Due sogni di SIMONETTA


Il Castello era stato prosciugato dell’acqua di mare che scorreva nel solco intorno ed erano stati fatti i lavori di consolidamento. Il Proprietario mi stava illustrando i lavori fatti e io li vedevo dall’alto.
Con le prime piogge e mareggiate il solco si sarebbe di nuovo riempito da solo, riformando il fiume: i pesci e i salmoni che erano saltati fuori e si erano trascinati saltando e saltando fino al mare, superando una striscia di terra,  sarebbero tornati.
Il Castello si trovava in India o in Russia. La Padrona di Casa, donna anziana e saggia, senza parlare, mi faceva vedere il posto segreto dove aveva lasciato l’impronta segreta della sua mano, sia il dorso che il palmo,  sfilando una mattonella decorativa del soffitto. Vivevano nel castello quattro donne, oltre la Castellana: mia madre, la consuocera, io e la nuora. Sospettavo che sarei stata la prescelta, per quella notte, dal Castellano,  ma non c’era stato il tempo,  perche’ chiamato urgentemente per qualcosa di grave accaduto.
L’ultimo ricordo di questo sogno: toglievo i mattoni dalla cella dove qualcuno stava murando viva mia madre; rammento la sua espressione rassegnata.

 

 

 

 

Sogno numero 2 di Simonetta

Mi trovavo in una chiesa antica con un parco intorno pieno di verde, bellissima, con tanta gente per una celebrazione.  Giravo per gli ambienti, ero con delle donne, ma a un certo punto ci siamo divise. Il gruppo doveva partire con una nave per l'Argentario, io c'ero già stata e sono rimasta con un'amica di tanti anni fa, che ho perso di vista, Patrizia. Noi dovevamo andare da qualche parte, camminavo avanti continuando a girare per il parco-chiesa e lei, vedevo, che si attardava a parlare con una donna con due figli handicappati un bimbo e una bimba, l'aiutava a trasportarli. Sono entrata nella chiesa che aveva le pareti color ocra ecc. Patrizia non l'ho più vista. Sulla ghiaia davanti alla chiesa ho trovato una piccola cassetta per registrazione, forse caduta ad una di quelle signore quando mi avevano salutata prima di partire. Mi sono svegliata con la sensazione molto chiara nella mente di chiamare Patrizia!

 

 

 

 

Sogni di Simonetta - interpretazione di  Franca

Il Castello (interiore), costruito dal Proprietario (l’Io cosciente di Simonetta, riferibile qui a Chokmah, la Sapienza, primo centro della colonna di destra dell’albero Cabalistico),  era stato “prosciugato dell’acqua”, ovviamente dell’acqua inferiore, quella del sentimentalismo melmoso e vi erano stati fatti  “lavori di consolidamento”, cioe’ erano state irrobustite le fondamenta, le parti piu’ basse, quella che danno solidita’ al Castello. Il Proprietario, il Castellano, mostra i lavori dall’alto e Simonetta viene cosi’ a conoscenza di un fatto importantissimo: cio’ che di buono in passato c’era in quell’acqua, “pesci e salmoni”, torneranno a viverci : nel lavoro di restauro nulla e’ andato perduto, ma si fa intendere che tale lavoro e’ gia’ costato molte energie e sacrifici.
Viene specificato che il Castello si trova in India o in Russia. Non a caso negli ultimi anni la sognatrice, attraverso il Cis, ha conosciuto la tradizione induista con lo studio della Bhagavad Gita; la tradizione Cristiano-ortodossa  con lo studio dei “Racconti del pellegrino russo” e la simbologia del  Castello con lo studio del “Castello interiore” di S. Teresa d’Avila...
Compare poi la figura della Padrona di Casa, quella che  verra’ identificata come la Castellana, donna anziana e saggia; siamo giunti cosi’  alla simbologia di Binah, la Grande Madre o Nonna, che si accompagna alla figura del Castellano e lo completa; Essa “non parla”:  il silenzio e’ proprio del Piano Atzilutico, e mostra l’impronta della sua Mano: Sacerdotessa del Tempio, della colonna di sinistra dell’Albero, la sua “Mano” ricorda sia “la Mano che ha scritto tutto” di P. Coelho come pure  il “5 contro 5” dei 10 numeri nulli in corrispondenza alle 10 dita delle mani del Sepher Yetzirah che potremmo in questo sogno schematizzare cosi’:

