Un sogno di PAOLA


Sono su un treno con Maurizio, l’amico Salvatore (il dottore) e un bambino o una bambina di 3 o 4 anni. Abbiamo con noi molti bagagli; due in particolare sembrano delle enormi cartelle. Maurizio mi comunica di aver saputo che c’è lo sciopero dei mezzi, quindi è preoccupato per il trasporto dei bagagli. Gli dico che la cosa essenziale è scaricarli velocemente dal treno, poi si vedrà. Non ricordo come scendiamo, ma la scena cambia e siamo a terra con tutte le valigie; io tengo il bambino (o la bambina) per mano, Salvatore non c’è più e Maurizio mi suggerisce di dargli la mia borsa e di cominciare a camminare: poi lui ci raggiungerà. Così faccio e, dopo un po’, Maurizio  mi è di nuovo vicino e mentre camminiamo gli chiedo come ha sistemato il bagaglio; lui mi risponde che l’ha lasciato sulla piazza. Mi arrabbio e gli dico che la cosa che mi addolora di più è che gli ho affidato anche la mia borsa dove ci sono tutti i documenti e anche il passaporto: sta per piovere e sono sicura che ci hanno rubato tutto. In quel momento mi viene in mente che alle 15.00 saremmo dovuti partire per Tenerife, e ormai non sarà più possibile. Gli comunico che non voglio sapere più niente di lui, tanto sono sicura che, sotto sotto, è inaffidabile come sua madre. La roba, poi, viene trovata e Maurizio mi chiede scusa; io, però, rimango della stessa opinione, mi sento molto angosciata e  non lo perdono. Meno male che il suono del telefono mi sveglia…

 

 

 


Sogno Paola - interpretazione di  Franca Vascellari

Il treno e’ l’immagine del ns/ percorso vitale (la vita che scorre come un treno) e la sognatrice sul suo treno ospita  Maurizio (= moro, scuro, oscuro), sua conponente mentale razionale, Salvatore (= colui che salva, che guarisce) medico, sua componente mentale intuitiva  e un(a) bimbo(a) di 3-4 anni, una sua parte “nuova”,  coscienza bambina, sviluppatasi negli ultimi 3-4 anni (da quando frequenta il gruppo buddista?). “Abbiamo molti bagagli” = c’e’ molta ricchezza onirica, materiale psichico, “due in particolare sembrano delle enormi cartelle” = forse sono esperienze accumulate frequentando 2 specifici gruppi di ricerca. “...C’e’ uno sciopero dei mezzi” = vi e’ difficolta’ a trasferire questi bagagli dal treno (passato recente) a terra (presente) probabilmente “lo sciopero dei mezzi” indica una mancanza di identita’ di vedute tra  le concezioni dei differenti gruppi frequentati e quindi difficolta’ a coordinare i risultati delle esperienze, ma la cosa essenziale e’ “scaricarli velocemente dal treno, poi si vedra’”, cioe’ trasferire a terra il tutto ancorandolo al qui e ora. “Non ricordo come scendiamo” = il passaggio e’ stato difficile e quindi rimosso e intanto anche Salvatore non e’ piu’ presente, rimangono il bimbo (a) e Maurizio. Questo pero’, dopo essersi fatto consegnare la borsa dalla sognatrice, la manda innanzi. Quando si e’ in viaggio, affidare ad altri la borsa che contiene le cose piu’ importanti  non e’ prudente, anche se questi “altri” sono la ns/ componente razionale, soprattutto se “oscura”, non chiara; infatti alla domanda  di come ha sistemato il bagaglio, questa componente della sognatrice risponde che l’ha lasciato “in piazza”, non l’ha messo in un deposito custodito, non l’ha spedito al luogo di destinazione, ma l’ha lasciato in piazza = luogo aperto, di ritrovo, dove c’e’ il mercato e il passeggio e tutti possono rubarlo. La sognatrice si arrabbia e si dispiace pensando alla sua borsa e al suo prezioso contenuto in pericolo...
“Sta per piovere” qui la pioggia e’ sentita come momento di crisi, di scoraggiamento, di sfiducia (“sono sicura che ci hanno rubato tutto”). Poi, inoltre, si ricorda che alle 15.00 (15 =Arcano del  Diavolo, il cui significato e’ contrasto e contrapposizione) dovevano partire per “Tenerife” ed hanno perduto la coincidenza (dell’aereo)= Paola teme di aver perduto il “premio” relativo al gioco (riffa = da Tene-riffa, altro modo di chiamare l’isola delle Canarie) della vita e quindi se la prende con Maurizio, che “sotto sotto e’ inaffidabile come sua madre”= la madre, la radice della razionalita’ oscura e’ l’irrazionalita’, l’incapacita’ di rimanere nella chiarezza e nella realta’ concreta...  poi  “la roba viene ritrovata e Maurizio chiede scusa”...  i timori erano infondati, ma il suo comportamento superficiale e irresponsabile non e’ perdonato, la sognatrice non “si” perdona... ma per fortuna si Sveglia!.


