Un sogno di SIMONETTA


Mi trovavo al piano superiore di una grande casa antica un po' tetra.
Mentre staccavo delle tende per fare entrare la luce, mi sono accorto che si stava scollando la carta  delle pareti e sotto stavano crescendo delle piante rampicanti.
Con sorpresa ha fatto vedere le foglie di "potus" a mio fratello che era li' vicino.
"Guarda, ci sono foglie fresche, la pianta e' entrata dalla finestra e sta crescendo lungo le pareti!"
Ho preso a togliere la tappezzeria verde pallido e ho scoperto una grande vetrata  su un giardino rigoglioso.
La stanza e' diventata luminosa e accogliente.
Mia madre ci stava guardando con disappunto, mentre mangiava delle nocciole.
In un cestino ho trovato una bellissima noce brasiliana per me.
Nella stanza c'era  anche un professore giornalista con un libro in mano che mi voleva intervistare e cercava di attirare la mia attenzione.
Al risveglio ero molto serena.

 

 
 

Sogno di Simonetta - interpretazione di  Franca

Il piano superiore di una casa  rappresenta la parte psichica della sognatrice, corrispondendo al suo mondo astro-mentale, tuttavia  la caratteristica di "questo" mondo sembra quella di essere opprimente; la casa e' grande ma  e' antica e tetra. Antico e' relativo al passato, tetro equivale a  scuro, triste, cupo. Come soffocata da tale atmosfera la sognatrice tenta di far entrare la luce  in casa staccando delle  tende , si suppone che tali "tende" siano degli accorgimenti per mantenere l'ambiente "antico" e "tetro", volerle togliere per cambiare e' gia' molto positivo, tanto che l'azione crea  un movimento nell'ambiente: il distacco automatico della carta delle pareti; vale a dire: il desiderio di "luce" muta la sostanza della stessa psiche e porta all'apparizione di piante rampicanti , che potremo omologare a sentimenti e pensieri nuovi e vivi, che salgono verso l'alto a spirale...Veniamo poi a sapere che le piante sono potus, o meglio: pothos, altrimenti dette "Scindapsus" di cui la qualita' piu conosciuta da noi e' "lo Scindapsus aureus", mentre "potus" e' la parola latina che significa "il bere" o meglio "bevanda". Far vedere al fratello la' vicino la novita' della nuova pianta che cresce e copre le pareti, mescolando lo "Scindapsus aureus" con cio' che toglie la sete (bevanda) rivela la necessita' di Simonetta di comunicare alla sua controparte maschile (fratello) che il mutamento che la coinvolge psichicamente e' dovuto al fatto di essere riuscita a  "vedere" il liquido (potus) aureo che sale lungo le pareti della casa (colonna vertebrale), in movimento spiralato e ascensionale. Togliendo poi oltre alle tende anche la vecchia  tappezzeria  verde pallido (le incrostazioni astro-mentali) tutto l'ambiente acquista la nuova "vista" di un giardino rigoglioso, che si puo' vedere da un'ampia vetrata. La stanza e' ora luminosa e accogliente. Si comincia a star bene in questa nuova psiche. Ma una parte di Simonetta, la madre, la parte piu' vecchia e attaccata alla casa prima maniera, non vede di buon occhio le novita' e tuttavia mangia "nocciole": si nutre di quello che e' il "frutto", il nocciolo dell'esperienza, e, avendo in qualche modo accumulato tali frutti, permette a Simonetta, figlia, di nutrirsi di una "noce" particolare "brasiliana" (brasile = legno di color rosso fuoco) bellissima, tale "noce" e' il "cuore" della stanza e del sogno e per il colore e l'attributo (bellissima) e' in relazione al lo sviluppo di Tiphereth.
Ora  la controparte maschile della sognatrice non e' piu' il fratello, ma ha acquisito caratteristiche di insegnante (professore) e di  legame tra Simonetta e il mondo esterno (giornalista) infatti ha in mano un  libro e mi vuole intervistare  ma soprattutto cerca di attirare la mia attenzione.  E' giunto il momento di ascoltare questa Controparte maschile trascurata da tanto tempo, per imparare ad arricchire  le Stanze superiori della Casa  ed imparare a mantenere ordinato e ben pulito il rigoglioso Giardino che si vede dalla finestra.

 

Grazie. F.V

 

 

 

Sogno di Simonetta - Interpretazione di Natale

Poiché sono sicuro che altri amici del gruppo si occuperanno del suo contenuto, di questo sogno io mi occuperò solo del modo in cui è stato "confezionato". Innanzitutto, Simonetta ci ha detto che a scriverlo in bella copia è stata Lidia, una sua amica conoscitrice dello Hata Yoga. In secondo luogo, in alto, alla destra del foglio, la nostra amica ha attaccato un adesivo che rappresenta il simbolo della neve, e ad ogni copia ha dato un colore diverso: a me è toccato un bel blu metallizzato. Infine, in basso a destra ha apposto la firma: una Esse ben avvolta da parecchi giri di penna.

La domanda che nasce spontanea è: perché un così accurato modo di presentazione?

