Un sogno di MAURIZIO


Sto andando al lavoro e mi trovo in una zona che potrebbe essere il quartiere dell’Eur: ci sono ampi parchi, vaste piazze, strade larghe e diritte, edifici chiari, non troppo alti, squadrati. Mi imbatto in un gruppo di persone che appaiono sconvolte, alcune piangono. Fra di loro c’è anche Paola che, però, è serena e mi racconta che è accaduto qualcosa, un fatto di cronaca, e che la gente che vedo si trova qui in relazione a quell’evento. Io, però, devo affrettarmi o arriverò tardi in ufficio: saluto Paola e corro via. Dopo un po’ incontro mia madre; mi dice dei suoi dolori alle gambe, si lamenta. Le do qualche consiglio, probabilmente con poco successo, e spiego anche a lei che devo andar via subito: sono già le 10 passate! Mentre vado  afferma di non vedermi bene in salute; la cosa mi irrita, perché avverto una critica al mio stile di vita. Le rispondo seccamente che la mia costituzione fisica di base la devo a lei. Rimango in attesa di una delle sue solite assurde argomentazioni relative al fatto che, non abitando con lei,  la ‘colpa’ delle mie eventuali malattie non è sua, semmai è della persona con cui vivo. Invece non dice nulla, però mi consegna uno schema dei miei turni di lavoro: glielo ha fornito un suo amico del Ministero dell’Interno che l’ha avuto attraverso il collegamento informatico con il Tesoro, il Ministero dove lavoro. Questo suo amico è una persona realmente esistente che, insieme a lei, ha un giudizio molto negativo su di me e le mie scelte. Guardo il foglio e vedo che effettivamente, insieme al nome di persone che non conosco, forse appartenenti all’Interno, c’è il mio: nella settimana ricopro tutti i giorni il turno di mattina, tranne il mercoledì che sono di pomeriggio. Oggi, comunque, non è mercoledì e devo affrettarmi. Mia madre suggerisce che arriverò prima al lavoro se passerò attraverso il Ministero dell’Interno. Accetto l’indicazione e mi ritrovo, insieme a lei, in un ampio locale con docce allineate lungo una parete, senza cabine. Tutti gli impiegati,  prima di assumere le rispettive funzioni, devono utilizzarle e lo devo fare anch’io. C’è una lunga fila e, pur non volendo passare davanti a nessuno, provoco un piccolo equivoco con la persona davanti a me. Mia madre è in disparte, ma avverto la sua attenzione esagerata a quanto accade, una specie di cura ossessiva. Rientro nella fila e, dopo un po’, appallottolo e butto in un cestino il foglio con i turni: che me ne faccio, li conosco già, dopotutto sono i miei turni! Poi noto una doccia apparentemente rotta, non utilizzata da nessuno; in realtà funziona e ne approfitto. Mentre faccio la doccia qualcuno mi passa il sapone e cose del genere. Sotto l’acqua non vedo chi è, ma dopo mi accorgo che si tratta ancora di mia madre. Mi arrabbio moltissimo e protesto apertamente e con forza, dicendole che non può opprimermi così, che deve lasciarmi stare, che sta rovinando la mia vita. Mi trovo ora in un ampio stanzone con un banco di libri esposti, forse sono ancora nel Ministero. Mi incuriosisce uno scritto del Dalai Lama. Si tratta di un libro piuttosto vecchio e mi rendo conto che l’autore non dev’essere l’attuale Dalai Lama, ma il precedente. Dopo averlo sfogliato lo rimetto al suo posto, non mi interessa molto. Finalmente raggiungo in qualche modo il mio posto lavoro: è una specie di segheria o un luogo dove si fa dell’artigianato. Si tratta di capannoni sopraelevati, su palafitte, in mezzo ad un bosco o ad una foresta. Ho fatto molto tardi, ma è tutto tranquillo: nessuno mi dice niente. Ora sto raccontando l’accaduto a Paola C. e insieme a me c’è Paola, la mia compagna; in particolare racconto l’episodio mia madre. La nostra amica è del parere che è il buddhismo che fa venire alla luce certi conflitti, così da poterli risolvere. Mi cita un principio buddhista, il “Kara Neva”. E’ un principio che non esiste nella realtà di veglia, ma nel sogno lo conosco e ricordo perfettamente il libro dove se ne parla (anche il libro esiste davvero); purtroppo, però, non riesco a ricordare cosa dice. Lo confesso a Paola C., spiegandole che negli ultimi tempi non ho studiato molto e, evidentemente, devo averlo dimenticato; le chiedo di rammentarmelo. Lei fa un lungo discorso riferendosi, sostanzialmente, al potere del Buddha che, attivato dal nostro impegno nella pratica, è in grado di smuovere le montagne, come se utilizzassimo una forte leva. Adesso, nello spiegare, pronuncia “Kara Niva”, modificando la pronuncia precedente. Io, però, ricordo distintamente che nel libro è scritto “Neva” e penso che per pronunciarsi “Niva” dovrebbe forse essere scritto “Neeva”, come in certe traslitterazioni di termini orientali nella fonetica inglese. Mi sveglio, molto emozionato e turbato.