Grazie. F. V.

 



 


Sogno di Paola - Interpretazione di Natale MIsale

"L' analisi e l'interpretazione dei sogni mette a confronto il punto di vista della coscienza con le asserzioni dell'inconscio, facendo saltare i confini troppo angusti della coscienza. Questa dissoluzione di concezioni e atteggiamenti irrigiditi corrisponde assai bene alla solutio e alla separatio elementorum mediante l' acqua permanens, che in precedenza era già nel 'corpo' e che ne viene 'attirata' fuori per mezzo dell'Arte. Quest' acqua è un'  'Anima' , vale a dire una 'sostanza' psichica che, a sua volta, è applicata alla materia iniziale". (C.G. Jung - Mysterium coniunctionis - vol. 14 Opere pag. 218).
Più volte abbiamo sottolineato come questo nostro lavoro sui sogni riveste molta importanza per la conoscenza di sé. Quando il ricercatore si addentra sempre più nel sentiero della ricerca interiore, prima o poi si trovererà davanti alle proprie radici. Se sarà in grado di vincere quell'ultima forma di narcisismo che gli impedisce di vedere il terreno in cui esse sono conficcate, scoprirà con sua grande sorpresa, che anziché davanti ad un cosiddetto "Io", si troverà al cospetto di un inaspettato "Noi". Un modo di dire, questo, che vuole significare come le nostre radici non sono più nostre. Insomma, paradossalmente, chi comincia a sfiorare i confini interiori di sé, si troverà dinnanzi ad un impersonale e onnicomprensivo Sé. Credo che Jung, tutto questo ce lo abbia già offerto sul piatto d'argento del 'suo' "Inconscio Collettivo" caratterizzato dagli archetipi comuni a tutta l'umanità.
Il lavoro che noi portiamo avanti coi sogni, è operazione alchemica in piena regola, ed il brano dello stesso autore sopra riportato ce lo ricorda, ribadendo al contempo quanto abbiamo appena detto. Mentre Paola sta "su un treno con Maurizio, l'amico Salvatore (il dottore) e un bambino o una bambina di 3 o 4 anni", dovremmo subito pensare ad Hermes, a Mercurio, che per ordine del padre degli dei, Zeus, si reca agli inferi, per poi tornare su in cielo carico di messaggi.  Paola, in altri termini, ogni volta che sogna è Mercurio, perché il suo Sé-Zeus la sta inviando agli inferi (nel sogno), affinché, riportandone immagini  e simboli, possa scardinare le certezze del mondo di veglia, quelle fatte di spazio e di tempo, quelle fondate sulla legge di causa ed effetto, quelle che costituiscono sacro pasto mentale. Il mondo dei sogni, quello dei sentimenti e dei desideri, quello paradossale, quello che costituisce simbolico cibo del cuore, è nascosto, segreto; va pertanto esplorato con un'analisi e un'interpretazione che vanno considerate come una spada affinata con cui "rompere il guscio dell'uovo" che ci impedisce di vedere il mondo così com'é, e che se rimaniamo all'interno di esso ci rimanda indietro solamente pie proiezioni di ciò che crediamo essere il mondo. L'albume dell'uovo, per giunta, ci distorcerà tali immagini proiettate: un disastro.
Tornando alla citazione iniziale, quando Paola sogna, la sua anima, "per mezzo dell"arte" viene tirata fuori , al mattino appunta il sogno, e quando procederà all'interpretazione, la stessa acqua permanente verrà portata dentro. Ma ora diamo uno sguardo al sogno. Paola non è sola, viaggia in treno con Maurizio un amico dottore (Salvatore) ed una bambina o un bambino. La sognatrice affronta questa ennesima discesa agli inferi, con l'intento di crescere e guarire in anima. Il suo "viaggio" è terapeutico (il dottore Salvatore), aperto alle novità (bambino di tre o quattro anni), e con esso rimette in gioco per l'ennesima volta il sottile, la sua controparte (Maurizio). La mette in gioco perché tirandola fuori la osserva, la conosce, ma nello stesso tempo se ne priva, perché dopo, riponendosela dentro, la "perde" allo sguardo.  "Abbiamo con noi molti bagagli; due in particolare sembrano due enormi cartelle". Avere con sé molti bagagli in un simile viaggio  può significare solo immergersi, tuffarsi in se stessa carica di interrogativi. Sì perché, nonostante ci troviamo quasi sicuramente davanti ad un viaggio di ritorno, dal nostro punto di vista esso va considerato anche di andata: Paola sta appena entrando in se stessa, e lo sciopero dei mezzi va riferito al fatto che ha paura di non riuscire a  'portare a destinazione' tutti i suoi interrogativi, i suoi problemi. Dall'altro punto di vista, invece, la paura è di non riuscire a portare nel mondo di veglia tutti gli insegnamenti ricevuti da Morfeo. Le due enormi cartelle sono molto interessanti, perché esse potrebbero alludere a scritti, a teorie, che nel gruppo onirico potrebbero esser prodotte. Se fossero state più piccole andavano riferite alla persona, ma la loro enormità ci autorizza a pensare a qualcosa di collettivo. Non dimentichiamo che all'interno del gruppo, i sogni possono anche riguardare cose di interesse comune. Ma la preoccupazione per lo sciopero dei mezzi non tocca Paola, bensì Maurizio, perché Paola sa già che " l'essenziale è scaricarli velocemente dal treno". Ora, scaricare i bagagli dal treno in maniera veloce, vuol dire che, se in andata si portano interrogativi, essi vanno subito scaricati dalla mente (cosciente o meno), e non ci si deve trastullare con essi, anche se, quando i punti interrogativi sono "intensi", si trasformano in vettori, in treni (!) che assumeranno la loro forma originaria (questa: ?) solo alla fermata d'arrivo.  Qui imploderanno in "punto" e diventeranno risposte, parole scritte dalla stesso punto in movimento. Se si è "fortunati", il bottino sarà ricco e ci si porterà dietro una sacco di enormi cartelle. Ed eccoci "a terra con tutte le valigie; io tengo il bambino (o la bambina) per mano, Salvatore non c'è più e Maurizio mi suggerisce di dargli la mia borsa e di cominciare a camminare: poi lui ci raggiungerà".   Siamo nella fase cruciale del sogno: Salvatore, il dottore, non c'è più. E' come se la sognatrice avesse perso la fiducia nella possibilità d'apprendere veramente qualcosa (il vero salvatore è la fede, e quando essa manca le cartelle vanno smarrite e comincia a piovere, cioè il sogno prende una piega che condurrà la sognatrice in un vicolo cieco). Paola ce l'ha con Maurizio, con la sua anima che non è riuscita a trattenere gli insegnamenti. Non sarà più possibile andare a Tenerife alle 15,00, non sarà più possibile rituffarsi in Atlantide-Tenerife, considerato il mondo sommerso dell'inconscio. "Non voglio più saperne di lui…sotto sotto è inaffidabile come sua madre": Paola se la prende con se stessa (essa è  contemporaneamente figlia e madre della sua anima: figlia, perché la psiche è lo stampo del corpo; madre, perché nel sogno la partorisce in simboli e metafore). Va aggiunto anche che, nella coppia, al primo incontro avviene una sorta di parto (junghianamente inteso), perché lei partorisce l'animus in lui e lui partorisce l'anima in lei, per cui ognuno diventa anche padre-madre del partner. Ecco perché Paola se la prende con se stessa in quanto genitrice di chi le ha smarrito i bagagli.
Che la roba venga poi ritrovata, è testimoniato dal sogno di Paola portato al gruppo. Ma nonostante ciò la sognatrice si sente angosciata e non lo perdona, perché i bagagli sono rimasti in piazza, gli insegnamenti, prima di diventare patrimonio comune di tutti, devono essere acquisiti dalla discepola: Paola non può perdonare, non puo donare la sua anima per arricchire altri…
"Meno male che il suono del telefono mi sveglia…" Mi piace interpretare quest'ultima frase alla Chuang -tze: meno male che il suono del telefono mi riporta alla vita di 'sogno'…, e mi riferisco al famoso sogno del sapiente taoista: "questa notte ho sognato di essere una farfalla, ma ora non so se sono io ad aver sognato una farfalla, o è una farfalla ad aver sognato me".


