Un sogno
di SIMONETTA
Mi trovavo al
piano superiore di una grande casa antica un po' tetra.
Sogno di Simonetta - interpretazione di Franca
Il piano
superiore di una casa rappresenta la parte psichica della
sognatrice, corrispondendo al suo mondo astro-mentale, tuttavia la
caratteristica di "questo" mondo sembra quella di essere opprimente; la
casa e' grande ma e' antica e tetra. Antico e' relativo al passato,
tetro equivale a scuro, triste, cupo. Come soffocata da tale atmosfera
la sognatrice tenta di far entrare la luce in casa staccando
delle tende , si suppone che tali "tende" siano degli accorgimenti
per mantenere l'ambiente "antico" e "tetro", volerle togliere per
cambiare e' gia' molto positivo, tanto che l'azione crea un movimento
nell'ambiente: il distacco automatico della carta delle pareti; vale a
dire: il desiderio di "luce" muta la sostanza della stessa psiche e
porta all'apparizione di piante rampicanti , che potremo
omologare a sentimenti e pensieri nuovi e vivi, che salgono verso l'alto
a spirale...Veniamo poi a sapere che le piante sono potus, o
meglio: pothos, altrimenti dette "Scindapsus" di cui la qualita' piu
conosciuta da noi e' "lo Scindapsus aureus", mentre "potus" e' la parola
latina che significa "il bere" o meglio "bevanda". Far vedere al
fratello la' vicino la novita' della nuova pianta che cresce e copre le
pareti, mescolando lo "Scindapsus aureus" con cio' che toglie la sete
(bevanda) rivela la necessita' di Simonetta di comunicare alla sua
controparte maschile (fratello) che il mutamento che la coinvolge
psichicamente e' dovuto al fatto di essere riuscita a "vedere" il
liquido (potus) aureo che sale lungo le pareti della casa
(colonna vertebrale), in movimento spiralato e ascensionale. Togliendo
poi oltre alle tende anche la vecchia tappezzeria
verde pallido (le incrostazioni astro-mentali) tutto l'ambiente
acquista la nuova "vista" di un giardino rigoglioso, che si puo' vedere
da un'ampia vetrata. La stanza e' ora luminosa e accogliente. Si
comincia a star bene in questa nuova psiche. Ma una parte di Simonetta,
la madre, la parte piu' vecchia e attaccata alla casa prima
maniera, non vede di buon occhio le novita' e tuttavia mangia
"nocciole": si nutre di quello che e' il "frutto", il nocciolo
dell'esperienza, e, avendo in qualche modo accumulato tali frutti,
permette a Simonetta, figlia, di nutrirsi di una "noce" particolare
"brasiliana" (brasile = legno di color rosso fuoco) bellissima,
tale "noce" e' il "cuore" della stanza e del sogno e per il colore e
l'attributo (bellissima) e' in relazione al lo sviluppo di Tiphereth.
Grazie. F.V
Sogno di Simonetta - Interpretazione di Natale Poiché sono sicuro che altri amici del gruppo si occuperanno del suo contenuto, di questo sogno io mi occuperò solo del modo in cui è stato "confezionato". Innanzitutto, Simonetta ci ha detto che a scriverlo in bella copia è stata Lidia, una sua amica conoscitrice dello Hata Yoga. In secondo luogo, in alto, alla destra del foglio, la nostra amica ha attaccato un adesivo che rappresenta il simbolo della neve, e ad ogni copia ha dato un colore diverso: a me è toccato un bel blu metallizzato. Infine, in basso a destra ha apposto la firma: una Esse ben avvolta da parecchi giri di penna. La domanda che nasce spontanea è: perché un così accurato modo di presentazione? Una prima risposta ce la potrebbe fornire l'ultima frase del sogno: Al risveglio ero molto serena.