 


Sogno Maurizio - interpretazione di  Franca Vascellari

“Sto andando al lavoro”: il sognatore e’ “in viaggio” =  in un momento di mutamento; il luogo del lavoro nel mondo assianico, dello stato di veglia, e’ dove si esplica l’attivita’ sociale che ci fa vivere, nel mondo dei sogni e’ il “Luogo” del Servizio. Prima di giungere al Luogo del Servizio egli deve oltrpassare numerose tappe; il paesaggio e’ pero’ ben chiaro e squadrato, con piazze vaste e ampi parchi: molto favorevole.
Ma ecco il primo incontro,  che e’ anche il primo ostacolo da superare: un gruppo di persone che appaiono sconvolte, che piangono.... forse il sognatore dovrebbe fermarsi, ma Paola, la sua componente astrale, e’ serena ed egli prosegue perche’ l’impegno del “lavoro” lo costringe ad andare oltre.
Il secondo incontro e’ con la Madre; se Paola rappresenta l’anima del sognatore, la Madre ne e’ la componente terrestre (Malkuth) da cui ha avuto origine, la Madre archetipica che da sempre e’ in contrasto con l’Anima perche’ con essa non e’ stata ancora armonizzata. Infatti essa si lamenta di “dolori alle gambe” ( corrispondenti alla sephirah Hod) , ma “sono gia’ le 10 passate” = 10 e’ il numero del Malkuth e il sognatore vorrebbe “passare oltre” ma e’ bloccato da una discussione sulla sua “salute”, discussione che lo autocoinvolge nei suoi tre livelli: fisico (la Madre) astrale (Paola) e mentale (lui stesso)...
La madre poi gli consegna i turni del “lavoro” il lavoro si svolge al ministero del Tesoro (torniamo alla Sephirah Tiphereth) e i turni gli provengono da Ministero degli Interni (Daath). L’amico della Madre (Terra) puo’ essere omologato a Saturno (il Mercurius senex, il Tempo, la Morte, il Divoratore ecc.) infatti nel momento in cui il sognatore si ribella alla Madre e da lei si allontana, nasce di nuovo e si oppone al vecchio se stesso (“ il mercoledi’ ho il turno di pomeriggio, oggi, comunque non e’ mercoledi’ e devo affrettarmi”). Il suggerimento di passare per il Ministero degli Interni  (Interiorizzare la Via) dato dalla Madre, e’ accettato, indica che poi in fondo il contrasto tra “madre e figlio” e’ solo esteriore, e che fondamentalmente il “lavoro” interessa a tutte le componenti del sognatore.
Il terzo incontro del viaggio e’ con “la purificazione”. Per poter compiere il “Servizio” bisogna  assoggettarsi ad una doccia, lavacro, battesimo, ecc. e dopo qualche difficolta’ (fila, piccolo equivoco,  insofferenza per la cura ossessiva materna e conseguente “appallottolamento ed eliminazione  del foglio con i turni” = taglio simbolico del cordone ombelicale) tale purificazione si compie, ma proprio con l’aiuto della Madre che offre “ il sapone e cose del genere”, aiuto pero’ ancora una volta contestato e rifiutato.
Il quarto incontro e’ con il libro del Dalai (=oceano) Lama, la saggezza tibetana (Lamaismo). Il sognatore e’ incuriosito, ma non “interessato” a questa corrente del  Buddismo.
Il quinto incontro riguarda proprio il “Servizio” , (il Luogo del Lavoro): una specie di segheria (ove si opera il sezionamento di “Alberi”), lavoro artigianale (= lab – oratorio), lavoro che si svolge in “capannoni” (= Templi)  sopra – elevati , su palafitte (= tronchi di Alberi), in mezzo a un bosco o a una foresta (= tra gli Alberi)!!! “Ho fatto molto tardi, ma tutto e’ tranquillo e nesuno mi dice niente” = Il tempo dei sogni e’ diverso dal tempo assianico: quando si ARRIVA AL SERVIZIO E’ IL TEMPO “GIUSTO”.
Il sesto incontro e’ con due Paole ed  e’ l’incontro con l’Anima a due diversi livelli, l’uno sentimentale, l’altro intuitivo. Paola C. spiega a Maurizio che per il potere del Budda (Cristo, Io Sono, Daath), attivato dall’impegno e dalla pratica del devoto si possono smuovere le montagne, cioe’ risolvere tutti i conflitti e che questo potere e’ conferito dal principio del  “Kara Neva” o “Kara Niva”: data l’inestistenza di tale principio nel Buddismo, dall’assonanza delle due parole e’ possibile  ricavarne altre due:  “ Karuna” e “nave”; nave intesa come “veicolo”  o “mezzo” e Karuna come Compassione, la parola chiave del Buddismo.
Il settimo incontro infine  e’... con il Risveglio.