Grazie. Nat

 

 

 

Sogno di Paola - Fantasticherie interpretative di Maurizio

Il viaggio in treno assomiglia al viaggio della vita: i binari sono il ‘karma’, il percorso già prefissato, gli scambi ferroviari sono le direzioni alternative che possiamo prendere, le stazioni sono i punti di arrivo, le pause fra un percorso ed un altro, ma anche i momenti in cui possiamo decidere la direzione e l’andamento di un ulteriore procedere. Sia i binari del treno che il suo ritmico andare richiamano alla mente la dualità, il principio polare che costituisce la base delle nostre esistenze. Il bagaglio descritto nel racconto onirico, e particolarmente le ‘due cartelle’ - due come i binari ‘karmici’, quasi loro contrapposto polare – rappresentano  le conoscenze accumulate dalla sognatrice nel suo percorso di studio e ricerca interiore. Il viaggio aereo, poi, sembra rappresentare un diverso tipo di cammino, forse più legato alla dimensione ‘sottile’, spirituale della vita: lo slancio, il decollo, l’atterraggio, la possibilità di raggiungere luoghi molto lontani senza il ‘travaglio’ della dimensione terrestre. Anche nella  ricerca, a volte procediamo sulle rotaie, legati al suolo e al concreto, altre volte possiamo spiccare il volo e superare le limitazioni. Nel buddhismo si parla spesso di ‘veicoli’: il grande, il piccolo veicolo, lo Hinayana e il Mahayana, poi c’è il cosiddetto ‘veicolo di diamante’ o della ‘folgore’, il Vajrayana; inoltre il ‘duplice veicolo’, il ‘triplice veicolo’, il ‘veicolo unico’: questi ultimi, riferiti alla modalità della ricerca di illuminazione, cioè attraverso la mente, l’intuizione e il cuore – o con alcune soltanto di queste facoltà – oppure con tutte insieme fuse in un unico ‘veicolo’, cioè la ‘buddhità’ stessa, meta e strumento di viaggio al tempo stesso. Nel racconto onirico di Paola abbiamo un viaggio che utilizza il treno, poi un altro spostamento che si preannuncia difficile perché “c’è lo sciopero dei mezzi”, poi un percorso presumibilmente in aereo fino a Tenerife, di cui la sognatrice si ricorda soltanto all’ultimo momento. Se il treno, come già visto, può essere il viaggio ‘terrestre’, identificabile con il piano fisico e con i rudimenti della ricerca interiore, quelli più legati alla mente conscia, il viaggio aereo ne rappresenta l’altro estremo, quello ‘celeste’, relativo allo spirito, alla mente intuitiva, all’iniziazione, al raggiungimento delle ‘Isole Felici’, le Canarie, le mitiche ‘Esperidi’, simbolicamente rappresentanti la dimensione paradisiaca e illuminata. C’è, però, la fase intermedia, probabilmente simboleggiante la ‘psiche’, che entra in sciopero: anche Maurizio, il ‘maschile’ della sognatrice, quindi il suo animus-psiche, si rivela inaffidabile, è anche lui – in un certo qual modo – in