Sogno Onofrio  n. 2 di mercoledì 30/06/ ore 6,30 (mi sveglio)

Mi trovo in un piccolo appartamento con Luca B. (quello che frequenta il CIS), questo appartamento è privo di luce naturale pero è ben illuminato da delle luci che non si vede dove sono posizionate ma che illuminato tutto. Io indosso un maglione a collo alto che ad un certo punto mi levo  pensando che quest' azione mi darà modo di disimpegnarmi da quella situazione (situazione che mi mette molto a disagio;  presenza di Luca ?), rimanendo cosi con la sola magliettina da intimo che indosso abitualmente. Mi siedo su un divano mentre penso a come andarmene da quel luogo . Ad un certo punto mi alzo e dico a Luca che ho un poco freddo e che vorrei rimettermi il maglione;  lui mi risponde che prima  dobbiamo discutere dei nostri conti  per discutere di questo (suppongo),  mi invita ad appoggiarmi ad un termosifone ( l' impianto del posto è acceso ), in modo così da non sentire freddo, anche lui si poggia ad un termosifone che è di fronte al mio, intanto lui gira il maglione (nel senso che lo mette dalla parte delle cuciture); io però non mi sento a mio agio e dicendo un qualcosa che non ricordo mi avvio alla porta ed esco. Qui la scena cambia completamente; c'è il sole, niente nubi e mi ritrovo in un cortile con tutti muri intorno. In questo cortile ci sono varie persone sparpagliate un poco dovunque (tutti uomini di statura robusta e con facce poco raccomandabili), ad eccezione di una donna (Marijana); non sono stupito di questo (forse perché anche questa  ha frequentato il CIS); sono vicino ad un angolo di muro dove c'è un uomo che è con il braccio appoggiato al muro e la faccia appoggiata su questo braccio, cosa che mi impedisce momentaneamente, di vedere il suo volto. Questo tizio, è sulla mia destra a circa un metro da me. Chiedo (non ricordo se ha a Marijana o Luca, forse Luca), cosa fanno lì quelle persone e chi sono. A quel punto, il tizio con la faccia appoggiata all'angolo del muro si gira di scatto,  vedo che impugna una scimitarra (mi sembra pure che questa fosse un poco arrugginita); poi questo tizio (dai tratti mussulmani), con mossa fulminea  affonda la scimitarra nel mio collo (la mia parte destra del collo sinistra per chi mi guarda),  e poi tira  verso di se recidendo (lo suppongo dalle sensazioni provate), quasi completamente il collo. Sento la lama affondare nella carne però stranamente non provo dolore. L' affondo della lama, sembra non trovare ostacoli (come se non avessi  l' osso del collo), mi rendo conto che il taglio è profondo e probabilmente mortale e penso-esclamo:- LO  SAPEVO !!!                                    .
A questo punto cado per terra senza poi, provare dolori da impatto sul duro del pavimento e rimango (la cosa mi stupisce), con la testa attaccata che guarda in alto. C'è molta luce e penso che sarei ancora in grado di parlare e che forse posso chiedere che mi lascino in un posto dove possa vedere la luce ed il cielo; quasi contemporaneamente però faccio un'invocazione chiamando Sai Baba . La scena come d' incanto cambia e torna indietro al momento in cui ero in piedi e mi stavano tirando-affondando via  la scimitarra dal collo; Baba mi tocca il collo che si risana poi lui scompare. Allora mi guardo intorno, penso che non tutto è perduto  e che posso fuggire via da quella situazione. A questo punto mi sveglio; e sono un poco stupito che sia stato tutto un sogno.