 

 

Notiamo che in questo Albero-sogno mancano i personaggi della colonna di destra ad eccezione del Castellano che pure, qualora fosse contattato (“sospettavo che sarei stata prescelta” ecc.) potrebbe con la sua Grazia, riedificare tutta la colonna mancante: padre, consuocero, marito - le fondamenta invece sono gia’ state restaurate, come abbiamo visto all’inizio -, ma qualcosa impedisce l’incontro (“perche’ chiamato urgentemente per qualcosa di grave accaduto”).  Poi, mancando il padre, la stessa madre  rischia di essere “murata viva”: la frase ricorda la tradizione indu’ di bruciare sul rogo del marito morto la moglie ancora viva... Simonetta ovviamente cerca di evitare questo triste sorte alla madre, che invece sembra rassegnata. Sarebbe opportuno farsi ricevere al piu’ presto dal Castellano e risolvere cosi’ ogni problema di “lavori in corso”ed evitare danni anche alla colonna di sinistra..
Passiamo ora al sogno 9  che sembra  il seguito dell’8: il Castello e’ ora una Chiesa-parco ma anche qui vi sono solo donne, vi compare solo il mondo astrale: “il gruppo doveva partire con una nave”, quindi per il mare, “per l’Argentario”, e l’argento ancora simboleggia il sentimento, l’acqua e il femminile. Mancando del tutto l’elemento maschile, “i figli” non possono che essere handicappati e necessitare dell’aiuto di chi e’ “nobile”, di Patrizia (=nobile, di alta condizione), l’amica persa di vista e che deve essere richiamata. Essa e’ ancora una proiezione della Castellana, della Grande Madre, l’unica che puo’ intercedere presso il Castellano...che Simonetta provi ad ascoltare la “cassetta” trovata sulla ghiaia davanti alla Chiesa, forse ci sono incise precise istruzioni...

 

Grazie. F.V.

 

 

 

 

 

Sogni di Simonetta - interpretazione di Natale

In entrambi i sogni Simonetta sembra volersi ancora una volta allontanare da una realtà che continua a rifiutare, a non accettare, perché l'ha colorata di rimpianti e risentimenti dalle forti radici. Ed ecco che allora si costruisce tempi e luoghi fantastici alla ricerca di cose perdute: castelli, chiese medievali. Da questi sogni, l'aspetto madre della sognatrice ne vien fuori sofferente: la mamma del sogno  8  viene murata in una cella del castello, e la sognatrice cerca in qualche modo di liberarla…;la madre del sogno 9 ha due figli menomati…
Ma il sogno 8 offre un aspetto positivo: Simonetta, dopo aver prosciugato le acque che circondano il castello, cioè dopo avere compreso ed elaborato almeno in parte i suoi problemi relativi alla funzione del sentimento, cerca di consolidare le fondamenta del castello, cerca cioè di attingere più stabilità psichica, più forza; cerca di attrezzarsi per sopportare i pesi di questa presa di coscienza. I pesci e i salmoni che la sognatrice vede trascinarsi su un lembo di terra che divide il castello dal mare, possono voler significare la decisione che Simonetta ha preso: dare più spazio ai suoi sentimenti, elaborarli e abbandonarli al mare, liberandoli dal ristretto fossato di uno spicchio della sua mente, quella parte di anima che amava trattenere, come in un acquario, quegli stessi pesci, magari per osservarli quotidianamente e per rivivere con angoscia la loro nascita e crescita. La sognatrice prende serenamente atto del fatto che, alla fin fine, sono stati solo degli imprevisti avvenimenti avversi ad aver minato alle fondamenta la sua sfera affettiva-coniugale.
Ma quanto la sognatrice veramente abbia elaborato, digerito tutto questo, lo sapremo nei prossimi sogni. Per ora possiamo solo dire che Simonetta è molto più calma ed é più fiduciosa nel futuro, e che la sua ricerca procede come le volute di fumo delle tante sigarette che in un giorno riesce a fumare: a volo di farfalla e secondo i venti che tirano: un pò di qua e un po' di là…
Quando la sognatrice sarà completamente padrona di se stessa, il primo provvedimento che adotterà sarà quello di non procurarsi più del male, ed allora non potrà fare a meno di smettere di fumare. Subito dopo, la sua ricerca procedera’ a volo d'aquila: si osserverà dall'alto, con distacco, individuerà le sue prede (ogni suo problema), andrà giù in picchiata, e senza pietà se ne ciberà, cioè li comprenderà.