sciopero. L’aspetto ‘medico-salvatore’ dell’animus, infatti, ad un certo punto scompare dal sogno, e rimane l’aspetto affettivamente più problematico. Nel racconto onirico c’è anche una piccola bambina-bambino: una parte intima della sognatrice ancora indifferenziata, in via di sviluppo, da custodire e proteggere. Abbiamo più volte, in relazione ad altri sogni, ricordato che – secondo Jung – l’interiorità di un uomo ha caratteristiche femminili, quella di una donna caratteristiche maschili. Un uomo sviluppa nel suo atteggiamento cosciente un aspetto volitivo, forte, determinato, ma nel profondo conserva quella sensibilità femminile che fa comunque parte della natura umana, indipendentemente dal sesso. L’inverso accade ad una donna che, nella sua parte nascosta, più inconscia, cela caratteri mascolini. Quando un individuo procede nel suo sviluppo, l’atteggiamento più evidente ed esteriore, l’io, deve poter entrare in contatto con gli aspetti occultati e meno evoluti consapevolmente. Nei sogni e nei simboli questi aspetti psichici – che Jung ha definito anima per gli uomini e animus per le donne - possono divenire la guida all’integrazione di sé e del Sé. Talvolta, però, presentano delle problematicità, degli enigmi, si presentano difficili da metabolizzare per l’io cosciente, possono anche avere una certa pericolosità, come accade per i confronti con l’inconscio. Questa è la paura espressa nel racconto onirico in esame: Paola teme l’inaffidabilità dell’animus, la sua stessa ‘interiorità’ le sembra poco sicura, il rapporto con i lati inconsci offre poche certezze: Maurizio, afferma la sognatrice, è come la ‘madre’. La ‘madre’, la ‘grande madre’ è la totalità dell’inconscio stesso e, in un altro senso, la natura, la vita: forse la vita è affidabile, offre veramente delle sicurezze? Al contrario le circostanze delle nostre esistenze spesso sembrano non seguire una logica, appaiono senza senso, come fossimo in balìa di una madre-matrigna. Il sogno esprime questo dilemma: fino a che punto possiamo davvero confidare nella vita, in altre persone o anche nei nostri aspetti interiori profondi, quelli che non controlliamo consapevolmente? Rischiamo, se ci abbandoniamo troppo, di perdere l’identità, i ‘documenti’, il ‘passaporto’, l’autonomia. Eppure Tenerife andrebbe raggiunta. ‘Tenerife’ ha qualche assonanza con Tifereth, la Sefirah del cuore. L’”apertura del cuore”, preludio ad un sostanziale ‘risveglio’, può ottenersi - questo sembra essere il messaggio del sogno di Paola - attraverso il recupero della dimensione della fiducia; per dirla nel linguaggio della ricerca interiore, si può ottenere un grande salto di qualità e un superamento delle paure, degli ostacoli, per mezzo della Fede.

 

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