Sogno di M.Grazia
Mi
trovo in un paese di montagna e voglio affittare una piccola casa in
cima ad essa. Mi incammino, e noto che li intorno, c’è molta neve, la
guardo e so che è morbida . Salgo con facilità in cima alla montagna; e
… mi sento serena .
Sogno M. Grazia - interpretazione di Franca Vascellari
La montagna, come
gia’ e’ stato detto altre volte, simboleggia il desiderio di
elevazione, di miglioramento; “voler affittare una piccola casa in
montagna” indica l’esigenza della sognatrice di poter contare su un
rifugio sereno e intimo ove stare tranquilla per potersi conoscere;
questo luogo M.Grazia lo vuole per ora solo “affittare” non ne desidera
ancora il possesso duraturo (ricordiamo l’esigenza di Abramo in Gn.
23, 1-16 di “acquistare” il campo di Efron con la Caverna di Macpela,
prima proprieta’ nella Terra Promessa) perche’ essa ancora non e’
sicura delle “forze” necessarie alla possibilita’ di progredire nel
campo della ricerca, tuttavia percorre il sentiero che conduce a questa
casa. “C’e tanta neve”: l’acqua del sentimento e’ ancora gelata , ma la
neve e’ morbida e probabilmente si sciogliera’ presto (permettendo alla
“sua” terra di produrre piante e fiori). Poi la sognatrice trova la
casa desiderata: questo e’ il primo passo molto positivo, ma “nota che
e’ tutta da ristrutturare” cio’ vuol dire che c’e’ molto da lavorare per
renderla agibile. Gli oggetti e mobili smontati e da recuperare sono
suoi attributi, abitudini e qualita’ da ricostruire; le due donne le sue
componenti astro-mentali che conservano il “vecchio” (della stessa M.
Grazia vecchia, ora pero’ riconosciuta come “proprietaria”); quelle cose
vecchie vanno portate via, altre dovranno essere lasciate, ma il
“materasso macchiato” ( simbolo della sofferenza relativa al matrimonio
finito, la sognatrice e’ vedova) quello deve essere gettato, perdonato e
dimenticato. Ma ci sono pure “mobili di grandissimo valore”= c’ e’ del
buono in quel “vecchio” e quello deve essere recuperato, conservato
anche nel cambiamento e di questo “buono” verra’ fatto buon uso (“cosi’
potro’ usufruire di quei piccoli tesori antichi”). M. Grazia scorge poi
tra alcune mattonelle disegnate (quadri del passato) una mattonella
particolare: rappresenta un uccello che sta per spiccare il volo: dunque
anche in passato c’era, ma nascosto, questo desiderio di “volare”, di
innalzarsi al di sopra della terrestrita’ questa necessita’ di “aria
pura” e di “cielo” ma ancora non ha il coraggio di confessarlo, nemmeno
a se stessa (“la nascondo in casa per tenerla con me”). Un altro quadro
invece viene molto ammirato, quello della Madonna col bimbo e i fiori, e
qui non c’e’ nascondimento o timore: “mi piace molto”, nessuno glielo
potra’ occultare o portar via: e’ la sua “Maternita”, la sua capacita’
di avere il Figlio sia sul fisico che sul sottile. Grazie. F.V.
Il sogno esprime il desiderio di rasserenamento e di rinnovamento della sognatrice: vuole elevarsi al di sopra delle circostanze contingenti e legate al passato, stabilendo la sua abitazione, cioè la sua nuova configurazione psichica, la sua nuova maturità, in un luogo alto, emergente. La neve copre, occulta, pacifica: la realtà, sia pure ‘fredda’ e con qualche insidia, è ora vissuta come ‘morbida’, i lati più duri sembrano ormai superati o superabili. La casetta da ristrutturare partecipa di ambedue gli aspetti della situazione attuale di Maria Grazia: da un lato la nuova possibilità di vita, dall’altra la necessità di ristrutturare e di discriminare quello che può ancora essere di valore distinguendolo da ciò che non lo è più. Il ‘vecchio proprietario’ è il passato stesso, e le due donne “che prendono cose” ricordano le Parche, le divinità del destino, del fato. Uno dei pensieri della sognatrice è quello di riuscire a ‘gabbare’ il karma, il destino, il tempo, sperando che questo tralasci le cose importanti, quelle ancora da utilizzare o mettere a frutto. La tendenza delle Parche, secondo lei, è quella di lasciarci, dopo le vicissitudini cui ci sottopongono, soltanto dei ‘materassi macchiati’, simboli delle preoccupazioni, degli eventi logoranti in cui non siamo stati capaci di raggiungere una vera serenità interiore. Questa visione del destino non è del tutto corretta, in quanto il karma non è una legge cieca e senza senso che dobbiamo cercare di eludere: piuttosto da essa, dalla Legge di causa ed effetto, possiamo imparare molto. Tuttavia, nella fase attuale di Maria Grazia, pur essendo quel ‘fare di nascosto’ non in linea con il vero senso del karma, possiamo leggervi l’inizio di una ricerca nel profondo, nell’interiorità, nel lato ‘nascosto’ e occulto della vita, e questo è lodevole e importante. La sognatrice rinviene due simboli rivelatori di questa ricerca: uno raffigurante il volo, lo slancio liberatorio, la capacità di sollevarsi oltre le contingenze, l’inizio del cammino di autoconoscenza; l’altro è l’archetipo stesso della femminilità, nei suoi aspetti sia generativi, il bimbo e i fiori, che sacrali e interiori: l’immagine religiosa. Generalmente la Grande Madre, Iside, allude alla Verità Occulta, al profondo significato della vita, e alla sognatrice “piace molto”. La sicurezza che Maria Grazia comincia a sentire dentro di sé è talmente salda da non essere scossa neppure dalla ‘discesa’ dalle zone più spirituali, ideali e immaginative verso la realtà ordinaria; non sente il pericolo, non avverte il freddo, le sue orme sono profonde e, anche nel numero, testimoniano il lavoro a tutto campo che sta facendo su se stessa: tre come le componenti dell’uomo, corpo, anima e spirito. Il bacio con la controparte maschile, la ricerca – sia pure difficile – degli strumenti di luce, la condivisione e l’epilogo suggestivo dipingono un momento di integrazione profonda che, per la nostra amica, sembra farsi sempre più vicino. |