 

Grazie. Nat

 

 

 

 

Primo Sogno di Simonetta – fantasticherie interpretative di Maurizio

1.      Il castello: è un importante simbolo che può essere la raffigurazione dell’intera struttura psichica; in un certo qual modo, nella nostra chiave di lettura, esso è l’’Albero cabalistico’ della sognatrice, la costruzione verticale che connette i vari livelli della personalità con il Sé, lo Spirito. Essendo un ‘edificio’, esso è da intendersi anche come risultato di impegno, sforzo, progettazione: è il ‘castello interiore’ che risulta dall’autoconsapevolezza. A riprova di ciò la localizzazione del palazzo in India o in Russia: l’oriente è la direzione allegorica della provenienza della luce spirituale. In particolare l’India può rappresentare i percorsi interiori, le tecniche meditative eccetera. La Russia può, invece, avere una connotazione più concreta di impegno sociale, umanitario o religioso: pensiamo sia alla Russia come simbolo dei grandi ideali sociali, sia come paese della religiosità cristiana ‘ortodossa’, cioè di ‘retta opinione’.

2.      I lavori di consolidamento: nel caso in esame Simonetta sembra ritenere che vi sia stato un rafforzamento della sua individualità attraverso l’eliminazione dei cedimenti, delle falle, dei punti deboli. Naturalmente ciò corrisponde al lavoro interiore che lei sta facendo e possiamo ipotizzare che, almeno in parte, questo sia stato aiutato dal nostro e dal suo impegno relativo all’interpretazione dei sogni.  In senso più generale possiamo intravedere in questo tipo di ‘lavori’ quello che nella cabala viene chiamato ‘Tiqqun’, l’opera di restaurazione, la reintegrazione di tutte le componenti del proprio mondo.

3.      Il prosciugamento del fossato: i castelli erano un tempo circondati da un bacino d’acqua con funzioni difensive, di separazione dal resto dell’ambiente. In tal modo ogni castello era, in qualche modo, un’isola a sé stante, un mondo autonomo, protetto dalle influenze indesiderate. Nel sogno, essendo necessari dei lavori sulla struttura dell’edificio, è importante l’eliminazione temporanea dell’acqua del fossato: anche quando intraprendiamo un lavoro su noi stessi, per prima cosa dobbiamo aprirci al mondo ‘esterno’, abbassare - per così dire - le difese, ripristinare la connessione fra mondo interiore e mondo esteriore. L’attività di ‘prosciugamento’ è relativa al sub-conscio, che tuttavia contiene al suo interno energie e componenti vitali, nel sogno simboleggiate dai pesci. Queste componenti sono soprattutto istintuali, e ritornano al ‘mare’ nel senso che si dissolvono nell’inconscio, dove vengono recuperate e rivitalizzate: ritorneranno in seguito con la nuova acqua sotto forma di rinnovate energie, dopo l’avvenuto ‘consolidamento’ dell’individualità. L’elemento liquido, inoltre, ha il senso alchemico di Umido Radicale, simbolo tradizionale della Materia Prima. La Materia Prima è Caos contrapposto al Cosmo, cioè all’Ordine e alla Reintegrazione come risultato dell’Opera. Fare un lavoro di pulizia straordinaria con l’eliminazione dell’’Umido’, significa intraprendere la cosiddetta ‘Via Secca’, dove giocano un ruolo importante l’autoconsapevolezza, la volontà, la ferma determinazione.