Grazie. F.V

 


Sogno Maurizio  -  interpretazione di Natale Misale

Ho fissato questo foglio bianco per parecchio tempo, aspettando che accadesse qualcosa, che il commento a questo sogno si producesse. Poi improvvisamente ho cominciato a leggere: "Ho fissato questo  foglio…". I motori erano stati avviati, il sogno cominciava a svelarsi.
"Sto andando al lavoro…", Maurizio, nello stato di sonno parla a se stesso, e si dice: "vado a spasso per la mia psiche per lavoro, per conoscermi, per capirmi. Il territorio dell'anima che sto attraversando è molto chiaro e ordinato, assomiglia al quartiere dell'Eur, e dico così per far capire che esso è comune, collettivo (Eur sta per Europa, per neo-unione di stati. Non percorro strade 'italiane', cioè personali, ma comuni). Quante volte ho cominciato l'Opera, e quante volte, nella iniziale fase al nero ho incontrato la tristezza e la malinconia! Le persone sconvolte che mi proporrò sono l'ennesimo incontro in  questo nuovo inizio di ricerca. Alcune di esse piangono, ma ho vissuto troppe volte questa situazione, e la sorvolo quasi. L'anima mia personificata (Paola compagna) vorrebbe spiegarmi di cosa si tratta…, ma questa volta sono deciso: punterò dritto al Ministero del Tesoro, all' oro alchemico, alla saggezza, alla buddità. La vita non è poi così lunga, ottanta, novant' anni passano presto, ed io prima di andarmene voglio "conseguire" la "meta". Ma ecco che, lasciata Paola, riprendo la strada per il lavoro, e incontro mia madre. Essa rappresenta la mia natura creativa, la terra a cui affido i miei progetti-seme da cui avrò piante e frutti. La sua natura è peciò divorante come quella della madre di veglia (aspetto comune a tutte le madri, le quali non rinunceranno mai ad una parte di loro: noi figli siamo sempre quell'esserino che per nove mesi hanno custodito in grembo ed hanno nutrito di sé). Questa mia madre interiore vorrebbe che io la seguissi passo passo, così come raccomandano tutti gli alchimisti ("segui le orme della natura…), perché solo attraverso di essa, attraverso le sue leggi estensibili per analogia al percorso di ricerca, potrò produrre l'oro. A tal fine mi affida uno schema dei miei turni di lavoro, ed io nel sogno non mi rendo conto che, nonostante essi siano i miei turni, il ritmo naturale, mio non è: i sette giorni della settimana, i sette metalli, i sette pianeti, con tutte le simbologie che si portano appresso, non sono affatto cosa mia, ma sua. Capisco meglio  quando mi dice che "glielo ha fornito un suo amico del Ministero dell'Interno che l'ha avuto attraverso il collegamento informatico con il Tesoro": dalle sue-mie profondità (Ministero dell'Interno) è arrivato il messaggio relativo al modo di condurre la ricerca, al come lavorare (schema dei turni). L'indicazione è che tutti i metalli sono lavorati bene, in pieno giorno, in piena coscienza, tranne il Mercurio (Mercoledì) che risulta essere notturno (di pomeriggio). Esso rappresenta il messaggero fra terra e cielo, la parola, gli affari, il commercio, l'imbroglio, ecc: devo pertanto portare allo stato di veglia tutta la problematica relativa a tali significati e risolverla con un confronto a viso aperto con l'inconscio-Ministero-Interni. E' indubbio che raggiungerò il centro (il Ministero del Tesoro) passando  attraverso un  leale confronto con l'Interno. Ma è ovvio che come impiegato devo purificarmi alle docce con l'assistenza della segnaletica della Natura (mia madre), nonostante mi pare soffocante e poco da libero arbitrio.