Sogno Onofrio - Interpretazione di Franca Vascellari

Sogno di mercoledì 30/06/ ore 6,30 (mi sveglio) Per la numerologia questa data offre uno spunto interpretativo di 'doppio nove' dato dalla ripetizione del  3+6 = 9 e del 6+3 = 9.  Il 9 e` il numero dell'Archetipo dell'Eremita, relativo all'isolamento, al mistero, alla notte, e il 9+9 da` il 18, numero relativo all'Archetipo della Luna, ancora relativo alla notte, ai pericoli nascosti, al timore degli inganni. Mercoledì poi e` il giorno di Mercurio, il dio dei messaggi, dei commerci, della furbizia, delle contestazioni, dell'instabilità.
Mi trovo in un piccolo appartamento con Luca B. (quello che frequenta il CIS), questo appartamento è privo di luce naturale pero è ben illuminato da delle luci che non si vede dove sono posizionate ma che illuminato tutto. Un appartamento privo di luce naturale non può che essere un luogo sotterraneo, interno, il fatto che il sognatore vi si trovi con Luca (quello che frequenta il CIS) rivela nel sognatore l’esigenza di far chiarezza (Luca = Luce) nella sua 'cantina' e rivela pure il suo tentativo di prendere coscienza (CIS = Centro studi Io Sono), dei suoi contenuti, infatti l'appartamento risulta ben illuminato. Il fatto di non conoscere la posizione delle luci, cioè di 'come' si fa chiarezza, non sembra importante.
Io indosso un maglione a collo alto che ad un certo punto mi levo  pensando che quest' azione mi darà modo di disimpegnarmi da quella situazione (situazione che mi mette molto a disagio;  presenza di Luca ?), rimanendo cosi con la sola magliettina da intimo che indosso abitualmente. Il sognatore all'inizio ha protetto il collo, 'luogo' relativo al centro di Chesed (Giudizio, Giustizia, Misericordia, Ordine, ecc.) con un maglione, ma ovviamente il maglione protegge e soprattutto 'copre', nasconde, anche il centro relativo alle spalle, Geburah (Forza, Potere), e quello relativo al cuore (Bellezza, Amore) e 'toglierlo' significa mostrarsi, e rimanere così con la sola magliettina da intimo, cioè quasi nudo. Egli pensa che rimanere senza 'maglione'  ('il maglione' e` una grande maglia, e maglia deriva da 'macula' = macchia) cioè rimanere senza la grande maglia, 'senza la grande macula' coprente, possa fargli superare il disagio e la difficoltà di 'far Luc(a)e' nella sua situazione.
Mi siedo su un divano mentre penso a come andarmene da quel luogo. Far Luce nella nostra 'cantina' togliendoci di dosso le macchie che nascondono la nostra luminosità può essere molto difficile, conviene riflettere bene prima (sedere sul divano), e magari rinunciare (andare via).
Ad un certo punto mi alzo e dico a Luca che ho un poco freddo e che vorrei rimettermi il maglione;  lui mi risponde che prima  dobbiamo discutere dei nostri conti...  Denudarsi porta a sentire 'freddo'; il freddo (frigor) ricorda il 'rigor', e il rigore e` relativo al centro di Geburah, che compete alla guerra, alla punizione, alla sofferenza; per evitare tale 'freddo' e per non affrontare la situazione il sognatore vorrebbe rimettere il 'maglione', ma il processo di autoanalisi e` già iniziato e Luca, la Luce, vuole prima discutere dei conti.  La resa dei 'conti'  e` proprio quello che tutti temiamo... il giudizio sul nostro operato, cioè la 'pesatura' della fine della vita,... abbiamo impiegato bene i talenti affidatici al momento della nostra venuta al mondo? (Mt. 25,14-30) per discutere di questo (suppongo),  mi invita ad appoggiarmi ad un termosifone ( l' impianto del posto è acceso) in modo così da non sentire freddo, anche lui si poggia ad un termosifone che è di fronte al mio... L'invito di Luca ad appoggiarsi al termosifone, dandone l'esempio, e` un invito a procedere nell'operazione iniziata e a non interromperla;  magari con l'aiuto di un supporto esterno (termo = calore, sifon = conduttura) intanto lui gira il maglione (nel senso che lo mette dalla parte delle cuciture); quest'azione di Luca vorrebbe facilitare la conoscenza della 'grande macula' nella parte più nascosta, interna, delle cuciture, ma  io però non mi sento a mio agio e dicendo un qualcosa che non ricordo mi avvio alla porta ed esco... ma il suo aiuto viene rifiutato, la scusa per il rifiuto, dimenticata, la resa dei conti rinviata...
Qui la scena cambia completamente; c'è il sole, niente nubi e mi ritrovo in un cortile con tutti muri intorno.  Il 'cortile' nel sogno rappresenta ciò che sta prima della 'casa', che corrisponde alla personalità, al Malkuth, il cortile sta davanti o dietro ad essa, spesso e` comune a più abitazioni; una volta era il recinto per gli animali, vi giocavano  i bambini, vi spettegolavano le donne di casa; qui, con tutti i muri intorno che lo isolano, fa pensare ad un luogo di attesa, indefinito, non-casa, ma quasi casa, (inconscio) dove può succedere 'qualcosa' di importante, ma pericoloso.
In questo cortile ci sono varie persone sparpagliate un poco dovunque (tutti uomini di statura robusta e con facce poco raccomandabili)... il 'cortile' di O. e` popolato di brutti ceffi, poco raccomandabili questi personaggi che si trovano nel 'cortile' possono corrispondere a quella parte inconscia ma potente che minaccia la serenità e l'equilibrio del sognatore.
Ad eccezione di una donna (Marijana); non sono stupito di questo (forse perché anche questa  ha frequentato il CIS)Marijana, in italiano Mariana, può derivare dalla fusione di Maria (=signora) e Anna (=grazia) e allora verrebbe a personificare la Signora della Grazia, e subito il sognatore la collega al CIS, e quindi la omologa al centro Daatico della Coscienza (Io Sono).