4.      I castellani. Il castellano, essendo il personaggio maschile del sogno di Simonetta, può essere interpretato come ‘Animus’, cioè quella componente interiore che ha la funzione di guidare verso la comunicazione con l’inconscio. Infatti il castellano conduce la sognatrice, le illustra i lavori di consolidamento, le spiega. La castellana è, invece, una ‘saggia’ parte di Simonetta che abita consapevolmente il ‘castello interiore’ e che, anzi, lo ‘sostanzia’ di sé: l’edificio, ‘segretamente’, cioè nel profondo, ha l’’impronta’ della sua ‘mano’. La mano rappresenta la capacità ricettiva di accogliere e di aprirsi (il palmo) e anche quella attiva di dare e costruire (il dorso). Essendo la controparte del ‘castellano’, rappresenta la componente della sognatrice più in relazione con l’Animus e la conoscenza di sé.

5.      I ruoli femminili. Nel racconto onirico abbiamo una sorta di mandala femminile, rappresentato da quattro personificazioni sociali e familiari legate al matrimonio e alla famiglia: madre, nuora, (con)suocera e ‘castellana’, cioè – presumibilmente – moglie. Oltre a questi ruoli femminili c’è la sognatrice stessa che ne è, in un certo senso, il centro, perché li ricopre o li ha ricoperti tutti. Ognuno dei quattro personaggi rappresenta, per così dire, un’ala del castello, una parte della ‘persona’. Sappiamo che il numero quattro ha un valore di completezza e, in questo caso, sembra legarsi all’emergere nella sognatrice di una maggiore comprensione delle sue funzioni coscienziali e, forse, di una loro evoluzione. Il quaternario di queste funzioni ci dà modo di rappresentarle anche in relazione con il mandala archetipico dei quattro elementi:

 
 
 
Terra

Cerchiamo di coglierne più dettagliatamente il senso:

a)       Madre: si lega alla Terra in quanto ‘materia’ e ‘matrice’, termini legati al latino ‘mater’. E’ la componente di base, fisiologica e sensoriale dell’esistenza, dove l’elemento di polarità opposta, maschile e paterno, gioca un ruolo molto limitato: l’Animus come guida all’evoluzione della coscienza è quasi totalmente assente se non come ‘seme’ o come ‘figlio’, ‘puer’.

b)       Moglie: qui abbiamo, all’opposto, una fusione con il polo complementare, il ‘marito’, che, per essere tale, presuppone una ‘conjunctio oppositorum’ stabile o – quantomeno – protratta per un certo tempo. Nel sogno la ‘castellana’ è ‘anziana e saggia’, ambedue termini che si legano ad una vita psichica matura, ad una integrazione della consapevolezza che fa pensare al Fuoco come coscienza, trasmutazione, calore e luce.

c)       Suocera: è una specificazione del concetto di madre, un suo ruolo ulteriore, un ‘allargamento’ ad una famiglia più ampia, che prevede ‘altri’ figli e ‘altre’ madri e padri, non legati da un rapporto di consanguineità diretta. Poiché i rapporti parentali primari sono normalmente sostanziati di forti vincoli, di elementi ‘edipici’, di intricati e indissolubili intrecci psicologici, l’ampliamento ‘genealogico’ della famiglia risulta complicare ulteriormente le cose: probabilmente è questo che rende la ‘suocera’ un personaggio generalmente non troppo simpatico, una ‘madre estranea’ che conserva dell’archetipo genitoriale soprattutto le caratteristiche giudicanti, possessive, aspre, in relazione con il Super-io. Questa qualificazione particolarmente psichica del ruolo rende possibile l’accostamento analogico all’elemento del sentimento: l’Acqua.

