Un sogno
di NATALE
Il
nostro gruppo è formato da persone diverse che vengono con il mezzo
anche da lontano. Qualcuno viene anche a cavallo dopo aver galoppato in
maniera incredibile fra il traffico urbano, e frenando con scivolata
(cosa che mi colpisce molto). Il gruppo degli intellettuali, di sera,
passando per un marciapiedi, lo vedo in una trattoria: sono seduti
attorno a un tavolo: si stanno ubriacando. Non lo posso permettere:
"fuori !" grido. La perentorietà li fa uscire tutti. "
Ma io voglio vivere" fa uno di loro. " Noi vogliamo
vivere" fanno eco altri " Vogliamo vedere
la vita!" Interpretazione
di Franca Questo sogno che, come al solito possiamo interpretare sia individualmente che collettivamente, ci presenta ancora una volta il “Cavallo” come simbolo centrale e protagonista: un cavallo che ha dell’incredibile e lascia una “traccia” notevole nel sognatore (mi colpisce molto); esso ci riporta ai cavalli del carro di fuoco di Elia o a quelli del carro del Sole di Apollo per quella scivolata che pare piuttosto un atterraggio... Ma “Chi” viene a Cavallo? probabilmente lo stesso sognatore che subito dopo vede il suo gruppo in una “trattoria”. Abbiamo sempre paragonato i nostri incontri a “banchetti”: ogni componente porta qualcosa da offrire agli altri e ognuno trova quello che piu’ gli e’ necessario per nutrirsi; nel sogno si fa riferimento al”gruppo degli intellettuali” che si stanno ubriacando... di che? di nozioni, di riferimenti, di citazioni...Allora, sia che il sognatore si riferisca ad una parte di se’ come “intellettuale” sia che si riferisca alla parte intellettuale del gruppo, nel presente o nel passato (poiche’ il sogno vive fuori del tempo cronologico) egli rimprovera questa parte di commettere un errore fondamentale nella “ricerca”: la Vita va “sentita” e non “vista”. Ora questo “sentire” e’ proprio di Yetzirah, il mondo astrale mentre il “vedere” corrisponderebbe a Briah, il mondo mentale (verrebbe dato dunque il consiglio di privilegiare il sentimento sul razionale) se pero’ il “sentire” corrisponde all’”udire” (la Voce del Verbo) allora il sentire corrisponderebbe a Daath e sarebbe lo stesso Guidatore del Cavallo a spingere “il gruppo” verso un piu’ entusiastatico e innamorato modo di “vivere la Vita”. Per questa seconda ipotesi “questo sogno e’ da portare al gruppo” e non va dimenticato. Grazie F. V. Interpretazione
di Natale Fondare sull’istinto (cavallo) la propria esperienza non è cosa affidabile, poiché conduce ad una ‘scivolata’ finale (morte, perdita di controllo). L’intelletto, però, è anch’esso fuori equilibrio: una ubriacatura che – con la scusa di vedere, capire, conoscere – si mantiene lontana dalla vita, magari facendo credere ‘salvo’ chi ne fa uso ed è solito frequentare ambienti e gruppi elitari. Da sempre la ricerca interiore o religiosa ha creduto necessarie due forme di sacrificio o di sublimazione basate su concezioni che si escludono reciprocamente, e le cui scuole sono spesso entrate in dialettiche conflittuali. Secondo Jung le due attitudini ‘sacrificali’ sono così definibili: 1. “sacrificium phalli”: l’istinto, la sensorialità, il sentimento, sono sublimati, sacrificati o repressi a favore di intelletto, ragione, conoscenza, spirito. 2. “sacrificium intellecti”: la mente viene considerata secondaria o addirittura dannosa rispetto alla ‘vera’ esperienza religiosa, alla fede sentita, al sentimento mistico. Su
queste tendenze si sono create, ad esempio, le scissioni dei primi anni
della diffusione del messaggio cristiano: gnostici, monofisiti,
diofisiti ecc… Nel buddhismo abbiamo la separazione fra Hinayana
(dottrina ascetica, che rifiuta il desiderio e il coinvolgimento con il
mondo) e Mahayana (integrazione nel mondo, aiuto agli altri, sentimento
religioso), nell’induismo abbiamo lo Yoga che può essere considerato
come contrapponibile al Tantrismo, in Cina il Taoismo e il
Confucianesimo, ecc., ecc.. |