In pratica mi servo di tutta la problematica aperta con mamma (cosa di cui sono conscio abbastanza) per darmi dei consigli sulla ricerca e sul lavoro coi gruppi. Curare di più Mercurio, renderlo diurno, vuol dire porgere alla gente parole intuitive più che cultura, vuol dire essere meno rigido nelle esposizioni (il mercurio si adatta alla superficie su cui si muove, non essendo solido o liquido). Vuol dire applicare la legge sempre valida "come in alto così in basso", perché madre natura ha ricavato le sue leggi dal Cielo. Seguire più da presso Mercurio vuol dire essere pronti  e "furbi" come un maestro zen; vuol dire spalancare la mente a 360 °. Quando finalmente arrivo al Ministero, dopo aver sfogliato un libro di buddismo tibetano che mi interessa poco perché diverso dal buddismo che seguo io, raggiungo il mio posto di lavoro, "è una specie di segheria o un luogo dove si fa dell'artigianato". Ora, è notorio come la Grande Opera è detta anche Arte Regale o più semplicemente Arte. Quindi l'artigiano è colui che lavora se stesso, che riduce i suoi metalli (qui simboleggiati dal legno) a lamelle sottili, che riporta alla trasparenza ogni aspetto di sé, in quel luogo detto mare nostrum (leggi inconscio) ben simboleggiato dal capannone sulle palafitte in mezzo alla foresta. Proprio qui incontro Paola C. e le racconto dell'incontro con mia madre. Ora, tale persona, che come ricorderete fa parte della scuola buddista da me seguita, rappresenta l'aspetto  natura del Budda, per cui non può che confermarmi quanto finora ho tratto dalle mie argomentazioni oniriche: la fede nel più alto aspetto della natura (quella del Budda che abbiamo dentro) può spostare qualsiasi ostacolo lungo la via della conoscenza (sposta le montagne), perché ricercare è mettere in moto questa natura, vero motore, unico propulsore vero di questa splendida macchina che è il corpo umano.  Questo è quanto mi sono detto in questo sogno. Per quel che riguarda mia madre vera, quella che come tutte le madri del mondo opprime i propri figli e va contro la nuora, beh, quello è un fatto mio personale che cercherò di vivere nel migliore dei modi, con equilibrio, e senza far torto a nessuno. A volte ho proprio la sensazione che le cose accadono e noi siamo solo dei semplici testimoni, ma forse la pensiamo così perché ci siamo dimenticati che noi siamo ciò che pensiamo, come dice il Budda. La mente è creativa, sia che venga usata nei turni di mattina, sia che venga usata nei turni serali. Che riusciamo a ricordare o no i nostri pensieri conta poco, perché ogni pensiero reclamerà, prima o dopo, il suo spazio-tempo.
Un'ultima cosa. Questo è il sogno numero sette e per me riveste grande significato, perché, partendo dal…Do, sono arrivato al Si, e mi vengo perciò a trovare in un momento musicale speciale, quello della modulazione: presto passerò al Do successivo. E poiché questa esperienza la sto vivendo con voi (all'Eur, nel collettivo), credo che la cosa riguardi un po' pure questo gruppo onirico.

 


Grazie . Nat.

 

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