d)       Nuora: la ‘moglie del figlio’. Ruolo contrapposto a quello della suocera, dal punto di vista ‘edipico’ è la ‘figlia’, ma essenzialmente con caratteristiche di rivale, antagonista. L’attribuzione dell’elemento Aria è spiegabile con la particolarità di questo ruolo all’interno della famiglia genealogica, che risulta meno radicato rispetto a quello opposto e complementare di suocera: si tratta di un tipo di parentela più legata ad un ‘contratto’ sociale, quindi ‘legale’, implicante un pensiero, una progettazione, un ‘logos’.

1.       La predilezione del castellano. A questo punto del racconto accade qualcosa di estrema rilevanza per la comprensione  del messaggio onirico. Simonetta racconta: ”Sospettavo che sarei stata prescelta, per quella notte, dal castellano…”  Fra le altre donne che “vivevano nel castello”, la nostra sognatrice viene scelta e valorizzata dall’Animus, dal maschile. Eppure Simonetta, secondo il racconto del sogno, non ha un ruolo. Viene, quindi, scelta in quanto individuo, non per la funzione sociale che ricopre, né per la riconoscibilità nell’ambito del mondo femminile e delle sue attività. Secondo me, questo è l’obiettivo principale al quale miravano tutti i sogni precedenti e che qui comincia a realizzarsi: intendo dire che Simonetta sta creando una sua autoconsapevolezza, una autonomia e una autostima indipendenti dai ruoli esteriori. Sa che, al di là delle ‘maschere’, ha la possibilità di entrare nel suo ‘castello interiore’ rapportandosi con la profondità, con l’inconscio, con la sua vera natura. Naturalmente è l’inizio di un lungo viaggio, non ancora del tutto intrapreso: nel sogno in esame, infatti, non c’è il tempo di attualizzare la predilezione del castellano, perché questi viene distolto da “qualcosa di grave.”  La sognatrice avverte ancora un pericolo, una gravità nell’operare questo salto di qualità; l’abbandono è ancora troppo prudente, c’è il timore del distacco dai consueti modi di ‘interpretare’ la propria vita e dalle più rassicuranti – anche se ormai improduttive - immagini di sé.

2.      La madre murata viva. L’ultima immagine del sogno ci fa comprendere meglio il problema: la madre, come abbiamo già analizzato, è la base, la Terra, la sostanza di tutto il ‘mandala’ femminile. Essendo questo mandala legato ai ruoli, lo possiamo interpretare come appartenente al piano ‘assiahnico’, il più ‘esteriore’. Poiché ogni avanzamento della consapevolezza sui piani interiori implica un certo distacco da quelli precedenti e più esterni, è normale che questo sia connesso con alcune paure, con angosce da ‘separazione’. La ‘madre’ di Simonetta è ‘rassegnata’ perché ormai il processo è avviato: entrerà a far parte della struttura del ‘castello’ non più come elemento centrale, bensì con caratteristiche marginali, appartenenti al passato. Tuttavia è ancora ‘viva’: tutto il portato emozionale di questa evoluzione e dell’abbandono di parti della personalità è vivo, molto sentito dalla sognatrice, che probabilmente avverte ancora il bisogno di una certa gradualità.

