Sogno
del 24/07/2001 di NATALE
Luogo: Scuola media superiore – esterno Un cavallo da corsa, bellissimo, senza essere
cercato, viene da noi (io, mia moglie Franca, mio fratello Salvo).
Decidiamo di portarlo ad una corsa cittadina, tipo Palio. Il cavallo
e’ fulvo e pur arrivando in ritardo, salendo delle scale ripidissime
(circa 30 gradini) anziche’ percorrere la via, vince la corsa.
Franca ed io dall’emozione, piangiamo di gioia, Salvo e’ con noi. La
sorella di un compagno di scuola e’ la proprietaria del cavallo,
insieme ad un suo zio...Appena vedono il cavallo, chiamano la polizia,
gridando; con calma spiego loro tutto, anche la donna si emoziona e
piange. Interpretazione Luogo:(scuola) = di apprendimento, il sogno vuole
essere un insegnamento per il sognatore e un insegnamento
“superiore” = che viene dall’alto.
Sogno di Natale del 24 luglio 2001: fantasticherie interpretative di Maurizio
La prima cosa che mi viene alla mente riflettendo sul
sogno di Natale è, naturalmente, la figura mitica di Pegaso, il cavallo alato: nasce dal sangue sparso di Medusa – un
terribile demone dell’illusione - decapitata da Perseo e, prima di
salire in volo da Zeus, con un colpo di zoccolo fa sgorgare dal suolo la
sorgente Ippocrene, fonte
delle Muse; quindi può rappresentare il pensiero
liberato dall’oscurità, capace
di far scaturire le sorgenti
dell’intuizione poetica, cioè della commozione
estatica e del cuore. Anche
il racconto onirico contiene questi due elementi del ‘cavallo
bellissimo’ e della ‘fontana’.
Inoltre, l’ambientazione iniziale di esso è all’esterno di una
scuola, dove il tema dell’educazione – del
condurre fuori – è centrale, particolarmente in un momento di
crescita come quello delle medie
superiori, quando si esce
fuori da una visione ancora immatura e si galoppa
velocemente verso la maturità: in quel caso il palio
è l’esame finale, dove si valuta e sancisce l’indipendenza di
pensiero e l’autonomia dei candidati al diploma. Sarà capitata a
molti di noi, nel momento dell’adolescenza, l’emersione
dall’intimo, inaspettata, di una maggiore coscienza della propria
identità, di un potenziamento delle capacità di auto-determinazione,
di una possibilità di salire
scale e intraprendere percorsi fuori dal tracciato consueto.
Riportando questi concetti ad una tematica più interiore, non è
difficile fare il parallelo fra il passaggio dall’adolescenza all’età
adulta e quello in cui si abbandona una consapevolezza di noi stessi più
limitata e si prende coscienza del nostro cosiddetto vero
io, il sé superiore, lo
spirito. Un tale passaggio è avvertito come una liberazione, un
affrancamento da opprimenti pastoie, lo scioglimento dai vincoli dell’ignorare.
A questo riguardo mi sembra molto interessante che il sognatore –
il cui nome annuncia una nascita o
una rinascita - si rappresenti insieme al fratello ‘Salvo’
e alla moglie ‘Franca’,
il cui nome significa libera. Inoltre,
mentre ‘salvo’ è un
termine più in relazione con la tradizione religiosa ebraico-cristiana,
dove si sottintende l’intervento o l’intercessione di un salvatore
o di un Dio esterno all’individuo che viene in soccorso e sottrae ad acque
pericolose, ‘franca’ sembra riferirsi maggiormente al mondo greco-romano, ai
misteri iniziatici, ad una visione laica di liberazione conquistata con
i propri mezzi e, quindi, alle dottrine orientali. Il sognatore avverte
il primo concetto di salvezza come facente parte delle sue radici, del
suo stesso patrimonio genetico, come una specchiatura di sé. Tuttavia
egli sposa la seconda versione dell’affrancamento. C’è, però, un
problema: il cavallo, sia pure vittorioso, appartiene
ad altri – legati al mondo della scuola, dell’apprendimento,
dell’imparare – e ci sono personaggi censori, lo zio,
la polizia, che pensano ad
una indebita appropriazione. Forse ciò significa che il ricercatore
– pur avendo superato importanti traguardi nel suo percorso -
può avvertire che i mezzi usati non sono propriamente suoi, che
sono presi a prestito da altri, come avesse attinto ad una farina
che non è del suo sacco, e si giudica negativamente per questo, sente
il bisogno di scusarsi o di discolparsi. Nondimeno il palio
è vinto: la commozione, l’apertura
del cuore, è dilagante. Questo dubbio sulle proprie effettive
possibilità, però, obbliga ad un ulteriore percorso introspettivo –
ad una discesa nel profondo – sulle tracce dell’anima
e della propria autonoma facoltà di affrancamento.
La conclusione - con l’apertura improvvisa delle condotte della fontana
delle Muse, della sorgente
interiore – è anche un po’ un battesimo:
la nascita spirituale, sia pure con tutti i dubbi e le incertezze, sia
pure con la sensazione di essere inadeguati o presi alla sprovvista
dall’evento, è avvenuta: è oramai un fatto che non può essere
negato… Considerazioni sul sogno di Natale
Grazie Emma |