Cioè, Simonetta considera
molto importante questo sogno, tanto da mostrare verso di esso un
rispetto, diciamo così, doveroso. Una seconda risposta ce la potrebbe
dare la particolare firma della sognatrice: un ghirigoro avvolgente che
sembra un abbraccio di Simonetta a Simonetta. Cioè, la sognatrice,
finalmente, si è accorta della sua totalità ed ha cominciato ad
autostimarsi. Una terza risposta, sta infine nel simbolo della neve, che
assomiglia tanto anche al simbolo alchemico del Sale Armoniacale (da
armonia…). Tutto questo può essere tradotto così: Simonetta, dopo un
lungo periodo di caos, di nero che le impediva persino
di vedere dove mettere i piedi (un periodo quin -di caratterizzato da
malumore, malinconia, tristezza, e persino rabbia), finalmente comincia
a sentire in lontananza una musichetta piena di armonie: il suo
animo comincia a rilassarsi perché comincia a intravvedere una luce
interiore che le consentirà di rimettere ordine laddove regnava
disordine a causa del fitto buio. Simonetta comincia a vivere i suoi
problemi con un principio di distacco, comincia ad osservarli,
osservandosi. La Coscienza piano piano si sveglia dal torpore, e laddove
prima vi era un attore che viveva la parte di turno in maniera totale,
adesso vi è un attore che vive le sue parti senza farsi catturare da
esse. é proprio da qui che nasce quel candore, quel biancore, quella
neve (è proprio l'opera al Bianco degli alchimisti), quella armonia,
quel Sale che non è più un corpo-marionetta, ma un corpo-animato. Quest'armonia
è come un condimento: quando manca si è in preda al caos, quando c'è
nasce serenità. Grazie, Nat.
Sogno di Simonetta – interpretazione di Maurizio Da un punto di vista psicologico il tema del sogno è abbastanza evidente ed è riconoscibilmente connesso alla rivalità ‘edipica’ di una donna con la propria madre. In questa chiave è presto spiegato: Simonetta trova in sé nuove possibilità, una fresca ‘fecondità’, sotto la logora tappezzeria di alcune zone della sua vita, attualmente ‘un pò tetre’, desuete, cristallizzate. Questa fertilità è rappresentata da un giardino rigoglioso scoperto dalla sognatrice all’atto di eliminare tendaggi che impediscono l’entrata della luce. Il giardino è visibile da una grande vetrata, cioè da un’insospettata apertura, e riesce a penetrare dalla finestra insinuandosi lungo le pareti. In particolare la pianta rampicante che si alloga nella casa è un ‘potus’, dal cui nome possiamo ricavare sia l’idea di ‘bere’ (dal latino ‘potare’), che di ‘pulire, potare’ (dal latino ‘putare’). E’ un momento di grande rinnovamento, di nuova linfa vitale, di eliminazione del vecchio. Due personaggi maschili assistono alla scena in via testimoniale e di apprezzamento positivo: uno è direttamente connesso con la famiglia originaria e con la situazione edipica, il fratello; l’altro è un professore-giornalista che è interessato alla sognatrice al punto da voler attirare la sua attenzione, da volerla ‘intervistare’ (dal francese ‘s’entrevoir’, ‘vedersi, incontrarsi’). La rinnovata fecondità e l’interessamento maschile sono naturalmente visti con disappunto dalla madre-rivale, che svaluta le possibilità della figlia al fine di continuare ad affermare il proprio potere. Questa svalutazione è simboleggiata dal mangiare ‘nocciole’: queste sono semi, dal latino volgare ‘nucleole’, piccoli nuclei di vita fecondante, connessi con lo sviluppo di un legno robusto. La ‘Terra’ simbolica, insomma, feconda sé stessa e sottolinea la sua forza generativa. La figlia, però, questa volta non è schiacciata dal confronto con il divorante archetipo materno: trova per sé una bellissima noce brasiliana, più grande delle nocciole, ‘una’ e centrale (quindi ‘individuale’, ‘individuata’) rispetto alla loro molteplicità indifferenziata; ‘brasiliana’ per riproporre la luce, la fantasia e il colore che la sognatrice ha sviluppato nella sua ricerca di auto-liberazione e che sente ora di poter efficacemente contrapporre al potere della genitrice. Naturalmente, sottostante tutta questa tematica abbastanza marcatamente ‘psichica’, si intravvede sempre il piano ‘spirituale’ della ricerca del Sé - dello sviluppo di un ‘io’ consapevole e dell’apertura di nuovi punti di vista sulla propria realtà - che in questo caso sembra dover passare attraverso il recupero dell’autostima e lo scioglimento di importanti e profonde conflittualità simbolico-archetipiche con i risucchianti meccanismi illusori dell’esistenza. |