Un sogno di PAOLA


Sto guardando un albero molto grande, con rami lunghissimi e pieni di gemme. Esprimo a Maurizio il pensiero che forse noi potiamo troppo i nostri alberi. Vedo poi un enorme serpente che striscia fra i rami e capisco che sicuramente sta per scendere al suolo. Prendo un coltello da cucina molto tagliente ma piuttosto piccolo per un serpente di quelle dimensioni, però ho solo quello. Mi accorgo che l’animale è già sceso e sta strisciando all’interno di un bar e dico a Maurizio di fare presto, altrimenti ci scapperà. Poi mi sveglio. Quando mi riaddormento sogno una stanza con nel mezzo un tavolo e sopra tanti vestiti di Maurizio. Non ci sono altri mobili: siamo in procinto di andar via da quel posto. Entra una certa Marisa dell’associazione buddhista e, rivolgendomi a lei freddamente, le chiedo se vuole qualcosa di ciò che si trova sul tavolo. Con sarcasmo le dico di servirsi pure, aggiungendo: ”Credi che non mi sia accorta che stai cercando di portarmi via Maurizio? Le persone come te non mi fanno paura. Ce ne sono state tante prima di te, ma io ho una ricetta semplice: vivo il mio amore alla giornata, senza interessarmi del domani. E’ così che siamo arrivati a 27 anni di felice convivenza.”
E’ mattina: il mio gatto Chicco è rimasto chiuso in una stanza e raspa la porta per uscire, così mi sveglio.

 

 

Sogno Paola - interpretazione di Franca

Il sogno e’ composto di due parti, la prima e’ quasi “mitologica” v. Genesi cap. 3, nuova versione: c’e’ l’Albero con i rami lunghissimi e pieni di gemme del paradiso terrestre;  il serpente, componente mentale, che striscia fra i rami e scende al suolo;  Paola,  componente astrale, nuova Eva, che non e’ affatto disposta a farsi “tentare” ma  e’ ben decisa con l’aiuto di Maurizio, il suo Adamo, componente fisica, ad uccidere il serpente con un coltello da cucina piccolo ma tagliente.
Qui non si prende in considerazione “il serpente” ne’ come energia vitale, ne’ come mente insidiosa ed egoizzante, ma solo come “nemico pericoloso da eliminare”. Ma la frase “forse noi potiamo troppo i nostri alberi” include la possibilita’ di un “errore di valutazione” e quindi la presa di coscienza di una “potatura” (“con il coltello da cucina”) impropria. L’accenno al “bar”, possibile rifugio del serpente, poi, implica l’idea dell’alimentazione, come del resto il riferimento al coltello da “cucina”, che e’ il luogo ove si prepara il cibo.  In sintesi il sogno rivela il timore di non saper gestire la Shekinah, il Serpente vitale, pur sapendo che da esso deriva la vita.
La seconda parte del sogno fotografa e spiega la risposta al problema. Maurizio, il fisico e’ uscito di scena, di lui restano solo i “vestiti”, gli abiti = le abitudini sul “tavolo”, in gioco; appare ora invece un conflitto con “Marisa” (= Maria = amata, Isa = luminosa e sapiente), cioe’ con Sophia, la componente spirituale di Paola  che vorrebbe appropriarsi di “Maurizio”, ma che Paola gli contende giorno per giorno: i “27 anni di felice convivenza” ne sono la testimonianza e 27  = a 3x3x3, il 27 indica che l’unione del maschile con il femminile (1+2=3), il 3, cioe’ il “figlio” e’ stato raggiunto sui tre livelli inferiori (fisico, astrale e mentale), manca il quarto livello, il Causale e quindi ora non c’e che da accettare Sophia (Marisa), per poter davvero conquistare il Serpente e con lui l’Albero tutto, cosi’ da completare il quadro cabalistico con Maurizio, Paola, il Serpente e Sophia.
Il gatto Chicco rappresenta ancora il Serpente che, rinchiuso nel “bar”, cerca di liberarsi....

 

Grazie. F.V.

 

 

 

Paola - sogno numero 9

La Primavera   è quasi alle porte, ed un albero che fino a ieri sembrava morto ora è pieno di gemme, e fra qualche settimana sarà pieno di foglie. Quel Dio-Energia-Vita, quel Dio manifesto che giaceva nel sepolcro-terra "morto", è risuscitato. Anche l'uomo è un albero, e ad ogni Primavera gli viene offerta l'opportunità  di richiamare alla vita quel Dio interiore, quel Cristo capace di dare ristoro, con le sue  fronde, a moltitudini di altri uomini. Paola, la sognatrice, si sogna come albero, e la prima cosa che dice a se stessa è di accettarsi per quello che è, e di non potarsi troppo: ognuno è OK così com'é. La seconda cosa che Paola dice a se stessa è che là dove c'è il Cristo c'è anche Satana, che nel sogno è rappresentato dal mitico biblico serpente edenico. La sognatrice vorrebbe ucciderlo con un coltello da cucina, ma l'impropria arma è piccola, ed il rettile sta strisciando verso l'interno di un bar. Tutto ciò potrebbe voler dire che, la parte oscura di Paola, lasciato l'albero (uscendo allo scoperto) sta per manifestarsi ai suoi e agli altrui occhi, sta cioè per essere puntata e affrontata in campo aperto. Il serpente è furbo: vorrebbe attirare Paola in un luogo a lui favorevole, un bar simbolo del vizio della gola, ma la sognatrice chiede l'aiuto della sua mente non egoica (Maurizio) per acchiappare la preda e cucinarla a dovere. Sì perché il coltello da cucina fa pensare non all'uccisione di qualcosa, ma alla preparazione di un cibo: Paola vuole cibarsi, prender coscienza di quella sua controparte e gestirla al meglio, incatenarla per mille anni.
Nella seconda parte del sogno il serpente diventa "paura d'essere abbandonata", ma Paola elabora  al meglio la cosa e se ne nutre. Tuttavia la paura è come quel famoso venicello rossiniano del Barbiere di Siviglia: striscia, si insinua e può far…

 

La” paura” è un venticello

Un'auretta assai gentile

Che insensibile sottile

 leggermente dolcemente

incomincia a sussurrar.

Piano piano terra terra

Va scorrendo, va ronzando:

nelle orecchie della gente

s'introduce destramente,

e le teste ed i cervelli

fa stordire e fa gonfiar.

(Cesare Sterbini - Il Barbiere di Siviglia - Ricordi: scena ottava)

 

 La paura si ciba di "ieri" e di "domani", mai di "adesso". Il serpente-Marisa-paura va cotto e mangiato.

 

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