Una prima risposta ce la potrebbe fornire l'ultima frase del sogno: Al risveglio ero molto serena.

Cioè, Simonetta considera molto importante questo sogno, tanto da mostrare verso di esso un rispetto, diciamo così, doveroso. Una seconda risposta ce la potrebbe dare la particolare firma della sognatrice: un ghirigoro avvolgente che sembra un abbraccio di Simonetta a Simonetta. Cioè, la sognatrice, finalmente, si è accorta della sua totalità ed ha cominciato ad autostimarsi. Una terza risposta, sta infine nel simbolo della neve, che assomiglia tanto anche al simbolo alchemico del Sale Armoniacale (da armonia…). Tutto questo può essere tradotto così: Simonetta, dopo un lungo periodo di  caos,  di nero  che le impediva persino di vedere dove mettere i piedi (un periodo quin -di caratterizzato da malumore, malinconia, tristezza, e persino rabbia), finalmente comincia a sentire in lontananza una musichetta piena di armonie: il suo animo comincia a rilassarsi perché comincia a intravvedere una luce interiore che le consentirà di rimettere ordine laddove regnava disordine a causa del fitto buio. Simonetta comincia a vivere i suoi problemi con un principio di distacco, comincia ad osservarli, osservandosi. La Coscienza piano piano si sveglia dal torpore, e laddove prima vi era un attore che viveva la parte di turno in maniera totale, adesso vi è un attore che vive le sue parti senza farsi catturare da esse. é proprio da qui che nasce quel candore, quel biancore, quella neve (è proprio l'opera al Bianco degli alchimisti), quella armonia, quel Sale che non è più un corpo-marionetta, ma un corpo-animato. Quest'armonia è come un condimento: quando manca si è in preda al caos, quando c'è nasce serenità.
Tutto questo viene confermato dal contenuto del sogno (piano superiore della casa; stacco delle tende per far entrare la luce; la grande vetrata sul giardino; la stanza luminosa; il frutto esotico; il giornalista intervistatore). Ma di questo parleranno più approfonditamente altri.

Grazie, Nat.

 

 

Sogno di Simonetta  – interpretazione di Maurizio

Da un punto di vista psicologico il tema del sogno è abbastanza evidente ed è riconoscibilmente connesso alla rivalità ‘edipica’ di una donna con la propria madre. In questa chiave è presto spiegato: Simonetta trova in sé nuove possibilità, una fresca ‘fecondità’, sotto la logora tappezzeria di alcune zone della sua vita, attualmente ‘un pò tetre’, desuete, cristallizzate. Questa fertilità è rappresentata da un giardino rigoglioso scoperto dalla sognatrice all’atto di eliminare tendaggi che impediscono l’entrata della luce. Il giardino è visibile da una grande vetrata, cioè da un’insospettata apertura, e riesce a penetrare dalla finestra insinuandosi lungo le pareti. In particolare la pianta rampicante che si alloga nella casa è un ‘potus’, dal cui nome possiamo ricavare sia l’idea di ‘bere’ (dal latino ‘potare’), che di ‘pulire, potare’ (dal latino ‘putare’). E’ un momento di grande rinnovamento, di nuova linfa vitale, di eliminazione del vecchio. Due personaggi maschili assistono alla scena in via testimoniale e di apprezzamento positivo: uno è direttamente connesso con la famiglia originaria e con la situazione edipica, il fratello; l’altro è un professore-giornalista che è interessato alla sognatrice al punto da voler attirare la sua attenzione, da volerla ‘intervistare’ (dal francese ‘s’entrevoir’, ‘vedersi, incontrarsi’). La rinnovata fecondità e l’interessamento maschile sono naturalmente visti con disappunto dalla madre-rivale, che svaluta le possibilità della figlia al fine di continuare ad affermare il proprio potere. Questa svalutazione è simboleggiata dal mangiare ‘nocciole’: queste sono semi, dal latino volgare ‘nucleole’, piccoli nuclei di vita fecondante, connessi con lo sviluppo di un legno robusto. La ‘Terra’ simbolica, insomma, feconda sé stessa e sottolinea la sua forza generativa. La figlia, però, questa volta non è schiacciata dal confronto con il divorante archetipo materno: trova per sé una bellissima noce brasiliana, più grande delle nocciole, ‘una’ e centrale (quindi ‘individuale’, ‘individuata’) rispetto alla loro molteplicità indifferenziata; ‘brasiliana’ per riproporre la luce, la fantasia e il colore che la sognatrice ha sviluppato nella sua ricerca di auto-liberazione e che sente ora di poter efficacemente contrapporre al potere della genitrice. Naturalmente, sottostante tutta questa tematica abbastanza marcatamente ‘psichica’, si intravvede sempre il piano ‘spirituale’ della ricerca del Sé - dello sviluppo di un ‘io’ consapevole e dell’apertura di nuovi punti di vista sulla propria realtà - che in questo caso sembra dover passare attraverso il recupero dell’autostima e lo scioglimento di importanti e profonde conflittualità simbolico-archetipiche con i risucchianti meccanismi illusori dell’esistenza.

 

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