Sogno del 09/08/2001 di NATALE


Io e mio fratello Salvo siamo in casa della Signora Silvana Giudice. La mamma di Silvana, la nonna, litiga più con il nipote maggiore che con tutti gli altri. " Ma questa vecchia - dico a mio fratello - è proprio mezza matta" . Salvo mi risponde: " Ma stai scherzando! Lo sanno tutti che questa vecchia è una alchimista". Poco dopo, con salvo andiamo verso la Plaia (il litorale sabbioso a sud di Catania). Arrivati alla curva del faro (da sotto un arco c'è la scorciatoia per il faro, a sinistra; mente la strada a destra porta verso la spiaggia) scopro che io ho la bici e mio fratello, che sento dietro di me,  no: "ma tu non hai la bici?" gli dico, e mi giro per guardarlo: vedo Salvo che dispone sette file di sette sedie ciascuna (sedie pieghevoli), e dopo bagna con una gomma lo strato di pozzolana che sta proprio sull'asfalto. Mi sveglio, appunto il sogno, mi riaddormento per sognare che in una strada cittadina c'è una sfilata in maschera e carri allegorici di finti cinesi. E' la trovata pubblicitaria di un negoziante della via. Io e Franca siamo preoccupati perché le loro macchine sono numerose e vorrebbero metterle nel cortile all'interno della nostra azienda: ci bloccherebbero l'attività. Poi scopriamo che sono malintenzionati e che entrano di prepotenza. Dico a Franca di chiamare la polizia e di prendere intanto il fucile. Torna poco dopo col fucile (che pur mancante di qualche vite è funzionante, e mi dice che la polizia tarderà un po'. Scoraggio  i cinesi, che piano piano vanno.

   

 

Interpretazione cabalistica 

In questo sogno compare un a “casa”, un albero cabalistico, e 5 personaggi: il sognatore che poniamo in Malkuth,  in Assiah. Un “nipote” che litiga con la “Nonna” che poniamo in Yetzirah, Salvo che poniamo in Tiphereth, la sig.ra Silvana Giudice che poniamo in Briah e la “Nonna” (Binah) che poniamo in Atziluth.  Diciamo subito che in questo albero, Natale, il sognatore, per mezzo di Salvo (Salvatore), prende Coscienza che i “litigi” della Nonna  col nipote non sono altro che “il mezzo” per diventare Alchimista, ( la sua aspirazione da sempre) e non “follia”.
Ora passiamo alla “plaia” = la spiaggia e’ la linea di confine tra la “terra e il “mare”= Yesod: qui, alla curva del “faro”, proprio dovre brilla la luce del centro, il sognatore si avvede di avere un “mezzo” modesto ma valido per percorrere la Via, un “mezzo” a due ruote, bipolare (maschile, femminile)  e chiede al fratello se anche lui ha la “bici”... ma egli ha “altro” ben  “ 7 sedie” pieghevoli, adattabili,  sette “centri di accoglienza” (la sedia e’ sempre pronta ad accogliere chi e’ stanco) ed egli, per renderli piu’ accessibili, “bagna la terra”, rende il luogo piu’ morbido e fresco.
La terza parte del sogno riprende la simbologia della “bici” ma in uno scenario diverso, quello della “sfilata in maschera, dei carri allegorici”, del teatro, insomma: chi sono i “finti cinesi”? E chi e’  “il negoziante” della Via? I primi sono difetti e il negoziante e’ l’Avversario:  nemici da sempre che cercano di bloccare l’attivita’ = “la ricerca” della coppia ... ma questa sa difendersi c’e la “polizia” e il “fucile” anche se “manca di qualche vite”  e i “cinesi piano piano vanno”. 


Grazie. F. V.

 

 

 

Sogno n°3 di Natale – fantasticherie di Maurizio 

Silvana Giudice: nome centrale nel sogno, composto di due elementi. ‘Silvana’ allude alla selva, la foresta, insieme indifferenziato e ribollente di vitalità incontrollata; ‘Giudice’ indica un ordinatore, un osservatore, una legge. In breve i due elementi sono il Caos e il Cosmo, oppure la Prakriti (natura) e il Purusha (spirito) della filosofia indiana. Il sognatore anche è due ‘persone’: Natale, l’io cosciente, e Salvo, l’alter-ego che, in questo sogno, ha funzioni di guida e dimostra una conoscenza superiore. Se l’aspetto profondo della vita, la Grande Madre, è la ‘nonna’ del racconto onirico, il ‘nipote maggiore’ potrà forse esserne la ‘discendenza’ più consapevole di sé: l’Uomo. Eppure la vita sembra non avere senso: si dimostra aggressiva e persecutoria verso la creatura ‘maggiore’, forse più che verso tutte le altre, sottolineandone impietosamente limiti e contraddizioni, come in un litigio; inoltre, l’uomo è soggetto a sofferenza, morte, eccetera. Allora, non esiste un significato, un ordine, l’esistenza è una follia! “No”, risponde ‘Salvo’, “si tratta dell’alchimia delle cose: tutto concorre ad una profonda trasformazione salvifica, non esiste soltanto la ‘selva oscura’, ma anche un ordine supremo”. Al sognatore sembra di aver trovato in questa riflessione un ‘faro’ che indica la via, e anche un approdo, la ‘Plaia’; ma ‘Salvo’ propone un ulteriore ampliamento della visione: avendo compreso certe cose, non si possono tenere soltanto per sé, procedendo su di un ‘piccolo veicolo’ (come nella critica che si fa al buddhismo Hinayana), preoccupandosi solo della salvezza personale. Salvo, al contrario, predispone una situazione di accoglienza dalle caratteristiche esoteriche (il numero 7 moltiplicato per sé stesso) e adatta a molte altre persone: in realtà questa situazione è simile a quella che il sognatore, nella vita di veglia, costruisce per il suo gruppo di ricerca. Tra l’altro, proprio nei giorni scorsi, Natale ha avuto a che fare con pozzolana e approntamenti vari al fine di consentire il parcheggio delle macchine degli ospiti ‘esoterici’ in giardino.  Qui subentra un problema: gli ospiti attuali o quelli eventuali futuri sono all’altezza, oppure si tratta di falsi orientali, cioè di ricercatori mascherati, sopraffatti dalla loro maschera-personalità e quindi non in possesso di una giusta intenzione nel senso della ricerca stessa? Se fosse così potrebbero intralciare, bloccare o soffocare l’attività del sognatore, della sua compagna e del gruppo elettivo: l’apertura verso l’esterno diventa problematica, comporta dei rischi, richiede molta prudenza e controllo. A questo punto ritorna il concetto dell’ordine, della legge, del giudice, del Cosmos – contrapposto polare del Caos, in cui impera la superficialità, il mercato e l’intenzionalità non reintegrativa di un famigerato negoziante della via, una sorta di rivale:  abbiamo, quindi, la polizia e un fucile che, sia pure con qualche dubbio – manca una vite, cioè la necessaria penetrazione nel problema servono agli scopi difensivi. Rimane, forse, un ché di irrisolto: un abbandono troppo prudente, qualche paura non completamente sottoposta a consapevolezza, una ‘selva’ o un Caos che, sostanzialmente, rappresentano ancora un problema.

 

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