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sono vicino ad un angolo di muro dove c'è un uomo che è con il braccio appoggiato al muro e la faccia appoggiata su questo braccio, cosa che mi impedisce momentaneamente, di vedere il suo volto. Questo tizio, è sulla mia destra a circa un metro da me. Ora il sognatore focalizza l'attenzione su un uomo che gli e` molto vicino, che egli, vista la situazione, teme, di cui non vede il volto; la descrizione della sua posizione e`particolareggiata (angolo, muro, braccio, destra, metro ecc.), ma l'impossibilita` di vederne il viso rivela insieme il desiderio e il timore di conoscere in faccia il 'pericolo' a cui sta andando incontro.
Chiedo (non ricordo se a Marijana o Luca, forse Luca), cosa fanno lì quelle persone e chi sono. Torna in questa seconda parte di sogno il personaggio 'Luca', che Onofrio confonde o meglio fa coincidere con Marijana, cosa ovvia visto che entrambi dovrebbero rappresentare
 la sua 'Coscienza', la sua 'Luce' interiore a cui in un momento di insicurezza può e vuole chiedere consiglio... ma alle domande 'cosa fanno lì quelle persone e chi sono', non seguono risposte, e Luca e Marijana vengono dimenticati dal sogno e dal sognatore.
A quel punto, il tizio con la faccia appoggiata all'angolo del muro si gira di scatto,  vedo che impugna una scimitarra (mi sembra pure che questa fosse un poco arrugginita); poi questo tizio (dai tratti mussulmani), con mossa fulminea  affonda la scimitarra nel mio collo (la mia parte destra del collo sinistra per chi mi guarda),  e poi tira  verso di se recidendo (lo suppongo dalle sensazioni provate), quasi completamente il collo Ecco, il pericolo che prima era celato, ma si presagiva nell'aria, ora si concretizza in una esecuzione capitale, l'uomo senza volto ha ora i tratti mussulmani (= dell'Islam = che e` rassegnato alla volontà di Dio) e recide quasi completamente il collo del sognatore. con una scimitarra un poco arrugginita Di nuovo e` il 'collo' di O. ad essere al centro dell'attenzione (la parola ‘collo’ viene ripetuta tre volte in una sola frase), poi viene la descrizione assai particolareggiata dell'esecuzione. Tornando al significato della sephirah Chesed (= Giustizia), relativa al centro della gola, possiamo ipotizzare questo 'taglio della gola' come un'auto punizione per aver mancato nella Giustizia, e considerare la scimitarra un poco arrugginita come un difetto di Geburah (= Forza), dovuto al suo scarso 'uso' .
Sento la lama affondare nella carne però stranamente non provo dolore. L' affondo della lama, sembra non trovare ostacoli (come se non avessi  l' osso del collo) Quasi sempre nei sogni sperimentare una ferita sul nostro corpo o addirittura la morte sembra non provocare dolore, perchè il dolore fisico non appartiene alla sfera del sogno, e la morte fisica non significa morte astrale, anzi, tali finte ferite o tali finte morti sembrano volerci far capire che tutto e` illusione e che se ce ne rendiamo conto possiamo 'risvegliarci' veramente, e se nel mondo fisico la frase 'rompersi l'osso del collo' significa andare in rovina... in astrale, se l'osso non c'e`, che cosa si può rovinare?
mi rendo conto che il taglio è profondo e probabilmente mortale e penso-esclamo:- LO  SAPEVO !!! Questa frase in lettere maiuscole e` il centro del sogno e il suo punto di 'Luce': l'attimo di Consapevolezza che illumina il sognatore. Sarebbe stato bello se Onofrio in quel momento si fosse risvegliato davvero, ma invece il sogno continua.
A questo punto cado per terra senza poi provare dolori da impatto sul duro del pavimento e rimango (la cosa mi stupisce), con la testa attaccata che guarda in alto. La de-capitazione e`, nel linguaggio simbolico, la possibilità di andare 'oltre la testa', cioè di accedere ai centri superni ma il sognatore, pur avendo avuto un momento di vera consapevolezza, poi ‘cade in terra’, con la testa attaccata che guarda in alto: certo, non gli e` stato possibile andare 'oltre', ma almeno c'è di positivo questo orientamento verso 'l'alto'.
C'è molta luce e penso che sarei ancora in grado di parlare e che forse posso chiedere che mi lascino in un posto dove possa vedere la luce ed il cielo; quasi contemporaneamente però faccio un'invocazione chiamando Sai Baba.  la posizione orizzontale, lo stare sdraiato in terra, e` una posizione 'passiva',  così la luce dell'ambiente (non Luca o Marijana) spinge il sognatore ad invocare 'Sai Baba', il maestro indiano che egli conosce personalmente e che lo ha sempre affascinato. (Baba in sanscrito = papà)
La scena come d' incanto cambia e torna indietro al momento in cui ero in piedi e mi stavano tirando-affondando via  la scimitarra dal collo; Baba mi tocca il collo che si risana poi lui scompare. A questo punto, il sogno, come un film, torna indietro, viene riavvolto e gli viene cambiato il finale: il Padre, il papà, invocato, giunge a salvare il figlio; ricordiamo che nella Kabbalah la figura paterna, e` relativa a Chesed, il centro della gola, del 'collo', e lì il sognatore viene risanato e tutto torna quasi come prima....
Allora mi guardo intorno, penso che non tutto è perduto  e che posso fuggire via da quella situazione. A questo punto mi sveglio; e sono un poco stupito che sia stato tutto un sogno. . Certo si può sempre fuggire da una situazione difficile, ma se l'abbiamo creata noi, prima o poi ci si ripresenterà e prima o poi dovremo affrontarla davvero.

Grazie. Franca Vascellari

 

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