relativo ai concetti filosofici del buddismo il sognatore si vede ora che sta viaggiando in pullman. Quando nel sogno si viaggia in pullman o in autobus, significa che non siamo noi a dirigere la nostra vita (come per esempio avviene quando sogniamo di guidare la nostra auto, che corrisponde a governare il nostro Carro), ma che invece, per il momento, siamo condizionati da ‘altri’; dobbiamo accettare il fatto che ‘altri’ ci stiano ‘portando’ là dove dobbiamo andare; inoltre dobbiamo accettare le eventuali fermate, gli eventuali rifornimenti e la già decisa destinazione, che è comune a quella ‘loro’. Il fatto che Maurizio supponga di stare tornando a casa e che ci possa essere anche Paola (la sua controparte femminile interiore) rende il viaggio rassicurante e positivo.

Però intitolare questa seconda parte del sogno ‘Non attaccamento’ e poi dire “Attacco il mio bagaglio, una borsa ecc.” fa pensare ancora al bianco che appare nero e al nero che appare bianco. 

Infatti attaccare il proprio bagaglio o borsa personale ad una cinghia esterna dell’autobus può sembrare apparentemente un forma di non attaccamento, ma se il contenuto della borsa è importante come le chiavi di casa o della macchina, e la borsa è pure aperta, attaccarla ‘fuori’ dell’autobus appare più un’imprudenza che un ‘non-attaccamento’ di matrice Zen (v. la n. 98 delle 101 Storie Zen ed Adelphi - in cui è descritto il vero ‘Non attaccamento’) .

Durante la corsa sorveglio che questo non accada, ma ho una ritrosia a far fermare il pullman, non voglio interrompere il viaggio e non voglio disturbare. Non lo faccio neppure quando vedo che dalla borsa scivolano fuori dei miei appunti scritti a mano, probabilmente un vecchio quaderno. Mi dispiace soprattutto che rimangano sulla strada e che delle persone estranee possano leggerli, ma sento che devo cercare di non essere troppo attaccato alle cose – come Paola mi ha tante volte suggerito e mostrato con l’esempio.

Ma ecco che quello che non doveva accadere, accade: dalla borsa aperta scivolano fuori degli appunti del sognatore scritti a mano su di un vecchio quaderno, quindi importanti perché unici, relativi a qualcosa di personale, di intimo, del passato, scritti da non far leggere a persone estranee; tuttavia per dimostrare il suo non attaccamento alle cose e per seguire l’esempio e il suggerimento di Paola, il sognatore ‘eroicamente’ non ferma il pullman per non disturbare e non interrompere il viaggio. In sogno perdere il contenuto (o parte del contenuto) della propria borsa significa divulgare involontariamente pensieri o sentimenti intimi, cioè facenti parte della propria interiorità, e  doversene poi dispiacere.

 Subito dopo, però, l’autobus si ferma, c’è una sosta non richiesta da me, e io posso recuperare tutto. La considero una fortuna, un ‘beneficio’ alla maniera buddista, e anche una sorta di ricompensa per essermi abbandonato agli eventi. Mi faccio aiutare a mettere tutto in una grande borsa scura, più solida e ben chiusa.

Poi però, pur non facendo personalmente richiesta di fermata, per fortuna (= caso, destino, beneficio buddista, ecc.) l’autobus si ferma, e il sognatore può inaspettatamente recuperare tutto: borsa e contenuto; ma la prudenza acquisita in quest’ultima esperienza, gli fa decidere, per proteggere meglio le sue cose nel futuro, di cambiare la borsa attuale con un’altra borsa, scura, grande, solida e ben chiusa, tale da non far nemmeno indovinare quello che potrebbe esserci dentro.

Tutto è stato recuperato, per questa volta è andata bene, ma occorre ricordare che, spesso, “abbandonarsi agli eventi”, come dice C. G. Jung, “ci permette solo di non accollarci le responsabilità...”.

Grazie. F.V.

 

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