 

 

 

Secondo sogno di Simonetta – fantasticherie interpretative di Maurizio

Questo sogno sembra essere una diretta prosecuzione del precedente, cioè di ‘Simonetta 8’, e a quello facciamo riferimento per la sua decifrazione. Innanzitutto l’ambientazione del racconto in esame è quella di una chiesa con parco: colpisce subito la caratteristica sacrale dell’edificio, mentre la zona intorno fa pensare a quella circoscritta di un giardino, probabilmente accostabile allegoricamente ad un Themenos (spazio sacro) e, comunque, facilmente correlabile al simbolismo interiore. Inoltre c’è “tanta gente per una celebrazione”. La dimensione è dichiaratamente ‘mistica’, ma notiamo che il primo evento importante è quello di ‘dividersi’ da un gruppo di ‘donne’: ritorniamo alla tematica del sogno precedente del distacco dai ruoli femminili, dei quali avevamo dato un’interpretazione soprattutto sociale ed esteriore. Il sogno attuale, dunque, inizia dov’è finito l’altro, lasciando intravedere una prosecuzione evolutiva. Vediamo quali sono gli elementi ‘nuovi’.

1.      L’argentario. La località verso la quale si dirige il gruppo di donne è connotata dal simbolismo alchemico dell’’argento’, anch’esso particolarmente legato al femminile, alla luna, ad un certo tipo di energie relazionabili con l’acqua,  con l’umidità, con il sentimento. La sognatrice, però, afferma di esserci ‘già stata’ e, quindi, non ci si reca insieme alle altre. Per deduzione elementare, dobbiamo presumere che ella si stia invece dirigendo verso qualcosa di aureo, una terra o un’epoca dell’Oro alchemico, cioè – sempre nel simbolismo – della Coscienza e della Luce.

2.      Patrizia. Un’amica “di tanti anni fa” con un nome ‘nobile’ fa pensare che Simonetta tenti ora di recuperare una parte di sé cui non aveva dato abbastanza ascolto. Anche svegliandosi avrà “la sensazione”, “molto chiara nella mente”, di doverla chiamare. Notiamo che ‘Patrizia’ è in relazione con ‘Pater’, cioè con l’archetipo maschile, con l’Animus, e quindi – essendo una donna – è una rappresentazione dell’armonica fusione delle polarità. Patrizia, inoltre, si relaziona con una madre che ha due figli handicappati e li aiuta. Il comportamento, quindi, è quello del Bodhisattva: forse questo atteggiamento compassionevole, d’amore, è uno degli elementi che la sognatrice sta cercando di ritrovare nella sua vita. Più ancora: la madre dei bambini è anche la stessa Simonetta, che sente di aver ‘partorito’ ma non ancora fatto crescere, reso abili e adulte, le sue intime polarità maschili-femminili di trasformazione e autoriforma. L’’amica di tanti anni fa’, forse, sa cosa fare; però sparisce improvvisamente: sia pure all’interno dello spazio sacro della chiesa, la sognatrice perde di vista questo suo alter-ego più saggio e determinato.

3.      La registrazione.  Dopo essere uscita dal Tempio interiore la sognatrice trova una ‘cassetta registrata’ caduta alle donne dell’’argentario’: registrazione significa ‘memoria’, ma soprattutto – in senso esoterico – karma, semi karmici.  Simonetta comprende di essere ancora condizionata dalle cause mosse precedentemente nella sua vita, e non ha ancora ben presente quella parte di sé che andrebbe sviluppata. Tuttavia si sveglia con un chiaro desiderio in tal senso, e questo è il segnale di un cambiamento che inizia a farsi sempre più profondo.

 

 

 

Sogni di Simonetta – Meditazione

Io medito sul mio attuale sviluppo

e comprendo che la vita sta per me assumendo

un aspetto nuovo,  più libero e consapevole.

Non resisto a questo cambiamento,

anche se talvolta temo di perdere

gli importanti riferimenti di ieri.

Esprimo la mia fiducia

in tutte quelle tematiche

che sento mi aprono alla trasformazione.

Concedo finalmente spazio

alla crescita di quelle parti di me

che avevo accantonato

perché impegnata in alcune fasi essenziali,

ma ormai superate,

della mia evoluzione individuale.

 

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